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Autore: marmelade    08/06/2015    1 recensioni
Tu sei felice, Ashton?
Dimmi se sei felice.
Perché io non ce la faccio a sapere che, chissà in quale parte del mondo - che sia New York, Tokyo, o anche Parigi, quella che sognavamo insieme – tu non sei felice.
Sì, sono felice. Ti giuro che sono felice.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimmi se sei felice
Tell them I was happy
and my heart is broken


@Ashton5SOS:
Spero che voi siate felici, oggi...
 
E tu, Ashton?
Tu sei felice?
Perché ti sei sempre preoccupato della felicità degli altri, tralasciando la tua?
Perché hai smesso di dedicarti alle piccole cose che ti rendevano contento, che portavano sul tuo viso la nascita di un sorriso nuovo, una luce negli occhi diversa, quasi più vera?
Perché hai smesso di donare a te stesso quel benessere che portava un minimo di pace nel tuo animo tormentato? Perché hai smesso di illuminare il mondo con i tuoi sorrisi?
Tu sei felice, Ashton?
Dimmi se sei felice.
Perché io non ce la faccio a sapere che, chissà in quale parte del mondo - che sia New York, Tokyo, o anche Parigi, quella che sognavamo insieme – tu non sei felice.
Odierei vedere quegli occhi verdi tristi, pieni di lacrime represse in sospiri mozzati; odierei vedere quegli occhi verdi contornati da striature rosse, segno della paura che hai di lasciar scivolare via quelle lacrime che, forse, potrebbero solo farti sentire meglio, se solo piangessi.
Se solo piangessi, Ashton.
Quante volte me l’hai detto che un bel pianto avrebbe risolto le cose? Che trattenere le lacrime non sarebbe mai servito a nulla, che non sarebbe stato segno di coraggio, ma di debolezza, di codardia.
Quante volte mi hai fatta piangere, Ash? Quante volte hai lasciato che il mio essere testa dura, orgogliosa e – perché no? – anche un po’ stronza, cedesse con una sola parola, una parola sbagliata detta al momento giusto? Quante volte mi hai tenuta stretta a te, lasciando che la mia maschera cedesse insieme alle mie paure di carta, quelle che hai raccolto tra le tue mani grandi, poggiandole al petto, tenendole sul cuore?
Quante volte hai voluto farmi piangere, Ashton? Tante, troppe. Ho perso anche il conto.
Quanto vorrei che piangessi, adesso.
Quanto vorrei essere io a raccogliere le tue paure di carta – strappate in mille pezzettini – raccoglierle prima che tocchino il suolo del pavimento, per poi tenerle insieme a me, sul petto, accanto al cuore.
Quanto vorrei non essere la tua unica paura, Ashton.
Quanto vorrei che tu non fossi la mia paura.
Se solo non avessimo avuto paura, Ashton.
Se solo non ne avessimo avuta – nemmeno un po’, nemmeno un minimo – adesso, forse, non saremo arrivati a questo punto. Forse avremmo continuato ad avere paure diverse, ad affrontarle insieme, e invece abbiamo finito per essere ognuno la paura dell’altro.
Perché quei puntini sospensivi – quelli che usi di rado – oggi, mi hanno fatto paura. E fossi stata lì con te, probabilmente, non ne avrei avuta.
E allora ho capito davvero cosa volessi intendere, con quella frase, con quei puntini sospensivi, con quel gesto veloce delle dita che fai prima di scrivere qualsiasi cosa:
 
Spero che tu sia felice, oggi...
 
Quanto vorrei risponderti che sto bene, che sono felice, che vado avanti a testa alta, che quando si parla di te, in realtà, non mi scoppia più il cuore, che non sento più nulla... ma la realtà è che io non so mentire, e tu lo sai bene.
Ma se questo servisse per la tua felicità, allora sono pronta a mentire, sono pronta a rimproverarmi a vita per questa bugia, ma non importa.
Perché, più di ogni altra cosa, voglio rivedere quel sorriso, quel sorriso che vince il mondo – come dice ogni volta Michael – voglio risentire quelle mille risate che hai, così diverse tra loro, eppure appartenenti ad un’unica e sola persona.
Voglio vederti felice, Ashton.
Più di ogni altra cosa al mondo, te lo giuro.
Perché vederti felice renderà felice anche me, anche se non dovessi più essere io la causa del tuo sorriso, anche se dovesse essere un’altra persona... voglio che tu sia felice.
Perché quando ami una persona finisce sempre così, anche se di amore da donare non ce n’è più: la si vorrebbe vedere felice sempre, in ogni minimo istante della sua vita, perché esiste sempre qualcosa per cui sorridere.
E io voglio solo vederti felice.
 
@marmss:
Se tu sei felice, io sono felice...
 
Scrivo velocemente quella frase, senza citarti, senza citare nessun’altro.
Ho lasciato i puntini sospensivi finali, come se volessi lasciare aperta quella questione, come se non volessi farla chiudere per nessun motivo al mondo.
E la risposta non tarda ad arrivare.
 
@Ashton5SOS:
Dimmi se sei felice...
 
E ancora una volta hai saputo mettermi con le spalle al muro.
Mi hai messo in trappola, come il migliore dei sorci: mi hai spiazzata, mi hai lasciato a bocca aperta, senza fiato e senza parole.
Hai messo di nuovo quei puntini sospensivi.
Hai voluto lasciare la questione aperta, proprio come me, e non so se l’hai fatto per codardia, per tristezza, o perché hai paura tanto quanto me di chiudere davvero la questione qui, con poche parole, nemmeno dette in faccia, senza guardarsi negli occhi.
Perché fa paura chiudere l’amore così, con poche semplici battute, senza nessuno sguardo intimorito, senza nessun sospiro triste, senza nessuna lacrima amara.
Calando il sipario così, senza aspettarsi nessun applauso finale, uscendo di scena all’improvviso, di colpo, spiazzando il resto del pubblico.
E ancora una volta mi tocca mentire per il tuo bene, mi tocca mentire per rivedere il tuo sorriso, per risentire le tue mille risate.
 
@marmss:
Sono felice, ti giuro che sono felice. E tu sei felice?
 
Non ce l’ho fatta a trattenere le lacrime.
E ho pianto, Ashton.
Ho fatto quello che dovresti fare anche tu: lasciarci il passato alle spalle e continuare a vivere lontani, con i cuori infranti e separati.
Perché magari un giorno ameranno di nuovo, ameranno cose diverse, occhi diversi, persone diverse.
Ma i tuoi occhi li amerò sempre, Ashton.
Il tuo sorriso mi illuminerà ancora le giornate.
La tua risata rimbomberà ancora nel mio cuore come la migliore delle melodie.
E aspetto la tua risposta come fosse la Vigilia di Natale, come quando ero bambina.
Aspetto la tua risposta come fosse il migliore dei regali, anche se già so che, quella risposta, non porterà altro che ancora più tristezza.
 
@Ashton5SOS:
Sì, sono felice. Ti giuro che sono felice.
 
I puntini sospensivi sono svaniti.
C’è un punto, alla fine della frase.
C’è un punto alla fine di noi due.
 
E, infondo, penso che sia meglio così.
 
 
 
~
Ho scritto questa oneshot lunedì scorso, di getto, rileggendo il tweet che aveva scritto Ashton per l'ennesima volta, ma la pubblico solo oggi (a distanza di una settimana) un po' perché il mio computer faceva capricci, e un po' perché mi vergognavo troppo. So che è l'ennesima oneshot triste e malinconica, che fa scendere il latte alle ginocchia, che fa anche abbastanza schifo - me ne rendo conto, lo so - ma l'idea che Ashton sia triste mi tormenta da giorni, quindi ho deciso di pubblicarla, Herbert permettendo (sì, ho dato un nome al mio computer e sì, lo rispecchia appieno perché e vecchio e malandato, si spegne in continuazione, mi fa arrivare quasi a bestemmiare in aramaico, eppure continua ad andare avanti. Good job, Herb!).
Nulla, io vado a nascondermi su una montagna sperduta per la troppa vergogna. Ringrazio tantiiiissimissimissimissimo Nanek ed AndySmile per aver letto in anteprima questa oneshot (anche se fa schifo. Sì, non smetterò mai di dirlo) :)
Non vi lascio qui sotto i miei contatti perché ho paura che EFP mi faccia un altro scherzetto come ieri e m'impedisca di pubblicare. Anche lui rigetta questa os hahahha 
Ad ogni modo, li trovate nella pagina autore, semmai vi venisse voglia di contattarmi/seguirmi/farmi qualche domanda, o anche per riempirmi di insulti, va bene lo stesso :D
Grazie mille per esservi soffermati a leggere, siete delle anime pie! 
Un bacione enorme,
Mary ♡
 
  
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