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Autore: Rowan936    06/06/2015    4 recensioni
La casa di Dean è infestata da un fantasma piuttosto particolare.
Dean non ritiene di soffrire la solitudine, anche se da quando suo fratello ha avuto la bella idea di fare le valigie e andarsene a Stanford per studiare legge la sua casa è davvero troppo vuota. […]
Dean non ritiene di soffrire la solitudine, eppure, quando uno spirito morto centotredici anni prima si impietosisce e comincia a interagire con lui, dopo il sacrosanto iniziale stato di negazione, seguito dalle prove e controprove per verificare che quello sia effettivamente un fantasma e che non sia lui ad essere diventato pazzo, non si può dire che la cosa gli dispiaccia.

[Destiel][AU][ghost!Castiel/human!Dean]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Disclaimer
: Supernatural e i personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Eric Kripke, Warner Bros Studios e tutti coloro che ne detengono i diritti. Il titolo della fanfiction è tratto dalla canzone “Taking over me” degli Evanescence. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
 
 
 
*    *    *
 
You are taking over me
 
 
 
 
 
Dean non ritiene di soffrire la solitudine, anche se da quando suo fratello ha avuto la bella idea di fare le valigie e andarsene a Stanford per studiare legge la sua casa è davvero troppo vuota.
Non è mai stato solo in tutta la sua vita: anche se ha perso la madre a quattro anni e il padre a diciannove, ha sempre avuto Sam di cui occuparsi.
Ora però deve ancora abituarsi a cucinare solo per sé, e quando apparecchia la tavola per due solo a causa della forza dell’abitudine, lasciando poi il piatto vuoto di fronte a sé perché metterlo via sarebbe peggio che tenerlo lì, sente lo stomaco attorcigliarsi su se stesso.
Dean non ritiene di soffrire la solitudine, eppure, quando lo spirito di un uomo morto centotredici anni prima si impietosisce e comincia a interagire con lui, dopo il sacrosanto iniziale stato di negazione, seguito dalle prove e controprove per verificare che quello sia effettivamente un fantasma e che non sia lui ad essere diventato pazzo, non si può dire che la cosa gli dispiaccia.
 
 
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Ricordati di ritirare i vestiti in lavanderia.”
Quando Dean si alza, ogni santa mattina, per prima cosa mette su il caffè e va in bagno a lavarsi la faccia. Sullo specchio sopra al lavandino, trova sempre una scritta diversa, fatta con qualcosa che somiglia inquietantemente a del sangue, giusto perché il suo amico ha voglia di essere banale.
Di solito sono dei promemoria per lui, perché evidentemente il suo nuovo coinquilino lo ha osservato abbastanza a lungo da sapere che il disordine tra la sua roba rispecchi un certo disordine mentale.
Dean sbuffa sonoramente, lanciando un’occhiataccia alla lavatrice guasta.
« È tutta colpa tua. » sibila in sua direzione, con rancore. Attende qualche istante, perché a questo punto non lo stupirebbe affatto se la lavatrice replicasse in qualche maniera, ma quando non succede niente e il caffè è pronto torna in cucina.
Lì, seduto al posto di Sam, davanti alla tazzina vuota che Dean continua imperterrito a tirare fuori, si trova Castiel Novak, morto per un incidente a cavallo e rimasto legato alla Terra. Il Winchester non sa come funzioni, e neppure il fantasma a dire il vero: probabilmente a impedire a un’anima di lasciare la Terra è un lavoro incompiuto, qualcosa da portare a termine, o magari la troppa paura della morte – ha letto qualcosa del genere su Internet, una volta.
Quest’ultimo di certo non è il caso di Castiel, comunque, perché ha già ammesso apertamente di essere molto religioso e dunque la morte per lui avrebbe solo significato il ricongiungimento con Dio e bla bla bla – Dean non ha mai creduto in queste sciocchezze, in ogni caso.
Il Winchester fa un cenno con una mano, andando a prendere il caffè e versandolo sia nella sua tazza che nell’altra.
« Cas. » dice Dean a un certo punto. « Non vorrei dire, ma potresti evitare di uccidere una gallina ogni volta che mi lasci un messaggio sullo specchio? »
Castiel lo fissa con i suoi occhioni blu che, a causa del viso pallido, risultano particolarmente brillanti e inquietanti.
« Dean, » comincia, e ha un modo di trascinare il suo nome che lo fa rabbrividire. « quella è vernice. Non ucciderei mai un animale innocente. »
Il Winchester lo fissa per qualche istante, immobile e in silenzio, poi ripete: « Vernice? »
« Esatto. »
« … »
« … »
« Che razza di fantasma non usa neppure del sangue vero? » borbotta Dean, addentando una brioche.
 
 
*
 
 
Oggi è il compleanno di Sam.
« Grazie tante, Cas, lo so benissimo. » borbotta Dean, anche se non è certo che il fantasma possa sentirlo. Magari è già al piano di sotto a fare colazione, o sta aleggiando tra le mura di casa.
Dean ha il telefono in mano, prenderlo è stata la prima cosa che ha fatto quella mattina, quando si è ricordato di non poter fare gli auguri a Sam semplicemente irrompendo nella sua stanza, ma non si è ancora deciso a chiamare.
« Dovresti fargli gli auguri. » gli suggerisce Castiel, e a Dean prende un mezzo infarto nel ritrovarselo alle spalle. E, per la cronaca, non porta con sé freddo o roba simile: il fantasma emana calore, come se fosse ancora vivo. Quando poi tenta di sfiorarlo, però, inizia a tremolare e la parte “lesa” comincia a svanire.
« Cas! » sbotta il Winchester. « Ti ho già detto mille volte di non apparirmi alle spalle a questa maniera. Mi farai prendere un infarto, prima o poi. »
« Le mie scuse. » dice il fantasma, allontanandosi di un passo.
Dean non ce la fa a fingere di essere arrabbiato: non ne ha voglia.
« Però dovresti davvero augurargli buon compleanno. » ribadisce Castiel, e il Winchester lo manda poco elegantemente a quel paese, dicendogli poi di andarsene perché ha bisogno di usare il bagno e “insomma, lasciami un po’ di privacy, Cas”.
Quando il fantasma se ne va, Dean sbuffa e preme il tasto di chiamata.
Sam risponde dopo appena uno squillo: evidentemente aveva il telefono in mano. Senza accorgersene, Dean sorride leggermente.
« Dean? »
« Ehi, Sammy. »
 
 
*
 
 
« Lo hai chiamato. »
« … »
« E ora sei più felice. »
« Cas, piantala. Sembri una ragazzina. »
« Come vuoi. Ma non dovresti vergognarti dell’affetto che provi verso tuo fratello. »
« Chiudi la bocca. »
 
 
*
 
 
Quando Dean spalanca gli occhi all’improvviso, non ricorda con esattezza cosa stesse sognando. Forse era qualcosa riguardo a una casa in fiamme e suo fratello che piangeva tra le sue braccia.
Gli passa comunque di mente quando nota Castiel in piedi accanto al suo letto e intento a fissarlo.
« Ma che– Cas! » sbotta, incredulo. « Che cos’è ‘sta novità?! »
Castiel inclina leggermente la testa di lato, assottigliando gli occhi.
« Non è una novità. » annuncia, con naturalezza, e Dean strabuzza gli occhi.
« Quindi mi fissi dormire tutte le notti, come una specie di maniaco? »
« Veglio su di te. » replica Castiel, e, con quegli occhioni blu spalancati, sembra dannatamente innocente per uno che lo stava guardando dormire.
Dean sbuffa. Un fantasma maniaco con la sindrome da vampiro luccicante e che si è autoeletto il suo angelo custode. Complimenti, tu sì che hai buon gusto in fatto di amicizie.
« È inquietante. » lo informa, togliendosi le coperte di dosso per andare al piano di sotto. Non ha più nessuna voglia di dormire. « Io vado a vedere un po’ di televisione. »
Castiel lo segue, aleggiandogli intorno anche se potrebbe semplicemente passare attraverso il pavimento o comunque lanciarsi giù a una velocità incredibile.
Dean si sente un po’ meno solo ogni volta che il fantasma sceglie di procedere al suo stesso passo.
 
 
*
 
 
Hai russato ‘sta notte
« Io non russo! » sbotta Dean, indignato.
 
 
*
 
 
« Andiamo a berci qualcosa, fratello? » domanda Benny, dandogli un colpetto amichevole al braccio.
Dean ricambia il sorriso, ma scuote la testa.
« No, scusa, sono stanco. » declina, salutandolo con un cenno della mano mentre sale in macchina. Fa partire il disco dei Metallica e batte la mano sul volante a ritmo con la canzone.
Ha promesso a Castiel che gli avrebbe insegnato a usare la playstation.
 
 
*
 
 
« Come mai non rispondi? » domanda Castiel, in piedi accanto a Dean che ha deciso di imparare a cucinare la crostata di mele, perché la sua pasticciera di fiducia ha chiuso e lui non ha nessuna voglia di andare a cercarne un’altra.
« Ho le mani occupate. » replica, senza staccare gli occhi dall’impasto. « Cos’è che dice ora la ricetta, Cas? »
Mentre Castiel si avvicina al libro aperto per leggere ad alta voce, il cellulare continua a squillare e il numero di Bobby lampeggia sullo schermo.
 
 
*
 
 
Buon compleanno
« Mpf. Potevi farmeli a voce. » sorride leggermente Dean.
Quando scende al piano di sotto, Castiel lo sta aspettando con una crostata di mele un po’ storta – « Non è facile cucinare quando per toccare gli oggetti devi mantenere costante concentrazione, mi auguro sia commestibile. » « È buoniffima, Caf! »
 
 
*
 
 
« Dean, ho bisogno di un favore. » annuncia Charlie.
Il Winchester le fa cenno con la testa di continuare.
« In realtà non penso ti dispiaccia: ho conosciuto una ragazza, solo che la sorella non la molla un attimo, quindi ho bisogno che ‘sta sera venga anche tu così facciamo un doppio appuntamento e puoi… Distrarla, diciamo. » spiega Charlie, con un sorriso furbo.
Dean è tentato, perché in effetti è da un sacco che non va con una donna, ma rifiuta.
« Scusa, Charlie, ma ho un impegno. »  
Castiel ha promesso di insegnargli a giocare a scacchi.
 
 
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« Dean, non penso che sia una competizione equa. » gli fa notare Castiel, tranquillo.
« E perché mai? » dice Dean, sorridendo sornione dopo aver vuotato l’ennesimo bicchiere di whiskey. « Credi di essere più forte di me? Io reggo bene l’alcool, non sono Sammy, io! »
« Dico solo che io sono un fantasma, Dean. » spiega Castiel. « Posso mangiare e bere, ma è come se non lo facessi. »
« Oh, su, divertiti un po’! » gli dice il Winchester. « Si vive una volta sola! »
Rimangono in silenzio qualche istante, poi Dean scoppia a ridere.
« Ah, no, giusto, per te è la seconda! Che figlio di puttana fortunato! »
Alza il bicchiere come per fare un brindisi, poi ci ripensa e lo riabbassa, aggrottando le sopracciglia con aria torva. Una volta lui e suo fratello si sono messi a bere e ricorda che Sam si è preso una sbronza triste e ha iniziato a piangere e dire che non gli vuole bene e che papà non gli voleva bene anche se non è vero perché Dean lo sa che John adorava il suo secondo genito, anche se litigavano tanto e lui doveva mettersi in mezzo per non ritrovarsi con un familiare in meno. Sam una volta ha approfittato della sua leggera sbronza per parlare di sentimenti e della mamma e della morte di papà. In quel periodo lo ha stressato tantissimo perché parlasse e si confidasse e Dean è arrivato a pensare che volesse trasformarlo in un idiota tutto abbracci e lacrime.
« Sam sembra una ragazzina. » borbotta, senza apparente motivo.
Castiel è confuso, Dean ride.
« Sei proprio bello quando inclini la testa a quella maniera! »
 
 
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Ricordati che devi a Jo i soldi per gli alcolici
« Ho come l’impressione che dovrò pagare a rate. » sbuffa Dean.
 
 
 
*
 
 
« Okay, senti, inizio a essere davvero preoccupato. »
Dean rotea gli occhi con aria esasperata e sfoggia un’espressione che sembra dire: “Davvero? Vuoi davvero ricominciare con questo discorso?”
« E non fare quella faccia! » lo sgrida Bobby, puntandogli il dito contro. « Ma guardati! Sei pallido come un morto perché esci di casa solo per andare al lavoro, stai dando dei tagli a tutti, nemmeno te ne vai più in un qualche bar a casaccio di venerdì sera! Non sembri più tu, Dean. »
« Non dire sciocchezze. » sbuffa il Winchester, incrociando le braccia.
Deve andare: a casa c’è Castiel che lo aspetta e non vuole arrivare in ritardo, lasciandolo solo più del necessario.
« Non dire sciocchezze?! » ripete Bobby, quasi urlando « Quanto tempo è che non lavi la tua macchina, Dean? – fa una pausa, per lasciare al Winchester il tempo di rendersi conto che, in effetti, è passato un po’ troppo tempo dall’ultima volta, per i suoi standard – Senti, lo so che Sam– »
« Lascia stare Sam, non c’entra niente. » lo ferma subito Dean, perché non ha voglia di parlare di suo fratello che è sempre più impegnato, che chiama sempre meno e quando lo fa non può restare a parlare per più di cinque minuti, suo fratello che si è innamorato di una ragazza e che pensa sempre meno a lui.
Ma non è solo nemmeno lui, ora: ha Castiel.
« Sì che c’entra: è il motivo per cui ti stai chiudendo in te stesso! »
« Non hai capito niente. »
« Senti, figliolo– »
« Tu non sei mio padre. »
Dean lo sputa fuori senza riflettere, perché ha fretta: Castiel lo sta aspettando e lì sta perdendo tempo – non ripensa a tutte le volte in cui John da piccoli li ha lasciati a casa di Bobby e a quanto quell’uomo gli sia stato vicino, o magari ci pensa, ma la priorità è l’amico che lo attende a casa.
Non aspetta una risposta e se ne va.
 
 
*
 
 
« Sei arrabbiato. » constata Castiel, quando Dean si chiude la porta di casa alle spalle con un po’ troppa forza.
« No. » sbuffa, lanciando la giacca sul divano e sistemandosi invece su una delle due poltrone. « Affatto. »
Castiel lo fissa senza dire una parola, finché Dean non sospira, sconfitto.
« La gente non si fa i fatti suoi. » spiega, senza andare nello specifico, ma sembra che al fantasma basti. Tuttavia, rimane immobile tra lui e la televisione.
« Spostati da lì, Cas, inizia Dottor Sexy MD. » gli dice Dean, facendogli cenno con la mano di levarsi. Castiel si siede accanto a lui, ma continua a fissarlo.
« Sei pallido. » annuncia dopo un po’.
« Silenzio, parla il dottore. »
 
 
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Devi richiamare Bobby
« Semmai dopo. » mente Dean.
 
 
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Quando Dean torna a casa, trova Castiel con in mano il cellulare che si è dimenticato quella mattina.
« Ehi, Cas, cosa fai con quello? » domanda, stranito.
Castiel lo fissa in silenzio per qualche istante, poi con un fruscio improvviso Dean se lo ritrova davanti. Ha un’espressione impassibile. Inquietantemente impassibile.
« Bobby è arrabbiato con te. » annuncia, e la sua voce non è mai stata così fredda.
Dean deglutisce, senza neppure accorgersene. Da quando il fantasma si mette ad ascoltare i messaggi nella sua segreteria?
« Sì, abbiamo avuto una discussione. » gli confessa, perché in fondo è normale, per quale assurdo motivo dovrebbe importare a Castiel?
« Dice che ti stai isolando. » continua il fantasma, e Dean non sa se quel tono sia accusatorio o solo preoccupato.
« Cazzate. » stabilisce, categorico.
« Sei sempre qui con me. » gli fa notare Castiel.
« Non sono solo, infatti. »
Castiel continua a fissarlo senza aggiungere una parola. Sparisce chissà dove e Dean, per la prima volta da parecchi mesi, quella sera guarda la televisione da solo.
 
 
*
 
 
Quando la mattina seguente si sveglia, va in cucina a mettere su il caffè e poi in bagno a lavarsi la faccia. Si sente immensamente sollevato quando trova una delle solite scritte sullo specchio.
Ciao, Dean
Aggrotta le sopracciglia, confuso. Possibile che Castiel non abbia trovato nulla di diverso da dirgli quella mattina? Perché è abbastanza certo di aver lasciato dei vestiti sporchi sparsi per la camera, la sera prima, apposta perché il fantasma avesse un motivo per lasciargli un promemoria.
Appoggiata sul lavandino, trova una fotografia risalente all’ultimo compleanno di Bobby, in cui sono presenti tutti coloro che vengono considerati “di famiglia”.
E questa cosa ci fa qui?
« Cas? Ti sei messo a frugare tra le mie cose? » domanda, lasciando stare la fotografia e scendendo in cucina, aspettandosi di trovarlo seduto al tavolo, come al solito. Non c’è nessuno.
« Cas? »
Perlustra ogni stanza della casa, scrupolosamente.
« Cas. »
Lo chiama gentilmente, aggiunge minacce, insulti, tira colpi ai muri sperando di vederlo sbucare fuori da un momento all’altro. Niente.
« Cas! »
 
 
*
 
 
Castiel non si fa più rivedere.
Dean ammette che forse – un pochino – soffre la solitudine, arriva persino a gridarlo mentre spacca lo specchio del bagno con un pugno, ma questa volta nessun fantasma con gli occhi blu e i capelli scompigliati arriva a fargli compagnia.  
 
 
 
 
 
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Angolo autrice
Questa storia è ispirata a un prompt trovato su Tumblr (purtroppo non mi sono segnata il link), in cui si parlava di un demone (nella mia storia è un fantasma) che lascia messaggi di sangue sullo specchio, ma messaggi utili come promemoria ecc. E si parlava anche della battuta sull’evitare di ammazzare galline in continuazione, mi pare.
Il resto è frutto della mia mente bacata :)
Mi auguro di non aver combinato disastri con la caratterizzazione o la grammatica/ortografia, in ogni caso le critiche costruttive sono sempre ben accette :)
A presto!


  
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