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Autore: Sparklyeyething    08/06/2015    6 recensioni
Ad un tratto l’immagine di te fradicia e infreddolita sulla soglia della porta di casa irrompe come un fulmine nella mia testa...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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“Ciao!” Ti sussurro a un soffio di distanza, mentre con la mano scosto una ciocca di capelli dal tuo viso, scoprendo il tuo sorriso disarmante. Vi adagio prontamente le mie labbra, succhiando dolcemente le tue. “Ciao!” Bisbigli timidamente abbassando le tue lunghe ciglia, e le tue mani risalgono lentamente la mia schiena fino a congiungersi sulla nuca. I miei avambracci ti circondano la testa, mentre mi sorreggo sui gomiti con premura. Sorridiamo dei nostri respiri accelerati e della nostra espressione estatica e incredula allo stesso tempo, riflessa l’una negli occhi dell’altro. “Gran bella maratona di film violenti, non trovi?” Mi sussurri mordendoti il labbro inferiore, mentre le tue dita giocano con il lobo del mio orecchio. Annuisco con espressione compiaciuta, mentre i ricordi del giorno prima, e di quelli precedenti, ricominciano a prendere forma nella mia testa, riportandomi alla realtà. Ti bacio la fronte imperlata di sudore, prima di sollevare i gomiti e lasciarmi cadere supino al tuo fianco. “Già!” Sospiro portandomi un braccio dietro la testa e rivolgendo lo sguardo verso un punto indefinito del soffitto “Ma, per citare John Woo ‘A dirla tutta, non ho molto tempo per guardare film’ ” Giro la testa verso di te, trasportato dal suono melodioso della tua risata, e mi chiedo quando e se riuscirò mai ad abituarmi alla luce che emana il tuo corpo nudo e bellissimo, cosi vicino al mio.
Pieghi una gamba e ti porti un braccio sulla fronte, mentre il tuo petto si alza e si abbassa ad un ritmo non ancora del tutto regolare. Allungo una mano per sfiorarti il braccio, e percepisco la tua pelle più fredda del solito. Ad un tratto l’immagine di te fradicia e infreddolita sulla soglia della porta di casa irrompe come un fulmine nella mia testa, facendomi scattare a sedere sul letto per recuperare il lenzuolo stropicciato ai nostri piedi e tirarlo sui nostri corpi. Questo gesto ti sorprende, lo leggo nei tuoi occhi, ma lo accetti con un sorriso e ci giriamo su un fianco, l’uno di fronte all’altra, per raggomitolarci sotto il lenzuolo. E dal momento che stanotte le mie remore hanno finalmente ceduto il posto all’audacia, tendo le braccia verso di te per invitarti nel mio abbraccio. Tu accetti prontamente, intrecciando le tue gambe alle mie e aggrappandoti al mio torace, mentre io cingo la tua schiena nuda con entrambe le braccia.
Restiamo cosi per qualche minuto, a bearci l’uno della presenza cosi meravigliosamente vicina dell’altra, a crogiolarci in quella nuova intimità cosi calda e intrisa dei nostri sapori mescolati. Affondi il viso nel mio petto, inspirando a fondo, e posando un bacio appena percettibile sulla piega del bicipite. “Sai, non ti facevo amante delle coccole” Sussurro sghignazzando sui tuoi capelli e sento le tue labbra distendersi in un sorriso sulla mia pelle. “I miei vestiti sono ancora bagnati, non posso defilarmi cosi in fretta.” Mormori con la voce impastata dal sonno, mentre i nostri piedi si fanno le fusa sotto il lenzuolo. Ti stringo leggermente contro di me; il bisogno di parlarti, sopraffatto poche ore prima da ben altre esigenze, si fa sempre più impellente, e il pensiero del sorgere del sole inizia a spaventarmi.
“Mi dispiace, Kate” Sussurro esitante sul tuo collo. Ti irrigidisci e lentamente scosti il tuo viso dal mio petto per guardarmi sorpresa, le palpebre appesantite dalla stanchezza che incombe. “Non avrei dovuto nasconderti la vicenda di Smith, sono uno stupido a pensare di poterti proteggere”, continuo sostenendo a fatica il tuo sguardo interrogativo.  Annuisci sospirando, consapevole che questo momento sarebbe presto arrivato, e ti allontani un po’ per sistemarti a pancia in giù, sorreggendoti sui gomiti e ravviandoti i capelli ribelli e ancora umidi. “Hai ragione. Non ho bisogno di protezione…è di te che ho bisogno” Questa volta sono io a guardarti sorpreso, inclinando leggermente la testa, mentre il mio cuore riprende la sua maratona. Mi sorridi e deglutisci per respingere altre lacrime pronte a fare capolino dai tuoi occhi. “E mentirei se ti dicessi che l’ho capito solo oggi.” Mi porto una mano dietro la testa per sostenerla, mentre con l’altra cerco la tua. Quando le nostre dita si intrecciano, ti soffermi a guardarle con le sopracciglia aggrottate. “Ho continuato a nascondermi dietro le macerie di quel muro che hai fatto crollare tanto tempo fa, perché ero spaventata da quanto volevo averti vicino, anche fuori dal distretto.” Ti stringo la mano e ti sorrido, le parole mi muoiono in gola sopraffatte dalle emozioni che si accavallano rumorose una sull’altra. Gioia. Tristezza. Stupore. Dolore. Piacere. “E invece non ho fatto altro che evitare l’inevitabile. Perché tu sei il mio posto sicuro, dove finalmente ho imparato a lasciarmi andare. Se solo avessi avuto più coraggio…” “Non dirlo!” Mi sciolgo dall’intreccio delle nostre mani per sollevarti il mento con due dita. Riesco a vedere i tuoi occhi velati di lacrime anche nella penombra. “Non rimpiangerò mai questo tempo trascorso ad aspettarti, perché stanotte ho capito che ne è valsa la pena. E non parlo del sesso, sebbene sia stato a dir poco fantastico, ma della sensazione di sicurezza e familiarità che ho provato mentre ti stringevo. Come se tutto questo succedesse da sempre.”
Raccolgo una lacrima ribelle che scivola lungo la tua guancia. Respiri profondamente e abbassi lo sguardo, giocando con le mie dita. “Davvero ti sei sentito cosi?” “Totalmente!” Torni a guardarmi, mentre un’adorabile smorfia compare sul tuo volto, lasciandomi presupporre che tale sensazione sia reciproca. “Credi che domani sarà ancora cosi? Voglio dire, saremo ancora…noi?” “Vieni qui” Ti accoccoli vicino a me, con il braccio ancorato al mio torace e una gamba intrecciata alla mia. Mi avvicino quanto basta perché le nostre fronti si tocchino “Siamo ancora noi, sai? Solo più vicini…e nudi” Aggiungo con un ghigno malizioso. Ridi nascondendo il viso nell’incavo del mio collo, dopo di che fai leva sul tuo braccio e sul mio petto per sollevarti.
Resto spiazzato. La donna bellissima che pochi minuti fa rivelava per la prima volta il suo disperato bisogno di essere amata, adesso è seduta a cavalcioni su di me e mi guarda dall’alto sollevando un sopracciglio. “Cosa dicevi prima a proposito del sesso?” Rido scuotendo la testa. Katherine Beckett sei una continua scoperta, e io voglio essere quel posto anche per sempre, se dovessi averne bisogno. Accarezzo i tuoi fianchi nudi sotto le lenzuola, poi afferro delicatamente i tuoi gomiti e ti trascino dolcemente verso me per baciarti, piano, assaporando la straordinaria morbidezza delle tue labbra come se fosse ancora la prima volta. Posi entrambe le mani sulle mie spalle ed emetti un gemito di piacere sulla mia bocca quando le nostre lingue si incontrano per approfondire il bacio. Mi sollevo stringendoti tra le braccia e portandoti sotto di me, per ricominciare ad amarti più di prima, mentre la pioggia continua ad abbattersi imperterrita su New York.
 
 
 
Ciao a tutti!! Rieccomi con un’altra breve, brevissima ff scritta di getto sotto gli effetti collaterali della sessione estiva! L’inizio dell’estate segna la fine delle nostre serie tv preferite, ma per fortuna ci sono i rewatch che allietano l’attesa della prossima stagione. Questa ff è stata partorita dalla mia mente scellerata dopo aver rivisto Always per la 364636274758 volta, e dopo aver immaginato per altrettante volte un seguito degno della scena finale. Grazie come sempre a chi spenderà qualche minuto a leggerla e magari a recensirla xD A presto, V. 


 
   
 
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