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Autore: Angelika_Morgenstern    06/06/2015    3 recensioni
Anno 2020.
In un mondo grigio senza sentimenti, dove vivere è sinonimo di lavorare ed alle persone vengono cucite le labbra alla nascita, la grande e facoltosa azienda diretta da Anthony Waters, rampollo di un'importante famiglia che dirige potere e soldi, esplode misteriosamente e l'uomo viene dato per disperso.
Un mattino dove il sole è coperto dalle nubi generate dalle grandi fabbriche nelle quali la popolazione vive, una lettera giunge alla madre di Anthony.
La donna ne legge il breve contenuto, attonita.
Cosa c'è scritto su quel foglio di carta che viene dato subito alle fiamme?
Partecipa allo Speed date contest indetto da Triz
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
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28 dicembre 2020
 
Madre,
questa è la prima lettera che ti mando, e sarà anche l’ultima.
Sono tuo figlio Anthony, e ti scrivo per dirti che non sono morto come tu pensi.
Sono ancora vivo, ma non voglio che voi veniate a cercarmi, tantomeno voglio che mio padre sappia che sono vivo. Non ti dirò dove sono, avrai solo qualche mia notizia di tanto in tanto, ma non da me.
Adesso che sai la verità, ti starai chiedendo cos’è realmente successo.
Io ho fatto saltare in aria la fabbrica. Ero il braccio destro dell'amministratore e padrone, certo, ma non mi piaceva ciò che accadeva lì dentro.
Madre, sai come sono fatto.
Mi hai sempre bonariamente rimproverato di essere un emotivo, troppo idealista per questo mondo. Non c'è posto per gli ideali, l'amore e i sentimenti, l'unica cosa che traina il mondo è lo sfruttamento altrui.
Lo schiavismo.
I miei simili sono ridotti in schiavitù, hai sempre cercato di celarmelo durante l'infanzia per proteggermi, ma prima o poi l'avrei scoperto. Credevi fossi cieco, madre?
Io pensavo che tutti vivessero come noi: felici, con una famiglia, degli affetti e la libertà di parola.
Quello che ho scoperto è stato devastante: uomini e donne a cui è vietato farsi una casa ed una famiglia in nome del lavoro e del sacrificio, uomini stipati ad abitare nelle stesse fabbriche nelle quali lavorano, senza poter mai uscire di lì. E le donne, tenute in casermoni, costrette ogni due anni ad accoppiarsi con gli individui più forti e in salute al fine di far nascere ottimi esseri umani. Che cosa penosa, madre! Quanto senso di colpa provo per aver vissuto bene sulle spalle altrui! Noi che eravamo invischiati nel potere, noi sì che ci siamo potuti godere una vita vera, reale.
Non ce la facevo più, madre.
Ho fondato un gruppo di ribelli. Non abbiamo nome o tratti distintivi, la nostra unica missione è quella di aiutare gli altri e la firma del gruppo è quella di liberare le labbra della gente comune dai fili che le tengono unite. Cucire le labbra è uno dei crimini peggiori che abbia mai visto, impedire alla gente di parlare è rivoltante.
Ci diamo da fare per spacciare scritti dove diffondiamo storie di vite normali, al fine di incoraggiare le persone a liberarsi. E siamo in tanti, madre.
Vuoi sapere perché ti dico questo?
Per salvarti, madre.
Stiamo organizzando un colpo di stato.
Puoi dirlo a tuo marito, non ci troveranno mai. Pensate a salvarvi la pelle, piuttosto, perché io non potrò difendervi.
Mi manchi, madre. Mi mancano i tuoi occhi dolci e i tuoi sorrisi. Perdonami se ti ho deluso, ma non posso fare a meno di sentirmi in dovere di aiutare chi è meno fortunato: non voglio un mondo come quello della fabbrica.
Voglio essere libero, ma se non lo sono i miei simili, allora non potrò esserlo neanche io.
Ti mando un bacio e un fiore di campo che troverai nella busta, all’angolo.
Con affetto.
- Anthony Waters



Questo angolino di spiegazioni è necessario per chi, come me, è patito di musica.
Quando ho scritto Shine on You crazy Diamond, mi sono ritrovata ad ascoltare qualche altra cosina dei Pink Floyd, tra cui Another brick in the wall, il cui testo mi ha colpita molto.
E questo è il primo punto, che si ricollega alla data non molto in là rispetto a quella odierna: le attuali condizioni di lavoro imposte a noi trentenni sono molto antipatiche. Bisogna sacrificare tutto: vita sociale e affetti. 
Vengono richiesti sempre più spesso flessibilità e disponibilità totale, straordinari, luogo d'abitazione vicino a quello di lavoro, automobile di proprietà, il non avere una famiglia, dei figli soprattutto, e a volte anche il non avere un compagno.
Il lavoro ha finito per introdursi nella vita affettiva di ognuno di noi, modificandola ed a volte distruggendola. Ho visto avvocati rovinarsi la vita perché avevano permesso al lavoro di prenderli totalmente. Io stessa stavo facendo quella fine, ritrovandomi con otto chili in meno in una stanza d'ospedale ad attendere che i medici mi comunicassero se il mio cuore fosse stato danneggiato.
Fortunatamente fu un no, ma è stata quella notte in quel letto d'ospedale che mi sono chiarita le idee. Mai più il lavoro avrebbe preso possesso in questo modo barbaro della mia vita.
Ho fatto tutto quello che un bravo lavoratore italiano non dovrebbe fare (vertenza e rifiutare lavori più grandi ed importanti del mio) perché posso farlo e non voglio più rischiare la vita per questo.
Bisognerebbe lavorare per vivere, non vivere per lavorare.
Ma è ciò che ci stanno portando a fare, con contratti che valgono quanto carta igienica per noi, che permettono quei datori di lavoro senza scrupoli a trattarci come pezze da piedi.
Sono convinta che la situazione non migliorerà ed andremo sempre a peggiorare. Ecco perché la lettera è datata 2020.
Roger Waters parlava dell'oppressione nei confronti degli studenti, io di quella impiegata sui lavoratori. 
L'idea ce l'avevo in testa non appena ascoltato il pezzo, ma cercavo un pretesto per metterla nero su bianco. Poi ho letto del contest, Triz mi ha mandato il pacchetto ed ho pensato fosse "perfetto".
Ed ecco qua.
Ho inserito due piccoli omaggi al pezzo e all'autore.
Il primo è nel protagonista, Anthony Waters - il pezzo fu composto da Roger Waters, bassista e cantante dei Pink Floyd.
Il secondo è nel muro. Il muro di Roger Waters, che io ho inteso diversamente, ovvero nella barriera che divide le due società del mondo di Anthony.

Have fun

- A.

 
   
 
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