SPELL ICE: THE DEMONIC ADVENT
“lascia che le cose vadano
come devono andare, ma intervieni
se non vanno come vuoi”
E sì;
Juvia conosceva bene il significato
di queste parole, in
fondo erano le stesse parole che, anni addietro, le permettevano di
andare avanti, di
sperare che Gray-sama, il suo
Gray-sama si accorgesse di lei.
SI impegnava ogni giorno, cercando di
essergli sempre
accanto, sempre presente, cercava di essere la spalla su cui potesse
piangere e
una compagna di risate, qualcuno con cui condividere tutto
perché si, lei lo
amava profondamente già dal loro primo incontro, in
fondo..acqua e ghiaccio non
sono fatti apposta per stare assieme?
“lascia che le cose vadano
come devono andare, ma intervieni
se non vanno come vuoi”… chi avrebbe mai detto
che, un giorno, Juvia avrebbe
pensato a queste parole come ad un incantesimo di felicità?
Ebbene sì,in fine, la maga
dell’acqua era riuscita ad
ottenere l’amore del suo adorato Gray-sama…e non
solo.
7:30 di mattina; dalla finestra
leggermente aperta della
camera da letto entra un fresco venticello estivo che fa danzare
nell’aria la
leggera tenda turchese,
tirata per metà
così da far rinfrescare la stanza invasa dall’afa
della notte
Dalla stessa finestra filtra una
forte luce che illumina il
volto della donna addormentata sul grande letto matrimoniale, quasi
completamente disfatto.
Juvia, ancora assonnata cerca
inutilmente un riparo da
quella forte luce che disturba il suo sonno mettendo la testa sotto il
grande
cuscino, e, beandosi di quella fresca sensazione riuscì a
rilassarsi ancora un po’
prima che la sveglia posta sopra il comodino vimini cominciasse a
suonare
insistentemente, facendo svanire così il suo sogno di una
giornata passata a
poltrire.
Si mette seduta, sbadigliando
rumorosamente e strofinandosi
gli occhi ancora semichiusi per poi dare un’occhio alla
sveglia che ormai aveva
smesso di suonare; 7:36
-è meglio che juvia si
sbrighi- sussurrò tra se e se
sorridendo lievemente per poi girarsi verso l’altro lato del
letto, meno
disfatto del lato in cui lei aveva dormito.
Allungò una mano e
accarezzò quella parte di materasso con
aria triste, sospirando
-chissà quando
tornerà Gray-sama…- disse prima di sospirare
un ultima volta ed alzarsi, diretta in bagno.
Pochi minuti dopo, lavata e vestita,
si avviò in cucina; una
grande stanza con pareti bianche e blu alternate, i mobili della cucina
erano
bianchi e quasi uguali a quelli che possiede lucy del suo appartamento
dato
che, dopo il matrimonio Juvia e Gray avevano lasciato il dormitorio
della gilda
e si erano
trasferiti in un appartamento
di quello stesso palazzo .
In mezzo alla stanza c’era
un grande tavolo, anch’esso
bianco con 5 sedie azzurre e, più avanti vi era
l’area del salotto, con un
grande divano nero e due poltrone dello stesso colore decorate con
cuscini
bianchi ,poste davanti la grande Tv installata sul muro.
Il loro appartamento si trova
all’ultimo piano del palazzo
dove vivono appunto anche Natsu e Lucy , tuttavia è
leggermente più grande di
tutti gli altri alloggi, se l’erano potuti permettere grazie
ai risparmi che
Juvia, speranzosa in un futuro luminoso assieme al suo amore aveva
messo da
parte.
La donna, ancora mezza addormentata
cominciò a cucinare con
un sorriso sulle labbra, certo, era stancante doversi alzare ogni
mattina così
presto, tuttavia lei lo faceva volentieri, questo perchè,
quella parte della
giornata era probabilmente la sua preferita, dato che poteva vedere i
loro visi
ancora addormentati ed intontiti dalla notte che, per come la vedeva
lei gli
aveva separati fin troppo dalla sua vista; vi starete chiedendo di chi
parlo e?
-yaaaaaan! Buongiorno
mamma…- disse una voce impastata dal
sonno alle spalle di Juvia dopo aver sonoramente sbadigliato
-Storm-sama!- disse lei girandosi
sorridente ritrovandosi
davanti un ragazzo sui 18 anni dai capelli corvini e gli occhi del
colore del
ghiaccio; al lobo portava un grosso orecchino a forma di croce
-mamma, ti ho detto di finirla con
quel –sama , ti prego, è
imbarazzante- disse tra il seccato e il divertito il ragazzo mentre si
grattava
la testa.
-eeeee? Non capisco, a Gray-sama non
ha mai dato fastidio…-
sospirò confusa la maga girando una frittella che si stava
per bruciare
-questo perché
papà è un sadico- rise il ragazzo
sistemandosi il cappuccio nero della maglia senza maniche che stava
indossando
-Storm-sama, non parlate male di
Gray-sama!- piagnucolò
Juvia con le lacrime agli occhi
-sì sì, come
vuoi- sorrise –comuque vuoi che vada io a
svegliare RinRIn e Sylvia?-
-mi fareste un grande favore
Storm-sama! Juvia vi sta
preparando una colazione da leccarsi i baffi, vedrete!- disse contenta girandosi e tornando a
cucinare
-agli ordini- sospirò il
ragazzo infilandosi nel corridoio
che dava l’accesso alle 3 camere da letto; la prima che
incrociò era quella dei
suoi genitori ed era la più grande, anche se quasi tutto lo
spazio era occupato
dall’immenso letto e dall’armadio che si
fermò un secondo ad osservare
-che poi…-
pensò- che ci farà papà con un
armadio…i vestiti
li ha per optional…-.- bha…- sospirando
tornò a percorrere il corridoio
incrociando un'altra stanza, sulla porta era appeso il poster di un
qualche
cantante famoso ma che lui sinceramente non aveva mai sentito nominare,
busso’
piano, convinto che , chi era all’interno fosse
già sveglio, ed infatti
-avanti- disse una voce dolce ed
acuta, insolitamente allegra
per l’ora che era.
Storm aprì la porta
ritrovandosi dentro una stanza dalle
pareti rosa antico, incredibilmente ordinata, se non fosse stato per
alcuni
poster attaccati qua e là per la parete; a sinistra della
porta vi era una
scrivania di legno e, dietro di essa un grande armadio sempre di legno
posto
davanti al letto dalle coperte rosa sulle
quali era seduta a gambe incrociate una
ragazza sui 16 anni intenta a rileggere degli appunti. Era vestita con
dei
pantaloncini di jeans, una canotta bianca e un jilet sempre di jeans,
ai piedi convers
nere; i capelli, legati con una coda bassa laterale sono di un blu
intenso
mentre i suoi occhi, intenti a scrutare quei fogli strappati e
sgualciti sono
neri come la notte.
-è ora di colazione
principessa- sorride il ragazzo
poggiandosi allo stipite della porta a braccia incrociate
-a, nii-san! È
già ora?- chiese sorpresa la ragazza
scattando in piedi
-già, la mamma si
è alzata subito sta volta, forse sente
nostalgia di papà- sorride
-già, ormai è
un po’ che è andato in missione, sicuramente
si sarà fermato con zio Natsu da qualche parte e se le
stanno dando di santa
ragione- sorrise lei rassegnata
-è probabile, ma anche
Elza-nee-san era con loro-
-ragione in più, non
credi? – rise lei uscendo dalla stanza
con uno zainetto in spalla – ti conviene sbrigarti ad andare
a svegliare Rin,
sai com’è fatto-
-eeee? mi fai andare da solo? Provi
così tanto odio per il
tuo Nii-san?- disse lui sbigottito mentre lei rideva entrando in cucina
– SEI SADICA
QUANTO PAPA’ LO SAI?!- gridò scherzoso Storm
rassegnandosi al proprio destino
ed incamminandosi verso l’ultima stanza della casa.
Sulla porta c’era un
cartello con scritto” vietato entrare”,
era il tocco d’arte imposto da RIn per la loro camera, si, la
loro, Storm e Rin
dividevano infatti la stanza praticamente da sempre, cosa che con
andava molto
giù a quest’ultimo non tanto perché
odiava suo fratello, anzi, lui era il suo “
modello di ispirazione” dopo suo padre, era qualcuno che
ammirava e che voleva
superare a tutti i costi..ma i continui insuccessi lo avevano portato
ad avere
un atteggiamento un po’ scorbutico nei suoi confronti.
Rassegnato, il maggiore
aprì la porta, rivelando al mondo il
segreto peggiore di quello del vaso di pandora che custodiva quella
stanza agli
occhi del mondo; sembrava dividersi in due universi paralleli; al
centro della
stanza, a dividerla perfettamente a metà c’era uno
di quei nastri gialli della
polizia attaccato su pavimento muro e soffitto (non chiedete come ha
fatto, è
un mistero anche per Storm), naturalmente è un altro tocco
artistico imposto da
Rin.
La parte sinistra della stanza,
quella di Storm era quasi
illuminata da una luce angelica che filtrava da una finestra posta
accanto al
letto dalle lenzuola bianche e blu. La scrivania, accanto alla porta
era
ordinatissima, così come il suo armadio nero, all angolo
della stanza che
contrastava con la parete bianca; accanto al letto vi era uno stereo ,
uno
skateboard ed un pallone da calcio appeso con una retina
all’attaccapanni, come
ho detto, tanto ordinato da sembrare il paradiso, la parte di
Rin…invece….bhe…cominciamo
dicendo che le pareti, al contrario di quelle del fratello erano state
dipinte
di rosso, la scrivania era intasata di libri, riviste,cianfrusaglie
varie,
veramente di tutto, al muro c’era attaccata una chitarra
elettrica rossa e
bianca con qualche corda rotta, a terra, il parquet che caratterizzava
l’intera
dimora era sovrastato da strati su strati
di…cose…cibo…tipi morti…in
un angolo
c’era una mummia…i resti di
mosè…il sacro graal…. Insomma se si
cercava si
poteva trovare di tutto; un'altra cosa caratteristica era la presenza
di piante…si
piante che dominavano la sua parte di stanza, dal soffitto calava
infatti
attaccata al muro una pianta di edera mentre altri vegetali dispersi di
qua e
di là campavano nutrendosi dei topi che vivevano in quella
parte di stanza…dico
così perché la sua vera fissa erano le piante
carnivore…non fate domande,
sappiate che ce n’erano parecchie lì dentro ed
ognuna aveva un nome….shhhhhhhhhh…
All angolo della stanza
c’era ciò che probabilmente una
volta era un letto, forse aveva le coperte nere..o forse
bianche…? Nemmeno Storm
se lo ricorda dato che sono sempre ricoperte da tonnellate di vestiti ;
l’armadio
in compenso è vuoto ormai
i topi ci
hanno fatto la cova
Da sotto i
vestiti/cadaveri/topi/coperte si poteva notare
sbucare la testa dai capelli Blu e crespi di RIn.
-guarda te quest’idiota..-
sorrise divertito Storm mentre
ascoltava il suo adorato fratellino bofonchiare nel sonno
–svegliati RInRin-
gridò vicino il suo orecchio, ma niente – HeYYYYYY
è ora di colazione
idiotaaa!- ancora niente, ma lo sapeva, era tutto inutile, svegliarlo
era pressocchè
impossibile, così, calmo si diresse verso la sua scrivania,
e prese la
bottiglietta d’acqua che c’era appoggiata per poi
versala completamente sulla
testa de fratello
Ancora nulla.
-a mali estremi….-
sospirò già esausto, si accovacciò
accanto a lui e, avvicinando la sua mano alla testa bagnata del ragazzo
e gli
congelò le tempie, rimase qualche secondo a fissarlo, fino a
quando la faccia
del ragazzo non divenne rossissima e scattò fuori dal letto
allarmato gridando
come un forsennato
-s-sei impazzito Nii-San!?-
gridò scuotendo la testa per far
cadere il ghiaccio
-non ti svegliavi…-
rispose calmo Storm
-FOTTITI!- gridò ancora il
più piccolo.
RInRIn è il gemello di
Sylvia, esattamente come lei, infatti
ha capelli blu, corti e crespi e occhi nerissimi, ma, al contrario
della
sorella che ha una carnagione lattea la sua pelle è
olivastra, carattere
ripreso probabilmente da Silver, suo nonno; dietro il collo, il
tatuaggio di
una croce e ai lobi vari orecchini.
-su vestiti e vieni di là,
fra poco dobbiamo andare-
-non capisco proprio
perché siamo costretti ad andare a
scuola! Siamo maghi! Dovremmo stare alla Gilda!- sospirò
irritato RIn
-andremo alla Gilda di pomeriggio, il
patto che abbiamo
fatto con Makarow è chiaro, non vuole altri stupidi per la
gilda e se non
prendiamo il diploma ci caccia- sorride divertito il più
grande
-sai che non è
così! È solo la mamma che ha insistito per
farci andare quando ha saputo che anche lucy mandava i suoi figli a
scuola-
-tutti i ragazzi normali ci vanno-
-si ma noi siamo-
-in ritardo- disse Sylvia sulla porta
d’ingresso osservando
i fratelli
-sylvi-nee- dice Rin osservando
stupito la gemella
- avanti Rin, sbrigati, dobbiamo
andare-
-ufff….-
sospirò il più piccolo
-aaa, non fare così Rin
,in fondo andare a scuola ha i suoi
lati positivi- ride Sylvi
-sarebbe?- chiede lui diffidente
-cof cof Rosmary cof cof- disse
fingendo di tossire la
sorella mentre il volto di Rin diventava porpora
-m? che hai RIn?- chiede sorpreso
Storm dando prova della
sua non svampitaggine ma quasi
-scommetto che ora non vedi
l’ora di andare è?- ride sadica
la sorella
-aaaaaa! E va benee! –
gridò ancora rosso il ragazzo
chiudendosi alle spalle la porta del bagno
-ma..che è successo?-
chiede di nuovo Storm confuso mentre
la sorella minore lo guardava accigliata per poi poggiargli una mano
sulla
spalla
-sei proprio uguale a papà
su certe cose Nii-san- sospira
rassegnata
-e?...-