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Autore: Voglioungufo    04/06/2015    5 recensioni
[CALEO][POST BOO][SPOILER]
"Forza Raggio di Sole! La salita è quasi finita, vedo il Pino!"
"Guarda che non sono io quello con il fiatone". Lo riprese Calypso.
Leo prese un grosso respiro prima di riprendere a parlare: "Appena arriviamo mi butto sul laghetto, sarà un ritorno alle origini".
"Un bagno non mi sembra una cattiva idea" si trovò a concordare, quell'estate era esageratamente afosa.
"Auf, Apollo ci sta dando sotto" sbuffò per l'ennesima volta il ragazzo.
"Smettila di ripeterlo, non fa ridere".
"La prima volta però hai riso".
"Ma dopo trenta volte diventi noioso"
Leo avrebbe tanto voluto abbracciare i suoi migliori amici.
Genere: Angst, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Leo/Calipso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Leo".
L'unico segnale che il ragazzo la sentì fu il lieve sussulto che fece ma continuò a lavorare chinato su uno strano marchingegno. Non che la volesse lì, a dir la verità aveva bisogno che Calypso restasse lì con lui e avrebbe anche voluto dirle qualcosa ma aveva la gola bloccata, quasi non si ricordasse come si facesse a parlare.
Era strano, per un logorroico del suo calibro.
"Leo, lo so che mi hai sentito" sbuffò Calypso incrociando le braccia sotto il seno "Rispondi".
"Scusa, Raggio di Sole, ma al momento sono impegnato" le parole gli uscirono in modo strano, come se stessero lottando tra loro e si impigliassero sulla gola. Se la schiarì, senza successo.
"Dubito che a qualcuno servi immediatamente uno stendipanni automatico".
Fermò per un attimo le mani alzando la testa e strizzando gli occhi più volte. Era quello che stava costruendo? E aveva anche un piccolo difetto, doveva assolutamente sistemarlo.
"Leo!" questa volta sussultò più fortemente per via della mano che la ragazza aveva appoggiato sulla sua spalla. Si portò le mani al viso odiando il modo in cui teneva in sospeso il suo nome, forse perché non sapeva nemmeno lei cosa dire?
Era chiuso nel Bunker 9 da... da quanto? Aveva perso la cognizione del tempo, lo aveva fatto deliberatamente a dir la verità. Si era chiuso lì dentro nella speranza di dimenticare dello scorrere del tempo, perché il tempo era relativo, no? Il suo di sicuro lo era.
Lui aveva vissuto in un tempo relativo, no? Quindi, da quanto era lì dentro era irrilevante. L'unica cosa certa che poteva dire era che era lì dentro da quando era tornato al Campo Mezzosangue con Calypso.
Da quando...
Prese qualche chiave inglese, un cavo e dei chiodi ricominciando a lavorare su qualcosa. Una macchina del tempo, per tornare indietro, sembrava l'idea perfetta.
Il profumo di cannella lo avvolse e lasciò che Calypso lo stringesse in un caldo e sicuro abbraccio. Si stupì di sentire le lacrime scendere dai suoi occhi, solo adesso piangeva. Prima era stato troppo shoccato anche solo per comprendere la verità.
Il tempo era corso mentre lui era morto.
E io morti, non possono vivere tra i vivi.

"Forza Raggio di Sole! La salita è quasi finita, vedo il Pino!"
"Guarda che non sono io quello con il fiatone". Lo riprese Calypso.
Leo prese un grosso respiro prima di riprendere a parlare: "Appena arriviamo  mi butto sul laghetto, sarà un ritorno alle origini".
"Un bagno non mi sembra una cattiva idea" si trovò a concordare, quell'estate era esageratamente afosa.
"Auf, Apollo ci sta dando sotto" sbuffò per l'ennesima volta il ragazzo.
"Smettila di ripeterlo, non fa ridere".
"La prima volta però hai riso".
"Ma dopo trenta volte diventi noioso"
"Come osi dire che sono noioso, io! Io sono la bomba sexy più simpatica della storia".
Arrivarono in cima dove si presero qualche minuto per riposarsi. Leo guardò giù dalla collina, sorridendo verso tutte quelle personcine affaccendarsi intorno a quella costruzioni.
"Siamo arrivati, Raggio di Sole!" asultò tutto felice "Non vedo l'ora di vedere la faccia di Jason! E Piper! E..." E di tutti, chissà come li aveva fatti penare in quella settimana in cui era stato via. Chissà se lo avevano dato tutti per morto o Nico avesse fatto la spia (essendo figlio di Ade doveva aver percepito che la sua anima era stato un nanosecondo negli Inferi!)
"Questa" continuò indicando il Campo "Sarà la nostra nuova casa"
Scesero di corsa la collina ma invece di gettersi nel lago come aveva profetizzato, Leo si mise subito a cercare i suoi amici. Si guardò intorno, c'erano così tante facce nuove, forse i Romani non avevano ancora lasciato il Campo e si trovavano lì; e avevano cambiato le loro magliette viola, saggia decisione, chissà quanto dovevano puzzare dopo una settimana. La cosa lo rese felice, significava che Hazel e Frank erano ancora lì.
Sgomitò tra la folla seguito da Calypso stupito di non riconoscere proprio nessuno. Doveva essere l'emozione, o la sua memoria a breve termine. In effetti aveva passato più tempo nel Bunker 9 che in mezzo agli altri semidei nel suo breve soggiorno al Campo.
Certo, però si aspettava di essere accolto come un'eroe, in fondo aveva fatto fuori Gea, era uno dei sette della profezia! Possibile che nessuno lo riconoscesse?
Tanto meglio, la sorpresa avrebbe fatto ancora più effetto sugli altri.
"Saranno vicino al bosco, con questo caldo" disse sorridendo. Prese per mano la sua ragazza e iniziò a correre verso gli altri. Non li vide da nessuna parte, non c'era nemmeno traccia del Coach.
"Proviamo alla Casa Grande!" disse cercando di  mantenere l'ottimismo. Che fine avevano fatto?
Si girarono facendo la strada al contrario e Leo si soffermò a guardare gli edifici, alcuni erano molto diversi da come ricordava e quella fontana, vicino alla casa di Demetra, c'era sempre stata? La sua memoria gli stava giocando brutti scherzi.
"Hanno fatto proprio un gran lavoro! Non sembra che abbia rischiato di essere distrutto solo pochi giorni fa!"
"Già" rispose con un monosillabo Calypso guardandosi intorno con una certa inquietudine.
La strinse a te: "Tutta questa gente ti imbarazza?" chiese.
"...No, è solo una sensazione strana. Mi sento fuori posto".
"Questo è il tuo posto, è inutile sentirsi così".
Entrarono nella casa dove finalmente lì Leo vide un ragazzo sui diciassette anni biondo e alto parlare con una bambina dai lunghi capelli neri. Felice e sollevato gli corse incontro abracciandolo e urlando il suo nome.
"Jason! Guarda chi è arrivato" urlò con il suo sorriso da elfo caffeinomane.
Il ragazzo non reagì e si limitò a fissarlo imbambolato e sorpreso.
"Già, sono ancora vivo" rise felice come una Pasqua. Calypso dietro di lui rimase in silenzio.
Jason rimase immobile e si accorse che c'era qualcosa di strano in lui, non aveva nessuna cicatrice sulle labbra e i suoi occhi erano diversi dal solito azzurro cielo che era abituato a vedere. Spostò lo sguardo sulla bambina vicino a lui sentendo salire l'inquietudine. I capelli neri incorniciavano un viso da monella e due occhi grigi e intelligenti lo guardavano in un modo che lo terrorizzava, e solo una ragazza aveva quel potere.
"Jason...?" Ripeté sentendo il cuore correre una maratona, andava così veloce.
Il ragazzo corrugò le bionde sopracciglie: "Io non sono Jason. Forse mi stai scambiando per mio padre".
Leo
sentì

ogni pezzo
del suo essere
incrinarsi
e
cadere come
vetro
in mille
frantumi.
L'altro, ignaro del suo stato d'animo, gli tese la mano con un sorriso cordiale e si presentò:
"Io sono Leo Grace, piacere"


"Il tempo scorre in modo strano, qui ad Ogigia"
 
V's corner.
Non so perché io lo abbia scritto. Sono masochista, è l'unica soluzione.
Io, voglio piangere.
Vi prego, ditemi che non sono l'unica ad avere pensato a una cosa del genere, che nel mondo esiste qualcuno che si è immaginato questa scena con cui io possa condividere il mio dolore.
Addio, vado a piangere.
   
 
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