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Autore: Gin_15    08/01/2009    0 recensioni
Sono tornata, con una storia completamente diversa dal solito! Il primo capitolo è solo una piccola introduzione di poche righe, vi chiedo di darle un'occhiata almeno cinque minuti...e se poi vi piacerà potrete leggere la ficcy...please!!! è la storia di un clan segreto, di donne assassine...l'amore, il loro tabù...inevitabilmente violato...
Genere: Triste, Thriller, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo5

Grazie infinite per la vostra pazienza! Non ho scuse, se non il fatto che l’ispirazione mi aveva completamente abbandonata. Spero che questo nuovo, smielato capitolo sia di vostro gradimento! Con affetto…Gin =)
 Cap. 5:

E così, ancora stesi su quel letto, dove il nostro sentimento reciproco era fluito in una così grande prova, mi trovavo davanti ad un bivio…ma fu allora che mi resi conto che entrambe le sue strade portavano ad un vicolo cieco.
Avrei potuto tacere! Avrei dovuto inventare una qualsiasi scusa e abbandonare l’unico uomo che mi abbia fatto sentire…umana, viva…lasciarlo su quel talamo intriso della nostra passione, in preda all’ingegno di Cica…
Ma…come avrei potuto?? Quell’uomo m’amava, ed io amavo lui! Ha trovato il mio cuore! Aveva una figlia meravigliosa che non sarebbe sopravvissuta alla perdita di un altro genitore! E come avrei potuto determinare un futuro simile per quella creatura…come potevo lasciare che diventasse una persona cinica e spietata? Proprio come me! Se solo quella donna non mi avesse lasciata in quel vicolo, il destino di queste persone innocenti, che hanno solo avuto la sventura di trovarsi sul mio cammino, sarebbe stato differente!
E a che sarebbe servito sopravvivere con la consapevolezza di essermi presa la vita del mio cuore? Se fosse morto lui…io avrei seguito la sua stessa sorte! Questa era forse coscienza? Piena consapevolezza che sarebbe stato possibile fare del bene? Essere clemente con colui che lavorava al servizio della gente, che aiutava famiglie, soccorreva bimbi abbandonati e smarriti? Fu nel momento stesso in cui mi resi conto di tutto questo! Non ci vollero più né giorni né ore….bastò un secondo per gridare la mia condanna a morte e la nuova morte del mio ritrovato cuore…
“SONO STATA IO!”
Era fatta! Non avevo rimpianti…ero consapevole che benché non mi sarebbe rimasto molto da vivere, per un istante avevo vissuto, e se tornassi indietro, urlerei ancora quella frase, quelle poche parole, che costituivano un macigno di venticinque persone! La mia mente vagava così leggera, quasi a redimere tutti i miei peccati… Ma bastò un secondo perché il mio cuore sprofondasse in fondo all’oceano, trascinato, soffocato, dal peso del suo sguardo…bastò  il tempo di fissare quelle magnifiche luci, vedendole prima così confuse, poi così opache e sconvolte, per capire che ero già morta! Ora mi guardava con disgusto…ed io mi sentii come se mi avessero già sbattuto in gattabuia da anni, con un pugnale conficcato nel petto ansante! Lo guardai, lo pregai con gli occhi inondati di rugiada, affinché le sue labbra carnose si muovessero, emettendo un soave suono…
Ma così non fu…vidi il suo volto perplesso corrugarsi, poi sentii solo un rumore, che ricordava le melodie delle sue corde…ma era solo la sua voce spezzata, che cercava la razionalità, in quel momento di disillusione!
“ch..che cosa? Cosa hai detto?”
“sono stata io! Sono solo un carnefice! Un’assassina”
La mia voce non era più mia, la mia mente era separata dal corpo! Era quello il mezzo dei miei delitti, le mie braccia erano le colpevoli…il mio cuore, soffocato per anni, aveva solo il desiderio di essere “altro” rispetto alla sua corazza.
Ero così, dilaniata in mille pezzi, con occhi troppo offuscati per vedere, e la bocca troppo secca per parlare.
“no…non ci credo!”
Riuscii a dargli un’unica risposta…mi alzai, presi la mia borsa e tirai fuori il mio compagno fedele, l’amico fidato di anni e anni di misfatti. Glielo porsi, insieme alle frecce…
“ma…p…perché?”
“cosa ti ha fatto quella gente?”
“dovevo essere un’altra tua vittima?”
Perché anche in questi momenti doveva essere così maledettamente sagace?!?? E cosa mai avrei dovuto dirgli?? La cosa che più mi stupiva era che non aveva ancora afferrato una maledetta cornetta per denunciarmi, per risolvere il nostro caso e salvarsi la vita, salvaguardando il futuro di sua figlia. Riuscii solo a chinare il mio capo, e stringere i miei pugni, fino a farmi male, fino a graffiare il palmo delle mie mani aggraziate.
“perché fai tutto questo? Perché?!?? RISPONDIMI!”
“E perché…perché…”
In quel momento la sua voce si abbassò nuovamente, lo sentii bisbigliare il seguito di quella frase, che il mio udito affino, percepì, e che suonò come una pugnalata dritta al cuore!
…perché sei venuta a letto con me? Perché hai FINTO d’amarmi? Non ti sarai esposta troppo???
Com’era possibile che davvero credesse che io non l’amassi? Come poteva pensare che avrei confessato se non fosse stato così?!??
Forse anche il suo cuore era accecato dal dubbio…però…quel suo affannoso sproloquio m’impartì la forza per dare voce al mio cuore.
“PERCHÈ IO TI AMO SCIOCCO! SONO VENUTA A LETTO CON TE, COMPROMETTENDO LA MIA MISSIONE, PERCHÉ TI AMO! E SONO ORA QUI, AL TUO COSPETTO IN QUESTE CONDIZIONI, AVVICINANDOMI FIERA VERSO UN DESTINO DI MORTE CERTA, AL QUALE MI SONO SOTTRATTA PER MOLTO TEMPO…
E NON CAPISCI CHE NON MI IMPORTA DI MORIRE?!?? E QUESTO È SOLO PERCHÈ TI AMO PI Ù DELLA MIA STESSA VITA! E TI AFFIDO IL MIO CUORE…TU DEVI SOLO ALZARE LA CORNETTA E CONSEGNARMI AI TUOI COLLEGHI! POSSO ACCETTARE DI MORIRE…MA NON POSSO ACCETTARE CHE TU DUBITI DEI MIEI SENTIMENTI, E NON POTREI MAI SOPPORTARE UN FINALE DIVERSO DA QUESTO, UNA VITA SENZA DI TE NON SAREBBE VITA!”
Il fiume delle mie parole fu interrotto solo dall’esplosione di entrambi in un fragoroso pianto, e dal suo gesto abile e veloce, che nemmeno io sarei mai riuscita a schivare: così mi si gettò al collo, mi strinse forte a sé…le mie mani sui suoi pettorali sentivano ogni suo respiro…il mio orecchio sentiva ogni melodioso battito del suo cuore. Così, immobili ancora su quel letto, con i singhiozzi, nostri unici compagni di sventura, avremmo voluto stare così per sempre! Sentivo il suo respiro fra i miei capelli, e le sue dolci lacrime scorrere anche sul mio volto, come se fossimo una sola persona…i nostri cuori battevano un ritmo frenetico ma sincrono!
Tuttavia quel tenero abbraccio non era altro che un addio! Una volta usciti da quella stanza non saremmo più stati liberi di essere una cosa sola…per un “noi” non c’era speranza!
Ad un tratto il trillo del citofono ci riportò alla realtà; ci allontanammo, ma i nostri sguardi continuavano a perdersi gli uni nell’anima dell’altro…
“d…devi andare….s…sarà Bob! Due piccioni con una fava! Potrai consegnarmi direttamente a lui!”
“non dire sciocchezze! Non ti getterò fra le braccia della morte!”
A quella sua affermazione sentii riaffiorare quella freddezza, quella razionalità del mio essere felino, e riuscii solo a stupirmi delle sue parole…
“come fai?” gli chiesi.
Mi guardò con quei suoi teneri occhi…pieni di curiosità e stupore, e non servì che parlasse…io capii! Nonostante tutto amava ancora me! Nonostante avesse scoperto il mio lato più oscuro io, avevo il suo cuore! Mai nella vita avrei sperato un affetto così profondo, nato così in fretta…
Bhè, infondo si vive per amare! Ed io avevo imparato ad amare tanto da morire!!!
Ma ora che il momento si avvicinava, mentre sentivo il campanello suonare e risuonare, sempre più aggressivo…capii anche che morivo dalla voglia di vivere! Di vivere con lui…
Ci sarà mai una speranza per le nostre anime?!??
“non credevo che sarei mai più riuscito a trovare qualcuno che mi facesse sentire vivo, dopo la madre di Shannon! Ma è successo…e quel qualcuno è davanti ai miei occhi! Pensi che permetterò a me stesso di perdere anche te?!?? Sei piombata nella mia vita come una doccia fredda! E non mi interessa perché ti sei avvicinata a me! Mi importa solo dei tuoi bellissimi occhi, della morbidezza delle tue mani, del soffice oro dei tuoi capelli…”
“ma…se non risolverai il caso, domani…”
“non m’importa! Non ti lascerò morire!”
“no! Non devi pensare a me! Ho commesso molti reati…e se non avessi conosciuto, te ne avrei commessi altri in futuro! Sono malvagia, il mio passato lo testimonia! Mentre tu…tu lotti contro le persone come me! Tu salvi la gente…e hai una figlia meravigliosa, che non potrebbe vivere senza di te! Se non mi consegni tu, dovrò parlare io con Bob!”
“ma..possiamo creare una falsa pista! Incolpare qualcuno dei compari del tizio che Carlos aveva truffato…noi possiamo risolvere tutto!”
“no, Josh! Oh Josh quanto ti amo…ma devi ragionare…stai delirando!” lo zittii prontamente con un tenero bacio a fior di labbra; un delicato strofinio; una piccola promessa di fiducia e affetto eterni…già…cos’è però la promessa di rispetto reciproco, costruito su delle menzogne?!??
All’improvviso mi resi conto che lui non conosceva una cosa fondamentale di me, che infondo, forse non conosco neanch’io! Qualcosa noto solo a Dio, e alla donna che mi ha generata! Così lo trattenni per un braccio…pronta a svelare il mio vero io…
“Josh! Voglio che tu sappia un’ultima cosa di me! Il…il mio vero nome…non è Stephany….io fui battezzata dalla donna che mi ha allevata: Sara Loverson!”
Mi baciò di nuovo….prontamente! teneramente…e mi fece capire che un nome, un titolo non contano… laddove l’altra metà della mela si chiama solo Amore…
Quel dolce paradiso fu interrotto da tre squilli prorompenti e prolungati che imperiosamente mettevano fine a quegli ultimi momenti insieme.
Così trascinò pesantemente i piedi verso il citofono, e, sollevando la cornetta sussurrò con un alito di voce quelle poche parole che segnavano la fine della mia vita, il termine del nostro idillio…
Lo “zio” Bob e la piccola Shannon irruppero fragorosamente nella modesta abitazione! Con un lieve cenno d’irritazione e rimprovero gli chiesero perché ci aveva messo tanto; lui, con le corde strozzate riuscì solo a farfugliare qualcosa che assomigliava ad una scusa…disse che stava ancora dormendo…perché aveva lavorato fino a notte fonda.
Fu la piccolina a spezzarmi il cuore…venne a cercarmi per tutta la casa! Mi trovò infine seduta sul suo delicato lettino rosa, di un bel color pastello, mentre coccolavo il peluche di gatto che tenevo fra le mani…
“ti piace? Si chiama Mr. Whinkle!”
Che nome buffo per un gatto pensai…però in qualche modo sembrava appropriato!
“la mia mamma ha detto che lo ha trovato per strada e l’ha portato a casa!”
Il mio cuore ritrovato non avrebbe potuto reggere un solo istante davanti a quell’affermazione! L’unica cosa che mi sovvenne alla mente fu il ricordo di una bambina abbandonata per strada…trovata da una donna-gatto e allevata come una killer! Se solo avessi trovato anch’io qualcuno come loro, qualcuno che mi ripulisse e mi desse un letto caldo in cui dormire! Qualcuno che nuovamente mi facesse sentire amata, in armonia con il mondo…quanto vorrei essere stata quel Mr. Whinkle!!!
Invece non ero che un’arma di morte…ma avrei smesso di esserlo…la mia nuova vita da Mr. Whinkle iniziava lì, in quella casa, in quella stanza…davanti ad una così tenera bambina!
Poi, il colpo di grazia…
“è tuo se vuoi! Hai reso felice il mio papà…te lo meriti” lo disse battendo le sue lunghe ciglia innocenti, piena d’ammirazione per l’uomo che l’ha cresciuta…
Sono sempre così teneri i bambini! Ma perché deve influenzarmi così? Dov’è la mia durezza? La mia razionalità?!?? L’avete ridotta in mille pezzi…perché?
“a cosa pensi? Sei arrabbiata con papà?”
E come sono ingenui…non avrei aspettato un momento in più! Non avrei mai fatto del male ad una famiglia così perfetta, così amabile…
“oh no tesoro! Non potrei mai!”
Poi sentii dei passi sempre più pesanti, che minacciosi mi si avvicinavano…per la prima volta nella mia vita, mi sentivo la preda! Ma non sarei mai e poi mai scappata dal mio cacciatore, benché lui cercasse di impedirlo. Io non mi mossi! Stetti in attesa del mio destino, immobile, senza batter ciglio! Poi accadde l’inevitabile…
Apparve la figura di quell’enorme uomo in uniforme, venuto per salutare la sua nipotina! Di fronte a me, sembrava una montagna invalicabile, un ostacolo insormontabile….o forse ero io a sentirmi ancora più piccola… ma quell’eterno attimo d’angoscia e d’improvviso smarrimento di coraggio, fu rotto dalla brusca risata di quel burroso uomo baffuto…
“Josh… chi è questa incantevole signorina?!?? Potevi dirmi che volevi stare da solo con lei fratello…ahahah! Molto piacere…Robert Girard! Francese d’origine, ma americano nel cuore…al suo servizio!”
“buonasera signor Bob! Il mio nome è Sara e…vorrei parlare in privato con lei!”
“Sara no…” guardai teneramente i suoi smeraldi, fissi e offuscati, come mai nella mia vita avevo saputo fare! Come sua figlia mi aveva insegnato! Da lei avevo imparato ad accarezzare non con le mani, ma con gli occhi…a guardare non con gli occhi, ma con l’anima…e ad amare non con il corpo, ma con il cuore! Il mio sguardo rassicurante e determinato gli strappò le parole dalla bocca, e le nascose alla sua mente…
Feci infine un cenno all’altro uomo, al mio giustiziere, al mio boia…e lui mi seguì fino all’intimo tribunale di casa Harlaam…in cui l’unico verdetto possibile sarebbe stato “COLPEVOLE!”.
 

  
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