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Autore: Nayuki911    04/06/2015    2 recensioni
Che cos’è l’amore, se non il rispetto, la fiducia, e la devozione per l’altro?
Una piccola One shot per descrivere, nelle parole di una notte, i sentimenti di un giovane mago, alle prese con un sentimento troppo grande per essere concepito.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Che cos’è l’amore, se non il rispetto, la fiducia, e la devozione per l’altro?
Una piccola One shot per descrivere, nelle parole di una notte, i sentimenti di un giovane mago, alle prese con un sentimento troppo grande per essere concepito.

N.d.A. Capitemi, sono senza Internet e in fissa con Merlin -Soprattutto con la Merhur- e dovevo abbozzare qualcosina. Niente di serio, ma spero comunque sia carina ♥
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«Mhnf.. Merlino…»
Così impara, pensò Merlino tra sé e sé, mentre immergeva nuovamente un asciugamano nell’acqua fresca.
«Sì, eccomi, eccomi, non preoccupatevi», ed ecco un pronto Merlino atto a tamponare la fronte del suo giovane Re, in preda ai deliri di una febbre da cavallo.

Il modo in cui Artù fosse piuttosto teatrale, era sempre bizzarro; in quelle situazioni, sembrava tutto fuorché un Re. Quante volte si era permesso di criticare il proprio servitore, quando in fondo egli era il primo a “patire” le sofferenze più atroci per una misera febbriciattola. Certo, forse non gli conveniva parlare in quel modo, visto e considerato che toccava a lui, prendersene cura, ma in fondo.. per Artù avrebbe fatto qualunque cosa. Era o non era suo compito, quello di proteggerlo?
Restò alcuni minuti a fissarlo, divertito, mentre premeva con moderazione l’asciugamano sulla sua fronte.
Artù fece una smorfia, dolorante, probabilmente l’impatto con la pezza umida andava in netto contrasto con la sua pelle bollente. Sudava parecchio, segno che comunque la febbre stesse scendendo.

«Presto guarirete, dovete solo pazientare un po’», sussurrò il giovane mago, ben attento a sistemare anche le coperte, con la mano libera.

«.. Merlino.»
«Sì, Sire. È il mio nome.»
«Grazie.. per quello.. che.. nhmf.. la testa..»
«Non c’è di- come? Vi fa male la testa? Ve la reggo, ve la reggo, cercate di non agitarvi-»
«Non sono agitato.»
«.. Sì», Merlino sollevò con cura le coperte, in modo che l’orlo di esse potesse coprirlo fino al collo.
«Ho caldo, non coprirmi.. non vedi che sto sudando?»
«Sì, avete ragione.» Quindi lo scoprì. Povero Merlino, non ne faceva una giusta. Possibile che un giovane mago “destinato a grandi cose” dovesse fare da balia ad un giovane Re capriccioso?
Mi rifiuto di credere che io debba salvare la vita a uno così.. così! Perché proprio lui? Pensò. Ma dentro di lui sapeva che in fondo, non era così. Per Artù avrebbe dato la vita.
lo avrebbe fatto adesso, l’indomani, tra un mese, lo avrebbe fatto sempre.
Il rispetto e la devozione nei suoi confronti erano talmente grandi, che niente e nessuno avrebbe mai potuto separarlo da lui.
Se solo Artù avesse saputo. Se solo avesse saputo quante volte Merlino avesse rischiato la vita per metterlo in salvo; se solo avesse saputo quanto grande era l’ammirazione che ognuno lì a Camelot serbava per lui; se solo avesse minimamente immaginato quanto fosse un grande Re, sebbene non si fosse mai sentito all’altezza.
Se solo avesse saputo quanto fosse migliore di suo padre; buono, magnanimo, altruista.
Se solo avesse saputo quanto fiero fosse, Merlino, di servirlo. E lo sarebbe stato sempre, ogni giorno della sua umile vita.
Se solo avesse saputo quanto grande era la devozione, che in realtà provava, ma mai avrebbe espresso ad alta voce.
Se solo avesse saputo…

«Merlino?»
«Eh? S-Sì, scusate, ero un po’ sovrappensiero.»
«Ma insomma.. io sono in punto di morte e tu ti metti a pensare! Tu non pensi mai! Portami dell’acqua, piuttosto..» sbottò.
«Sì, Artù», rispose Merlino a denti stretti, lanciandogli uno sguardo piuttosto torvo. Se non fosse stato malato, quell’acqua gliel’avrebbe versata sicuramente addosso. Ma non gli conveniva mica, avrebbe dovuto pulire tutto lui!
Il ragazzo ossuto si alzò dalla sedia e andò a prendergli dell’acqua fresca, come da lui richiesto; gli sistemò delicatamente il cuscino in modo tale da permettergli di mettersi seduto e bere con facilità.
«Grazie» borbottò l’uomo, sorseggiando a tratti dal suo calice.
«Nessun problema, non dovete ringraziarmi, è il mio lavoro.»
Artù annuì. Era il suo lavoro, ma Merlino andava sempre oltre, anche qualora non gli venisse richiesto. Spesso il Re si chiedeva come mai, perché in tutti quegli anni, mai nessun servo gli aveva mostrato tanta gentilezza, o perlomeno, tutto restava comunque nell’ambito “regale”, rispetto e lealtà.
Merlino era qualcosa di più, lui era un amico leale, un ottimo servitore, e una brava persona.
Quasi gli fece tenerezza; i suoi occhi stanchi erano segno che non avesse dormito neanche un po’, perciò si sentì in dovere di mandarlo via.

«Puoi andare, va’ a riposare.»
«No, resterò qui.»

«Farai mai quello che ti viene chiesto?» sbottò Artù, ma Merlino notò come, seppur il tono di voce sembrasse piuttosto brusco, in realtà le sue labbra fossero distese in un quasi-sorriso.

Il ragazzo mingherlino inarcò le sopracciglia.
Mai. Non avrebbe mai fatto nulla che andasse contro i suoi principi. Qualcosa che andasse a discapito della Sua vita. Sarebbe restato lì, tutta la notte se necessario. Si sarebbe addormentato su quella sedia, o magari sarebbe crollato a terra. Si sarebbe svegliato più volte, nel mentre, anche solo per controllare se la febbre era scesa, tastando la sua fronte. Poi avrebbe riso, vedendolo sudato e delirante, ma al tempo stesso sarebbe stato più tranquillo. E probabilmentem l’indomani Artù lo avrebbe trovato con il busto adagiato al suo letto, russando, e allora avrebbe riso anche lui.

Ma la notte era lontana, e intanto, Merlino rispose alla sua smorfia sorridendo a sua volta, sfidandolo con uno sguardo, le braccia incrociate. E dentro quegli occhi, in quel momento, non c’era amore più vero.


 
«Non credo proprio.»
   
 
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