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Autore: _diana87    03/06/2015    4 recensioni
"Bruce segue lo sguardo preoccupato dell’amico miliardario, e a ruota anche gli altri si voltano, chi intimorito chi incuriosito, verso quel pupazzo bianco davanti a loro, che inclina la testa e alza un braccio per salutare."
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A mezzanotte la natura si cheta, tutto sembra tacere ed è l’ideale per rilassarsi e godersi il panorama della Luna nel cielo limpido costellato di stelle. Una serata romantica per le coppiette. Una serata da sballo per chi si trova alla Avengers Tower. L’imponente struttura comprende la bellezza di 160 piani per 500 metri di altezza, tanto da competere con il palazzo più alto del mondo di Abu Dhabi. L’unica luce proviene dall’enorme sala a metà torre, quella che affaccia all’esterno e che ha grandi vetrate pulitissime, grazie al servizio Carglass ripara, Carglass sostituisce.
Proprio in questa sala, costituita da un rialzo dove ci sono una serie di divanetti, si è appena conclusa una festicciola organizzata dal genio-miliardario-playboy-filantropo (meglio utilizzare tutti i suoi nickname) Tony Stark per celebrare la vittoria dei Vendicatori nell’aver recuperato lo scettro di Loki. I supereroi più forti del mondo si stanno rilassando facendo ciò che sanno meglio. Cazzeggiare e prendersi in giro l’un l’altro.
“Chiunque ne sarà degno possiederà il potere... come no.”
A quella smorfia di presa in giro di Clint Barton, che ripete cantilenando la frase cult di Thor, il dio del tuono reagisce con uno sguardo di sfida. L’arciere giocherella con delle bacchette, contenute nel cibo cinese da asporto, limitandosi a stuzzicarlo.
Niente da fare con Thor di Asgard, che per l’occasione ha rinunciato alla sua tenuta di battaglia per un look consono e più adatto alla nostra epoca. Senza dimenticare una coda da cavallo un po’ hippie per raccogliere i suoi biondi capelli di cui Natasha Romanoff è da sempre gelosa, perché non riesce mai a trovare un taglio adatto a lei. Anche se la Vedova Nera non lo ammetterebbe mai. Neanche con dieci pistole puntate addosso, una tarantola sulla testa, la puzza di broccoli sotto al naso e l’odore dei piedi di Hulk proprio in faccia.
Clint fa lo spavaldo, si alza per provare ad alzare il martello Mjolnir, ma non succede niente. Segue quindi la sfilata delle prime donne, che a turno tentano di sollevare l’oggetto divino. Tony chiede l’aiuto di Rhodes, Bruce Banner tenta di trasformarsi in Hulk facendo degli strani versacci ma risulta soltanto imbarazzante. Quando è il turno di Steve Rogers, Thor quasi se la fa sotto, e per un attimo ha l’illusione che il Mjolnir si sia spostato.
Si sa che a furia di tirare la corda, questa si spezza. E infatti Capitan America tira così tanto che perde l’equilibrio. Agita le braccia come una libellula, ma non ha tempo di chiamare aiuto che cade con la schiena a terra, piagnucolando per il dolore.
“Q-qualcuno mi aiuta?” dice tra i singhiozzi, restando appiccicato sul pavimento come una mosca appena morta.
Tony si sporge leggermente e Steve lo vede.
“Ma tu non eri il super soldato nato in esperimento da laboratorio?”
L’altro ruota gli occhi. Quante volte è costretto a ripetere la stessa cosa? Il corpo del Capitano si irrigidisce, fa i pugni, volendo rispondere alla provocazione, “Quello era il Soldato d’Inverno, idiota-ahiaaa!” ma peggiora la situazione.
Alla fine Capitan America riesce ad alzarsi da terra con uno slancio, ma rimedia il colpo della strega.
Si sente un rumore simile al vetro che si spezza, e Steve si tocca la parte inferiore del bacino lamentandosi.
Gli altri Vendicatori rimangono tutti a guardare senza dire una parola, tranne Natasha Romanoff che si limita a un “Povero Rogers, sei troppo vecchio per questo mondo”, scatenando una risata generale.
Prendere in giro Steve Rogers sembra essere il passatempo ideale per i Vendicatori. Presente nell’epoca moderna solo da alcuni anni, Capitan America è l’unico ad essere un po’ all’antica e ad arrivare tardi nel capire le battute, dato che l’ultimo spettacolo di cabaret al quale aveva assistito risaliva al 1945, e da allora il mondo della comicità si è evoluto in maniera viscerale.
Sconfortato, il capitano abbassa la testa, ma arriva Thor a consolarlo con una pacca alla spalla che peggiora ulteriormente le cose. Adesso si è anche stirato troppo il muscolo. Un po’ gracilini questi Vendicatori.
Improvvisamente, la risata fragorosa di Tony si interrompe quando nota una figura cicciottella e bianca oltre l’altura della sala, dove sono seduti tutti quanti. Sembra un grosso palloncino con gambe e braccia, uno di quelli che fan venir voglia di abbracciare e stritolare.
Bruce segue lo sguardo preoccupato dell’amico miliardario, e a ruota anche gli altri si voltano, chi intimorito chi incuriosito, verso quel pupazzo bianco davanti a loro, che inclina la testa e alza un braccio per salutare.
“Ciao, io sono Baymax, il tuo operatore sanitario personale.” Dice con una voce robotica serena e rilassata. “Ho sentito un verso di dolore.”
“E questo chi cazzo è?”
La delicatezza di Steve Rogers, mentre indica imprecando il nuovo ospite, è alquanto attraente.
Tony si volta per ammonirlo, come solo lui sa fare. Con una vera leggerezza.
“Capitano, linguaggio! E porca puttana!”
“Siete un esempio di buona educazione voi due”, dice il buon Rhodes, nascondendo la sua faccia dietro il bicchiere vuoto per la vergogna. Cosa gli tocca fare pur di stare in mezzo a delle star e staccare dalla vita monotona di tutti i giorni.
Nel frattempo, Baymax ha già raggiunto Steve con un balzo di dieci metri. Il capitano indietreggia appena il robot bianco gli tocca la spalla con un dito, proprio nel punto dove si era fatto male. Per poco non rischia di cadere di nuovo, trattenuto dall’immenso bicipite di Thor.
“In una scala da 1 a 10, come valuti il tuo dolore? Ti fa male se lo tocco?”
I Vendicatori trattengono le risate appena Baymax inizia a tastare ogni parte del povero Capitano, che si sente quasi ‘violato’, tanto da doversi coprire e trovarsi a ‘combattere’ per scacciare le mani del robot morbidoso.
“Mi sta toccando il coso... aiuto, questo coso mi tocca!”
Clint decide di fare qualcosa, giusto per non sentirsi il solito Vendicatore che non combina nulla. Si alza e si rivolge a Tony, giocherellando ancora con le bacchette del cibo cinese.
“Stark, forse dovresti darci qualche spiegazione”, e indica Baymax che ora sta abbracciando Capitan America.
Maria Hill, seduta tra loro, si alza sfoggiando il suo ultimo iPhone, costellato da decorazioni di Agents of S.H.I.E.L.D., e ne approfitta per fare una serie di foto alla scena.
Tony sventola le mani quasi come se stesse scacciando una zanzara all’avvicinarsi di Clint con le bacchette per evitare che l’arciere finisca per tirargliele in faccia. Imbranato com’è. Quindi sospira e spalanca le braccia in segno di rassegnazione e chiama in causa l’amico scienziato.
“Avanti, Bruce, dammi una mano.”
Il dottor Banner viene colto di sorpresa e lo guarda con un’espressione perplessa.
“Perché tocca sempre a me spiegare le cose?” gli domanda indicando se stesso.
Il miliardario semplicemente mette le mani in tasca e con la voce più suadente che ha gli risponde: “Perché io sono Iron Man e tu no.” E poi sfoggia l’immancabile sorriso bianco e splendente che fa innamorare donne e uomini compresi.
“Ora eseguirò un scan. Scan completato.”
Steve s’illumina di rosso per una frazione di secondo, grazie a Baymax che gli ha appena fatto le lastre ai raggi X a tutto il corpo. Come se non bastasse, il simpatico robot lo tasta alle spalle, partendo da destra fino sinistra, per controllare che stia effettivamente bene. Il povero Capitano si ritrova ad essere steso come un panno.
“Ma continua a toccarmi!”
Natasha non si trattiene e continua a fare battutine sulla verginità di Capitan America, che non bacia come si deve una ragazza dal 1945.
“Rogers, gli hai detto che è la tua prima volta?”
Colpito e affondato, cade il silenzio in sala. A nulla servono i rumori delicati di Baymax, che dopo aver scansionato Steve, averlo sistemato per bene, bello e profumato con l’ultima fragranza Givenchy, si sta rimettendo in sesto muovendosi come una pompetta di aria compressa.
“Grazie, Romanoff, sei delicata come un fiore di loto.”
La Vedova Nera beve un sorso di birra rubando la bottiglia a Clint e sorride soddisfatta mostrando denti bianchissimi sotto le labbra rosse.
“Sempre.”
Intanto che aspettava di parlare, Bruce ha completato il cubo di Rubik e ha finito i cruciverba sulla settimana enigmistica, gettando il giornalino dietro le sue spalle.
“Bene, adesso vi spiego”. Si ritrova in mezzo alla sala con Baymax che lo guarda dall’altra parte dei divanetti con uno sguardo talmente dolce da far intenerire anche Natasha, che approfitta per tastare il robot con le dita. Soddisfatta della morbidezza dell’Intelligenza Artificiale, alza compiaciuta il sopracciglio in direzione di Maria.
“Io e Tony abbiamo programmato Baymax per aiutarci a rimetterci in sesto appena ci facciamo male.”
Occhio di Falco si sente improvvisamente troppo osservato quando il gruppo di Vendicatori volta contemporaneamente la testa verso di lui facendo un’espressione apprensiva.
“Perché guardate me?”
Natasha si alza e si avvicina al suo migliore amico, accarezzandogli con affetto la spalla. Inclina la testa guardandolo come una padroncina osserva il suo cagnolino ferito e indifeso.
“Perché tu Clint, tesoro, sei l’unico che dopo le battaglie è conciato maluccio.”
Quando mai è accaduto? Forse in passato si era fatto qualche graffio.
Ci pensa su. Quando era sotto il potere di Loki e si era scontrato con i suoi amici Avengers, alla fine non era messo così male. Insomma. Aveva dovuto correre in bagno, cambiarsi e riposarsi. E come se non bastasse, tutto accaldato, si era ritrovato Natasha che lo aspettava fuori, e alla vista della rossa agente dello S.H.I.E.L.D. aveva sentito la temperatura corporea salirgli vistosamente.
Un’esperienza che preferisce dimenticare perché ne vale la sua reputazione.
L’arciere arrossisce e tenta di fare il duro schiarendosi la voce. Si sistema la giacca di pelle che ha indosso, proprio quella che li dà l’aria da bello e dannato, e assume una posizione da guerriero spalancando braccia e gambe.
“Dai, non esageriamo. Mi faccio qualche graffietto, niente di che.”
“L’ultima volta sei andato KO dopo neanche 20 minuti di allenamento per colpa del dottor Banner qui che, appena si arrabbia diventa verde, e ti ha sfiorato con un dito.” Osserva Tony, agitando il bicchiere di whisky che ha appena preso. Giocherella col liquido scuro e ride tra sé immaginando la scena di lotta tra i due, con il povero Occhio di Falco schiacciato a terra.
Nel frattempo, Steve si è accoccolato tra le braccia morbide di Baymax, e il tutto è stato ripreso a dovere da Maria, che ne approfitta per fare dei selfie. Dopo lo scatto guarda la sua immagine sul display. Scuote la testa e ripone il cellulare in tasca inorridita. Quella capigliatura raccolta con una serie di mollettone inizia a darle un gran fastidio.
Clint si sta decisamente scaldando ed è più che mai agguerrito, pronto a difendere la sua reputazione.
“Ragazzi, parliamo di Hulk, eh! Un mostro verde!” spiega, alzando le braccia oltre la testa per indicare la grandezza di Hulk. Poi le abbassa e guarda proprio il diretto interessato, già mezzo verde. “Senza offesa, Bruce.”
Thor se la ridacchia lanciando in aria il Mjolnir e poi riprendendolo come fosse una pallina da tennis, leggera e rimbalzabile.
“E ti ricordi di quella volta che ti ho lanciato per sbaglio il martello in testa?”
Si crea un attimo di panico, scandito dal rumore del Mjolnir lanciato a mezz’aria. Tutti temono il peggio. Se quell’arma dovesse cadere a terra, causerebbe un terremoto di dimensioni catastrofiche, come quelli che si vedono nei film.
Il dio del tuono torna serio, “Ok, non era divertente come battuta”, e si tiene il suo martello tra le braccia, facendo un’espressione imbronciata.
Rhodes rompe di nuovo il silenzio per sentirsi parte di quel gruppo affiatato, e ne approfitta per toccare il mitico bicipite dorato, prima di ritornare nella sua posizione all’angoletto.
“Thor, sei il mio mito e ti stimo, ma in quanto battute non sei una cima.”
Nessuno ride alle sue battute e la cosa lo rattrista. Pensa a suo padre Odino e quando gli ha sempre detto che fare il comico non era da lui, e questo lo fa crucciare ancora di più.
“Lì mi sono fatto male!” si difende Clint, sperando di trovare un appoggio da parte di Natasha, la quale al contrario, mette il dito nella piaga.
“Al risveglio eri convinto di essere Re Lear e reclamavi il trono di Danimarca.”
“E poi hai baciato Steve!” conclude Tony, strizzando l’occhio alla Vedova Nera.
“Cosa?!”
“No, non è vero. Ti prendevo per il culo.” Eccolo lì, l’immancabile scintillio dei denti di Tony con il suo sorriso luminoso e seducente.
“Il Mjolnir pesa, ok?” tenta di giustificarsi Occhio di Falco, poi indica Natasha. “Non mi aveva colpito una ragazza.”
Interviene Steve, che dopo essersi accertato che Baymax non è un ostile, si avvicina al gruppetto per stare al gioco.
“Clint, ricordi quando ieri ti sei slogato la caviglia e ti faceva male l’osso del collo dopo un corpo a corpo con la Romanoff?”
“Ma non vale! Natasha aveva le armi, io so solo usare l’arco.” Dice agitandosi con le braccia spalancate. Non sa più che scusa cercare.
Tony gli posa una mano sulla spalla per incoraggiarlo e sente i suoi muscoli tesi, seguiti da una serie di brontolii.
“Rassegnati, amico, non faranno mai un film su di te.”
“Ma io-“
Baymax si attiva accendendosi e pian pianino si avvicina all’arciere.
“Ho sentito un verso di dolore.”
Clint sospira e abbassa la testa come un cane bastonato. Quando finirà quella serata?
“Non era dolore, erano versi di incomprensione verso il mio gruppo di cosiddetti amici!”
“In una scala da 1 a 10, come valuti il tuo dolore? Ti fa male se lo tocco?” chiede Baymax con la sua solita espressione fissa sul volto, quella che fa venir voglia di abbracciarlo. I suoi sensori gli fanno rilevare il dolore all’altezza della vita, ignorando che Occhio di Falco si è solo irrigidito. Allunga il grosso dito bianco sulla costola destra di Clint e inizia a tastare facendogli il solletico.
“Non mi sono slogato nient-eeeee!”
Visibilmente preoccupata Natasha soccorre l’amico, che è caduto a terra.
“Clint, ti accompagno in infermeria?”
“Così poi scivola e si sloga l’altra caviglia”, dice Tony con sarcasmo.
Anche Clint viene analizzato da Baymax tramite raggi X come Steve. “Ora eseguirò un scan. Scan completato.” E alla fine della sua scansione, torna in posizione composta vicino al divanetto dove sono sedute Maria e Natasha.
“Ma possiamo farlo smettere?” chiede l’agente Hill guardando un Baymax immobile.
Un po’ le dispiace disattivare quel simpatico robot bianco, però se si continua ad oltranza, la serata non avrà esito negativo soprattutto se porterà tutti gli Avengers all’ospedale.
“Certo” risponde Bruce in tono comprensivo, poi inizia a gesticolare tra sé distogliendo lo sguardo su di loro. “Basta selezionare la modalità OFF del suo sistema che si fa combinando la radice quadrata e il teorema di Pitagora applicato sui poligoni, moltiplicando per base per altezza diviso due del triangolo... il triangolo no, non l’avevo considerato... così i suoi dati verranno azzerati tramite un sistema di by-pass delle informazioni.” Quando ascolta il silenzio imbarazzante dei presenti, con sottofondo Baymax che si gonfia e si sgonfia, e le loro facce perplesse, il dottor Banner alza gli occhi e capisce che il linguaggio scientifico non è per tutti. Infatti, solo Tony Stark lo sta osservando e annuisce per fargli vedere che ha capito. “In sostanza, lo riavviamo.”
Il sospiro di sollievo da parte dei Vendicatori è liberatorio. Bastava poco per far comprendere un concetto scientifico.
“Che cosa vuol dire riavviare?”
Tranne Steve Rogers, che si gratta la testa nel tentativo di aprire qualche vecchio cassetto arrugginito del suo cervello.
Tony rotea gli occhi svogliatamente verso Bruce. Come al solito, il buon vecchio povero Capitano non ha capito nulla.
“Non guardare me” dice Banner con un tono sulla difensiva, subito schermito dagli occhi scuri di Stark che non fa una piega. In sottofondo, Baymax continua a muoversi quasi come se avesse capito le parole dei due scienziati.
Arrendendosi al suo sguardo, Bruce alza le mani. “Come non detto, tu sei Iron Man, e io no.”
“Scusami, Bruce, ti voglio bene, ma l’ultima volta che ho spiegato al Capitano come postare una foto su Facebook ho perso due ore e non ho visto l’ultima puntata di Grey’s Anatomy.”
Nel tentativo di soffocare una risata, Natasha per poco non sputa nel bicchiere l’ultimo sorso di birra.
“Tranquillo, tanto è l’episodio in cui muore Derek”, spiega Occhio di Falco, convinto di aver detto la cosa giusta.
In realtà, Tony sta per esplodere quando stringe i pugni e guarda in basso. Nessuno lo ascolta, ma sta mormorando un conto alla rovescia prima di sferrare un pugno all’arciere.
Ricorda bene quella maledetta serata in cui Steve era tutto eccitato perché aveva imparato a scattare i selfie con il cellulare ed era intenzionato a pubblicare i suoi scatti sul social network. Tuttavia, tra il dire e il fare c’è di mezzo Tony Stark e solo a lui il Capitano poteva rompere le scatole. Due ore per spiegargli la funzionalità di Facebook e il collegamento con il Bluetooth dal cellulare al computer, mentre al piano di sotto c’era Pepper Potts che chiamava con insistenza il suo uomo per dirgli che la puntata era iniziata e da parecchio.
Clint guarda Tony con occhi innocenti, domandandosi per l’ennesima volta cosa avesse detto di sbagliato. Al contrario, il miliardario-genio-filantropo-playboy parla a denti stretti trattenendo un sorrisetto nervoso.
“Clint, qual è la tua utilità negli Avengers?”
“Tirare arco e frecce?”
“Ecco, vai in un angoletto e trovati un bersaglio con cui esercitati, da bravo. E non rompere le palle.”
Thor se la ride, Steve invece è serio e indica Iron Man gridando in preda al panico.
“Stark ha detto una parolaccia!!”
“Sì e tua madre ora mi sculaccia!”
“Io non ho una madre, Stark! Non giocare con i miei sentimenti!”
La guerra civile tra i due è appena iniziata. Baymax si illumina di rosso cercando di capire chi tra i due ha emesso dei versi di dolore; Thor e Rhodes tifano chi per uno e chi per l’altro; Bruce si è messo accovacciato in un angolino con una mano sulla fronte in segno di disperazione, e cercando di capire cosa ha fatto di sbagliato per arrivare ad essere lì; Clint è dall’altra parte della sala a tirar con arco e frecce.
Le uniche due donne annoiate, Natasha e Maria, sono sedute con le gambe accavallate sul divano.
“Per quanto ancora andranno avanti?” chiede la prima.
“Non ne ho idea, io ancora mi chiedo perché abbiamo deciso di lavorare per la squadra dei Vendicatori”, risponde la seconda.
La Vedova Nera scuote la testa per sistemarsi i capelli e si inumidisce le labbra. Sta tramando qualcosa e ha gli occhi fissi su un obbiettivo.
“Ehi, Maria, secondo te Baymax è single?”
“Dei dell’Olimpo! Dov’è finito il mio martello?” esclama furente Thor, alla ricerca del suo Mjolnir. Il dio del tuono voleva tirarlo in mezzo a Tony e Steve, nella speranza di farli smettere di litigare, invece si ritrova a mani vuote.
Si osserva a destra e manca, soffermandosi sull’immagine dei due diretti interessati che sono bloccati ognuno con le mani sulla gola dell’altro, pronti a strozzarsi.
Clint invece ha altre preoccupazioni.
“Dov’è finita Natasha piuttosto?” chiede, notando lo spazio vuoto vicino a Maria Hill, occupato solo dalle scarpe col tacco esagerato che portava l’agente Romanoff.
“Era stanca di ascoltare i vostri discorsi idioti quindi è andata via con Baymax. A proposito, lui ha preso il tuo martello.”
Tony e Steve fanno spallucce e riprendono a darsene di santa ragione; Rhodes si allontana accompagnato da Maria. Ha capito che la vita da Avengers non è per lui; Clint e Bruce si guardano spaesati pensando a come sia possibile che Natasha abbia preferito un robot a loro.
L’unico ad essere felice è Thor, che batte le mani soddisfatto.
“Bene, questo toglie ogni dubbio. Baymax è degno, e voi no. Adesso l’ho detta bene la battuta?”
Per una volta che Thor ha detto bene una cosa, non c’è nessuno ad ascoltarlo. Gira su se stesso e si rende conto che se ne sono andati tutti. L’ultima frase fa quindi eco nell’immensa sala della Avengers Tower. Fa una smorfia arricciando la bocca a forma di una U rovesciata, quindi si accomoda sul divano e resta ad osservare a ciò che ha davanti per un attimo.
C’è ancora del cibo avanzato e qualche bottiglia di liquore.
Potrebbe approfittarne, dato che Tony e Steve si stanno dando battaglia fuori la torre.
Potrebbe farlo, ma il rumore dei razzi di Iron Man contro lo scudo di Capitan America lo stanno disturbando, e lui non ha il Mjolnir con sé.
Dà un’ultima occhiata fuori e alza le spalle fregandosene.
Potrebbe fermarli anche senza martello, ma perché limitarsi a farlo ora quando può rilassarsi? Si allunga sul divano, chiude gli occhi e ridacchia quando sente versi di dolore da parte dei due idioti che stanno lottando tra loro. E poi arriva il rumore di quei passi gonfiati e morbidosi che posano qualcosa di molto pesante a terra. Thor capisce e il sorriso sul suo volto brilla.
“Ciao, io sono Baymax, il tuo operatore sanitario personale. Ho sentito un verso di dolore.”
 


Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Salve! Questa è la seconda fanfiction sugli Avengers (la prima risale a 3 anni fa, dopo l'uscita del primo film).
Non sono del tutto soddisfatta dell'esito anche perché è stato abbastanza difficile cercare di far parlare tutti quei personaggi nella scena XD inoltre sono un po' arrugginita perché non scrivo qualcosa da un po' XD spero comunque sia riuscita a suscitare qualche sorriso :)
I personaggi sono leggermente OOC, come avete potuto notare, e non c'è nessun riferimento alla coppia BruceNatasha (anche perché non mi è piaciuta come è stata sviluppata nel film). L'immagine di Baymax nel banner non mi appartiene, l'ho trovato su tumblr, non chiedetemi dove XD
Detto ciò, dedico questa shottina a Diletta che mi ha dato l'input per scriverla, e in generale è un regalo per tutte le mie amiche scrittrici che condividono la passione per la Marvel :)
A presto! 
D.
   
 
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