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Autore: Sara_3210    03/06/2015    2 recensioni
E se l'eclissi non fosse solo la luna che copre il Sole, o viceversa, ma qualcosa di più? Qualcosa di magico e pericoloso? Un piccolo squarcio nella barriera che divide il nostro mondo da quello delle Ombre?
"La ragazzina riusciva a percepire l’eccitazione dei compagni attorno a lei, era palpabile nell’aria rarefatta di quella mattinata di Febbraio, accompagnata da strilli concitati e urletti non appena la luna si spostava di qualche altro centimetro. Quando il corpo celeste arrivò ad oscurare completamente la stella, la ragazzina fu percorsa da un brivido, come se delle dita ghiacciate le stessero scivolando lentamente dalla nuca fino a metà schiena. una leggera vertigine ed un improvviso capogiro le confermarono che stava accadendo, il portale d’accesso tra i due mondi era di nuovo aperto e i Dannati si stavano preparando ad uscire. "
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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L'eclissi, o eclisse, è un evento ottico – astronomico che avviene quando un qualsiasi corpo celeste, come un pianeta o un satellite, si interpone tra una sorgente di luce (ad esempio una stella, come il Sole) ed uno dei due corpi celesti sopracitati, e pertanto il secondo corpo entra nel cono d'ombra (o di penombra) del primo.
― definizione di Wikipedia
 

La ragazzina sollevò lo sguardo al cielo cupo, mentre attorno a lei gli studenti si accalcavano dietro le apparecchiature necessarie per osservare liberamente l’evento che stava capitando nel cielo, sopra di lei. Un’ eclissi totale. La luna stava lentamente scivolando sopra il Sole, coprendelo sempre di più di secondo in secondo. La ragazzina riusciva a percepire l’eccitazione dei compagni attorno a lei, era palpabile nell’aria rarefatta di quella mattinata di Febbraio, accompagnata da strilli concitati e urletti non appena la luna si spostava di qualche altro centimetro. Quando il corpo celeste arrivò ad oscurare completamente la stella, la ragazzina fu percorsa da un brivido, come se delle dita ghiacciate le stessero scivolando lentamente dalla nuca fino a metà schiena. una leggera vertigine ed un improvviso capogiro le confermarono che stava accadendo, il portale d’accesso tra i due mondi era di nuovo aperto e i Dannati si stavano preparando ad uscire.
Quello che per gli Umani era solo un misero e bizzarro evento astronomico, per la ragazzina era molto di più. Era uno squarcio temporaneo nella barriera che divideva gli universi e separava le diverse dimensioni. E questo non andava bene, per niente. Nonostante l’oscuramento totale durasse solo una manciata di secondi, qualcuno di quegli esseri schifosi riusciva sempre a passare.
Anni prima, lei e Maestro Dalmar avevano assistito ad un evento del genere e quella era stata la prima volta che aveva potuto scorgere un Dannato da vicino. Da allora, attendeva ogni eclisse in uno stato di inquietudine profonda, perdeva il sonno e l’appetito, stava ore a documentarsi dove sarebbe stato il punto di massima visibilità per poi raggiungerlo e tentare di richiudere lo squarcio il più in fretta possibile. Tuttavia, era ancora una Guardiana piuttosto giovane e non sempre riusciva ad intervenire in tempo. Un altro brivido le corse lungo la colonna vertebrale e seppe che alcuni le si stavano avvicinando. Poi li vide. Ombre lunghe, che parevano cadere direttamente dall’ombra della Luna e atterravano malferme sul tetto di tegole rosso mattone della scuola. Scivolavano sui muri lentamente, si avviluppavano attorno alle colonne e soffiavano per abituarsi all’atmosfera che le circondava. Camminavano fra la calca di ragazzi e ragazze senza essere visti, gli occhi Umani non erano in grado di mettere a fuoco la loro immagine, e ghignavano mostrando la loro dentatura affilata. Erano un gruppetto piccolo, ma presto ne sarebbero arrivati altri, se non si sbrigava. Chiuse gli occhi ed inspirò, sentiva nella testa le loro vocine sibilanti, che cercavano di confonderla e di creare il caos nei suoi pensieri, affinchè non riuscisse a richiudere lo squarcio. Però la voce del suo maestro parve tuonare e schiacciare quelle dei mostriciattoli che sibilarono infastiditi e si ritrassero, la voce di Dalmar era calda e si diffondeva come un fluido tiepido nella mente che le distese i nervi ed il respiro. Le parole dell’incanto salirono alle sue labbra spontanee, come se ricordarle non le causasse nessuno sforzo. Lentamente inspirò e allargò  i palmi delle mani, distendendo leggermente le braccia ai lati del corpo.

Te invenies tenebrae
 periisse luceat lux in mundum redit
perdamque ex hac rerum universitate creaturas ,
ut semper ex tenebris in carcere manere

Cantilenò a bassa voce la vecchia formula, che rotolava sulla lingua come un bruco che smania di diventare farfalla e si chiude piano nel suo bozzolo. Un leggero profumo di pergamena ed inchistro le salì alle narici, cullandola dolcemente tra le braccia invisibili dei ricordi, mentre avertiva un calore confortante invaderla e dun piacevole brivido irrigiderle gli arti. I Dannati cadderro, contorcendosi da dolore e cominciando a diventare fumo, che poi si sollevava e spariva nel cielo scuro. Ma non funzionò con tutte. Una rimase in piedi, a pochi passi da lei e, ghignando, le sussurrò: «Non è ancora finita, Guardiana. Il nostro tempo sta per tornare», poi svanì. La ragazzina deglutì, fissando il punto dove il Dannato era sparito, mentre nel suo cuore prendeva forma la certezza che il Dannato era vivo e avrebbe fatto di tutto per riaprire lo squarcio. Sopra la sua testa, la Luna si spostò, rivelando il Sole, che apparve agli occhi di tutti come più caldo e luimoso che mai. Sembrava portatore di vita e di speranza, come una nuova alba che illuminava la Terra, rivestendola di luci e colori nuovi. Per la ragazzina non era così. Quella nuova alba non portava affatto pace e serenità nel suo cuore, bensì annunciava una nuova guerra, che avrebbe portato dolore e sofferenza. Sangue innocente sarebbe stato versato. Le rimaneva una sola possibilità: trovare gli Elfi e sperare che, nella loro infinita saggezza, riuscissero a fermare quello che stava arrivando.

 

   
 
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