NOT
IN MY BED!
Introduzione: Permettere
a degli amici di invaderti casa per una festa, non porta mai a conseguenze
positive. Per loro e per voi, in special modo.
Se poi tieni conto del fatto che i
tuoi amici sono fra i ninja più assurdi ed imprevedibili del pianeta…allora…beh, aspettati di tutto!
Titolo: Not in my bed!
Autore: Izayoi007
Genere: commedia, comico, umoristico, romantico.
Rating: Arancione.
Avvertimenti: Attenzione: chiari riferimenti alla sfera sessuale.
Quando
quella mattina, Sasuke Uchiha si svegliò, mal di testa che pulsava
dolorosamente dietro le tempie, steso scompostamente sulla poltrona del salotto
di casa sua, con un rotolo di pergamena abbandonato sullo stomaco, avrebbe
dovuto seriamente considerare l’idea di rimanere lì, nonostante tutto.
Ovviamente,
questo lo avrebbe constatato solo in seguito, un giorno, mentre Neji gli
forniva una dettagliata spiegazione di come tutti quelli fossero chiari segni
del destino che gli indicavano quanto quella giornata sarebbe stata pessima. In
quel momento però, il suo cervello pulsante gli intimava di prendere qualcosa
per il dolore e i suoi muscoli intorpiditi lo pregavano solo di alzarsi.
Si
sollevò dallo scomodo giaciglio e, come previsto, i suoi muscoli, le ossa e
persino le articolazioni, gridarono tutto il loro dissenso per la nottata
appena trascorsa, facendolo mugolare appena, infastidito. Prese la via per il bagno e, una volta giuntovi,
mandò giù un paio di pillole per attenuare il dolore e si premette due dita
contro la tempia, cercando di concentrarsi al di là dell’emicrania.
Non
capiva: perché aveva mal di testa? Probabilmente era dovuto al fatto di aver
dormito male, su quella scomoda poltrona. Poi, cosa più importante, perché
proprio su quello scomodo giaciglio anziché nel suo letto?
Sforzò
i neuroni del suo cervello e alla fine, qualcosa scattò dentro di lui.
Ma
certo! Il giorno prima, Naruto era stato proclamato ufficialmente sesto Hokage
di Konoha e i suoi amici, animati da un ritrovato spirito goliardico, dopo la
tensione dovuta all’attesa della decisione del Consiglio, avevano deciso che
era assolutamente d’obbligo festeggiare l’evento.
Naturalmente,
avevano stabilito che Villa Uchiha, con i suoi ampi spazi, i vari giardini
tradizionali e nessun vecchio rompiscatole che si lamentava alle due di notte
per il baccano, era l’ideale per dare il via alla festa.
Nessuno
aveva preso in considerazione l’idea che Sasuke avrebbe potuto esserne leggermente infastidito. Quindi, conscio
che nessuno l’avrebbe ascoltato, il padrone di casa si era rintanato in un
salottino secondario della grande casa, impegnandosi nello studio di un rotolo
particolarmente interessante. Alla fine, doveva essersi addormentato lì.
Chissà
come avevano ridotto la sua casa, quegli idioti, durante la notte.
Decise
di fare un giro di controllo, tanto per assicurarsi che non avessero fatto
danni irreparabili e stabilì, con sollievo, che probabilmente avevano pulito
tutto prima di andarsene.
Ora
più rilassato, il moro si recò al piano di sopra, intenzionato a raggiungere la
sua camera e prendere dei vestiti puliti da indossare, dopo aver fatto un
veloce bagno ristoratore.
Percorse
il lungo corridoi a passi svelti ma leggeri. Si fermò di fronte al fusuma*di camera sua e fece scorrere lentamente il pannello
rivestito da un sottile strato di carta di riso.
Nella
leggera penombra della stanza, illuminati da pallidi e impalpabili fasci di
luce, focalizzò, al centro, il suo grande futon** matrimoniale. Sulla parte
destra, sapientemente incorporato nella parete, il fukurodana*** in legno scuro, faceva bella
mostra di sé, mentre, dalla parte opposta, un semplice ma raffinato kakemono****,
dava un tocco di classe alla stanza spoglia.
Ma
Sasuke non si fermò certo a contemplarla, ormai avvezzo a quell’arredamento
sobrio ma elegante . Si portò davanti all’ampio armadio a muro e con un unico
movimento fluido fece scorrere l’anta. Il debole impatto degli infissi l’uno
con l’altro, produsse un leggero suono secco e ovattato, per nulla fastidioso.
Ma Sasuke si bloccò, irrigidito.
Non
fu comunque quella, la causa della sua reazione. Piuttosto, ciò che lo mise in
allerta, fu il lieve mugolio che gli parve di udire a seguito della sua azione.
Assottigliando
gli occhi per meglio adattare la sua vista all’oscurità, li puntò contro il suo
letto e rimase in attesa, in silenzio.
Sussultò
e quasi il respiro gli si mozzo in gola, quando, ad un certo punto, preceduto
da un altro mugolio e da un goffo movimento sottocoperta, un piede spuntò da sotto di essa.
Ma che diavolo…?
Innervosito
dal fatto che un intruso giacesse nel suo letto, il moro si avvicinò alla
finestra e la spalancò di botto, facendo entrare in un colpo solo, una
fastidiosa ondata di luce solare.
Chiunque
fosse sotto le coperte, mugolò infastidito e si rannicchiò ancor di più fra di
esse. Inutile dire che l’irritazione di Uchiha crebbe a velocità
impressionante.
Irritato
oltre ogni dire, scattò verso il letto e, afferrate le pesanti coperte, le
sollevò con un unico movimento.
Ciò
che vi trovò sotto, lo fece sobbalzare e arretrare di diversi passi.
-Naruto... -
ringhiò. Il biondo, beatamente addormentato a pancia in giù, ed
un’espressione ebete sul viso, mugugnò infastidito ma continuò imperterrito a
dormire - …e Sakura?! - al contrario del compagno, la ragazza
scattò immediatamente e, una volta messo a fuoco chi si trovasse davanti,
s’affrettò a riacciuffare il lenzuolo e ad avvolgercisi dentro.
-
S-Sasuke-kun! – strillò imbarazzata. Un distinto
rossore si diffuse sulle sue gote e deglutì a vuoto un paio di volte.
-
Che-che ci fai qui? – pigolò, nel tentativo di
recuperare un po’ di flemma e, al contempo, di dimenticare il fatto di essersi
fatta beccare a letto con Naruto, proprio da Sasuke.
Il
moro inarcò un sopracciglio scuro e la guardò perplesso e palesemente
indignato. Quindi, il sibilo che uscì dalle sue labbra sottili, la fece
rabbrividire ulteriormente.
-Io?!
Che ci fate voi, qui, nel mio letto?! – fece una pausa
significativa, poi riprese, con tono ancora più torvo - …e,
soprattutto, che diavolo avete fatto?!
- se prima le guance di Sakura erano vagamente
più colorate del normale, in quell’istante, divennero talmente rosse che se non
fosse stato troppo impegnato ad essere arrabbiato, Sasuke avrebbe seriamente
pensato di chiamare un ninja medico. Il fatto che lei stessa lo fosse, era solo
un dettaglio.
Trovandosi
seriamente in difficoltà, la ragazza decise bene di aver bisogno di un aiuto,
indi per cui, si ritrovò a scuotere Naruto per una spalla, nel vano tentativo
di svegliarlo. Ovviamente questi non diede nemmeno lontanamente segno di averla
sentita. Lei, inviperita, ed anche un po’ offesa, non essendo poi
particolarmente dotata di santa pazienza, optò per un metodo un po’ più
drastico, pertanto lo colpì alla testa con uno dei suoi pugni più potenti.
Naturalmente,
questa volta, per il biondo fu totalmente impossibile ignorarla e, seppur
parecchio dolorante, si decise a svegliarsi. Immusonito, si mise a sedere sul
letto, massaggiandosi la parte lesa, nel vano tentativo di alleviare il dolore.
Successivamente si premurò di lanciare un’occhiata offesa alla ragazza.
-Sakura-chan, perché mi hai colpito?! Mi hai
fatto male, sai?! – lei grugnì in risposta e lo colpì di nuovo, quasi
dimenticandosi dell’infuriato Sasuke.
-
Perché sei un baka! Ecco perché! – strillò. Prima che
l’altro potesse ribattere, un nervoso schiarirsi di voce, lo interruppe,
spostando l’attenzione dei due sul terzo occupante di questa stanza. Naruto lo
squadrò indignato.
-
Sasuke-teme…? Che diavolo ci fai qui? Non vedi che
siamo occupati?! – sbottò. Sentì il moro fare un respiro profondo,
probabilmente nel tentativo di calmarsi, e finalmente parlò.
-
Occupati? Voi siete occupati…nel
mio letto?! E a fare cosa, di grazia? Mi sembra evidente che tutto ciò
che dovevate fare l’abbiate già fatto stanotte! E nel mio letto! – sia l’Hokage che la kunoichi arrossirono di botto ed
il primo, borbottò risentito qualcosa che assomigliava molto ad un “questi
non sono affari tuoi, bastardo!” .
-
Sì, che lo sono…dato che gli “affari vostri” ve li
siete fatti, ripeto, nel mio letto! -
Naruto cominciò ad arrabbiarsi a sua
volta, quando l’ennesimo “nel mio letto” scivolò deliberatamente dalle labbra
dell’Uchiha.
-
Che diavolo! Mi dispiace, va bene?! Ieri sera eravamo molto…ehm…presi…e l’unico letto a
disposizione era il tuo, ok? – sorvolò accuratamente sul fatto che in realtà
aveva notato un’altra stanza, presumibilmente degli ospiti, ma che aveva
preferito quella, molto più raffinata ed elegante, per la sua prima volta con
Sakura. Seppur non fosse decisamente un tipo romantico, aveva voluto almeno donare
qualcosa di speciale, alla ragazza dei suoi sogni.
Dal
canto suo, la kunoichi, ancora più imbarazzata di prima, per la più o meno
esplicita confessione del biondo, gli gettò un’occhiataccia, poi, notando che
le suo scuse – effettivamente, dette con un tono che suonava tutto, fuorché
pentito – non avevano sortito alcun effetto sull’interessato, si affrettò a
scusarsi a sua volta. Insomma, non voleva perdere la faccia proprio davanti a
Sasuke Uchiha!
Beh…non più di quanto avesse già fatto…
-Sì,
perdonaci Sasuke-kun…non avremmo dovuto…Ma
non preoccuparti, non accadrà più…tra me è Naruto è
stato un errore! Credimi, non si ripeterà mai più! – l’occhiata offesa e ferita
che ricevette da Naruto, a quelle parole, la turbò più di quanto avesse mai
creduto possibile. Incomprensibilmente, le pungolò l’animo come uno shuriken
ben appuntito.
Quell’inspiegabile
sensazione però, la abbandonò nello stesso istante in cui il moro Uchiha aprì
bocca per ribattere.
-Non
avete capito. – spiegò, con tono di sufficienza – non mi interessa quello che
combinate sotto le lenzuola, ciò che mi irrita è il fatto che, ripeto,
l’abbiate fatto tra le mie... – chiarì allusivo, per l’ennesima volta, orma
stufo di farlo.
Lei
tacque.
Si
ritrovò indecisa su quale stato d’animo fosse più opportuno palesare in tale
circostanza. La frustrazione per il particolare, tutto fuorché irrilevante, che
al moro non importasse assolutamente nulla se era andata a letto con il suo
migliore amico, nonostante lei si professasse appassionatamente e incondizionatamente
devota a lui, sin dai tempi dell’accademia, o la vergogna per via del fatto che
avessero consumato l’atto nel letto dell’amico?
Ci
pensò Naruto, che nonostante i suoi “encomiabili” metodi da “perfetta” amante,
era fin troppo buono per prendersela con Sakura, a toglierla dall’impaccio
della scelta.
-E
io ti ripeto, teme, che ci dispiace! – bofonchiò.
Ma
Sasuke non sembrava intenzionato a perdonarli. Volevo fargliela pagare,
soprattutto a Naruto. Dopotutto, era un vendicatore.
Avrebbe
dovuto colpire il punto debole del ninja, ma…qual’era?
Non
gli ci volle molto per trovare la risposta. Sorrise maligno, fra sé e sé.
Il
suo cervello, all’improvviso folgorato da quell’ineluttabile consapevolezza, elaborò
in fretta una diabolica soluzione.
L’ego,
smodatamente vendicativo, fu piacevolmente solleticato dall’impellente bisogno
di stuzzicare il biondo, eludendo la sua scarsa scaltrezza con un
machiavellico, quanto mai semplice, stratagemma.
Il
suo piano d’azione, a onor del vero, ridicolmente semplice , quasi insensato,
faceva acqua da tutte le parti, e sarebbe stato fin troppo stupido per
chiunque. Chiunque non fosse Naruto, ovviamente.
Il
giovane Hokage infatti, si sapeva, non brillava particolarmente di perspicacia,
e aggirarlo sarebbe stato relativamente semplice e un passatempo niente male…
A
quel punto, la sua smorfia insofferente, mutò in un ghigno a dir poco
mefistofelico. Allo stesso tempo, l’espressione di Naruto divenne
ragionevolmente turbata.
-Chissà
cosa ne penseranno, Hokage-sama…-
cominciò, con tono volutamente vago,
avvedendosi di calcare ironicamente il titolo onorifico - …i
membri del Consiglio, del fatto che va a letto con una sua compagna di squadra…-
ovviamente, Sasuke sapeva che al Consiglio, in realtà, la vita sessuale
dell’Hokage poco – per non dire, per nulla, - importava, ma il suo tono
velatamente minaccioso e la paura che Naruto nutriva per la perdita del posto
tanto agognato, giocarono a suo favore.
Ignorò
con deliberata non calanche l’occhiata scettica di Sakura, che almeno ebbe la
decenza di tenere la bocca chiusa.
Come
previsto, preso dal panico, il biondo non colse l’infondatezza di quelle
allusioni e l’assurdità di quelle illazioni. Impallidì e dalle sue labbra sfuggì
un basso, e vagamente minaccioso, ringhio.
-Non
oserai…- perse la voce nel momento in cui il ghigno
si allargò ulteriormente sulla bocca dell’Uchiha e deglutì a vuoto, la gola
improvvisamente secca.
Sapeva
che il moro era un tale bastardo da lasciarsi andare ad azioni così meschine.
Naturalmente sperava, in virtù della loro anticonvenzionale amicizia, in un insolito spicco di bontà, ma non ci
contava poi molto.
Così,
la preoccupazione mutò velocemente in rabbia.
-Come
osi minacciarmi, teme! – sbottò. Preso dalla foga, scattò in piedi e con un
paio di ampie e rapide falcate gli fu davanti, incurante di essere totalmente
nudo – Io sono l’Hokage! - .
Sasuke
lo guardò con aria assolutamente disgustata, e arretrò di un passo, prima di
rispondere per le rime.
-Non
per molto ancora…- e qui vide, con suo sommo piacere,
l’altro sussultare impercettibilmente, indi, proseguì il suo attacco con
rinnovato vigore, dettato più che altro dalla furia – Comunque…come
hai osato tu, idiota, usare il mio
letto per le tue prestazioni sessuali?!
- .
Vide
il biondo arrossire – se per la vergogna o per la rabbia, non avrebbe saputo
dirlo – e gonfiare le guance indispettito. Strinse i denti e parlò:
-Ti
abbiamo già chiesto scusa, per questo, mi pare! -.
-
Non mi interessa. Ciò non cancella quello che avete fatto. – gettò una veloce
occhiata a Sakura, ancora accovacciata prudentemente fra le lenzuola – le sue
lenzuola -, tanto per mettere in chiaro
quanto fosse furioso anche con lei. La responsabilità non era solamente del
biondo, anzi, lei forse lo era di più, poiché Uchiha aveva sempre ritenuto che
la ninja medico avesse, quantomeno, più raziocino e buon senso dell’altro.
Conclusa
la sua riflessione, riportò la sua attenzione sul giovane di fronte a sé.
Ancora
un volta, l’orrore lo colpì, facendogli storcere le labbra.
-…e vestiti, dannazione! – intimò. Naruto
incrociò le braccia al petto.
-
Cos’è, ti imbarazzo, Sasuke…? – l’altro s’affrettò a negare.
-
No, mi disgusti! – a quella risposta, il biondo perse nuovamente le staffe ed
andò su tutte le furie.
-
Ah..sì, bastardo?! – berciò risentito – allora vorrà dire che ora, il grande
Sasuke Uchiha, ci mostrerà quanto invece, lui sia meraviglioso! -.
Detto
questo, si lanciò su di lui, intenzionato a strappargli i vestiti di dosso.
Il
richiamo rabbioso di Sakura, fu sovrastato dalle urla di Sasuke che ordinava
all’altro di lasciarlo andare e dai rumori prodotti dalla colluttazione.
Ben
presto, senza neppure sapere come, i due ragazzi si ritrovarono intrecciati in
una posa alquanto assurda. La testa di Sasuke era incastrata tra le ginocchia
di Naruto, chiuse a forbice, mentre quest’ultimo si era ritrovato un piede del
moro dolorosamente premuto sul viso.
Quando
si rese conto della sua situazione, Uchiha rabbrividì e tentò di divincolarsi
dalla morsa in cui il biondo l’aveva imprigionato. Si dimenò, impazzito, poi si
rivolse all’altro:
-Naruto, lavami immediatamente quel coso da davanti alla faccia! – sibilò
bieco, rosso di rabbia, riferendosi inequivocabilmente agli organi genitali del
compagno – O giuro che te lo strappo e lo appendo in cima alla torre
dell’Hokage! Poi sì, che potrai affermare di essere talmente devoto al villaggio
da “lasciare” una “parte di te” sempre in ufficio! - . Non aveva mai composto
una frase altrettanto lunga in vita sua, se non per esprimere quella minaccia.
L’altro
non ne fu minimamente intimorito e continuò, imperterrito, nel tentativo di
strappargli la maglietta di dosso.
-Oh,
che paura, teme! Provaci! – lo provocò, spavaldo.
Nel
frattempo, Sakura assisteva shockata e furiosa alla scena, non sapendo neppure
lei come comportarsi. Perciò, si limitò a fissare i due, boccheggiando di tanto
in tanto.
Improvvisamente,
un grido si levò all’interno della stanza. “Taiju kage bushin no jutsu” uscì dalle
labbra di Naruto ed istantaneamente, un piccolo esercito di Naruto li
accerchiò.
Fu
il caos.
Zazzere
bionde occuparono il luogo come chiome di alberi in una foresta, grida più o
meno stridule e confuse si sovrapponevano, facendo sì che quanto veniva urlato,
perdesse molto del suo significato, e movimenti frenetici e scoordinati,
rendevano impossibile ogni azione che prevedesse qualcosa di più del muovere un
passo o il sollevamento di un dito.
Sakura
era impegnata a levarsi di dosso quanti più Naruto possibile, tanto da non
venir schiacciata dal loro peso, e mugugnando di quando in quando, nel momento
in cui qualcuno di loro la costringeva a liberare una parte intima dalla
protezione del lenzuolo, si vedeva così, costretta a lasciarsi sovrastare, per
poter provvedere a coprire la parte incriminata.
Dall’altro
capo della stanza, giungevano, irripetibili, le imprecazioni e le maledizioni
di Sasuke a Naruto e alle sue copie, che tentava di eliminarne il maggior
numero possibili, impegnate nel compito di denudarlo. Impossibilitato a
comprendere quale fosse quello vero, colpiva e distruggeva a casaccio, ruggendo
di rabbia ogni qual volta una copia appena abbattuta, veniva istantaneamente
sostituita da un’altra, ancor più agguerrita (o era lui a cominciare ad essere
stanco?).
Quando
ormai, esasperato, stava già caricando il chakra per lanciare un Chidori,
desideroso principalmente di colpire l’originale, un grido particolarmente
forte e furibondo di Sakura, stroncò sul nascere ogni sua intenzione omicida.
-ADESSO
BASTA!!! - fu ciò che pose fine a quella ridicola situazione.
Seguì
qualche istante di calma immota e silenzio irreale, poi le decine di copie
scomparvero con uno sbuffo di fumo e rimasero solamente i tre occupanti
originali.
Sakura
si accorse di avere lo sguardo sorpreso dei suoi due compagni di squadra
puntato addosso, ma non se ne curò.
Cercando
di scoprirsi il meno possibile, senza dire una parola, si rivestì velocemente.
Solamente nel momento in cui fece per uscire dalla porta, finalmente Naruto
parlò:
-Sakura-chan…dove stai andando…? – domandò in tono confuso.
Non
l’avesse mai fatto: Sakura gli rivolse uno sguardo tutto fuorché amichevole e
gli si avvicinò a grandi passi, afferrandolo per la collana che Tsunade gli
aveva regalato, e lo tirò a sé. Sputò quelle parole con tono velenoso ed
amareggiato:
-
Me ne vado! Capito?! Sono stufa di te e delle tue idiozie! È stata la mia prima
volta…volevo solo che fosse, almeno quella,
fantastica! Non chiedevo altro! Volevo solo un risveglio come si deve con la
persona di fianco, che mi dice quanto mi ama…solamente
un piccolo momento di intimità, ecco! E tu l’hai reso orribile! Un disastro! È
vero, la responsabilità è stata anche mia…non avremmo
dovuto farlo nel letto di Sasuke-kun…però avremmo
potuto semplicemente scusarci ed andarcene! Invece tu, no! Testardo e idiota
come sei, hai per forza dovuto litigarci anche adesso! – sospirò tristemente e
mollò la presa, dandogli le spalle – Avevo ragione…è
stato un errore…che non si ripeterà mai più! – .
Non
poté vedere l’espressione nuovamente ferita e mortificata del biondo, ma lo
sentì sussultare distintamente e trattenere il respiro. Di nuovo, una fitta
dolorosa al petto la colpì, ma di nuovo la ignorò, questa volta, presa dal
proprio dolore e dalla delusione.
Corse
via, fingendo di non sentire il richiamo di Naruto. Solo aumentò il passo,
quando lo sentì correrle dietro.
Lui
la vide allontanarsi e si affrettò a raggiungerla. Per poco non cadde a terra dalla
sorpresa, nel momento in cui qualcosa lo colpì alla nuca, costringendolo a fermarsi.
Si
voltò, per scorgere Sasuke con ancora il braccio teso nella sua direzione.
-Teme,
che diavolo…! – sbraitò, prima che l’altro lo
interrompesse, con il suo solito tono gelido.
-
Ti ho detto di vestirti, idiota! – solo allora si accorse che ciò che l’altro
gli aveva lanciato, non erano altro che i suoi vestiti.
Sospirò
e cominciò mestamente a vestirsi, dopo aver sentito distintamente la porta dell’ingresso
principale, chiudersi con un rumore secco.
***
Kakashi
aveva sempre avuto il sospetto che i suoi allievi fossero un po’ fuori dal
comune, forse non proprio normali.
Fu
proprio in quel momento, giunto nel giardino di Villa Uchiha, per parlare con
il padrone di casa, quando lo trovò intento a fissare indifferente un simpatico falò che, dedusse, lui stesso
doveva aver appiccato, che quel sospetto divenne una certezza.
Si
avvicinò con circospezione al più giovane e gli pose la domanda che, spontanea,
gli era sorta:
-Sasuke…che stai facendo? -. L’altro gli
lanciò un’occhiata d’ovvietà e non rispose.
-
Ok…- riprese allora Kakashi, cercando di non farsi
abbattere dalla scarsa loquacità del moro -…forse la
domanda più corretta è: per quale motivo lo stai facendo? -.
Sasuke
fece un gesto vago con la mano e, prima di rispondere, assunse una strana
espressione disgustata. Infine, si decise a parlare:
-Questa
mattina, al mio risveglio, ci ho trovato dentro due insetti fastidiosi…-
rispose vago.
Il
maestro sollevò un sopracciglio, perplesso. Da quando Sasuke era così
schizzinoso? Ad ogni modo, non la reputava una cosa talmente grave da dover
addirittura bruciare il materasso con tanto di lenzuola, coperta e cuscini.
-Oh. Capisco. – concluse, con tono di chi
in realtà non aveva capito proprio nulla.
Sasuke
non parve farci caso, troppo concentrato com’era, ad osservare il materasso
ardere, perso in chissà quali pensieri.
Preferì
non indagare oltre, limitandosi a fissare il fuoco a sua volta, ormai
totalmente dimentico del motivo che lo aveva spinto fin laggiù.
***
Contemporaneamente,
dall’altra parte del villaggio, mentre il crepuscolo era ormai sceso su Konoha,
tingendo i muri delle case e le fronde degli alberi di calde tonalità arancioni,
ponendo fine ad un’altra giornata per gli abitanti, anche una giovane kunoichi,
si affrettava ad abbandonare il suo luogo di lavoro.
Sakura
sospirò, chiudendo a chiave l’entrata del suo ufficio e cominciando a
percorrere stancamente i lunghi corridoi delle corsie ospedaliere.
Aveva
passato una giornata orribile, tutto il tempo immersa nelle proprie
riflessioni; era stata talmente distratta da combinare un disastro dietro
l’altro. Alla fine, sotto consiglio di Shizune, si era rintanata nel suo
ufficio, decisa a uscirne solamente a sera inoltrata.
Tuttavia,
quell’increscioso dilemma che l’assillava, non aveva ancora deciso di
abbandonarla.
Da
quando, quella mattina, dopo aver lasciato villa Uchiha, ed aver sbollito tutta
la sua rabbia, era riuscita a pensare di nuovo razionalmente, un quesito di
vitale importanza le martellava il cervello: aveva sbagliato a trattare Naruto
in quel modo?
E
la risposta era sempre la stessa: sì, aveva sbagliato. Certo, Naruto era ancora
piuttosto infantile e non si era comportato nel migliore dei modi, solo non
l’aveva fatto con l’intento di ferirla, quello era sicuro.
Inoltre,
dovette ammettere, che, a parte quella piccola idiozia, Naruto era stato
davvero impeccabile. Non pensava potesse essere così dolce e galante. Era stata
davvero bene con lui. Che se ne fosse veramente innamorata?
A
quel pensiero, le gote le si scaldarono e si bloccò all’improvviso.
Un
simile pensiero non era da lei. Si era sempre proclamata incondizionatamente
innamorata di Sasuke Uchiha, e non aveva mai guardato ad altri ragazzi come
potenziali fidanzati, ed ora, quei pensieri la spiazzavano. Ma era con Naruto
che aveva fatto l’amore. Con lui, non con Sasuke, e le era anche piaciuto.
Si
morse il labbro inferiore, tormentata, e stabilì che quello non era il momento
migliore per certi pensieri; adesso doveva pensare, prima di tutto, a scusarsi
con Naruto. Infondo, anche lei era colpevole quanto lui, avrebbe potuto
benissimo rifiutare di farlo nel letto del loro migliore amico. Naruto non
l’aveva costretta.
Riprese,
quindi, il suo cammino, diretta verso l’ufficio dell’Hokage, dov’era sicura, ci
avrebbe trovato ancora il biondo ninja.
Una
volta arrivata davanti alla porta dell’ufficio, però, l’indecisione tornò a
tormentarla, vi rimase perciò, diversi minuti davanti con il pugno alzato.
Che
diavolo le prendeva? Doveva solo chiedere scusa a Naruto per come si era
comportata, non era poi così difficile, in fondo.
Era
Naruto, diavolo! Lo stesso imbranato, casinista e pasticcione Naruto, che aveva
conosciuto a dodici anni!
No,
le suggerì maligna, una vocina nel suo cervello, quello non era lo stesso
ragazzo di quando andavano ancora all’accademia. Quello di adesso era un uomo,
sesto Hokage di Konoha e la persona a cui aveva donato la sua prima volta.
Arrossì
di nuovo e abbassò il capo. Era quello che la bloccava: quella mattina, presi
dall’imbarazzo di essere stati scoperti da Sasuke, non avevano avuto modo di
riflettere e di confrontarsi.
Prese
un profondo respiro e busso: era giunto il momento di farlo.
Un
ovattato “avanti” giunse alle sue orecchie e Sakura entrò.
-Naru…- si bloccò, accorgendosi solo in quel
momento della presenza di Gaara, il Kazekage di Suna, corresse quindi il modo
in cui si era rivolta al compagno - …Hokage-sama…ero
venuta a parlarvi, ma vedo che siete occupato…-
disse, riferendosi ovviamente al giovane dai capelli rossi che la osservava con
la sua solita aria indifferente.
Naruto
si irrigidì, non si aspettava che Sakura gli avrebbe rivolto la parola tanto
presto, men che meno, quella sera stessa. Indi per
cui, voleva parlarle immediatamente, però non poteva certo cacciare via Gaara.
Ci pensò lui stesso a tirarlo via da quell’impaccio, ponendo fine al suo
tormento:
-Non
preoccuparti, Sakura-san. Abbiamo concluso, stavo per andarmene. – detto ciò,
si alzò e si rivolse a Naruto – Hokage-sama, vi
saluto. Chiariremo i dettagli in seguito…buona notte.
– e con un lieve inchino, si congedò.
Rimasero
quindi soli. La kunoichi chiuse la porta dietro di sé ed avanzò, fino a
trovarsi davanti al biondo. Passarono diversi minuti, durante i quali, nessuno
dei due aprì bocca.
Intimorita,
Sakura tenne il capo basso fino a che la voce di Naruto la fece sobbalzare e la
costrinse ad alzarlo.
-Per
me non lo è stato…- cominciò il ragazzo, con tono
serio, guardandola dritta negli occhi, e prima che la compagna potesse chiedere
a cosa si riferisse, egli riprese, con tono leggermente più alto – per me non è
stato un errore. Mi dispiace che per te lo sia stato…mi
dispiace per il “risveglio”, per come mi sono comportato. So di essere stato
infantile e mi dispiace anche per tutto quello che ne è conseguito…ma
non mi pento di ciò che ho fatto. - .
Sakura
lo guardò shockata: non si aspettava che il ragazzo sarebbe stato così maturo e
diretto. Se ne compiacque e sorrise.
-No,
Naruto…non c’è bisogno che ti scusi…piuttosto
sono io a doverlo fare…certo, non ho gradito quanto
successo questa mattina, ma non posso attribuirtene tutta la colpa ed in più,
non avevo comunque il diritto di agire in quel modo…mi
dispiace, ti chiedo scusa…-.
Nemmeno
il biondo si aspettava una simile reazione da parte di lei; si aspettava di
dover passare la serata – e forse anche il resto della vita…-
a chiederle scusa e si aspettava di tornare a casa con le ossa rotte e la testa
cosparsa di bernoccoli. Tutto ma non quello.
-Dici
sul serio, Sakura-chan? – chiese, con voce piena di
speranza, quasi infantile, che fece sorridere la ragazza.
-
Sì. – rispose. Lui si illuminò.
-
Quindi non mi odi? – lei negò con il capo e ridacchiò.
-
No, non ti odio, baka! – con un urlo, sicuramente non
degno di un Hokage, Naruto le si lanciò addosso e l’abbracciò fino a
soffocarla.
-
Non respiro, stupido! Mollami! – immancabile, un pugno si abbatté sul capo del
biondo, seguito dalla consueta lamentela. Dopodiché, fu di nuovo silenzio.
Questa
volta più dolcemente, Naruto si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò.
-Sakura-chan…vuoi sapere perché
non mi sono pentito di quello che abbiamo fatto? – lei arrossì, sia per la
vicinanza con il biondo, sia per le sue parole – perché…beh..ti
amo Sakura…- persino lo scuro incarnato brunito di
lui, prese un vivace color porpora a quelle parole.
In
quel momento Sakura, seppur un po’ shockata, si ritrovò a ripensare alla
domanda che si era posta pochi minuti prima: si era innamorata di Naruto?
E
mentre inspirava l’odore forte e avvolgente di Naruto, si beava del calore del
suo abbraccio e il suono basso e dolce della sua voce le invadeva i timpani, la
risposta giunse chiara e forte nella sua mente:
-Anche
io ti amo, Naruto -.
La
situazione era pressoché perfetta, finalmente, sennonché, passato qualche
minuto, ancora in silenzio, la bassa risata di lui si diffuse per la stanza.
Incuriosita, Sakura si ritrovò a domandare:
-Perché
ridi, ora? -. Lui accentuò ancora di più la sua risata e abbassò lo sguardo su
di lei.
-
Ammettilo però, la faccia di Sasuke, quando ci ha scoperti, era impagabile! –
disse, con un sorriso ebete.
-
Baka! Ma che diavolo ti viene in mente! – eppure, nemmeno lei riuscì a
trattenere l’ilarità, ripensando all’espressione del compagno…
*Fusuma: si tratta di
un pannello scorrevole che separa due stanze.
**Futon: si tratta di una spessa coperta
imbottita, generalmente utilizzata come materasso.
***Fukurodana: si tratta di un armadio a
muro.
****Kakemono: si tratta di un dipinto che
si srotola e si appende in verticale sulle pareti.
Onestamente,
sono molto contenta del mio secondo posto! Davvero tanto! Anche se è leggera ed
è una sciocchezzuola, mi sono impegnata per scriverla, perciò mi sento davvero
soddisfatta. Inoltre, faccio le mie congratulazioni a SHATZY
con STAND MY GROUND che si è classificata prima! Un grazie speciale
anche ad Urdi che ha indetto il concorso!
Riporto qui di seguito il suo giudizio:
2^ CLASSIFICATA:
IZAYOI007 con NOT IN MY BED
Titolo: Not in my bed!
Autore: Izayoi007
Genere: commedia, comico, umoristico, romantico.
Rating: Arancione.
Avvertimenti: Attenzione: chiari riferimenti alla sfera sessuale.
- Originalità: 8/10
- Grammatica e sintassi: 9/10
- Capacità di mantenere Ic i personaggi: 9/10
- Attinenza al tema assegnato: 5/5
- Giudizio personale complessivo: 9.5/10
Una fanfic emozionante, anche se è senza troppe
pretese. Devo ammettere che mi ha tenuta incollata allo schermo, perché sei
stata proprio brava a descrivere le scene e i sentimenti dei personaggi (quando
Sakura si arrabbia con Naru è scesa una lacrimuccia).
Non ci sono particolari errori (forse qualcuno di battitura, ma nulla di
assurdo, forse un accento), il tema è stato ben rispettato e anche tu, come Shatzy hai saputo creare una gran bella reazione a catena
ed un litigio NaruSasu niente male! Mi ha davvero colpita
per come hai affrontato il team 7!
Una sola cosa, forse, e dico forse, la parte in cui Kakashi va da Sasuke e lui
brucia il letto, l’avrei messa come finale XD o quantomeno avrei cercato di
capire meglio i sentimenti dell’Uchiha e perché se la sia presa tanto. Ma c’è
tempo per un sequel, vero? I miei complimenti, brava!
La frase che mi ha colpita:
“-Naruto, lavami immediatamente quel coso da
davanti alla faccia! – sibilò bieco, rosso di rabbia, riferendosi
inequivocabilmente agli organi genitali del compagno – O giuro che te lo
strappo e lo appendo in cima alla torre dell’Hokage! Poi sì, che potrai
affermare di essere talmente devoto al villaggio da “lasciare” una “parte di
te” sempre in ufficio! - . Non aveva mai composto una frase altrettanto lunga
in vita sua, se non per esprimere quella minaccia.”
Scena memorabile. Questa battuta la ricorderò a vita, perché mi ha fatta
sbellicare!
Voto: 40.5/45
Detto questo: bacioni e saluti, Izayoi007