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Autore: Jiyu_no_yume    06/06/2015    3 recensioni
Salve:3 questa è la prima volta che pubblico su questo fandom, spero che la storia vi piaccia^^
Dal testo:
"Per giorni aveva provato a far finta di nulla, ma era diventato impossibile convincersi che non fossero nulla, che non nascondessero le sue più grandi ed intime paure. Non sapeva come sarebbe sopravvissuta stavolta, perché sconfiggere qualcosa che poteva ancora toccare con mano nonostante vivesse nella sua mente era pressoché impossibile."
Non sono brava con le introduzioni, ma spero comunque che passerete a dare un'occhiata:3
Jiyu:)
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Se non avessi te?
Buio. Vuoto, urla, lacrime. Sola.
Era sola in quel buio nascosto da silenzi urlati e scossi da parole non dette, da lacrime trattenute, da vuoti mai colmati.     
Correva, non sapeva dove. Ma continuava a farlo seguendo il battito furioso del cuore confusa dal rumore assordante dei suoi passi sul terreno umido dalla pioggia che incessante si abbatteva su quel luogo dimenticato dal mondo. Un brutto presentimento, la sensazione opprimente di lasciarsi cadere, di urlare, piangere, soffrire e cullarsi in quel dolore sapendo di non aver altro che quello.
Quella rassicurante oscurità di cui voleva avvolgersi. 
Si fermò di colpo sbarrando gli occhi mentre il cuore si fermava. Per un attimo le sembrò che il tempo avesse smesso di scorrere e la pioggia di cadere nello stesso istante in cui il suo cuore aveva smesso di battere. Cadde in ginocchio non essendo più in grado di reggersi in piedi. Smise persino di respirare per trattenere quell’urlo che premeva per uscire e squarciare quel silenzio non riuscendo però ad impedire alle lacrime di scorrere sul suo viso rigandole le guance. Non poteva, non voleva crederci.
Eppure lui era lì, per terra, in una pozza di sangue. Il colorito più pallido di quanto non fosse mai stato, gli occhi vitrei, spenti come lei in quel momento.
Avevano perso entrambi la luce che li caratterizzava.
La pioggia riprese a scrosciare sul terreno rassicurandola di non essere l’unica a star piangendo, a star soffrendo. E ad un tratto si accorse che non aveva mai sofferto così tanto in vita sua. Che il suo cuore non aveva mai sanguinato così tanto, che i suoi occhi non avevano mai versato così tante lacrime, che quel vuoto non l’avesse mai divorata in quel modo destabilizzandola completamente. Era rimasta immobile, non aveva la forza per avvicinarglisi eppure, quasi per istinto, la sua mano andò a cercare la sua stringendola, cercando sicurezza in quel contatto, cercando lui in quel semplice gesto. Ma non lo trovò e la paura di averlo perso per sempre prese il sopravvento portandola ad avvicinarsi sempre più conscia che si sarebbe fatta solo più male qualora lui fosse davvero andato via.
Gli accarezzò il viso sfiorandolo appena con le dita cercando conforto in quel contatto, sperando che lui si svegliasse, la guardasse, le parlasse anche insultandola, avrebbe dato di tutto per sentire la sua voce, per guardare i suoi occhi tornare a vivere, per poterlo stringere a sé nonostante le sue lamentele, trovando in quell’abbraccio quel calore che quel corpo non era più in grado di dare. Il cuore prese a battere furiosamente contro al petto mentre lei piano appoggiava la fronte contro la sua ad occhi chiusi, in una muta preghiera. Gli bagnò il viso con le sue stesse lacrime mentre la consapevolezza di averlo perso si fece spazio nella sua mente squarciandole il cuore.
E quell’urlo che aveva trattenuto in gola riecheggiò  nelle strade solitarie di quel luogo che per tempo aveva chiamato casa.

 
 Paura. Era questa la prima cosa che aveva sentito quando aveva riaperto gli occhi, ora inondati dalle lacrime che, lente, tracciavano un scia luminosa sul suo viso pallido.
Tremava la piccola Hinata mentre con forza stringeva le lenzuola fra le dita cercando di convincersi che quello fosse solo un brutto incubo. Si scosse quando un singhiozzo più forte degli altri la prevalse mentre con una calma quasi surreale, si portava una mano sugli occhi per asciugare quelle piccole gocce d’argento. Prese un profondo respiro sentendo un macigno sul petto dove il cuore batteva all’impazzata preso da quell’angoscia che la stava logorando dall’interno. 
Quel sogno era troppo reale, ricordava tutto come se si fosse impresso a fuoco nella sua mente. Le lacrime che le bagnavano il viso, il rumore assordante della pioggia sul terreno, quel silenzio pesante e carico di troppe realtà, quel vuoto che sentiva crescerle dentro ad ogni passo che compiva verso di lui, verso quell’orribile scena.
Lo sentiva ancora quell’urlo, le rimbombavano nelle orecchie quelle preghiere, quelle suppliche, se chiudeva gli occhi si rivedeva ancora lì a stringere il suo corpo privo di vita, a lasciare che quel dolore la travolgesse completamente. E anche ora, dopo essersi resa conto che era tutto solo un orribile sogno, non riusciva a smettere di tremare, a trattenere quelle lacrime che imperterrite continuavano a scivolarle lungo le guance come a smorzare la tensione accumulata in una sola notte.
Quegli incubi per lei non erano cosa nuova. Per tempo aveva combattuto contro di essi, contro le sue debolezze e le sue ombre, contro le diffidenze della sua gente e il disprezzo del padre e ormai aveva dimenticato l’intensità con cui erano in grado di travolgerla, quel segno che riflettevano anche nella vita reale, quelle sensazioni opprimenti che le stringevano il petto in una morsa che diveniva sempre più soffocante fino a toglierle il respiro. Non ricordava cosa significasse riviverne uno, perché per diverso tempo loro non l’avevano attaccata non avendo motivo per farlo.
Fu quando lui si era presentato alla sua porta, quando il suo cuore si era risanato aprendosi a lui, consegnandosi a lui, quando la sua mente era popolata solo dalla sua figura, quando la preoccupazione prendeva il sopravvento quando lui non le era accanto, fu quando si rese conto che quel ragazzo all’apparenza glaciale fosse riuscito ad abbattere le sue barriere facendosi spazio nel suo cuore, entrando poi senza difficoltà nella sua mente e nella sua vita, che loro erano tornati più forti di prima e lei ora non sapeva più come controbattere a quelle volontarie lotte psicologiche che si stava infliggendo da sola.
Per giorni aveva provato a far finta di nulla, ma era diventato impossibile convincersi che non fossero nulla, che non nascondessero le sue più grandi ed intime paure. Non sapeva come sarebbe sopravvissuta stavolta, perché sconfiggere qualcosa che poteva ancora toccare con mano nonostante vivesse nella sua mente era pressoché impossibile.
Strinse più forte il tessuto tra le dita mordendosi il labbro inferiore per non urlare e sussultò presa alla sprovvista quando una presa calda sul suo polso la costrinse a voltarsi verso il protagonista dei suoi pensieri. Abbassò il volto per nascondere quelle gocce che i suoi occhi gonfi e arrossati si ostinavano a versare, si vergognò della sua debolezza, di quella sua fragilità mentale e fisica che stava apertamente dimostrando a l’ultima persona cui voleva dimostrarsi bisognosa d’aiuto.
E si sorprese quando con le dita le asciugò il viso, quando con delicatezza l’avvolse in un goffo abbraccio, quando con titubanza le baciò la nuca e la strinse a sé e lei non poté che sgranare gli occhi di fronte a quegli atti d’affetto, non poté che sorridere sul suo petto accucciandosi a lui, respirando quel profumo che le ricordava casa, ascoltando quel battito che fu in grado di tranquillizzarla, guardando quegli occhi che furono in grado di rassicurarla trasmettendole quella familiare sensazione di sicurezza, assaggiando quelle labbra in grado di farle dimenticare il mondo attorno a sé. E fu con quelle dolci sensazioni che si riaddormentò tra quelle braccia che sapeva, non l’avrebbero mai lasciata andare.
Perche lei lo sapeva, sapeva ce lui ci sarebbe sempre stato.                                                                            
Perché se non avessi te, vivrei in bilico tra la vera me e quello che sarei diventata se tu non mi fossi accanto.
 
   
 
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