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Autore: Walter_Larini    04/06/2015    2 recensioni
A volte un dettaglio della tua infanzia, prima sfocato, si fa nitido, e acquista enorme importanza.
Un cancello, una musica, una storia..
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Genere: Avventura, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sospeso a centinaia di migliaia di metri da terra, vedo il Tempo muoversi, cambiare, creare nuovi spazi e sacrificarne altri. È caotico, ma credo che solo a me appaia cosi. Vedo Aden, alla mia sinistra, sospesa ma padrona della situazione. Legge il mondo sottostante.
Si accorge che la sto osservando, si volta e mi guarda. Una lacrima solitaria sembra scenderle dalla guancia, ma come è comparsa, sparisce, e il suo viso torna ironico e sensuale.
“Ti piace la vista?” mi chiede, come se volesse offrirmi da bere.
“...è il Tempo, vero?”
Mi guarda ammirata
“Hai un buon intuito.. No, non è il Tempo, ma quasi. Questo posto è la vostra percezione. Si volta ad osservare la mia bocca guardarla, spalancata. Poi si mette a ridere. “Voi non vedete tutto allo stesso modo, ogni essere umano ha un modo unico e personale di vedere il mondo. Vedi come cambia il labirinto?Ogni volta che un essere umano nasce, il labirinto crea un nuovo spazio, per ospitare il suo modo di vedere la realtà. Puoi interagire con altri esseri umani in un altro livello dimensionale, ma nessuno potrà vedere il mondo esattamente uguale a te. Sei solo, siete soli..”
La guardo. Prova pena per noi, ed è come se provasse pena per se stessa.
“È molto triste..” le dico. Ma l’emozione non c’è già più.
“Lo è per voi, a me non importa.”  mi dice ridendo. Intanto, inizio ad abbassarmi di quota. “Addio, mio caro Marco..” mi saluta Aden sorridente, prima di sparire e lasciarsi dietro l’eco di quella sua terribile risata.

E inizio a cadere.
Mi aspettavo una caduta controllata, come la era stata la ascesa, ma dopo i primi secondi, capisco che non c’è più Aden a manovrare lo spazio. Cado a velocità inumana. Percorro centinaia di kilomentri in pochi secondi, ma è come se restassi fermo. Vedo intorno a me lo spazio che sfreccia, ma non devo lottare contro l’attrito dell’aria ne faccio fatica a respirare.
Ma non dura molto. Sono vicino ai rettangoli di vetro ora e inizio a sentire l’aria che mi taglia le guance. Sento tutta l’atmosfera sbattere contro di me, come un getto d’acqua di straordinaria potenza, che mi comprime il petto e mi sfonda il cranio. Non posso nemmeno urlare. L’aria entra prepotentemente nei polmoni ma non sa come uscirne. Sto per morire soffocato.  Guardo sotto di me: se non morirò soffocato, morirò per lo schianto. Ormai sono vicinissimo al terreno, l’adrenalina rimbomba nelle tempie. Un secondo prima dello schianto, il mio corpo cede. Svengo.

“Sveglia, ehi!Dai, su, non fare questi scherzi, sveglia!!Tanto lo so che sei ancora vivo, suu!”
POP!
“Ecco, la vuoi una brioche alla nutella?Annusa, senti che buona.. “
POP!
“Magari preferisci un cappuccino, è ancora caldo, se ti svegli..”
Mi risveglio tossendo e sbatto la testa contro una tazza di caffelatte, che mi finisce addosso e mi scotta terribilmente.
“Aaaahh!Bruciabruciabruciabruciaaaa!”
Vedo una ragazza bionda della mia età mortificarsi e saltellare di qua e di là dispiaciuta.
“Oddio mi dispiace, tantissimo!Io volevo solo.. certo che anche tu con quella testaccia.. non potevi solo aprire gli occhi??.. oooh, come faccio adesso, cosa mi invento.. “
Io intanto mi sono già calmato e la osservo correre di qua e di là in quel posto così... Mi devo strofinare gli occhi, non credo a ciò che vedo.
Siamo in mezzo al nulla. Tutto intorno a noi è bianco, un bianco abbacinante e irreale.
Anche la ragazza è vestita completamente di bianco, il che rende visibili solo i suoi piedi (scarpe da ginnastica di un bianco differente dalle pareti), le sue mani e la testa, dai capelli biondi. Non sembra fare caso al posto in cui siamo, e si comporta come se stesse cercando qualcosa dentro a scaffali immaginari. Si volta verso di me. “Sono davvero una stupida!” mi dice, poi sbatte le ciglia.
POP!
I miei vestiti sono passati dall’essere cosparsi di cappuccino, all’essere morbidi e asciutti.
La guardo spaesato, e lei guarda me.
“Beh, hai intenzione di alzarti da quel letto, o preferisci che ti porti la colazione li?Stavolta il cappuccino non te lo rovescio addosso, promesso..” ridacchia.
Letto?Sotto di me solo bianco.
“Ho capito” mi dice “sei ancora sotto shock. Aspettami qui.”
Rimango fermo nella stessa posizione, osservandomi attorno. Faccio fatica a ricordare perchè sono qui e che posto sia questo. Non saprei nemmeno dire se sono appena arrivato, non ricordo nulla del mio passato e intorno alla mia mente aleggia una nebbia densa e fitta. Così mi concentro sul presente.
Le dimensioni di questo luogo non esistono. O meglio, esistono ma sono infinite. Sotto di me potrebbe esserci un burrone, per quanto ne sappia. Se allungo la mano, non trovo ostacoli. Eppure resto sospeso, come appoggiato al pavimento. Intanto, osservo la ragazza in bianco muoversi per la stanza indaffarata, cercando qualcosa come prima. All’improvviso si ferma, e si batte la mano sulla fronte come per darsi della stupida (di nuovo). Sbatte le ciglia e in mano le compare un vassoio con sopra cappuccino e brioche.

“Ah ti sei alzato vedo!” mi dice.
Perplesso “Non mi sono mosso..”
Lei sembra non farci caso e appoggia il vassoio sopra ad un tavolino, che non c’è. Il vassoio, a mezz’aria, resta fisso al suo posto. Allungo la mano e prendo la brioche, mentre lei mi guarda.
La addento. È buona.
“Ti piace?Mi sono impegnata tanto, per farla, se ne vuoi un’altra basta dirmelo!”  
“Chi sei?” le chiedo gentilmente “e dove siamo?”
Ora è lei a guardarmi corrucciata. “Siamo a casa mia, non vedi?L’ho arredata con tanto amore, ho perfino scelto le lenzuola più rosse che si possano trovare!Non ti piacciono?”
Dice, mentre tocca il nulla assoluto ai miei piedi –ai piedi del letto-.
All’improvviso capisco che la mia idea iniziale è vera, lei non vede ciò che vedo io.
Ma come è possibile?
“Non mi hai ancora detto chi sei..”
Non risponde “...questo tavolino invece l’ho dipinto io a mano, e anche questi piatti, vedi le roselline rosa sullo sfondo?le ho attaccate con il decoupage, ci ho messo un po’ ma grazie a questa guida” svoglia un giornale immaginario “posso finalmente...”
“Ok, ok, ok ma chi sei tu??”
“....e i fornelli sono a piastra elettrica, cosi posso tenere la temperatura...”
Sono decisamente irritato. Le vado incontro e le prendo la mano mentre tenta di afferrare qualcosa nel nulla. “OK!MA CHI SEI?!COME TI CHIAMI!?”
La sua faccia diventa improvvisamente seria..
“Io sono... mi chiamo...” i suoi occhi guardano l’orizzonte, come scrutando dentro ad un pozzo senza fondo. Poi all’improvviso smette di muoversi. Rimane così, ferma immobile, in piedi. All’inizio cerco di scuoterla per le spalle, schiaffeggiarla leggermente sulle guance, chiamarla a voce alta, tutto sperando che si svegli, ma sembra non collaborare. È come se il suo cervello fosse entrato in confusione, cercando la risposta ad una domanda che non conosce.
Dopo un paio d’ore (tanto mi sembra essere passato) decido che non posso fare nulla per lei, e decido di aspettare che si svegli da sola, esplorando lo spazio intorno a me.
Che gran passatempo, eh? È tutto talmente bianco da risultare insopportabile alla vista per più di dieci minuti, dopo di che inizio ad essere nervoso. Vorrei tanto che ci fosse un secchio di vernice rossa per rovinare tutto quel biancore terribil..
POP!
Mi giro di scatto sulla mia sinistra e vedo un secchio di vernice rossa. Densa, vivace, pronta per essere usata. Lo raggiungo e metto la mano nella vernice. La tiro fuori dal secchio completamente rossa. La vernice è vera!
Come ho fatto?L’ho desiderato?Basta
desiderare per ottenere??
Quindi se io desiderassi, che ne so, un letto gigante e dei vestiti puliti potrei....
...
Ripeto, se io desiderassi un letto gigante e dei vestiti puliti dovrei trovarmeli proprio sull..
Mi giro, niente.
Perchè non funziona?Li sto desiderando tantissimo, è quello che voglio!
Si però non sono stato specifico... Dovrei desiderare un letto a tre piazze, con le lenzuola di seta azzurre e i cuscini bianchi...
POP!
Alla mia destra, in un punto imprecisato dello spazio, appare il letto. Esulto internamente.
E se volessi dei jeans comodi, una t-shirt nera e una felpa blu dovrei solo desiderare per...
POP!
Mi vesto, godendo dei nuovi vestiti sulla pelle. Poi mi corico sul letto e guardo la mia nuova amica ferma immobile nello stesso punto da più di tre ore. Forse se le buttassi una secchiata d’acqua fredda addosso si sveglierebb..
POP!
Nemmeno il tempo di desiderarlo concretamente che mi appare davanti.
Questo posto non accetta ripensamenti quindi...
SPLASH!
“Luce!!Mi chiamo Luce!!”





   
 
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