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Autore: Alis97    06/06/2015    2 recensioni
Troverà pace solo con la morte dei corpi.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a mia cugina Giulia che, dopo averla ascoltata per prima, non ha più dormito

 

 

 

Un'ombra nella notte

 

Il primo sole aveva preso parte in quel cielo limpido e fresco. Solo lo scrosciare continuo dell'acqua di un torrente in fondo al bosco faceva da sottofondo, assieme al cinguettio dei primi uccelli che giocando si rincorrevano sui rami più alti di quei verdi alberi sulla collina.
Le campane, nel paese vicino, suonavano a nozze espandendo il loro suono portato dal vento fino alle cime più alte. Era un giorno particolare quello, una coppia di giovani innamorati aveva deciso di suggellare i loro sentimenti in un patto di amore eterno.
Tutto il paese era in gran festa. Balli, canzoni e risate furono i protagonisti, che accompagnarono i novelli sposi per tutto il giorno. Almeno fino all'arrivo del terzo sole.
L'aria si fece più fredda, e in cielo, mescolato al fuoco della sera, erano già presenti delle luminose stelle e con l'apparire di quelle una famiglia, che viaggiava spesso in posti lontani, decise di fermarsi in quel paesello di montagna, a respirare aria pura, lontani dal frastuono e la frenesia della vita di città. Avevano tre figli, vivaci anche loro, di età non così diversa e dalle guance candide. Tre maschi che di diverso avevano solo gli occhi, uno più scuro degli altri e capelli neri come la notte. Solo uno andava già alle medie, gli altri due ancora alle elementari. Presero una camera, nell'albergo al centro del paese. Le valigie erano ancora piene, solo un cambio veloce, un giro in bagno e poi tutti sotto le lenzuola.
Il mattino seguente giunse imminente, il sole baciava la stanza da lontano, una brezza primaverile fece vibrare le tende della stanza, trasportando con sé il dolce profumo di fiori. La signora Lewis arricciò il naso quando quella l'andò a sfiorare. I bambini erano scappati fuori, ad esplorare ogni possibile angolo di quel paese che già era attivo. Per le strade tutto sembrava nuovo per i tre piccoli esploratori, ma nulla attirava più di tanto la loro attenzione. Era un paesino, come molti altri, anche se dietro vi era qualcosa a loro ancora di ignoto.
Presi dalla curiosità di fare diventare quel posto senza più alcun segreto, decisero di comune accordo di arrampicarsi su per quella vicina collina, salendo anche oltre, addentrandosi nel fitto bosco. I genitori al risveglio non si curarono troppo della scomparsa dei tre bambini. Erano soliti ad andare a visitare il posto che visitavano e magari tornare solo dopo al calare del sole. Nel frattempo i tre bambini salirono rapidi, stando vicini al sentiero, allontanandosi passo dopo passo dal brusio della vita che c'era sotto a loro. Entrarono nel cuore della foresta, tra il cinguettio e il fruscio delle fronde degli alberi. Salirono ancora fino ad arrivare a quelle che poteva apparire come una piccola e antica casettina fatta di sassi e ormai ricoperta da fastidiosi rampicanti. La porta era sbarrata con diverse travi ormai bucherellate dalle termiti. Una spinta del maggiore e quella cadde giù, con un fragoroso rumore.
L'interno buio, puzzava di muffa e urina, c'era qualcosa di marcio che impestava l'ambiente; un odore terribilmente forte e pungente. Le finestre anche quelle erano sbarrate dalle travi in modo da non fare entrare uno spiraglio di luce, era come se qualcuno avesse nascosto di proposito la casa e l'avesse bloccata dall'esterno. I tre bambini si fecero ugualmente coraggio, proseguendo per il piccolo salotto dal pavimento scricchiolante, facendosi luce solo con il cellulare del fratello maggiore. Deglutirono un paio di volte alla vista di topi morti e ragni stecchiti. Alcuni di quelli morsi allo stomaco nel quale ancora gorgogliava fuori, tra piccoli spasmi, sangue caldo. I minori si strinsero dietro al primo, facendo attenzione a dove mettevano i piedi.
Niente, non c'era assolutamente niente in quella casa terrificante, ma uscirono lo stesso in fretta. Il cielo era insolitamente scuro, un eclissi sembrava, la luna stava inghiottendo il sole e rapidi, prima che quello l'avesse mangiata scesero per la collina. Riprendendo la stessa strada di prima. Da lontano un ramo si spezzò, e stormi che prima erano a riposare su gli alberi si dileguarono, come spaventati. Un vento gelido scivolò lungo il corpo dei tre bambini che lesti correva nel villaggio. Non fecero parola, non guardarono nessuno in viso. Quello che videro lassù rimase tra di loro un segreto. In piazza tutti stavano guardando quello spettacolo, esclamando versi di puro stupore e poi, quando il sole tornò ad illuminare quella terra gli abitanti ripresero il loro solito lavoro, inconsapevoli che la casa era stata aperta.
Strane voci correvano su quella casa, la leggenda più nota era che un uomo, dal nome e dal volto ormai dimenticato, secoli prima avesse fatto un patto con dei demoni. Stanco di invecchiare donò loro cuore e anima per ottenere così il dono della vita eterna. Ma ciò non avvenne. Scoprendolo la gente lo condannarono al rogo, per eresia e per essere un fedele servo del Diavolo. Prima di morire, giurò vendetta e che un giorno il suo corpo avrebbe camminato ancora su quella terra, prendendo quello che gli era stato portato via: la vita! Per timore i primi abitanti seppellirono tutti i resti lontano dal loro villaggio e sopra, quelli che vennero dopo, ci costruirono una casa, che venne sigillata. All'interno cominciarono ad accadere cose strane, vi erano rumori e lamenti seppur la casa era completamente abbandonata.
Il sigillo venne dunque rotto e l'anima tornò a girare in cerca di sangue, prendendo la vita a quelli che gliel'hanno strappata. Cibandosi della loro anima e dei loro cuori, che gli darà una nuova forma e l'immortalità che tanto aveva desiderato. Rimanendo per sempre un'ombra che striscia nel freddo e nella nebbia della notte. Non trovando più pace se non rancore e vendetta.
Quella notte, un velo grigio si abbassò su quella città dormiente, sibilava forte e a fare da luce solo la sferica luna sopra il paese. Entrava dalle finestre, espandendosi per tutta la stanza, andava a trovare chiunque al suo interno ci abitasse. Si levò un urlo agghiacciante e poi calò il silenzio, sul letto vi era un corpo immobile con un buco nel petto, dal quale ancora sgorgava caldo il sangue pompato dal cuore ormai fermo. Si accesero le luci e altri arrivarono, insieme urlarono e prima di spirare videro la sua ombra scivolare dentro di loro e prima di dare un ultimo respiro i suoi occhi gelidi e sanguinosi li guardò accasciarsi al suolo e poi scomparire.
Divenne una città fantasma, e ancora, se si tende bene l'orecchio, si possono udire i gridi di disperazione di quegli spettri che più troveranno pace e che disperati cercheranno la morte eterna.



 

 

 

 

 

Alice Bellucci, Un'-ombra-nella-notte copyright © 2015

   
 
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