Grazie infinite per
la vostra pazienza! Non ho scuse, se non il fatto che
l’ispirazione mi aveva completamente abbandonata. Spero che
questo nuovo, smielato capitolo sia di vostro gradimento! Con
affetto…Gin =)
Cap. 5:
E
così, ancora stesi su
quel letto, dove il nostro sentimento reciproco era fluito in una
così grande prova, mi trovavo davanti ad un
bivio…ma fu
allora che mi resi conto che entrambe le sue strade portavano ad un
vicolo cieco.
Avrei
potuto tacere! Avrei
dovuto inventare una qualsiasi scusa e abbandonare l’unico
uomo
che mi abbia fatto sentire…umana, viva…lasciarlo
su quel
talamo intriso della nostra passione, in preda all’ingegno di
Cica…
Ma…come
avrei potuto??
Quell’uomo m’amava, ed io amavo lui! Ha trovato il
mio
cuore! Aveva una figlia meravigliosa che non sarebbe sopravvissuta alla
perdita di un altro genitore! E come avrei potuto determinare un futuro
simile per quella creatura…come potevo lasciare che
diventasse
una persona cinica e spietata? Proprio come me! Se solo quella donna
non mi avesse lasciata in quel vicolo, il destino di queste persone
innocenti, che hanno solo avuto la sventura di trovarsi sul mio
cammino, sarebbe stato differente!
E
a che sarebbe servito
sopravvivere con la consapevolezza di essermi presa la vita del mio
cuore? Se fosse morto lui…io avrei seguito la sua stessa
sorte!
Questa era forse coscienza? Piena consapevolezza che sarebbe stato
possibile fare del bene? Essere clemente con colui che lavorava al
servizio della gente, che aiutava famiglie, soccorreva bimbi
abbandonati e smarriti? Fu nel momento stesso in cui mi resi conto di
tutto questo! Non ci vollero più né giorni
né
ore….bastò un secondo per gridare la mia condanna
a morte
e la nuova morte del mio ritrovato cuore…
“SONO
STATA IO!”
Era
fatta! Non avevo
rimpianti…ero consapevole che benché non mi
sarebbe
rimasto molto da vivere, per un istante avevo vissuto, e se tornassi
indietro, urlerei ancora quella frase, quelle poche parole, che
costituivano un macigno di venticinque persone! La mia mente vagava
così leggera, quasi a redimere tutti i miei
peccati… Ma
bastò un secondo perché il mio cuore sprofondasse
in
fondo all’oceano, trascinato, soffocato, dal peso del suo
sguardo…bastò il tempo di fissare
quelle magnifiche
luci, vedendole prima così confuse, poi così
opache e
sconvolte, per capire che ero già morta! Ora mi guardava con
disgusto…ed io mi sentii come se mi avessero già
sbattuto
in gattabuia da anni, con un pugnale conficcato nel petto ansante! Lo
guardai, lo pregai con gli occhi inondati di rugiada,
affinché
le sue labbra carnose si muovessero, emettendo un soave
suono…
Ma
così non
fu…vidi il suo volto perplesso corrugarsi, poi sentii solo
un
rumore, che ricordava le melodie delle sue corde…ma era solo
la
sua voce spezzata, che cercava la razionalità, in quel
momento
di disillusione!
“ch..che cosa? Cosa hai detto?”
“sono
stata io! Sono solo
un carnefice! Un’assassina”
La
mia voce non era più
mia, la mia mente era separata dal corpo! Era quello il mezzo dei miei
delitti, le mie braccia erano le colpevoli…il mio cuore,
soffocato per anni, aveva solo il desiderio di essere
“altro” rispetto alla sua corazza.
Ero
così, dilaniata in
mille pezzi, con occhi troppo offuscati per vedere, e la bocca troppo
secca per parlare.
“no…non ci credo!”
Riuscii
a dargli un’unica
risposta…mi alzai, presi la mia borsa e tirai fuori il mio
compagno fedele, l’amico fidato di anni e anni di misfatti.
Glielo porsi, insieme alle frecce…
“ma…p…perché?”
“cosa ti ha fatto quella gente?”
“dovevo essere un’altra tua vittima?”
Perché
anche in questi
momenti doveva essere così maledettamente sagace?!?? E cosa
mai
avrei dovuto dirgli?? La cosa che più mi stupiva era che non
aveva ancora afferrato una maledetta cornetta per denunciarmi, per
risolvere il nostro caso e salvarsi la vita, salvaguardando il futuro
di sua figlia. Riuscii solo a chinare il mio capo, e stringere i miei
pugni, fino a farmi male, fino a graffiare il palmo delle mie mani
aggraziate.
“perché fai tutto questo? Perché?!??
RISPONDIMI!”
“E
perché…perché…”
In
quel momento la sua voce si
abbassò nuovamente, lo sentii bisbigliare il seguito di
quella
frase, che il mio udito affino, percepì, e che
suonò come
una pugnalata dritta al cuore!
…perché
sei
venuta a letto con me? Perché hai FINTO d’amarmi?
Non ti
sarai esposta troppo???
Com’era
possibile che
davvero credesse che io non l’amassi? Come poteva pensare che
avrei confessato se non fosse stato così?!??
Forse
anche il suo cuore era
accecato dal dubbio…però…quel suo
affannoso
sproloquio m’impartì la forza per dare voce al mio
cuore.
“PERCHÈ
IO TI AMO
SCIOCCO! SONO VENUTA A LETTO CON TE, COMPROMETTENDO LA MIA MISSIONE,
PERCHÉ TI AMO! E SONO ORA QUI, AL TUO COSPETTO IN QUESTE
CONDIZIONI, AVVICINANDOMI FIERA VERSO UN DESTINO DI MORTE CERTA, AL
QUALE MI SONO SOTTRATTA PER MOLTO TEMPO…
E
NON CAPISCI CHE NON MI
IMPORTA DI MORIRE?!?? E QUESTO È SOLO PERCHÈ TI
AMO PI
Ù DELLA MIA STESSA VITA! E TI AFFIDO IL MIO
CUORE…TU DEVI
SOLO ALZARE LA CORNETTA E CONSEGNARMI AI TUOI COLLEGHI! POSSO ACCETTARE
DI MORIRE…MA NON POSSO ACCETTARE CHE TU DUBITI DEI MIEI
SENTIMENTI, E NON POTREI MAI SOPPORTARE UN FINALE DIVERSO DA QUESTO,
UNA VITA SENZA DI TE NON SAREBBE VITA!”
Il
fiume delle mie parole fu
interrotto solo dall’esplosione di entrambi in un fragoroso
pianto, e dal suo gesto abile e veloce, che nemmeno io sarei mai
riuscita a schivare: così mi si gettò al collo,
mi
strinse forte a sé…le mie mani sui suoi pettorali
sentivano ogni suo respiro…il mio orecchio sentiva ogni
melodioso battito del suo cuore. Così, immobili ancora su
quel
letto, con i singhiozzi, nostri unici compagni di sventura, avremmo
voluto stare così per sempre! Sentivo il suo respiro fra i
miei
capelli, e le sue dolci lacrime scorrere anche sul mio volto, come se
fossimo una sola persona…i nostri cuori battevano un ritmo
frenetico ma sincrono!
Tuttavia
quel tenero abbraccio
non era altro che un addio! Una volta usciti da quella stanza non
saremmo più stati liberi di essere una cosa
sola…per un
“noi” non c’era speranza!
Ad
un tratto il trillo del
citofono ci riportò alla realtà; ci allontanammo,
ma i
nostri sguardi continuavano a perdersi gli uni nell’anima
dell’altro…
“d…devi
andare….s…sarà Bob! Due piccioni con
una fava!
Potrai consegnarmi direttamente a lui!”
“non dire sciocchezze! Non ti getterò fra le
braccia della
morte!”
A
quella sua affermazione
sentii riaffiorare quella freddezza, quella razionalità del
mio
essere felino, e riuscii solo a stupirmi delle sue parole…
“come
fai?” gli
chiesi.
Mi
guardò con quei suoi
teneri occhi…pieni di curiosità e stupore, e non
servì che parlasse…io capii! Nonostante tutto
amava
ancora me! Nonostante avesse scoperto il mio lato più oscuro
io,
avevo il suo cuore! Mai nella vita avrei sperato un affetto
così
profondo, nato così in fretta…
Bhè,
infondo si vive per
amare! Ed io avevo imparato ad amare tanto da morire!!!
Ma
ora che il momento si
avvicinava, mentre sentivo il campanello suonare e risuonare, sempre
più aggressivo…capii anche che morivo dalla
voglia di
vivere! Di vivere con lui…
Ci
sarà mai una speranza
per le nostre anime?!??
“non credevo che sarei mai più riuscito a trovare
qualcuno
che mi facesse sentire vivo, dopo la madre di Shannon! Ma è
successo…e quel qualcuno è davanti ai miei occhi!
Pensi
che permetterò a me stesso di perdere anche te?!?? Sei
piombata
nella mia vita come una doccia fredda! E non mi interessa
perché
ti sei avvicinata a me! Mi importa solo dei tuoi bellissimi occhi,
della morbidezza delle tue mani, del soffice oro dei tuoi
capelli…”
“ma…se
non
risolverai il caso, domani…”
“non m’importa! Non ti lascerò
morire!”
“no!
Non devi pensare a
me! Ho commesso molti reati…e se non avessi conosciuto, te
ne
avrei commessi altri in futuro! Sono malvagia, il mio passato lo
testimonia! Mentre tu…tu lotti contro le persone come me! Tu
salvi la gente…e hai una figlia meravigliosa, che non
potrebbe
vivere senza di te! Se non mi consegni tu, dovrò parlare io
con
Bob!”
“ma..possiamo creare una falsa pista! Incolpare qualcuno dei
compari del tizio che Carlos aveva truffato…noi possiamo
risolvere tutto!”
“no,
Josh! Oh Josh quanto
ti amo…ma devi ragionare…stai
delirando!” lo zittii
prontamente con un tenero bacio a fior di labbra; un delicato
strofinio; una piccola promessa di fiducia e affetto
eterni…già…cos’è
però la
promessa di rispetto reciproco, costruito su delle menzogne?!??
All’improvviso
mi resi
conto che lui non conosceva una cosa fondamentale di me, che infondo,
forse non conosco neanch’io! Qualcosa noto solo a Dio, e alla
donna che mi ha generata! Così lo trattenni per un
braccio…pronta a svelare il mio vero io…
“Josh!
Voglio che tu
sappia un’ultima cosa di me! Il…il mio vero
nome…non è Stephany….io fui battezzata
dalla donna
che mi ha allevata: Sara Loverson!”
Mi
baciò di
nuovo….prontamente! teneramente…e mi fece capire
che un
nome, un titolo non contano… laddove l’altra
metà
della mela si chiama solo Amore…
Quel
dolce paradiso fu
interrotto da tre squilli prorompenti e prolungati che imperiosamente
mettevano fine a quegli ultimi momenti insieme.
Così
trascinò
pesantemente i piedi verso il citofono, e, sollevando la cornetta
sussurrò con un alito di voce quelle poche parole che
segnavano
la fine della mia vita, il termine del nostro idillio…
Lo
“zio” Bob e la
piccola Shannon irruppero fragorosamente nella modesta abitazione! Con
un lieve cenno d’irritazione e rimprovero gli chiesero
perché ci aveva messo tanto; lui, con le corde strozzate
riuscì solo a farfugliare qualcosa che assomigliava ad una
scusa…disse che stava ancora
dormendo…perché aveva
lavorato fino a notte fonda.
Fu
la piccolina a spezzarmi il
cuore…venne a cercarmi per tutta la casa! Mi
trovò infine
seduta sul suo delicato lettino rosa, di un bel color pastello, mentre
coccolavo il peluche di gatto che tenevo fra le mani…
“ti piace? Si chiama Mr. Whinkle!”
Che
nome buffo per un gatto
pensai…però in qualche modo sembrava appropriato!
“la mia mamma ha detto che lo ha trovato per strada e
l’ha
portato a casa!”
Il
mio cuore ritrovato non
avrebbe potuto reggere un solo istante davanti a
quell’affermazione! L’unica cosa che mi sovvenne
alla mente
fu il ricordo di una bambina abbandonata per strada…trovata
da
una donna-gatto e allevata come una killer! Se solo avessi trovato
anch’io qualcuno come loro, qualcuno che mi ripulisse e mi
desse
un letto caldo in cui dormire! Qualcuno che nuovamente mi facesse
sentire amata, in armonia con il mondo…quanto vorrei essere
stata quel Mr. Whinkle!!!
Invece
non ero che
un’arma di morte…ma avrei smesso di
esserlo…la mia
nuova vita da Mr. Whinkle iniziava lì, in quella casa, in
quella
stanza…davanti ad una così tenera bambina!
Poi,
il colpo di grazia…
“è tuo se vuoi! Hai reso felice il mio
papà…te lo meriti” lo disse battendo le
sue lunghe
ciglia innocenti, piena d’ammirazione per l’uomo
che
l’ha cresciuta…
Sono
sempre così teneri
i bambini! Ma perché deve influenzarmi così?
Dov’è la mia durezza? La mia
razionalità?!??
L’avete ridotta in mille pezzi…perché?
“a cosa pensi? Sei arrabbiata con papà?”
E
come sono ingenui…non
avrei aspettato un momento in più! Non avrei mai fatto del
male
ad una famiglia così perfetta, così
amabile…
“oh
no tesoro! Non potrei
mai!”
Poi
sentii dei passi sempre
più pesanti, che minacciosi mi si
avvicinavano…per la
prima volta nella mia vita, mi sentivo la preda! Ma non sarei mai e poi
mai scappata dal mio cacciatore, benché lui cercasse di
impedirlo. Io non mi mossi! Stetti in attesa del mio destino, immobile,
senza batter ciglio! Poi accadde l’inevitabile…
Apparve
la figura di
quell’enorme uomo in uniforme, venuto per salutare la sua
nipotina! Di fronte a me, sembrava una montagna invalicabile, un
ostacolo insormontabile….o forse ero io a sentirmi ancora
più piccola… ma quell’eterno attimo
d’angoscia e d’improvviso smarrimento di coraggio,
fu rotto
dalla brusca risata di quel burroso uomo baffuto…
“Josh… chi è questa incantevole
signorina?!??
Potevi dirmi che volevi stare da solo con lei
fratello…ahahah!
Molto piacere…Robert Girard! Francese d’origine,
ma
americano nel cuore…al suo servizio!”
“buonasera
signor Bob! Il
mio nome è Sara e…vorrei parlare in privato con
lei!”
“Sara no…” guardai
teneramente i suoi smeraldi, fissi e offuscati, come mai nella mia vita
avevo saputo fare! Come sua figlia mi aveva insegnato! Da lei avevo
imparato ad accarezzare non con le mani, ma con gli occhi…a
guardare non con gli occhi, ma con l’anima…e ad
amare non
con il corpo, ma con il cuore! Il mio sguardo rassicurante e
determinato gli strappò le parole dalla bocca, e le nascose
alla
sua mente…
Feci
infine un cenno
all’altro uomo, al mio giustiziere, al mio boia…e
lui mi
seguì fino all’intimo tribunale di casa
Harlaam…in
cui l’unico verdetto possibile sarebbe stato
“COLPEVOLE!”.