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Autore: Atatakakakunakatta    03/06/2015    2 recensioni
“lascia che le cose vadano come devono andare, ma intervieni se non vanno come vuoi”
E sì;
Juvia conosceva bene il significato di queste parole, in fondo erano le stesse parole che, anni addietro, le permettevano di andare avanti, di sperare che Gray-sama, il suo Gray-sama si accorgesse di lei.
SI impegnava ogni giorno, cercando di essergli sempre accanto, sempre presente, cercava di essere la spalla su cui potesse piangere e una compagna di risate, qualcuno con cui condividere tutto perché si, lei lo amava profondamente già dal loro primo incontro, in fondo..acqua e ghiaccio non sono fatti apposta per stare assieme?
“lascia che le cose vadano come devono andare, ma intervieni se non vanno come vuoi”… chi avrebbe mai detto che, un giorno, Juvia avrebbe pensato a queste parole come ad un incantesimo di felicità?
Ebbene sì,in fine, la maga dell’acqua era riuscita ad ottenere l’amore del suo adorato Gray-sama…e non solo.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gray/Lluvia, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPELL  ICE: THE DEMONIC ADVENT

 

“lascia che le cose vadano come devono andare, ma intervieni se non vanno come vuoi”

E sì;

Juvia conosceva bene il significato di queste parole, in fondo erano le stesse parole che, anni addietro, le permettevano di andare  avanti, di sperare che Gray-sama, il suo Gray-sama si accorgesse di lei.

SI impegnava ogni giorno, cercando di essergli sempre accanto, sempre presente, cercava di essere la spalla su cui potesse piangere e una compagna di risate, qualcuno con cui condividere tutto perché si, lei lo amava profondamente già dal loro primo incontro, in fondo..acqua e ghiaccio non sono fatti apposta per stare assieme?

“lascia che le cose vadano come devono andare, ma intervieni se non vanno come vuoi”… chi avrebbe mai detto che, un giorno, Juvia avrebbe pensato a queste parole come ad un incantesimo di felicità?

Ebbene sì,in fine, la maga dell’acqua era riuscita ad ottenere l’amore del suo adorato Gray-sama…e non solo.

 

 

7:30 di mattina; dalla finestra leggermente aperta della camera da letto entra un fresco venticello estivo che fa danzare nell’aria la leggera tenda  turchese, tirata per metà così da far rinfrescare la stanza invasa dall’afa della notte

Dalla stessa finestra filtra una forte luce che illumina il volto della donna addormentata sul grande letto matrimoniale, quasi completamente disfatto.

Juvia, ancora assonnata cerca inutilmente un riparo da quella forte luce che disturba il suo sonno mettendo la testa sotto il grande cuscino, e, beandosi di quella fresca sensazione riuscì a rilassarsi ancora un po’ prima che la sveglia posta sopra il comodino vimini cominciasse a suonare insistentemente, facendo svanire così il suo sogno di una giornata passata a poltrire.

Si mette seduta, sbadigliando rumorosamente e strofinandosi gli occhi ancora semichiusi per poi dare un’occhio alla sveglia che ormai aveva smesso di suonare; 7:36

-è meglio che juvia si sbrighi- sussurrò tra se e se sorridendo lievemente per poi girarsi verso l’altro lato del letto, meno disfatto del lato in cui lei aveva dormito.

Allungò una mano e accarezzò quella parte di materasso con aria triste, sospirando

-chissà quando tornerà Gray-sama…- disse prima di sospirare un ultima volta ed alzarsi, diretta in bagno.

Pochi minuti dopo, lavata e vestita, si avviò in cucina; una grande stanza con pareti bianche e blu alternate, i mobili della cucina erano bianchi e quasi uguali a quelli che possiede lucy del suo appartamento dato che, dopo il matrimonio Juvia e Gray avevano lasciato il dormitorio della gilda e  si erano trasferiti in un appartamento di quello stesso palazzo .

In mezzo alla stanza c’era un grande tavolo, anch’esso bianco con 5 sedie azzurre e, più avanti vi era l’area del salotto, con un grande divano nero e due poltrone dello stesso colore decorate con cuscini bianchi ,poste davanti la grande Tv installata sul muro.

Il loro appartamento si trova all’ultimo piano del palazzo dove vivono appunto anche Natsu e Lucy , tuttavia è leggermente più grande di tutti gli altri alloggi, se l’erano potuti permettere grazie ai risparmi che Juvia, speranzosa in un futuro luminoso assieme al suo amore aveva messo da parte.

La donna, ancora mezza addormentata cominciò a cucinare con un sorriso sulle labbra, certo, era stancante doversi alzare ogni mattina così presto, tuttavia lei lo faceva volentieri, questo perchè, quella parte della giornata era probabilmente la sua preferita, dato che poteva vedere i loro visi ancora addormentati ed intontiti dalla notte che, per come la vedeva lei gli aveva separati fin troppo dalla sua vista; vi starete chiedendo di chi parlo e?

-yaaaaaan! Buongiorno mamma…- disse una voce impastata dal sonno alle spalle di Juvia dopo aver sonoramente sbadigliato

-Storm-sama!- disse lei girandosi sorridente ritrovandosi davanti un ragazzo sui 18 anni dai capelli corvini e gli occhi del colore del ghiaccio; al lobo portava un grosso orecchino a forma di croce

-mamma, ti ho detto di finirla con quel –sama , ti prego, è imbarazzante- disse tra il seccato e il divertito il ragazzo mentre si grattava la testa.

-eeeee? Non capisco, a Gray-sama non ha mai dato fastidio…- sospirò confusa la maga girando una frittella che si stava per bruciare

-questo perché papà è un sadico- rise il ragazzo sistemandosi il cappuccio nero della maglia senza maniche che stava indossando

-Storm-sama, non parlate male di Gray-sama!- piagnucolò Juvia con le lacrime agli occhi

-sì sì, come vuoi- sorrise –comuque vuoi che vada io a svegliare RinRIn e Sylvia?-

-mi fareste un grande favore Storm-sama! Juvia vi sta preparando una colazione da leccarsi i baffi, vedrete!- disse contenta  girandosi e tornando a cucinare

-agli ordini- sospirò il ragazzo infilandosi nel corridoio che dava l’accesso alle 3 camere da letto; la prima che incrociò era quella dei suoi genitori ed era la più grande, anche se quasi tutto lo spazio era occupato dall’immenso letto e dall’armadio che si fermò un secondo ad osservare

-che poi…- pensò- che ci farà papà con un armadio…i vestiti li ha per optional…-.- bha…- sospirando tornò a percorrere il corridoio incrociando un'altra stanza, sulla porta era appeso il poster di un qualche cantante famoso ma che lui sinceramente non aveva mai sentito nominare, busso’ piano, convinto che , chi era all’interno fosse già sveglio, ed infatti

-avanti- disse una voce dolce ed acuta, insolitamente allegra per l’ora che era.

Storm aprì la porta ritrovandosi dentro una stanza dalle pareti rosa antico, incredibilmente ordinata, se non fosse stato per alcuni poster attaccati qua e là per la parete; a sinistra della porta vi era una scrivania di legno e, dietro di essa un grande armadio sempre di legno posto davanti al letto dalle coperte rosa  sulle quali era seduta a gambe incrociate una ragazza sui 16 anni intenta a rileggere degli appunti. Era vestita con dei pantaloncini di jeans, una canotta bianca e un jilet sempre di jeans, ai piedi convers nere; i capelli, legati con una coda bassa laterale sono di un blu intenso mentre i suoi occhi, intenti a scrutare quei fogli strappati e sgualciti sono neri come la notte.

-è ora di colazione principessa- sorride il ragazzo poggiandosi allo stipite della porta a braccia incrociate

-a, nii-san! È già ora?- chiese sorpresa la ragazza scattando in piedi

-già, la mamma si è alzata subito sta volta, forse sente nostalgia di papà- sorride

-già, ormai è un po’ che è andato in missione, sicuramente si sarà fermato con zio Natsu da qualche parte e se le stanno dando di santa ragione- sorrise lei rassegnata

-è probabile, ma anche Elza-nee-san era con loro-

-ragione in più, non credi? – rise lei uscendo dalla stanza con uno zainetto in spalla – ti conviene sbrigarti ad andare a svegliare Rin, sai com’è fatto-

-eeee? mi fai andare da solo? Provi così tanto odio per il tuo Nii-san?- disse lui sbigottito mentre lei rideva entrando in cucina – SEI SADICA QUANTO PAPA’ LO SAI?!- gridò scherzoso Storm rassegnandosi al proprio destino ed incamminandosi verso l’ultima stanza della casa.

Sulla porta c’era un cartello con scritto” vietato entrare”, era il tocco d’arte imposto da RIn per la loro camera, si, la loro, Storm e Rin dividevano infatti la stanza praticamente da sempre, cosa che con andava molto giù a quest’ultimo non tanto perché odiava suo fratello, anzi, lui era il suo “ modello di ispirazione” dopo suo padre, era qualcuno che ammirava e che voleva superare a tutti i costi..ma i continui insuccessi lo avevano portato ad avere un atteggiamento un po’ scorbutico nei suoi confronti.

Rassegnato, il maggiore aprì la porta, rivelando al mondo il segreto peggiore di quello del vaso di pandora che custodiva quella stanza agli occhi del mondo; sembrava dividersi in due universi paralleli; al centro della stanza, a dividerla perfettamente a metà c’era uno di quei nastri gialli della polizia attaccato su pavimento muro e soffitto (non chiedete come ha fatto, è un mistero anche per Storm), naturalmente è un altro tocco artistico imposto da Rin.

La parte sinistra della stanza, quella di Storm era quasi illuminata da una luce angelica che filtrava da una finestra posta accanto al letto dalle lenzuola bianche e blu. La scrivania, accanto alla porta era ordinatissima, così come il suo armadio nero, all angolo della stanza che contrastava con la parete bianca; accanto al letto vi era uno stereo , uno skateboard ed un pallone da calcio appeso con una retina all’attaccapanni, come ho detto, tanto ordinato da sembrare il paradiso, la parte di Rin…invece….bhe…cominciamo dicendo che le pareti, al contrario di quelle del fratello erano state dipinte di rosso, la scrivania era intasata di libri, riviste,cianfrusaglie varie, veramente di tutto, al muro c’era attaccata una chitarra elettrica rossa e bianca con qualche corda rotta, a terra, il parquet che caratterizzava l’intera dimora era sovrastato da strati su strati di…cose…cibo…tipi morti…in un angolo c’era una mummia…i resti di mosè…il sacro graal…. Insomma se si cercava si poteva trovare di tutto; un'altra cosa caratteristica era la presenza di piante…si piante che dominavano la sua parte di stanza, dal soffitto calava infatti attaccata al muro una pianta di edera mentre altri vegetali dispersi di qua e di là campavano nutrendosi dei topi che vivevano in quella parte di stanza…dico così perché la sua vera fissa erano le piante carnivore…non fate domande, sappiate che ce n’erano parecchie lì dentro ed ognuna aveva un nome….shhhhhhhhhh…

All angolo della stanza c’era ciò che probabilmente una volta era un letto, forse aveva le coperte nere..o forse bianche…? Nemmeno Storm se lo ricorda dato che sono sempre ricoperte da tonnellate di vestiti ; l’armadio in compenso è vuoto ormai  i topi ci hanno fatto la cova

Da sotto i vestiti/cadaveri/topi/coperte si poteva notare sbucare la testa dai capelli Blu e crespi di RIn.

-guarda te quest’idiota..- sorrise divertito Storm mentre ascoltava il suo adorato fratellino bofonchiare nel sonno –svegliati RInRin- gridò vicino il suo orecchio, ma niente – HeYYYYYY è ora di colazione idiotaaa!- ancora niente, ma lo sapeva, era tutto inutile, svegliarlo era pressocchè impossibile, così, calmo si diresse verso la sua scrivania, e prese la bottiglietta d’acqua che c’era appoggiata per poi versala completamente sulla testa de fratello

Ancora nulla.

-a mali estremi….- sospirò già esausto, si accovacciò accanto a lui e, avvicinando la sua mano alla testa bagnata del ragazzo e gli congelò le tempie, rimase qualche secondo a fissarlo, fino a quando la faccia del ragazzo non divenne rossissima e scattò fuori dal letto allarmato gridando come un forsennato

-s-sei impazzito Nii-San!?- gridò scuotendo la testa per far cadere il ghiaccio

-non ti svegliavi…- rispose calmo Storm

-FOTTITI!- gridò ancora il più piccolo.

RInRIn è il gemello di Sylvia, esattamente come lei, infatti ha capelli blu, corti e crespi e occhi nerissimi, ma, al contrario della sorella che ha una carnagione lattea la sua pelle è olivastra, carattere ripreso probabilmente da Silver, suo nonno; dietro il collo, il tatuaggio di una croce e ai lobi vari orecchini.

-su vestiti e vieni di là, fra poco dobbiamo andare-

-non capisco proprio perché siamo costretti ad andare a scuola! Siamo maghi! Dovremmo stare alla Gilda!- sospirò irritato RIn

-andremo alla Gilda di pomeriggio, il patto che abbiamo fatto con Makarow è chiaro, non vuole altri stupidi per la gilda e se non prendiamo il diploma ci caccia- sorride divertito il più grande

-sai che non è così! È solo la mamma che ha insistito per farci andare quando ha saputo che anche lucy mandava i suoi figli a scuola-

-tutti i ragazzi normali ci vanno-

-si ma noi siamo-

-in ritardo- disse Sylvia sulla porta d’ingresso osservando i fratelli

-sylvi-nee- dice Rin osservando stupito la gemella

- avanti Rin, sbrigati, dobbiamo andare-

-ufff….- sospirò il più piccolo

-aaa, non fare così Rin ,in fondo andare a scuola ha i suoi lati positivi- ride Sylvi

-sarebbe?- chiede lui diffidente

-cof cof Rosmary cof cof- disse fingendo di tossire la sorella mentre il volto di Rin diventava porpora

-m? che hai RIn?- chiede sorpreso Storm dando prova della sua non svampitaggine ma quasi

-scommetto che ora non vedi l’ora di andare è?- ride sadica la sorella

-aaaaaa! E va benee! – gridò ancora rosso il ragazzo  chiudendosi alle spalle la porta del bagno

-ma..che è successo?- chiede di nuovo Storm confuso mentre la sorella minore lo guardava accigliata per poi poggiargli una mano sulla spalla

-sei proprio uguale a papà su certe cose Nii-san- sospira rassegnata

-e?...-

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