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Autore: _browneyes    09/06/2015    7 recensioni
Quando Nevaeh Lynch torna a Sydney, ormai, tutto è diverso. I suoi amici lo sono, tra chi è cresciuto troppo in fretta, chi non ha la minima intenzione di farlo e chi è arrivato al punto di rottura.
Stanno per dividersi, tutti, inequivocabilmente, ma forse non è troppo tardi per recuperare rapporti spezzati o crearne di nuovi, forse non è troppo tardi per dire finalmente cose che sono state nascoste per troppo tempo e emozioni appena scoperte, per creare nuovi ricordi e nuove prospettive. Forse non è troppo tardi per mettersi stipati in due macchine semi distrutte e partire senza una meta, tra le playlist di Ashton e gli strilli contrariati di Daphne.
Forse non è troppo tardi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Carpe Diem.
 
 
Capitolo Uno.
 
Idea.
 
 
 
La fine delle superiori è quell’evento che mette definitivamente un punto alla tua vita da adolescente e dà il via alla tua nuova vita nel mondo degli adulti. O almeno, questo è quello di cui è fermamente convinta Daphne Campbell.
È da quando ha iniziato le superiori che aspetta questo momento ‘chè, secondo lei, questi anni saranno i migliori della sua vita. E, in realtà, il suo futuro promette piuttosto bene.
È riuscita ad entrare all’Università di Sydney, che è una delle più prestigiose dell’Australia, dove hanno studiato e si sono conosciuti i suoi genitori; e poi, ha James, il suo storico ragazzo dal primo anno di liceo, con cui si sposerà in Settembre, appena prima che lui parta per Adelaide. Sa che sposarsi a diciotto, quasi diciannove, anni non è la scelta migliore, ma al momento è tutto quello che desidera. E quando glielo fanno presente, che il matrimonio è un passo importante e che bisogna rifletterci bene, lei si limita a stendere le labbra carnose in un sorriso dolce, scuote la testa facendo ondeggiare i capelli color cannella e ripete, quasi l’avesse imparato a memoria, che non c’è un momento stabilito per l’amore e che loro sono pronti a fare quel passo. E poi, in realtà, lei non vuole lasciarlo andare così lontano senza avere nemmeno una promessa a rassicurarla.
La scuola è finita da un giorno, la mattina c’è stata la consegna dei diplomi e, finalmente, a Daphne sembra di iniziare a vivere.
Sono tutti lì, a casa sua, i suoi compagni, i suoi amici. Non manca nessuno e Daphne sorride nostalgica guardandoli ‘chè, alla fine, le mancheranno un po’ tutti ed è felice di averli attorno ancora stasera.
Li riconosce tutti, saluta qualcuno con un cenno della mano e un sorriso.
C’è Luke Hemmings accanto alla piscina, accerchiato come al solito da ragazze e, Daphne ne è sicura, prima della fine della serata finirà a letto con almeno una di loro; è tipico di Luke, è fatto così, lui.
Sull’amaca che si tende fra i due alberi del suo giardino, ci sono Astra Ellis, Frieda Hart e Calum Hood che ridono; Astra con i suoi capelli viola che la tirano spesso al centro dell’attenzione e un bicchiere in mano che ride a una battuta appena fatta dal moro. Frieda e Calum ridono anche loro e si passano una sigaretta ‘chè Frieda si è dimenticata il suo pacchetto di Marlboro a casa ed è tutta la sera che va a scroccare sigarette agli altri; peccato che a Calum fosse rimasta solo una Chesterfield, che sono costretti a smezzarsi. Che poi, fosse stato qualcun altro, Frieda avrebbe arricciato il naso e detto che poteva fare a meno di fumare allora, ma si tratta di Calum Hood e per lui può fare un’eccezione.
Daphne li guarda e sorride, ‘chè poi ancora non l’ha capito come faccia Calum a non accorgersi che Frieda gli muore proprio dietro.
Più avanti, vicino al barbecue, c’è Selima Webb, Daphne in realtà con lei non s’è mai trovata molto, ma è solo perché sono troppo diverse; sta flirtando con un giocatore di lacrosse, Beau le sembra si chiami, e Daphne è sicura che fra loro succederà qualcosa prima della fine della serata e che lei, il mattino dopo, giurerà di esserne pazzamente innamorata. È che Selima ancora non s’è innamorata per davvero e non lo sa, cosa significa.
James la saluta la mano e Daphne sente le labbra schiudersi in un sorriso spontaneo mentre ricambia il gesto; lui le fa segno di raggiungerlo, lei gli mima che, si, dopo ci va da lui.
Vicino a lui, c’è Michael Clifford, con la solita espressione distaccata in viso e gli occhi gelidi, che sta mollemente seduto sul prato e sembra ignorare tutti gli altri; l’unica cosa a cui sembra prestare un po’ d’attenzione, è la quantità di tabacco da mettere nella cartina, ‘chè gli fanno schifo le sigarette, preferisce di gran lunga i drum.  
Daphne, comunque, se lo chiede da anni perché sia sempre così apatico e arrabbiato. Sul bordo della piscina, poi, ci sono Ashton Irwin e Tameka King che si stanno baciando, e di questo non si stupisce nessuno ‘chè loro stanno insieme da anni e tutti sono abituati a vederli scambiarsi effusioni. Anche se, a Daphne, sembra che fra loro non ci sia più quella scintilla ma, piuttosto, che ormai stiano insieme solo per abitudine. Ma, comunque, insieme sono carini.
All’appello manca solo la persona che per Daphne è più importante, anche più di James, Nevaeh, la sua migliore amica dai tempi dell’asilo. Hanno passato quasi tutto il liceo separate ‘chè Nevaeh s’è trasferita in Nuova Zelanda per il lavoro del padre; ma adesso sta tornando a Sydney, visto che è entrata anche lei all’università con Daphne, come progettano da quando avevano cinque anni. E Daphne sa che adesso lei sta arrivando, sa che è in taxi e sta arrivando lì. Lo sa e aspetta, ‘chè per iniziare davvero il periodo migliore della sua vita, ha bisogno di Nevaeh vicino.
 
Per Luke Hemmings, il liceo è stata una grande esperienza, soprattutto gli ultimi due anni sono stati una vera pacchia.
È bello e sa benissimo di esserlo e sa bene anche di poter avere praticamente ogni ragazza che vuole ‘chè gli cadono tutte ai piedi dopo un complimento o un sorrisetto malizioso. Non ha mai cercato una storia seria e non ne ha mai avuta una; come scusa ripete sempre che ci sono troppe belle ragazze per concentrarsi solo su una di loro, non sarebbe giusto nei confronti delle altre no?
E pazienza se poi a scuola veniva definito un puttaniere.
Non se lo ricorda nemmeno il nome della ragazza che sta baciando adesso, ma comunque non è importante, tanto né la rivedrà più, né gli verrà mai voglia di cercarla dopo stasera.
Ma ad infastidirlo, quando stava per arrivare al punto più bello, accorre Ashton Irwin, con un sorriso divertito sulle labbra quando si accorge cosa sta per interrompere. Luke sarà irritato da morire e questo lo diverte non poco.
«Luke, dovrai rimandare la tua sveltina un po’, c’è Nevaeh. Ivy, non preoccuparti però, te lo riporto tra poco», ride il riccio mentre il biondo lo fulmina con gli occhi ghiaccio e sbuffa, mascherando un po’ il sorriso nel sentire il nome di Nevaeh. Non la vede da una vita, quasi.
«E quindi stasera vai in bianco, povero piccolo Luke», Ashton ride ancora mentre attraversano, facendosi spazio a gomitate, il giardino dei Campbell, gremito di ragazzi che ridono, bevono, si baciano.
Luke alza gli occhi al cielo e scuote la testa, ridendo, «Non preoccuparti, un’altra da scoparmi me la trovo subito, in bianco non ci vado mai»; tira un pugno scherzoso sul braccio dell’amico, che si unisce rumorosamente alla sua risata. «La convinzione, Hemmings».
Il biondo alza un sopracciglio, Ashton si chiede sempre come faccia ad alzarne uno solo, guardando l’altro con un’espressione scettica, «Sai benissimo che ho ragione». Ashton alza le spalle, continuando a ridere, le mani cacciate in tasca alla ricerca del suo accendino mentre raggiungono l’ingresso. «Hai ragione, okay. La tua sta diventando una malattia però, sembra che tu non riesca a farne a meno».
Luke ride di nuovo, passando ad Ashton il suo, di accendino, senza nemmeno aspettare la richiesta ‘chè tanto lui se li perde sempre gli accendini, «Se non fossi monogamo da anni capiresti. E comunque è una malattia davvero divertente».
Ashton scuote la testa e, dopo essersi acceso la sigaretta che teneva stretta fra le labbra, gli molla di nuovo l’accendino fra le mani. Luke non cambierà mai.
 
In Australia, Nevaeh, ci torna solamente un paio di volte l’anno, giusto per pochi giorni; quel che basta per passare a fare un saluto agli amici e vedere tutti i parenti a Natale. Le pare strano, adesso, essere sul vialetto di casa Campbell con l’intenzione di restare a Sydney in pianta stabile. È che non c’è quasi più abituata a considerare quella città casa sua.
«Nev!», l’urlo entusiasta di Daphne la fa sorridere ‘chè l’amica è sempre così pacata che è raro vederla così. Nevaeh ride stringendola in un abbraccio affettuoso, alzandosi un po’ sulle punte dei piedi ‘chè lei, a differenza di Daphne che la supera abbondantemente in altezza, a stento sfiora il metro e sessantacinque.
«Mi sei mancata un sacco!», le grida entusiasta, con la voce un po’ stridula, di risposta. Poi la guarda, scrutando con attenzione la migliore amica nei dettagli, che lei ha sempre ritenuto la cosa più importante da guardare; Daphne non è cambiata di una virgola, a lei i cambiamenti non sono mai piaciuti, mentre Nevaeh è una di quelle persone che li ama. Infatti, da quando si sono viste l’ultima volta, è cambiata tantissimo, con il nuovo piercing all’angolo destro del labbro e i capelli, di un banale castano scuro di solito, adesso sono quasi bianchi, dopo la decolorazione. Sa, anche senza vederla in faccia, che Daphne sta un po’ arricciando il naso davanti al cambiamento di stile, che questo poi non le è mai piaciuto, ma a Nevaeh non importa. Alla fine, non è mai cambiata per compiacere nessuno, se non sè stessa, ovviamente. Finalmente, Daphne scioglie il suo abbraccio tanto stretto da levare quasi il fiato e la prende a braccetto, tirandosela dietro tra una marea di persone e chiacchere. Non sta zitta un attimo e Nevaeh la lascia parlare, le è mancata la sua parlantina, in fondo, «Dai, sbrigati che ti stanno aspettando tutti. Ci sei mancata un sacco, a me più che a tutti, sai? Anche agli altri, ovviamente. Ti sei persa un sacco di cose! Menomale che sei qui, ora!»; Nevaeh ride mentre cerca inutilmente di seguire il filo illogico delle parole troppo veloci dell’amica, che continua a parlare senza sosta. «Nevaeh!», qualcuno le salta addosso, quasi prima che possa rendersi conto di chi sia; è una fortuna che Frieda usi lo stesso profumo, Chanel numero 5, da anni, che mischiato alla vaniglia e al tabacco le conferisce quell’odore caratteristico per cui Nevaeh, seppure senza averla vista in faccia, la riconosce. Ride e ricambia  l’abbraccio, «Frieda oddio, mi hai fatto prendere un colpo!».
Frieda ride di rimando e scuote piano la testa, facendo ondeggiare i lunghi capelli miele con un gran sorriso stampato in viso. Si allontana di un passo per guardare Nevaeh e fa un fischio d’ammirazione, «Lynch e quando me lo dici che sei diventata uno schianto?».
L’altra scuote la testa e ride, ancora. È felice di essere tornata, di essere lì con i suoi amici; non che non le manchi Wellington, ma qui a Sydney, è proprio un’altra cosa. Qui, si respira proprio odore di casa, secondo lei.
 
Sono le tre del mattino e dal giardino di casa Campbell, ormai, se ne sono andati tutti, o quasi. Hanno accesso un falò ‘chè, almeno secondo Astra, che diavolo di festa è, senza almeno un falò attorno a cui sedersi?
Sono tutti lì, quelli importanti per Daphne e lei è felice. Sorride, il fuoco scoppiettante che le fa brillare gli occhi, mettendo in risalto le pagliuzze dorate degli occhi verdi. Sta sulla sdraio, Nevaeh è seduta ai suoi piedi, la testa e la schiena poggiate alle gambe di Daphne e la testa di Luke sulle sue, di gambe.
Astra ha scelto il posto più lontano possibile da Ashton, appollaiandosi sull’amaca gialla insieme a Michael, che però si tiene più lontano possibile da lei e non le parla. Che sia strano, non è certo una novità per Astra, e non ci fa poi tanto caso, alla fine. Ashton, ancora, non ha capito il motivo per cui la ragazza con i capelli viola continui ad evitarlo, sa che è così, ma non ci da così tanto peso. Prima o poi capirà, no? Tameka gli sta seduta in braccio e si sente quasi costretto, lui, a stringerle la vita con un braccio, anche se la voglia non ce l’ha proprio. È che, ultimamente, stare con la bionda, sembra essere più un obbligo che quello che vuole davvero. Il problema, per Ashton, è che lui mica lo sa, quello che vuole.
Calum e Frieda stanno seduti vicini, lei con la testa poggiata alla spalla di lui, che prova a solleticarle i fianchi. Incredibile che ancora non si sia accorto proprio di niente.
«Ho un’idea», esordisce Nevaeh. Gli occhi di tutti le si posano addosso e continua con la sua spiegazione: «Praticamente non vengo in Australia da anni e non me la ricordo quasi per niente. Voglio fare un po’ la turista e ho una proposta da farvi»; li guarda. Loro annuiscono e Nevaeh continua, «Che ne dite di un bel viaggio on the road? Senza una meta, decidiamo giorno per giorno cosa fare. Partiamo tipo domani o dopo domani. Che ne dite?».
E, alla fine, chi più convinto, chi meno, nove teste annuiscono a quella proposta.
 
 
 
Writer’s wall.
Ehilà.
Intanto vi ringrazio di aver letto fin qui.
Visto che, finalmente, è arrivata l’estate e avevo quest’idea in testa da un bel po’, ho pensato di cominciare questa storia. Ancora, in realtà, non so bene come finirà, è una storia che sto scrivendo per rilassarmi e per piacere personale.
Il capitolo è un po’ corto, gli altri saranno molto più lunghi, questo mi serviva solo per introdurre brevemente i personaggi e per entrare nella vicenda.
Grazie, di nuovo, di aver letto fino a qui, mi farebbe davvero piacere se mi faceste sapere cosa ve ne pare.
Prima di sparire vi lascio il link dell’altra mia storia Fobie
E queste sono le ragazze, io le immagino così Astra Daphne Frieda Nevaeh Selima Tameka
Un bacio,
-Mars

 
 
 
 
  
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