Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: MargaretMadison    05/06/2015    2 recensioni
"Penso che il mio racconto possa sembrare la trama di un film di Alfred Hitchcock. Peccato che le sue creazioni siano finzioni inventate per intrattenere un pubblico appassionato degli horror, mentre la mia è tratta da una storia vera, la storia della mia vita"
[...]
«Molte persona, vittime di stalking, si rifiutano di ammettere di essere in pericolo e questo spesso porta a eventi tragici come quello di stanotte. Il fatto che tu sia anche una testimone del assassinio ti rende ancora più vulnerabile. Sei sicura che lui ti abbia vista?»
[...]
«Bene, Behati. Ho parlato con alcuni colleghi e pensiamo che sia meglio che tu entri nel PPT» spiega.
«C-cosa significa?» balbetta Behati osservando l’uomo in modo interlocutorio.
«Significa che sei entrata nel programma di protezione testimoni. Verrai trasferita al più presto a Sidney, in una nuova famiglia e con una nuova identità. Questo finché non troveremo il tuo stalker»
Behati stringe la coperta tra le dita e reprime al voglia di urlare che non è una vittima di stalking che tutto quello è solo un incubo ma lo sguardo severo dell'uomo le fa abbassare gli occhi e sospirare.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5
 
 
 
 

Sidney, Casa Irwin
12 Dicembre 2013

 
 
 
5 Dicembre 2013, Ashton le ha scritto il primo di una lunga lista di sms, tutti anonimi.
 
7 Dicembre 201, quaranta chiamate, quindici sms, intravista al Joey’s
 
6 Dicembre 2013, lasciato un biglietto sull’armadietto, l’ha spiata mentre tornava a casa e l’ha vista dimagrita. “Mangia, Behati. Non voglio che tu stia male” e verso l’ora di cena l’ha chiamata, dicendo che è bellissima.
 
11 Dicembre, Ashton l’ha chiamata settantatré volte, venticinque messaggi e ha preso un gelato al Joey’s. Non l’ha nemmeno guardato in faccia e sospetta che Behati abbia capito che è lui il suo ammiratore.
 
 
 
 
È tarda sera, per strada non c’è nessuno se non qualche ubriaco che vomita fuori dai pub e alcune prostitute che battono il marciapiede.
Ashton è stanco e anche distrutto, ha visto che Behati non è felice, non sorride più e i suoi bellissimi occhi verdi sono spenti. E si chiedeva da tutto il giorno quale fosse il motivo della sua infelicità.
Perché non riesce a essere felice come lui?
Ma è anche un po’ arrabbiato con lei perché l’ha bloccato su Facebook e non può più parlare con lei fino a notte fonda come ha fatto per quel mese. Gli aveva anche accennato di uno strano ragazzo che aveva conosciuto in gelateria che un po’ la turbava e si era sentito morire. Lui voleva solo farla stare bene, l’avrebbe venerata come una dea e non l’avrebbe sfiorata con un dito se non per fare l’amore con lei, per farle provare il piacere più immenso che avrebbe mai provato avvinghiata sotto di lui. E il pensiero di possedere quel corpo così perfetto non lo faceva dormire la notte. Si risvegliava nel cuore della notte sudato e non un bell’ingombro tra le gambe allora mentre si toccava riguardava tutte le foto che le aveva fatto immaginando che un giorno sarebbe stata lei a sfiorarlo.
Arrivato sotto casa sente un gruppo di ragazze chiamarlo. Una volta girato nota Bec e Lauren, due prostitute che battono in quella strada da un sacco di tempo e una ragazza bionda che non ha mai visto in giro.
«Come te la passi, Irwin?» sbotta Bec, i capelli rosso fuoco sulla spalla sinistra e una sigaretta in mano. Indossa un mini abito nero che le fascia il corpo poco longilineo e delle scarpe alte rosa shocking. Ha il trucco leggermente sbavato e i denti gialli, gli occhi azzurri hanno perso la lucidità e un accenno di rughe le ripore il volto non più giovane come un tempo.
«Non c’è male, tu Bec?» risponde mettendosi le mani nelle tasche della felpa nera.
«Ash, quando possiamo tornare a farti visita?» chiede Lauren lasciva mentre si avvicina ancheggiando verso la sagoma del ragazzo che indietreggia.
Lauren ha trentasette anni, due bambini avuti da dei clienti che l’hanno messa incinta ed è certo che nei suoi stivali alti fino al ginocchio nasconde qualche siringa o pasticca. Ha i capelli biondi unti e gli occhi marroni, le pupille più dilatate del normale e puzza terribilmente di hashish e alcool.
È andato con lei qualche volta, quando aveva bisogno di sesso e lei gli faceva troppo pena perché aveva bisogno di soldi per i figli e per qualche dose di eroina, diventata eccessivamente costosa in quel quartiere.
«Magari un altro giorno, Lauren» scosta pacatamente le mani ossute della bionda dal suo viso e cerca di osservare meglio il viso della nuova ragazza. È riuscito solo a vedere che ha i capelli biondi e un bel paio di gambe lasciate scoperte da un vestito color avorio che non le copre completamente i glutei.
Bec, sembra leggergli nella mente e «Oh Ash, lei è Leah, è una new entry, vorresti essere così gentile da darle il benvenuto?» chiede lanciandogli un’occhiata maliziosa
La diretta interessata alza gli occhi da terra e Ashton rimane senza fiato nel notare la somiglianza con Behati. Stesi capelli, stesso taglio degli occhi e stesse labbra. Solo che Behati ha gli occhi più chiari di Leah e riesce a stimolarlo molto più di quanto faccia quella biondina con quel vestito striminzito addosso.
Sorride malizioso facendo spuntare le sue fossette «Con piacere»
Dieci minuti dopo si ritrovano dentro casa di Ashton. Leah è aggrappata al ragazzo e dà le spalle al muro mentre lui la sorregge per i glutei.
Leah passa a baciargli il collo e lascia qualche succhiotto mentre con una mano raggiunge la lampo dei jeans. Si intrufola dentro iniziando a palparlo e Ashton emette un verso gutturale nel sentire le mani esperte della bionda avvolgere il suo membro.
Non ha voglia di spogliarsi o di fare le cose con calma, tant’è che getta Leah sul suo letto e sovrasta la giovane con la sua impotente figura.
Leah passa le mani tra i ricci di Ashton che le ha alzato il vestito e abbassato le collant e l’intimo iniziando ad accarezzare la sua femminilità.
«Oh, Ash…» mugugna Leah tirandogli i ricci mentre muove il suo bacino assecondando i movimenti del ragazzo, forse un po’ troppo indelicato.
«Sta zitta!» le ordina, perché ha una voce troppo squillante e nella sua mente cerca di immaginare la voce di Behati che lo chiama mentre geme.
Leah obbedisce e si morde il labbro per non sospirare ancora e lo accarezza da sopra la camicia rossa. Lo vorrebbe toccare, spogliarlo e assaggiare la sua pelle giovane perché non le capita spesso di avere clienti della sua età e vorrebbe godersi meglio quel momento, ma appena sente il culmine farsi più vicino, Ashton toglie le dita da lei e si abbassa i jeans diventati troppo stretti e pure inutili.
Leah lo prende in mani, accarezza la lunghezza e una volta inginocchiata ai piedi del letto, lo prende in bocca iniziando a succhiare e a stuzzicare la punta con la sua lingua.
«Oh, B-Behati…» sussurra mentre porta la testa all’indietro e chiude gli occhi in preda al piacere.
Ashton è rude, spinge il suo membro in profondità senza preoccuparsi di farle male e quando sente che sta per venire non l’avvisa nemmeno.
«Ingoia, puttana» urla tirandole i capelli biondi.
Leah esegue, leccando via lo sperma sulla cappella e sulle sue labbra osservando Ashton negli occhi.
Il ragazzo sorride soddisfatto e si alza in piedi rivestendosi velocemente.
In fin dei conti non è stato poi così male.
Prende il portafoglio dalla tasca dei jeans e cerca una banconota da venti dollari che cede a Leah senza nemmeno guardarla negli occhi.
L’ha usata come un oggetto, l’ha trattata proprio come non tratterebbe mai Behati. Perché la sua bionda non è una puttana qualunque. A lei avrebbe riservato tutto l’amore possibile e si sarebbe preoccupato di provocarle piacere invece di riceverlo, anche se vederla venire sotto di lui sarebbe stato il piacere più immenso.
«È la ragazza nelle foto, Behati?» chiede Leah guardando intorno sé i muri tappezzati dalle foto di una giovane che le assomiglia.
«Questo non è affare tuo. Tu vieni qui per scopare, non per fare domande» risponde Ashton spazientito perché non capisce come mai sia ancora a casa sua.
Leah annuisce «Grazie per la serata, Ashton. Ci si vede» dice alzando una mano in cenno di saluto e si avvia verso la porta.
Fa per toccare la maniglia quando Ashton la ferma per un polso «Ovviamente non direi a nessuno delle foto, intesi?»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Casa Dallas
20 Dicembre 2013

 
 
 
 
Behati ama il natale. Ama l’idea di vedere le palline colorate sulle palme e il pensiero che il 25 Dicembre, una volta scartati i regali, lei e Joe vanno sulla spiaggia e si fanno un bagno in mare.
Le cose tra lei e Joe non vanno molto bene. Non gli ha ancora detto delle chiamate e degli sms che riceve quotidianamente o tanto meno dei bigliettini che si trova sul suo armadietto a scuola. Gli ha raccolti tutti e settantaquattro e li ha nascosti in una cassettina che tiene nell’armadio. Ormai è più che certa che il suo stalker ammiratore sia il ragazzo della gelateria ma continua a pensare che no, le prove che ha non siano sufficienti perché i suoi biglietti sono anonimi e non è riuscita a rintracciare le sue chiamate. Una parte di lei continua a pensare che sia solo un brutto sogno, che presto sua zia busserà alla su porta per dirle di prepararsi ma le sue idee continuano a essere smentite dal continuo squillare del cellulare.
Stanno camminando per le vie del centro, per passare un pomeriggio assieme a Chris che si è rimesso in fretta dopo l’aggressione. Le braccia dei due fratelli si sfiorano ma loro sono sembrano essere lontani, la bionda rabbrividisce a quel contatto e si sposta un po’ più in là.
Behati si gira per osservare il profilo del fratello che guarda dritto di fronte a sé, la mascella contratta e gli occhi verdi diventati più scuri.
Sente il cellulare suonare e vede Joe voltare di scatto gli occhi verso di lei.
«Beh?» chiede «Non rispondi?»
Behati abbassa lo sguardo calciando via un sassolino dalla strada «Non mi va, sarà Sharon»
Joe si blocca immediatamente in mezzo alla strada e ferma Behati per un braccio «Dammi il telefono»
La sorella non risponde, si guarda attorno e nota che alcuni passanti li stanno osservando.
«Behati, dammi quel dannato telefono» scandisce bene ogni singola parola.
Behati sente il suo cuore accelerare perché Joe non la chiama quasi mai per intero e la presa sul suo braccio si sta facendo più stretta. I suoi occhi si riempiono di lacrime e la paura l’assale anche se sa benissimo che suo fratello non le farebbe mai del male.
Il cellulare smette di suonare e Behati tira un sospiro di sollievo «Ha messo giù, Joe. Andiamo avanti a camminare, ci stanno fissando tutti»
Affianco a loro una piccola folla si è riunita ad osservare la scena e Joe molla la presa allontanandosi a grandi passi dalla sorella senza degnarla di uno sguardo.
Il ritrovo con Jenks è davanti a Starbucks per le sei del pomeriggio, quando il sole non è poi così tanto caldo e i negozi, aperti fino a tardi per la stagione natalizia, sono meno affollati.
Behati mette il cellulare in modalità silenziosa e lo nasconde nella tasca posteriore dei jeans per poi salutare l’amico con un abbraccio.
«Non sapevo di esserti mancato così tanto» borbotta Chris avvolgendo le sue braccia muscolose attorno alla vita stretta di Behati.
Sente il suo cellulare vibrare e ha paura di leggere il messaggio, probabilmente sarebbe stato un qualcosa tipo “Perché quello lì ti sta toccando? Tu sei solo mia” e rabbrividisce a quel pensiero.
«Pronti per un po’ di shopping?» propone Chris sorridendo prima alla bionda e poi all’amico che risponde con un grugnito.
Chris lancia un’occhiata alla bionda come per dire “Ma che gli prende?” e Behati gli fa cenno che gli avrebbe spiegato più avanti. 
Il castano allora si apre in un sorriso e avvolge le spalle di Behati sotto il suo braccio. La ragazza sa che facendo così non farà altro che far impazzire il suo stalker ma sotto l’abbraccio di Chris si sente protetta e lei in quel momento non ha bisogno d’altro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Adelaide, Una pizzeria del centro.
20 Dicembre 2013, ore 8 p.m.

 
 
“La Trattoria” è uno dei ristoranti italiani che Behati preferisce in tutta Sidney e non solo perché sono sempre molto gentili lì o per la qualità della pizza. Le piace il fatto che, una volta messo piede nel locale, le sembra quasi di essere in Italia.
I muri sono addobbati da foto e quadri nella principali città italiane e si ascolta sempre musica locale, a volte anche dal vivo.
Prendono posto vicino alla grande vetrata affacciata sul mare e Behati si stringe a Chris, seduto in parte a lei, mentre Joe continua a osservare il proprio cellulare, mandano sms a raffica.
«Come procede la recita, B?» chiede Jenks con un sorriso
Behati sfoglia il menu indecisa «Molto bene, prima di Natale ci sarà lo spettacolo. Ti posso procurare i biglietti se vuoi»
Il castano annuisce promettendo che non sarebbe mancato.
«Behati» la richiama Joe, seduto difronte a lei, «Zia Maura mi ha scritto che ti ha cercata sul cellulare ma non hai risposto. È meglio se la chiami»
Behati annuisce e prende il cellulare dalla borsa appoggiata per terra al suo fianco. Appena osserva la schermata impallidisce: ottantacinque chiamate perse, centododici messaggi non letti.
«V-vado un attimo in bagno» balbetta sotto lo sguardo curioso di Jenks e quello spaventato di Joe che sembra aver intuito tutto.
Behati si muove in fretta facendo slalom tra tavoli e camerieri per poi chiudersi a chiave nel bagno delle donne. Appoggia la schiena sulla porta e si lascia scivolare mentre le sue lacrime iniziano a bagnarle il viso.
“Che cazzo ci fa stretto a te?”, “Behati, tu sei mia”, “Non mi piace che sorridi a lui”, “Se non toglie la mano dal tuo fianco lo uccido”, “Ti amo, ma sto per esaurire la pazienza”, “sei sexy quando ti lecchi le labbra”, “La trattoria è un buon ristorante, ti consiglio di prendere la pizza”.
Non fa in tempo a leggere gli ultimi messaggi che il cellulare riprende a squillare e risponde.
«Ho capito chi sei» afferma, la voce trema appena e chiude la mano destra in un pugno «Sei il ragazzo della gelateria, non è così?»
Lo sente ridere e per la rabbia tira un pungo al muro, pentendosene subito dopo. Ci mancava anche una mano rotta, adesso. Reprime un gemito e si porta la mano al petto cercando di concentrarsi sulla conversazione e non sul sangue che sta uscendo dalle sue nocche.
«Brava piccola, e ora che vorresti fare? Chiamare Joe e denunciarmi? Che prove hai per incolparmi? Non sai niente di me, tesoro. Sei in trappola»
Behati singhiozza «Sta zitto. Tu hai fatto del male a Chris, che ti ha fatto? È me che vuoi, non… non fargli del male, ti prego»
«Ti ha toccato, ecco che ha fatto. Caverei gli occhi a tutti i ragazzi che ti guardano se potessi. Esci dal bagno, Behati. Voglio vederti. Asciugati le lacrime che non servono a niente, sarai così felice con me»
«Lasciami stare, sporco maniaco che non sei altro. I-io non sono tua e la devi smettere di perseguitarmi, sei un malato di mente che si diverte a farmi stare male e non ti permetterò di rovinarmi la vita ancora. Non sarò mai tua, mai, mai, mai, mai. Fatti una vita e lascia stare la mia. Non ti amo, come potrei mai amare uno come te, eh? Sei…. Sei un animale» le parole le sfuggono veloci dalla bocca, come se fosse senza freni.
Per la prima volta dopo mesi riesce a esternare i suoi sentimenti e quando rimane senza fiato per lo sforzo, chiude la chiamata e scaglia il cellulare contro lo specchio sopra al lavandino, rompendolo.
«Behati, apri quella porta» urla Joe girando più volte la maniglia «Apri o la butterò giù con la forza»
Behati si alza di scatto, le gambe le tremano e pensa che non la reggeranno per molto.
Si può morire per la sofferenza? Per la paura o lo sconforto?
Si sente come un burattino a cui hanno tagliato i fili, come potrà mai andar avanti se non ha alcuna aspettativa?
Con mani tremanti fa scattare la serratura e appena vede la figura di Joe davanti a sé, li lancia tra le braccia forti del fratello, come non faceva da tempo.
È un abbraccio che sa di scuse, che sa di “sono stata una stupida a non darti retta”, “non abbandonarmi mai” e si lascia cullare mentre bagna la T-shirt bianca di Joe con le sue lacrime.
«L-Lui è qui, sa sempre dove sono» dice tra i singhiozzi.
Joe le fa segno di stare in silenzio, e le accarezza la schiena con le mani, cercando di calmarla.
«Non ti farà mai del male sapendo che io sono qui, non ti toccherà con un dito finché sarò al tuo fianco. Te lo prometto»















































MY LITTLE TALK
SCUSAAAATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Ciao ragazze, inizio col scusarmi del mio ritardo, ho avuto davvero un sacco di cose da fare e inoltre non vedo un gran seguito della storia (che mi ha un po' stufato) quindi diciamo che la mia voglia di scriverla cala a vista d'occhio ahahah.
Tornando alla storia: Leah sarà IMPORTANTISSIMA, diciamo che, a modo suo, salverà B. da Ashton.
Rivediamo il nostro piccolo Chris e Beha e Joe che fanno "pace".
Il prossimo capitolo sarà la svolta definitiva della storia, purtroppo non sarà tutto rose e fiori quindi preparatevi al peggio.
Vi lascio con questa frase di suspance per lasciarvi col fiato sospeso. Come sempre vi lascio il mio link della mia seconda Long:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1
E mi raccomando: recensite.
Non per orgoglio o altro, ma sono decisa a cancellare la storia e se vedo che nn piace anche a voi smetto del tutto per dedicarmi ai miei altri 43569654 progetti
Bacissimi
Megghy


 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: MargaretMadison