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Autore: GravityZero94    03/06/2015    1 recensioni
Quando il mondo sembrava ormai sull'orlo della pace e le regioni avevano ripreso a vivere serenamente, qualcosa di grave comincia a pesare sul mondo Pokémon. I campioni delle cinque leghe vengono rapiti ed il mondo viene in breve coperto dall'oscurità. Una minaccia ben peggiore di quelle che furono sventate dagli attuali Campioni sta per abbattersi sulle regioni ed i migliori allenatori del mondo sono stati presi dal nemico. Cinque ragazzi dovranno alzare la testa e raccogliere l'eredità donatagli dai Campioni, per ridare una speranza al mondo.
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"Kanto, Jhoto, Hoenn, Sinnoh, Unima e Kalos, tutte e cinque le regioni sono sull'orlo del declino, non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia come un dannato...."
"Cosa credi di poter fare tu, se i CAMPIONI hanno fallito?" ringhiò il ragazzo dai capelli argentati, afferrando per il colletto della maglietta l'altro, che gli piantò addosso gli occhi furenti.
"Raccogliere la loro eredità" disse semplicemente "Salvarli combattendo o morire nel tentativo. O credi che le tue manie da mezza-cartuccia ti salveranno dai tuoi doveri?".....
...."E va bene, mi avete convinto. Lotteremo insieme. Se quei bastardi cercavano guerra, che guerra sia!"
[Primo capitolo rivisto e corretto]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucas, N, Nuovo personaggio, Rocco Petri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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The Champion's Heritage
Chapter II - Fear

 

I preparativi del viaggio erano lunghi ed estenuanti per Berry. Il ragazzo non aveva alcuna voglia di andare a quella dannata riunione di Campioni, specie per il fatto che ci sarebbero stati i figli di questi ultimi. Aveva già parecchi problemi a difendersi dagli allenatori da quattro soldi che giravano per Mossdeep City, sempre pronti a prenderlo in giro per il suo totale rifiuto di partecipare a qualsiasi tipo di Lotta Pokémon, nonostante possedesse due Pokémon abbastanza forti, tanto che era sicuro di poter battere almeno la metà di quei buffoni. Per sua fortuna, spesso Tate e Liza arrivavano in suo soccorso, mettendo in fuga i bulletti con la loro sola presenza. O, spesso, a salvarlo era la presenza dell'Aggron di suo padre, che girava tranquillamente per la città mettendo in fuga qualsiasi idiota decidesse di offenderlo.
Ma lì non ci sarebbero stati ne Tate e Liza, nè Aggron. E di certo non si sarebbe fatto difendere dai suoi genitori, sarebbe stato orribile. La campionessa di Sinnoh e l'ex-Campione di Hoenn che difendevano la scelta del figlio di non diventare un allenatore? Assolutamente no, nessuno lo avrebbe mai capito. Probabilmente a difenderlo ci sarebbe stato anche Brendan, l'attuale campione di Hoenn, ma soltanto per affetto, non perché credesse davvero in quello che diceva. Lo aveva sentito parlare centinaia di volte, quando credeva che Berry non fosse a portata di orecchie, di quanto trovasse assurda la scelta che l'erede di casa Stone avesse fatto. E sua moglie May, ovviamente, gli dava anche corda.
Con uno sbuffo lanciò letteralmente i ricambi dentro la valigia, senza preoccuparsi di sistemarli. Dire che in quel momento il ragazzo fosse nervoso sarebbe stato un eufemismo, poco sarebbe bastato per vederlo fumare come un treno a vapore. Proprio quando il ragazzo pensò che avrebbe cominciato a dare di matto nella disperata ricerca di uno dei suoi capi di abbigliamento, due colpetti delicati risuonarono alla porta.
"Si può?" chiese una voce femminile.
"Entra pure" disse il ragazzo, riconoscendo la voce e voltandosi sorpreso verso la porta.
Ad entrare era stata una ragazza dai lunghi capelli castani legati in una treccia che le arrivava fino a metà della schiena, tenuti fermi da un fermaglio a forma di fiore di ciliegio, dal fisico sodo e più che formoso per la sua giovane età. Indossava dei corti pantaloncini da mare neri ed una larga maglietta gialla su cui era stampata la faccia di un Pikachu. Teneva con se una grossa borsa da viaggio verde che Berry sapeva essere piena di cianfrusaglie varie e, per la maggior parte, totalmente inutili.
"Ti prepari per il viaggio?" chiese la ragazza, rivolgendogli un sorriso.
Berry fissò prima lei e poi la valigia ancora aperta sul letto, scoccando poi un'occhiata sarcastica alla ragazza.
"No, mi preparo ad una bella avventura con i miei Pokémon!" disse, con un forte accento sarcastico.
"Davvero?" rispose la ragazza, entusiasta.
Berry emise un grugnito di nervosismo, roteando agli occhi al cielo. Quella ragazza davvero non capiva il significato della parola "sarcasmo".
"No, Jun, ero sarcastico" disse il ragazzo, sbuffando "I miei hanno arbitrariamente deciso che devo venire con loro"
"Bhe, sono i tuoi genitori, no?" disse la ragazza, tentando di non ridere "Tecnicamente hanno il diritto di << decidere arbitrariamente >>?"
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, fulminandola sul posto con una occhiataccia, per poi infilare la testa nuovamente nell'armadio, alla ricerca di una maglietta decente. Non disse una sola parola per almeno cinque minuti, nonostante la ragazza fosse ferma lì a fissarlo, attendendo una sua risposta. Quando ebbe finito di prendere tutto ciò che gli serviva, chiuse la valigia con un gesto qulasi brutale, sfogando su di essa il suo nervosismo. Fissò per altri dieci secondi la valigia, poi si sedette malamente sul letto, con aria rassegnata.
"Non ho alcuna voglia di andarci, è normale?" chiese.
La ragazza posò a terra la borsa, sedendosi nel letto anche lei, senza smettere un attimo di sorridergli.
"Dai, cosa vuoi che siano un paio di giorni..." disse, interrotta subito dal ragazzo.
"...insieme ai probabilmente straviziatissimi, strapotentissimi e stramaledettissimi figli dei Campioni di tutto il mondo? Un dannatissimo inferno! Ecco cosa sono!" rispose il ragazzo, scocciato.
La ragazza gonfiò le guance, in una infantile e giocosa espressione di offesa.
"Grazie, eh!" disse.
Il ragazzo fissò per un solo istante l'espressione della ragazza, scoppiando a ridere subito dopo.
"Scusami, non riesco a prenderti sul serio" disse, trattenendo a stento le risa.
La ragazza scoppiò a ridere insieme a lui, tirandogli però uno scherzoso schiaffo sulla nuca.
"Non parlavo di te, comunque" disse il ragazzo, smettendo di ridere e tornando a fissare il pavimento con aria depressa"Tu sei uno spasso. C'è la possibilità che io ti rimanga incollato addosso come un Cloyster agli Slowpoke"
Se avesse voltato lo sguardo verso la ragazza, probabilmente avrebbe visto il colorito di lei cambiare dal roseo al rosso pomodoro in meno di mezzo secondo. La ragazza voltò lo sguardo verso la porta, sperando che il ragazzo non avesse notato il rossore che aveva cominciato a diventare più che evidente sul suo volto.
Dannato lui e le sue frasi carine, accidenti! si ritrovò a pensare la ragazza, mentre lo Stone fissava ancora il vuoto con aria pensosa.
Ormai, che Jun avesse una cotta per Berry da quando aveva sette anni, lo sapevano anche i sassi. Per circa dieci anni la ragazza aveva vissuto a Mossdeep City con la sua famiglia, per poi trasferirsi a Ever Grande City. Nonostante questo, il fatto che suo padre andasse almeno due volte a settimana a far visita all'amico Steven, portando anche lei, aveva permesso alla ragazza di vedere spesso l'amato. C'era da dire però che, nonostante tutto, l'unico a non accorgersi della cotta della ragazza fosse proprio il diretto interessato, che trattava sempre Jun con affetto, considerandola quasi una gemella(nonostante la ragazza avesse un anno meno di lui).
"Fai pure" disse la ragazza, mordendosi il labbro subito dopo. Ma che diamine andava dicendo?
Il ragazzo smise di fissare il vuoto, rivolgendosi di nuovo alla ragazza.
"Piuttosto, si può sapere che ci fai qui?" disse il ragazzo, curioso.
"I miei genitori sono al piano di sotto. Prendiamo il jet tutti assieme" disse la ragazza "Non è grandioso?"
"Fantastico" disse il ragazzo, con poca enfasi "Tu non hai paura?"
La ragazza gli scoccò uno sguardo triste, capendo al volo a cosa il ragazzo si riferisse. Sapeva quanto il ragazzo stesse male per le continue prese in giro subite e le riteneva malvagie ed ingiuste.
"Un pò" disse sinceramente la ragazza "Ma in fondo non è molto strano che una ragazza si interessi più alle gare che alle lotte, no?"
Berry annuì. Sapeva bene che la ragazza preferiva di gran lunga le Gare alle lotte e spesso gli era capitato di assistere ad una delle esibizioni dell'amica, che aveva già vinto parecchi fiocchi di Livello Super. Anche in quel caso, però, i Pokémon lottavano fra di loro, cosa che aveva fatto perdere a Berry qualsiasi voglia di partecipare ad una di esse.
"Sai cosa penso?" disse la ragazza "Che dovresti fregartene come hai sempre fatto. Insomma, Aero-chan e Sci-chan si sono mai lamentati? Non mi pare! Quindi non è un problema degli altri! Non sarai mica l'unica persona al mondo ad avere un Pokémon e non farlo lottare, no?"
Il ragazzo sorrise amaramente a quella domanda.
"Sono l'unico figlio di due Campioni a non far lottare i propri Pokémon. E' diverso"
"Non è diverso per niente, Berry!" protestò la ragazza "Non mi pare che tuo nonno allenasse Pokémon, eppure tuo padre è diventato uno dei migliori allenatori di Hoenn!"
Il ragazzo alzò un sopracciglio, confuso.
"E che diamine c'entra?" chiese, perplesso.
"C'entra, perchè tuo padre è diventato un grande senza seguire le orme di tuo nonno. Tu puoi fare lo stesso!"
Berry storse il naso, poco convinto.
"Non è così facile. Tutti si aspettano tanto da me" disse amaramente "Grazie comunque per averci provato, Jun"
La ragazza sbuffò, arrendendosi al malumore dell'amico.


Dieci minuti dopo, Berry scese le scale, accompagnato da Jun, notano che i suoi genitori stavano chiacchierando amabilmente con due persone, un uomo ed una donna, sul ciglio della porta. Lui era un uomo sulla trentina, con un buffo cappello bianco piazzato sulla testa che nascondeva i capelli castani. Portava un gilet rosso sopra una maglietta nera e dei jeans scuri e dei pesanti scarponi da viaggio, nonostante il caldo terrificante. Lei, invece, era una donna all'incirca della stessa età, dai lunghi capelli castani sciolti e dagli occhi del medesimo colore. Fu quest'ultima a voltarsi per prima nella loro direzione, allontanandosi dal gruppo e piombando addosso al quindicenne di casa Stone con un abbraccio stritolante.
"Berry!" esultò la donna, abbracciandolo "Sai che sembri più alto dell'ultima volta?"
Se Berry non avesse avuto le mani bloccate dall'abbraccio di May, si sarebbe schiaffato una mano in faccia. Come faceva ad essere cresciuto così tanto se l'ultima volta che si erano visti era stato soltanto un mese prima?
"Così me lo uccidi, May" la rimproverò il marito, ridacchiando "Ti avviso che se poi vieni sbranata dal suo Garchomp..."
E qui indicò Cynthia, che gli rispose con un sorriso divertito.
"...io non alzo un dito!"
"Bel marito che mi ritrovo..." commentò sarcastica May, lasciando il ragazzo, che si avvicinò a Brendan, che gli infilò una mano fra i capelli a mò di saluto.
"Cos'è quella faccia da funerale? Stiamo andando in vacanza, mica all'obitorio!"
"Preferirei l'obitorio, grazie" pronunciò tetro il ragazzo, staccandosi.
Il Campione di Hoenn gli scoccò un'occhiata sarcastica, per poi ridacchiare sommessamente.
"Quanto siete melodrammatici voi ragazzi di oggi" commentò, con fare saggio "Non so se ti lamenti più tu per na gitarella con i tuoi genitori o Jun per la co..."
Non finì la frase, perchè la mano di sua moglie andò tempestivamente a coprirgli la bocca, mentre la frase "Un'altra parola e chiedo il divorzio" brillava a lettere di fuoco negli occhi della donna. Brendan alzò le braccia in segno di resa e, soltanto allora, la moglie staccò la mano, continuando a guardarlo male.
"In ogni caso, siete una generazione di lagne immani" concluse, avviandosi verso l'esterno "Comunque, che sia chiaro, io viaggio su Latios, è più comodo e più veloce dei jet"




Alla fine, con l'imposizione della moglie e della figlia, Brendan salì a bordo del jet, pur lamentandosi del fatto che Latios fosse più comodo e veloce. Il jet era completamente di colore bianco, grande abbastanza perchè sette persone potessero starvi all'interno comodamente, fornito persino di tavolini, piccoli televisori e cibarie di ogni genere. In fondo il jet era destinato proprio ai viaggi dei Campioni delle varie Leghe quindi le comodità erano tanto inutili quanto gradite dai suddetti campioni, visto che in ogni caso erano a spese della Lega.
Berry, seduto all'ultimo posto interno, al fianco dell'amica di infanzia Jun, stava leggendo una rivista che parlava di pietre rare(purtroppo per lui, vizio di famiglia) ed in particolare della scoperta di un giacimento di Pietrabrillo a Jhoto, regione che fino ad allora aveva dovuto importare le suddette pietre.
"Berry..."
Il ragazzo si voltò verso il fratello minore, che lo aveva appena chiamato. Da quel giorno, un mese prima, in cui i due ragazzi avevano litigato, i loro dialoghi erano stati sempre più rari. Raynold aveva cominciato ad essere sempre più impegnato nell'addestramento del suo Treecko e, soprattutto, non aveva il coraggio di guardare in faccia il fratello maggiore. Da quando sua madre gli aveva rivelato il perchè della sua avversione per le lotte pokémon, Raynold aveva finalmente compreso quanto male facessero le sue battute al fratello maggiore e se ne vergognava enormemente. La cosa peggiore, però, era che il fratello aveva passato l'intero mese con un'aura funerea intorno, che si placava soltanto con l'arrivo di Jun a Moosdeep City e tornava con la sua partenza. Quando poi Berry era rimasto solo con i suoi genitori, non avevano fatto altro che litigare a causa di quella riunione dei Campioni a cui i suoi genitori volevano a tutti i costi portarlo. Ed il povero Raynold non era riuscito a trovare un singolo momento in cui parlare al suo adorato fratellone senza che la discussione degenerasse. Quello gli sembrava un buon momento, con i loro genitori troppo impegnati a parlare fra di loro e la presenza calmante di Jun ad aiutarlo, forse non si sarebbe infuriato.
"Che vuoi?" rispose il fratello maggiore, chiudendo la rivista con un gesto secco.
"Io..." disse, prendendo una boccata d'aria e di coraggio "Volevo chiederti scusa. Sono un pessimo fratello, dovrei zittirmi per sempre, anzi! Dovre-"
Si fermò all'improvviso, quando la mano di suo fratello Berry si poggiò sulla sua testa con fare consolatorio. Eppure il suo volto era estremamente serio.
"Quando te lo hanno detto?" chiese a bruciapelo.
Raynold rimase bloccato per qualche istante, diventando rosso come un peperone.
"Quando abbiamo litigato, mentre papà parlava con te" disse.
Berry emise un gemito scocciato, per poi riprendere la sua rivista e cercare la pagina che stava leggendo poco prima, mentre il neo-allenatore lo fissava in cerca di una risposta alle sue scuse.
"Ormai è acqua passata, non pensiamoci più" concluse il ragazzo dagli occhi argentei "Ti conviene riposare un pò, mancano almeno altre tre ore di volo"




Angolo dell'Autore
Allora, questo è il nuovo capitolo, in cui vediamo finalmente il campione di Hoenn(Brendan), sua moglie e la figlia Jun(che ricorda il nome June, ovvero Giugno che si ricollega a May, Maggio.... come sono simpatico!). Diciamo che questi due capitoli servivano a "presentare" i personaggi di Berry e Jun, siamo ancora nella fase "quieta" della storia. Volevo ringraziare Cyberfinalavatar per la recensione e nanaime per aver messo la storia fra le seguite(così come Cyber). Un ringraziamento speciale va a Morning Musume per i consigli e la gentilezza! Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima!
  
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