Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Ice_DP    06/06/2015    4 recensioni
E se un Ace adulto avesse la possibilità di parlare con l'Ace di un tempo, quello che aveva soli dieci anni?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Double Ace


Davanti a lui aveva un ragazzo che gli assomigliava incredibilmente: aveva i suoi stessi capelli, i suoi stessi occhi, le sue stesse lentiggini; eppure nel comportamento non riusciva a ritrovarsi. Questo tipo sorrideva continuamente, aveva l'aria allegra nonostante i suoi occhi tradissero una certa tristezza.
Possibile che avesse un fratello più grande?
Era sempre stato abituato ad essere lui, insieme a Sabo, il maggiore; mai aveva pensato ad una possibilità di quel genere.
Era persino riuscito ad anticipare le sue mosse, parare i suoi colpi e a fargli volar via con un solo semplice calcio, quel bastone di ferro che lo accompagnava dappertutto.
Avrebbe tanto voluto che ci fossero Sabo e Rufy lì con lui, ma inspiegabilmente lo avevano lasciato da solo. Con quel tizio.
Quella situazione aveva qualcosa di inquietante e surreale.
Non aveva affatto voglia di stare lì, avrebbe preferito scappare il più lontano possibile, ma il suo orgoglio glielo impediva.
Non si fermava davanti a niente, nemmeno ad una tigre gigante.
Beh, forse a quella sì, ma ancora per poco.

Che vuoi?” gli aveva chiesto con un tono poco gentile, sperando di intimorire il ragazzo dalla ribelle chioma corvina.
Per tutta risposta quello lì sorrise ancora di più, facendo saltare i nervi al piccolo Ace.

Che hai da ridere?” il suo tono si era alzato, quasi ad urlare, per poter sembrare un minimo più convincente, ed ingoiare la paura che gli si era insinuata in gola.
Di nuovo quel tipo sorrise, se possibile con ancora più denti di quanti ne avesse un uomo normale.
Ma che diavolo aveva da ridere?
Osservò quel bambino dall'aria scontrosa davanti a lui, mentre un sorrisetto si faceva largo tra le sue labbra a sostituire quello gigantesco di poco prima.
Il piccolo Ace lo guardava un po' intimorito, non capendo davvero per quale motivo quel colosso muscoloso e dallo strano cappello, fosse piombato davanti a lui a quel modo.
Era giunto all'improvviso senza fare rumore, parandosi come un muro davanti a lui.

Devo dire che non ero molto simpatico, da bambino!” disse il ragazzo, lasciando che sullo sguardo del bambino si facesse largo un'occhiata molto dubbiosa.
Ma che diavolo stai dicendo?” chiese scorbutico, non capendo davvero che cosa potesse intendere.
Il ragazzo più grande si stiracchiò, lasciando che i raggi di sole, che filtravano dalle alte fronde degli alberi, gli inondassero le tante lentiggini disseminate sul viso.
Rise ancora.

Tu devi essere Ace, vero?” chiese, dopo un minuto di silenzio, facendo cadere la domanda di poco prima.
Il piccolo Ace era stupito e iniziava ad avere seriamente paura. Avrebbe almeno voluto avere il suo fedele bastone; invece quello era stato buttato vicino ai piedi di un albero poco lontano.

E anche se fosse? Cosa ti interessa?” aveva ringhiato, ma la sua voce tradiva paura e un leggero tremore.
Quel ragazzo aveva qualcosa di familiare, eppure non riusciva a non esserne spaventato a morte.

Tranquillo, non voglio farti del male” aveva risposto gentilmente, sorridendo sincero.
Anzi, ti chiedo scusa per averti fatto volare via il bastone”
E detto questo, raggiunse proprio quest'ultimo, raccogliendolo da terra e stando ad osservarlo per un po'. Gli tornarono alla mente tanti ricordi legati a quell'oggetto, ricordi che avrebbe sempre portato nel cuore, preziosi come un tesoro.
Tornò indietro, porgendolo al bimbo, che lo prese con uno scatto felino, pronto ad attaccare in caso di pericolo.
Il piccolo notò un grosso tatuaggio sul braccio sinistro che assomigliava al suo nome, ma non fece domande, limitandosi ad osservarlo, attento a non farsi scoprire. Chissà cosa stava a significare.

Che cosa vuoi?” chiese al più grande in tono minaccioso.
Voglio parlare con te per un momento” il sorriso era sparito, lasciando spazio ad un'espressione molto seria.
Il piccolo Ace ancora non si fidava, e teneva ben saldo il bastone tra le mani, come se gli desse sicurezza.

Chi sei?” quasi lo sussurrò, come se fosse intimorito dal sapere la risposta. Aveva il presentimento che non gli sarebbe piaciuta affatto.
Non importa, in questo momento...” fu la sua risposta, che in qualche modo celava qualcosa di strano e in un certo senso temibile.
Il piccolo Ace non volle indagare oltre, nonostante la curiosità iniziasse a farsi largo nella sua mente. Quella piccola sicurezza che derivava dal non sapere chi fosse il ragazzo davanti a lui, lo rendeva inspiegabilmente più tranquillo.
Ci fu un attimo di silenzio, dove nessuno dei due proferì parola; l'uno perché troppo intimorito, l'altro perché stava pesando le giuste parole da pronunciare.

Sei il figlio di Gol D. Roger, non è vero?” fu così che ruppe il silenzio, con una domanda che sapeva bene, avrebbe scatenato una reazione non molto gentile.
E tu come fai a saperlo?” il piccolo strinse i pugni sulla sua arma, facendo diventare bianche le nocche, indeciso o no se scagliarsi contro chi aveva nominato il nome di suo padre, che tanto odiava.
Non è importante nemmeno questo”
Adesso basta!” questa volta il piccolo Ace perse la pazienza, scagliandosi contro quel ragazzo misterioso che iniziava ad infastidirlo. Sapeva che probabilmente lo avrebbe atterrato con estrema facilità, ma stare lì impalato mentre veniva offeso, non rientrava di certo nei suoi canoni.
Fece un balzo che lo portò proprio sopra la sua testa, tirò le braccia in aria e si preparò per colpire l'avversario con un colpo micidiale. Ma non poteva sapere che colui che era appena un metro sotto di sé, era uno degli uomini più forti del mondo. O per meglio dire, sarebbe stato uno degli uomini più forti del mondo.
Una lingua di fuoco avvolse il bastone, costringendo il bambino a lasciarlo cadere a terra, le mani doloranti. Con un movimento velocissimo, il ragazzo lo prese per il colletto della maglietta, portandoselo vicino al viso, in modo da poterlo vedere negli occhi e costringerlo a fare lo stesso.

Stai esagerando” gli disse serio, a pochi centimetri dal suo naso, gli occhi quasi ridotti a due fessure.
Ho detto che voglio solo parlarti, ma se mi costringi a usare le maniere forti, lo farò”
Il piccolo Ace si irrigidì, cercando di divincolarsi dalla stretta, ma capendo poco dopo che sarebbe stato tutto inutile. Quel ragazzo era troppo forte e troppo muscoloso per lui.
Si arrese all'inevitabile, aspettandosi qualsiasi cosa da un momento all'altro.
Contro tutte le sue previsioni, l'uomo lentigginoso lo lasciò andare, appoggiandolo delicatamente a terra. Senza aspettare nulla, nemmeno che il bambino avesse tempo di pensare di poter scappare, iniziò a parlare, l'aria seria come non aveva mai avuto.

Lo so che non vuoi che il nome di tuo padre venga pronunciato” iniziò, provocando una scossa alla spina dorsale del più piccolo.
Ma so anche che avrai un padre, uno vero, che ti saprà rendere orgoglioso di chiamarlo tale”
Il piccolo non capiva; il ragazzo lo guardò, tornando a sorridere. In effetti era ancora un bambino, doveva fargliela un po' più semplice.

Un giorno, troverai un uomo degno di essere chiamato padre” disse infine.
Non ci credo, è una bugia!” gli urlò il piccolo per risposta, convinto della sua affermazione. In effetti non ci credeva davvero, abituato ad essere considerato il figlio di un mostro.
Anche io non ci credevo, quando ero come te” riprese lui calmo, abbassando leggermente la testa.
Il piccolo Ace la inclinò di lato.

Ma poi ho trovato chi mi voleva davvero bene, oltre ai miei fratelli”
Un 'altra scossa pervase la colonna vertebrale di Ace, immobile e ammutolito davanti a lui.

Ne ho trovati tanti altri, e mi hanno accettato per quello che sono. E ho capito che nel mondo c'era davvero qualcuno che poteva amarmi”
Tu non sei come me!” un altro grido del bambino, sull'orlo delle lacrime che non avrebbe mai pianto davanti a quel tizio. Un vero uomo non piange mai.
Siamo più simili di quanto credi” gli aveva risposto sorridendo, alzando lo sguardo verso di lui, per poi abbassarlo e continuare il discorso. Il cappello arancione gli copriva gli occhi.
So che pensi che forse sarebbe stato meglio non nascere, per evitare di creare mille problemi a te e a chi ti sta accanto”
Il piccolo Ace era pietrificato. Come diavolo faceva a sapere quello che pensava?

Ma ti assicuro che non è così. Io l'ho capito troppo tardi, ma tu puoi farlo prima” alzò nuovamente lo sguardo per incontrare quello sgranato e impaurito del bambino di fronte a lui. Era zitto e non osava proferir parola; sembrava inchiodato a terra, come se qualcuno lo stesse trattenendo. Il ragazzo sorrise.
Chi ti ama, lo fa a prescindere da chi sei”
Nessuno può amarmi! Io sono il figlio di un mostro!”
Una morsa allo stomaco prese il ragazzo più grande; gli faceva ancora male dopo anni. Forse non ne sarebbe mai uscito per davvero.

Tu sei figlio di chi scegli di essere. Un padre non è necessariamente quello con cui hai un legame di sangue; un padre è colui che ti cresce e che ha fiducia in te. Colui che non sta a guardare chi sei in teoria, ma che guarda chi sei in pratica”
E credeva fermamente nelle parole che stava dicendo; notò con piacere che negli occhi del bambino, di appena dieci anni, si accese un barlume di quella che pareva speranza. Non disse nulla, ma i suoi occhi dicevano tutto.

Ricorda che se sei al mondo, una ragione esiste. Ed esistono anche le persone che ti ameranno incondizionatamente, e che faranno di te un punto di riferimento. Ad esempio tuo fratello Rufy”
Il bambino, se possibile, rimase ancora più spiazzato.
Prima leggeva i suoi pensieri nemmeno fosse stato lui stesso a dirglieli, e adesso sapeva anche che suo fratello si chiamava Rufy?
Ma chi era quel ragazzo? Cosa voleva da lui?
Voleva parlare, ma le parole che sarebbero dovute uscire, morirono in gola ancora prima di prendere vita. Il suo discorso lo stava stregando, quasi; era come se dentro di lui si stesse facendo strada una consapevolezza mai avuta prima.

Ricordati sempre, sempre, ovunque andrai, che là fuori c'è sempre qualcuno che penserà a te” tornò a sorridere, avvicinandosi al bambino, che rimase piantato per terra, incapace di muoversi.
E non dimenticare nemmeno, che anche i veri uomini, piangono”
Si abbassò per arrivare a guardarlo un momento negli occhi, per poi rialzarsi e scompigliargli i capelli corti.
Si allontanò, prendendo il sentiero che lo avrebbe condotto in città, se non si fosse perso prima.
Il piccolo Ace guardò la sua schiena diventare sempre più piccola; voleva dire qualcosa, ma era ancora paralizzato da non sapeva bene cosa nemmeno lui.
Poi, d'un tratto, quelle parole fino a quel momento soffocate, uscirono impetuose in un grido sonoro.

Ma tu chi sei?!”
Il ragazzo si girò, lo poteva ancora vedere sorridere. Alzò la mano destra, che improvvisamente prese fuoco, le fiamme divamparono quasi pericolosamente.

Io sono Ace Pugno di Fuoco!”

Quel nome avrebbe capito presto essere il suo.
Quelle parole essere anch'esse le sue.
Non sapeva né come e né tanto meno il perché, il sé stesso che sarebbe diventato, si fosse presentato lì. Non lo avrebbe mai saputo, in realtà.
Era stato un incontro molto breve, ma che gli sarebbe per sempre rimasto impresso a fuoco nella memoria, e gli avrebbe cambiato tutto.
Doveva ringraziarlo per avergli permesso di vivere in maniera diversa quello che rimaneva della sua vita.
Non avrebbe cambiato il suo destino, perché le scelte che avrebbe fatto sarebbero state comunque le stesse, a prescindere da tutto.
Ma avrebbe cambiato il modo di vederlo, quel destino e quel futuro; gli avrebbe permesso di non tormentarsi più con quelle mille domande che da sempre lo assillavano. Gli avrebbe permesso di vivere la vita con una sfumatura mai percepita prima di allora, in modo più sereno.
Gli avrebbe permesso di vivere.
Dopotutto, era stato proprio lui a raccomandarsi su quelle cose, o no?
Chi più di lui, poteva aver ragione su tutto quello?




ANGOLO DELLA DEMENZA

Ammetto che non so bene da dove mi sia uscita fuori, e come mi sia uscita fuori soprattutto, questa idea. Forse girovagando per google e vedendo per caso un'immagine di Ace adulto che stringe la mano al sé stesso più piccolo.
Mi è venuta voglia di mettere a confronto i due Ace, che a parer mio cambiano solo nel carattere, perché i valori e i tormenti rimangono sempre gli stessi. Ho voluto forse dare una possibilità ad Ace di vivere una vita più dignitosa e serena di quanto non abbia mai fatto veramente.
Spero solo di non aver preso a calci questo personaggio, che io amo con tutto il cuore, davvero.
È ben accetta qualsiasi cosa, ovviamente.
E ovviamente, grazie per aver letto!
Peace & Love! <3

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Ice_DP