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Autore: wings_of_dreams    03/06/2015    2 recensioni
Tirò un pugno sul materasso, le sue dita continuavano a fremere, un secondo pugno. Scarlett. Cos’aveva di così unico? Perché non era rimasta? Glielo aveva chiesto disperato, aveva bisogno che lei fosse lì con lui. Perché?

Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just a Girl

Era la classica giornata uggiosa, il cielo tendeva alla sua solita tonalità grigiastra, spenta e noiosamente anonima, non capitava mai che un fulmine squartasse quella terribile uniformità spenta.
Quel cielo era la metafora perfetta per il suo umore attuale, era tremendamente annoiata, era dovuta rimanere a casa a studiare, perché aveva scelto di imparare russo da zero? Per carità era una lingua affascinante, ma era così stanca di copiare vocaboli per memorizzare pronunce e scrittura. In più non poteva negare la sua passione per la letteratura legata a quell’idioma, vera ragione di tale scelta quasi azzardata. Aveva scoperto che provava gusto mentre scriveva in cirillico corsivo, era strano, ma stranamente elegante, non lo trovava troppo lontano dal suo, la calligrafia richiamava un po’ la sua per alcuni aspetti, come l’inclinazione verso destra, le dimensioni ridotte e così via.
Era sommersa dai libri e dai quaderni, l’unica trasgressione era una tazzina di Thè al Ginger, suo fedele compagno delle giornate più fredde dell’anno, un vero toccasana per la sua gola e, grazie al suo gusto deciso, un piacere per il suo palato, strano e raffinato.
C’era parecchio silenzio in quell’appartamento, anche se era esageratamente enorme per soli due coinquilini, Scarlett lo aveva notato fin dal primo giorno che si era trasferita da suo fratello: infatti, oltre alle loro stanze, c’era un salotto molto ampio, una cucina degna di una rivista di alto retaggio sull’arredamento, due bagni e due stanza per gli ospiti. Come aveva fatto Logan a trovare quel posto? Quanto aveva pagato?
Si era trasferita lì per l’università, suo fratello si era offerto di ospitarla perché preferiva tenerla lontana dai dormitori del college, con suo grande disappunto; ma i suoi genitori erano stati felici di poter risparmiare un po’ e quindi la proposta era stata accolta con grande gioia. Scarlett odiava quando suo fratello diventava così invadente senza nessuna apparente ragione, a volte era troppo protettivo e già in passato era stata la causa di episodi davvero imbarazzanti.
Oh, che ricordi raccapriccianti! Forse era il prezzo da pagare per avere un fratello di sei anni più grande, laureato e già lanciato nel mondo, un codice non scritto di tutti i fratelli maggiori, a cui erano costretti a rispondere in ogni momento e che lei non poteva conoscere, era proibito.
Abitavano insieme da circa un mese, ormai, e l’autunno aveva già sparso il proprio dominio per tutti i cieli e terre; solo le piante sempre verdi sfuggivano alla sua creatività artistica, non prestando mai le loro foglie alle tavolozze della stagione, preferendo le soffici coltri invernali.
Si era abituata a tutte le sue stranezze, Logan a quelle della sorella, qualche problemino ancora c’era ma, alla fine, i due fratelli si trovavano bene. Scarlett era anche abbastanza libera, non aveva costrizioni particolari, conduceva tranquilla la sua vita da studentessa universitaria e aveva anche un proprio giro di amici, con cui studiava spesso anche a casa ed usciva qualche sera.
La sua vita sentimentale invece era un po’ smorta, non aveva avuto molto esperienze, con Logan che incuteva terrore in chiunque avesse anche la sola mezza idea di provarci con lei; Scarlett aveva sempre inghiottito la pillola amara, cercando modi per evitare che suo fratello le rovinasse ogni appuntamento. In diverse occasioni ci era riuscita.
La ragazza tornò sui propri libri: le desinenze degli aggettivi al nominativo dovevano assolutamente entrarle in testa, anche se era fin troppo stanca per riuscirci a causa delle lezioni eterne della mattinata. Fissava il libro in attesa che quei nomi magicamente si stampassero nella sua mente, mentre il tempo era scandito dalle goccioline che ticchettavano sul vetro delle finestre del salotto.
La quiete, però, fu interrotta dallo scattare della serratura della porta d’ingresso.
“Ciao, sono a casa”. Le urla furono accompagnate da passi calcati e in qualche modo cadenzati.
La ragazza ruotò gli occhi al cielo, non alzò nemmeno il capo dall’angusta pagina. “Sono qui, idiota, ti ho sentito” sbottò annoiata.
Lo sguardo dalle sfumature azzurro ghiaccio del ragazzo si mosse in direzione della voce, finché non scorse la chioma mogano ripiegata sul tavolo della sala, sommersa da tutti i libri.
“Ma c’è qualcosa che fai nella tua vita che non sia studiare?” la punzecchiò avvicinandosi al tavolo. Diede una rapida occhiata alle scritte in cirillico e scosse la testa disgustato. “L’unica cosa che mi piace della Russia è la Vodka”.
“La tua stupidità non mi è nuova fratellone, comunque hai lasciato ancora in giro per casa i tuoi boxer sporchi, fai schifo, lo sai vero?” rispose tagliente lei.
“Disse quella che dissemina reggiseni come se non ci fosse un domani” la punzecchiò di rimando. “E comunque da quando porti della biancheria così piena di pizzi e merlature? Spero per te, che, oltre a noi due, non l’abbia vista nessuno”.
“Logan, la mia biancheria non è affare tuo, brutto idiota!” sbottò esasperata. Quando faceva così era insopportabile: prima o poi l’avrebbe riempito di schiaffi.
“È adorabile assistere a queste scene ogni volta che metto piede in questa casa, non mi stupisco più di niente ormai”.
Scarlett si congelò all’istante. Subito dopo divenne bordeaux. Poi smise di respirare. Infine si seppellì fra i libri. Quella voce.
“Non sei proprio il più adatto per queste uscite, non credi sia meglio tenere la bocca chiusa ogni tanto? Devo ricordarti cosa ho trovato l’ultima volta che sono venuto a casa tua?” borbottò Logan, colto sul vivo. Forse sarebbe stato meglio avvisare Scarlett che avrebbero avuto un ospite a cena, ma non avrebbe mai ammesso in quella situazione di aver sbagliato, dato che le aveva risposto per le rime, così decise di ritirarsi in bagno per darsi una rinfrescata. I due fratelli si stuzzicavano spesso, molto spesso, ma si volevano un gran bene.
Il silenzio tornò a regnare nella stanza, la ragazza dai capelli mogano guardava ancora le pagine di prima, ma ormai non riusciva a leggerci più nulla: la sua attenzione era catalizzata tutta su quella persona che aveva varcato per ultima la soglia di casa.
Il suo fiato si accorciò quando senti dei passi improvvisi, lenti e sempre più vicini: stava andando verso di lei. Andò nel panico, cosa doveva fare? Ignorarlo? Fingere che non fosse lì? Poteva sembrare una soluzione semplice e istintiva, ma per lei era impossibile far finta di nulla in sua presenza.
“Ciao Scar”.
Scar. In pochi la chiamavano così, ma come lo pronunciava lui… Nessun altro riusciva a farle vibrare il cuore con una semplice sillaba, invece lui sì, ed in quei momenti le sembrava di portare il nome più bello del mondo, si sentiva importante, ma allo stesso tempo impotente. Scar era un diminutivo che introduceva un senso d’intimità profonda, cosa che non esisteva con lui, eppure raramente usava il suo vero nome, fin da quando si erano conosciuti.
“Tutte le volte che ci sei, quando vengo a trovare tuo fratello, ti vedo studiare, non avrei mai pensato che fossi una ragazza così secchiona. È ancora russo?”.
La ragazza alzò lo sguardo annoiata, odiava quando la considerava un topo da biblioteca; insomma, c’erano altri aspetti di lei che non conosceva e non aveva diritto di catalogarla in nessun modo. I suoi occhi scuri si posarono sul ragazzo davanti a lei. Come poteva essere reale? C’era davvero lì, in quel momento, un giovane uomo non troppo alto, con i capelli ricci, leggermente più corti ai lati della testa sopra le orecchie, pelle chiara e occhi castani intensi? Era appoggiato al tavolo, mentre la guardava insistentemente, in attesa di una risposta che tardava ad arrivare tamburellava le dita sulla superficie lignea. La camicia rigorosamente sbottonata sul petto lasciava intravedere i suoi tatuaggi, le sarebbe piaciuto vederli interamente, e soprattutto, tutti. Non appena le rivolse un sorriso, sbattè le palpebre ripetutamente. Matty Healy era realmente interessato a conoscere i suoi pensieri.
“Sì è russo, non vedi le scritte in cirillico?” rispose ovvia. “E comunque non studio e basta, sai ho una vita sociale, ho degli amici anch’io”.
Il ragazzo non si mosse di un millimetro. “Non ne dubito, infatti, parlavo solo di quando sei in casa. Anch’io studiavo quando andavo all’università, certo mai quanto te, il tuo impegno non era certamente una delle mie qualità. Ma dimmi, c’è anche un fidanzatino fra questo giro di amici?”.

Scarlett tossì imbarazzata. “Non… non sono affari tuoi questi”.
Matty ridacchiò divertito. “Ero solo curioso di sapere se c’è qualche altro ragazzo così fortunato da poter vedere la tua famosa biancheria provocante. Ti aiuterei a nasconderlo a tuo fratello, non gli direi nulla, tranquilla” disse facendole l’occhiolino. “Per esempio, quello che indossi ora bianco è molto bello, non ci credo che lo metti solamente per piacere personale” concluse indicandole la scollatura della maglietta.
Scarlett arrossì. Abbassò lo sguardo e vide spuntare leggermente il reggiseno, perché la maglia si era aggrovigliata contro il tavolo. La tirò su con un gesto violento, incenerendo l’amico del fratello con lo sguardo. “Sei un imbecille”.
“Non prendertela, lo sai che lo dico per te, non sono così pervertito da fissare il corpo delle ragazzine” rispose calmo. Allungò una mano verso il suo viso e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Mi piace il loro colore” sussurrò rimirandoli.
“Solo tu e Logan mi ritenete ancora una ragazzina! Ho diciannove anni per la miseria, non dodici, sono in grado di intendere e volere” mormorò amara.
Matty riportò la sua attenzione sugli occhi scuri della ragazza. “Vuole solo proteggerti”.
“E da chi?” sussurrò di rimando.
“Logan vuole impedire che la tua innocenza sia deturpata, ai suoi occhi sei pura, nel senso che sei dolce, hai un equilibrio perfetto tra piacere e dovere, ti impegni all’università, non fai nulla di stupido e così via. Non vuole che tu possa essere traviata da cattive compagnie”. Il suo tono era fin troppo calmo, come se suo fratello ripetesse venti volte al giorno quelle parole.
“Non può pensare di analizzare tutti i miei amici, posso uscire con chi voglio” rispose stizzita.
Matty inclinò la testa. “Non sono loro quelli di cui si preoccupa, ma teme quelli come… no, non li conosci, forse un giorno capirai. Ho sete, posso andare a prendere un bicchiere d’acqua? Non voglio disturbarti più di tanto, immagino avrai molto da fare. Ne vuoi uno anche tu?”.
Scarlett annuì. “Preferirei del vino rosso” scherzò. “Io lo adoro, nelle giornate uggiose poi è il massimo se si legge un romanzo sul divano, accanto al camino acceso”.
Il riccio ridacchiò. “E chi l’avrebbe mai detto, sotto quest’aspetto siamo uguali. Mi dispiace, ma siccome devi studiare, e non leggere un romanzo, non avrai altro che acqua. Sappi che ti farò compagnia in questo momento difficile”.
Rimase nuovamente sola. Ragazzina. Faceva male sapere che per lui fosse soltanto quello; per un momento si era sentita quasi lusingata prima, quando le aveva fatto notare l’intoppo nella sua scollatura. Invece no, per lui era solo una sciocca ragazzina, troppo concentrata sullo studio, di cui sapeva l’esistenza quasi per sbaglio.
“Hey dov’è quell’idiota di Healy?” domandò Logan tornando dalla sua doccia. Si passò una mano fra i capelli bagnati, guardando con la coda dell’occhio in direzione della sorella.
“In cucina a bere un po’ d’acqua”.
“Mi raccomando non parlare così allegramente con me” la schernì. “Matty si ferma a cena, tu hai programmi per stasera? Devi andare a un pigiama party con le tue amichette?”.
Scarlett batte violentemente la mano sul tavolo. “Sempre meglio che rimanere in casa con voi due, che mi trattate come una mocciosa! Comunque sì, devo uscire stasera”.
“Con chi?” chiese il fratello sospettoso.
“Non sono affari tuoi” sorrise strafottente. “Se non ti dispiace, vado a prepararmi, non vorrei arrivare tardi. Divertitevi tu e il tuo amichetto, non che m’importi sapere cosa facciate”.
Si chiuse nella propria stanza, ignorando i richiami del maggiore, ed afferrò il cellulare: non sarebbe rimasta lì ancora a lungo.
“Hey Scarlett! Spero tu abbia un buon motivo, davvero valido, per disturbare il mio adorato pomeriggio di lettura!”. L’urlo di Holland la fece sobbalzare. “Ti mando uno sputo via wireless!”.
“Grazie, ti voglio bene anch’io. Shadowhunters?” rispose alzando gli occhi al cielo.
“Già. Non puoi interrompermi nei momenti di massimo climax, andiamo, quanto sei stronza?”. Holland era la migliore amica di Scarlett: una ragazza tenace, molto bella e dalla personalità forte, divertente e complessa. Condividevano la passione sfrenata per thè e tisane ma, mentre Holland amava il thè verde, Scarlett invece preferiva quello al Ginger.
“Hai programmi per stasera?” chiese speranzosa all’amica.
“No, di nuovo Logan?”. Ormai conosceva le classiche dinamiche fra i due fratelli.
“Logan e Matty” sbuffò la ragazza. “Se mi lasci venire ti porto un qualsiasi film che abbia per protagonista quel gran bell’uomo di Jamie Campbell Bower, te lo prometto”.
“Non puoi corrompermi con Jamie, lo sai, ora mi è davvero difficile convincerti a rimanere con Matty” si lamentò l’amica. “Non è da te rifiutare un’occasione di stare un po’ con lui”.
“Lo faccio per altruismo! Dato che qui sono considerata una bambina, non gli faccio fare il turno da babysitter” rispose sarcastica. “Insieme quei due sono insopportabili, prima mio fratello che mi sputtana, poi Healy e i suoi discorsi strani”.
“Fermati subito” la interruppe esaltata Holland. “Avete parlato voi due da soli? Che ti ha detto?”.
“Holland, non è successo nulla di così speciale, davvero, tranne alcune osservazioni imbarazzanti su un mio possibile ragazzo e… beh il reggiseno che spuntava fuori dalla maglietta… Poi voleva dare ragione a Logan, che devo stare attenta, ma non ho capito a chi o a cosa. Sono pazzi!”.
“Logan non sa molte cose di te, ti vede ancora come la sua dolce sorellina, più piccola di sei anni, da proteggere, devi cominciare a fargli capire che quei tempi sono finiti. E per Matty beh, se ti ha guardata in quel modo forse un motivo c’è” sottolineò maliziosa.
“Mi sento una stupida per essermi invaghita del migliore amico di mio fratello, che mi vede nello stesso modo” sbuffò amara. “Che storia patetica e banale”.
“Smettila di autocommiserarti, ti aspetto qui. Mi raccomando: porta Jamie!” concluse ridendo.
Scarlett si vestì in fretta, non stava scappando, voleva solo dimostrare a suo fratello che l’apprensione era ingiusta e offensiva; a piccoli passi stava cominciando a fargli accettare, o almeno comprendere, la “dura” realtà. Vivere in quell’appartamento sarebbe divenuto grandioso, se il dovuto rispetto avesse preso piega fra quelle mura. Nolente o volente, Logan avrebbe aperto gli occhi.
Afferrò la borsa, già pronta con i libri del giorno dopo, ed aggiunse il carica batterie del telefono. Lo fece con tranquillità, il miglior modo per dimostrare la propria maturità era non fare scenate. Prese uno zainetto, v’infilò dentro un cambio pulito per il giorno dopo, il suo confortevole pigiama e infine un beauty-case con il minimo indispensabile. Holland alloggiava nel dormitorio femminile dell’università, aveva un letto in più, che, regolarmente, ospitava le stanche membra di Scarlett. Era la sua coinquilina abusiva.
Quando fu pronta, lasciò la sua stanza. “Io vado, ciao ragazzi” urlò in corridoio. Giunta alla porta di casa, però, trovò Logan appoggiato contro di essa, per sbarrarle la strada. I suoi occhi, velati dalla rabbia, scrutavano duri lo zaino fra le mani della sorella, che fece appello a tutta la sua forza interiore per non insultarlo pesantemente. Peggiorare la situazione non le sarebbe giovato a nulla.
“Dove credi di andare?”. Il suo tono era freddo e completamente neutro e la ragazza capì di doversi muovere con la destrezza e delicatezza di un’esperta funambola.
“Vado a dormire da Holland, ho già preso tutti i libri per domani a lezione, così posso andarci subito domani mattina, controlla pure cosa c’è dentro allo zaino se non ti fidi. Puoi stare tranquillo, il programma della serata è guardare un film, non usciremo, non andremo ad alcuna festa strana e non vedremo persone che consideri pericolose. Puoi chiamarmi quando ti pare, ma ti prego almeno di non aspettare notte fonda, sarebbe carino dormire tranquilla” spiegò cordialmente.
“Allora non c’è nessun problema se chiamo Holland in questo preciso istante, e le chiedo di confermare se è vero?” domandò strafottente. Aveva assottigliato lo sguardo, pronto a coglierla in fallo, a vedere il colorito del suo viso tendere verso il cadaverico o notare qualche segno di agitazione, ma non accadde.
“Vuoi usare il mio cellulare o hai già il suo numero?” ribatté ovvia, porgendogli il suo telefono.
Logan si leccò le labbra con disappunto: era sincera. “Lo sai che posso controllare la tua posizione, vero? Guai se scopro che mi hai mentito”.
Scarlett strinse i pugni, lo fece con così tanta rabbia, che sentì le proprie unghie conficcarsi nella carne. La passione da stalker di suo fratello la spaventava, avrebbe voluto realmente insultarlo da capo a piedi, spiegargli che stava oltrepassando il limite: era una situazione da manicomio. Lui non poteva invadere la sua privacy in quel modo! Aveva tutto il diritto di denunciarlo, lei non meritava di essere trattata così, era prigioniera in casa sua! Avrebbe voluto chiedergli la ragione di questa sua pazzia, quale dannata idea gli avesse avvelenato la mente a tal punto da compromettere così tanto la sua razionalità. Avrebbe voluto sbattergli in faccia moltissime cose, ma non lo fece. Si trattenne, nonostante tacere quelle parole le provocò un atroce dolore sia fisico sia mentale. Non fiatò.
“Divertiti a fissare un puntino fisso su uno schermo” mormorò. “È bello sapere che non ti fidi di me” sussurrò infine con la voce velata di tristezza, ma certa che il fratello non l’avesse sentita.
Logan annuì soddisfatto, girò le chiavi nella serratura e aprì la porta.
Scarlett non lo degnò di un solo sguardo, si voltò inconsciamente verso la soglia della cucina. Sullo stipite vi era appoggiato Matty, che teneva le braccia conserte al petto. Si sentì mancare il fiato di nuovo: era una coincidenza strana, ma quasi piacevole. Non appena i loro sguardi s’incrociarono, le fece l’occhiolino e un mezzo sorriso, che lei ricambiò con un timido movimento della mano.
“Non credi di aver esagerato?” sentenziò questi, non appena rimasero soli. “Sei sicuro che quello sia il modo migliore per interagire con tua sorella?”.
Logan, piuttosto irritato, si voltò verso l’amico, guardandolo dall’alto in basso. “Io e Scarlett abbiamo sempre avuto un rapporto un po’ burrascoso, ma sai che spessissimo passiamo tempo insieme senza battibeccare. È solo un po’ ribelle tutto qui”.
Matty scosse la testa. “La mortifichi sempre, qualsiasi cosa faccia, non se lo merita, come il commento sulla biancheria intima, sapevi che c’ero, le hai risposto perché eri piccato”.
“Tu credi di conoscerla meglio di me? Tu pensi di poter criticare il mio comportamento? Oh sì, giusto, tu sei un sant’uomo, illuminami, dimmi dove sbaglio nel voler bene a mia sorella” gli urlò contro avvilito. Perché sì, Logan aveva ottomila difetti, un carattere pessimo e una leggera mania del controllo, ma Scarlett era la sua piccola principessa, voleva evitarle in tutti i modi di farla soffrire. Non si era accorto che, rinchiudendola in quella gabbia dorata, era passato dalla parte del carnefice.
“Non la ascolti. Se fossi stato, giusto per un secondo, meno egocentrico, avresti sentito cosa pensasse veramente del tuo discorso. L’ha detto con una voce davvero flebile, io le ho letto il labiale di sfuggita. È rimasta ferita, tutto per colpa dalla tua mancanza di fiducia, credimi, la stai allontanando e basta”. Matty lo incenerì con lo sguardo mentre parlava, accusandolo di quella fatale cecità portatrice di disgrazie. “Ma io sono solo un cazzone giusto?” ironizzò prima di sparire in cucina, lasciando un Logan perplesso e ferito nell’orgoglio a fissare l’ingresso principale.

Hey There!
Sto lavorando a questa cosa da mesi, ma non mi sono mai decisa a pubblicarla.
Premetto subito che:
a) lo so che Matty ha lasciato la scuola a 16 anni, non ha mai ritirato i risultati dei suoi finals. Ho fatto qualche variazione per scopi narrativi
b) alcuni passaggi vengono sviluppati e approfonditi gradualmente, es. il lavoro di Logan (non spoilero nulla)
Spero la storia possa piacervi e sarebbe stupendo sapere cosa ne pensiate!
A presto
S.
ps Il prossimo angolo autrice lo faccio più decente ahahahah 

  
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