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Autore: emptyhanded_    09/06/2015    3 recensioni
Volete sapere perchè io, Leanne Morgan, sono una stupida? Prima di tutto, non so come si scrivano trame; secondo sono innamorata dell'unico ragazzo al mondo di cui non mi dovevo innamorare. Non perchè lui sia un poco di buono o un soggetto da allontanare dalla comunità, ma perchè il mio migliore amico lo odia con tutto il suo cuore da anni. Solo che la morale di questa storia la conosco già: la ragazza innamorata dell'artista misterioso rimarrà con il cuore a pezzi. E' già successo e non stento a credere che capiterà un'altra volta.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Primo Capitolo

 

Manca solo mezz'ora.

Batto le dita sul bancone, a ritmo della canzone riprodotta dal giradischi, mentre aspetto. Ho lo sguardo fisso sull'orologio dei Kiss e osservo le lancette muoversi pigre. Sono talmente tanto lente, da sembrare ferme. Oggi è una giornata fiacca, si sono visti solo tre clienti, di cui uno stava cercando un bagno. Non che io mi diverta a servire le persone che entrano nel negozio, ma almeno mi tengo impegnata a fare qualcosa. Il tempo non passa da quando è cominciato il mio turno. Ho fatto di tutto per non stare ferma: ho sistemato i vinili, la vetrina, ho controllato che tutti i cd fossero al loro posto, ma non è servito. La noia mi assale da ore, ormai. Come se non bastasse, Alex ha deciso di non volermi parlare. Si è impossessato del giradischi, non permettendomi di scegliere che cosa ascoltare, e sfoglia distratto un catalogo di chitarre. Vorrei capire che ho fatto, ma Alex è strano da quando è nato ed ho rinunciato a comprenderlo. L'unico lato positivo è che non devo fingermi interessata a quello che mi racconta, dato che ha fatto il voto del silenzio.

In questi momenti capisco che la fortuna di lavorare in un negozio di dischi è quella di poter ascoltare la musica in ogni singolo momento. Io e Alex avevamo deciso di scegliere un disco a testa alla volta, in modo da ascoltare prima la musica che piace ad uno e poi la musica che piace all'altra, senza litigare. Peccato che oggi non sia così.

Le note dei Backstreet Boys mi stanno accompagnando almeno da un'ora e la voglia di scappare dal negozio aumenta sempre di più. Almeno le loro canzoni stanno riempiendo il vuoto creato dal silenzio che c'è tra me e Alex e dall'assenza di clienti.

Mancano venti minuti.

Nel preciso istante in cui sospiro, la porta del negozio si apre. Sia io che Alex ci sistemiamo dritti dietro il bancone, come se stessimo aspettando questo momento con impazienza, ma quando lui vede che la ragazza che è entrata è Carrie, sbuffa e torna a fare quello che stava facendo.

<< Leanne. >>

La ragazza avanza con passo spedito verso di me, il rumore dei suoi tacchi che sovrasta la musica. E' buffo vederla all'interno del negozio, con i suoi vestiti firmati e colorati. Qui dentro, non c'è niente che non sia di colore scuro e di marca scadente ed è strano avere clienti che fanno parte della categoria di persone in cui catalogo Carrie: ricchi viziati che non sanno distinguere il reggae dallo ska.

Io rimango dove sono, incerta. Carrie non viene quasi mai a trovarmi al lavoro e se lo fa, significa che è successo qualcosa. Mi sto già immaginando tutte le catastrofi che possono essere successe, quando si tratta di lei, ogni cosa è possibile, ma ha un'espressione sul volto indecifrabile e non riesco a capire di cosa si tratti.

<< Quanto sei stupida da uno a dieci? >>

Rimane in piedi, davanti al bancone. Ha le braccia conserte e i suoi occhi azzurri, privi di qualsiasi emozione, sono fissi sui miei. Rimango interdetta, non riesco a capire il perchè della sua domanda.

<< E non fare finta di non sapere di cosa io stia parlando >>

Sta alzando il tono della voce, ma non mi importa. Mi limito ad aggrottare la fronte, appoggiando i gomiti sul tavolo e sbattendo le ciglia.

<< Illuminami >>

Se c'è una persona al mondo che non capirò mai, quella è Carol Reeds. Non ho mai conosciuto nessuno più incoerente, voglioso di stare al centro dell'attenzione, indiscreto di lei. So per certo, che urlerà qualcosa di imbarazzante su di me, richiamando l'attenzione di Alex, e non si farà problemi a continuare la sua sceneggiata per un'altra dozzina di minuti. L'unica cosa che posso fare, è mostrarmi impassibile, nonostante non abbia la più pallida idea di quale sia il problema.

Carrie sospira guardandosi intorno con fare teatrale. Non credo abbia notato il tono ironico delle mie parole.

<< Perchè hai rifiutato un invito da parte di Eric Harris? >>

Strabuzzo gli occhi. Apro la bocca per poter dire qualcosa, ma non ci riesco. Le parole mi muoiono in gola, non sono abbastanza forti per poter uscire. Le mie guance stanno formicolando e questo indica che sto arrossendo. Quella ragazza è riuscita a toccare l'unico tasto dolente che mi impedisce di rimanere indifferente. Sento Alex sollevare il viso dal giornale, rivolgendo l'attenzione su noi due . Un turbine di domande si sta impossessando della mia mente, domande senza risposta logica, che mi fanno arrossire sempre di più.

<< Non mi ha invitato da nessuna parte... >> Sussurro, abbassando lo sguardo sul bancone bianco. Vorrei evitare di aprire la triste parentesi su questa storia. Odio parlarne apertamente, tanto si sa come finirà: la ragazza innamorata dell'artista misterioso rimarrà con il cuore a pezzi. E' già successo e non stento a credere che capiterà un'altra volta.

<< Eh no, Bianca mi ha detto che ti ha chiesto di andare a lezione con lui mercoledì >>

Alex, ormai, sta ascoltando senza avere il benché minimo interesse a non mostrarsi un ficca naso, mentre Carrie insiste su questa storia. Se Eric Harris mi avesse davvero chiesto un appuntamento, non gli avrei detto di no. Sono innamorata di lui da almeno due anni, non mi farei mai perdere un'occasione del genere, dato che sto passando la mia vita a sperare che questo accada.

Mi schiarisco la voce, portandomi indietro i capelli.

<< Haley mi ha cancellato la lezione di giovedì per motivi personali, ero con Eric quando me lo ha detto e lui ha pensato, gentilmente, di farmi questo favore. Carrie, io mercoledì devo fare da baby sitter alle figlie di Catherine , a differenza tua, io ho bisogno dei soldi che guadagno >> Celio, seccata.

Sento Alex sbuffare. Carrie, invece, scuote la testa e si allontana dal bancone.

<< E non ti è venuto in mente niente? >>

<< Cosa mi doveva venire in mente? Le lezioni di chitarra costano più di una casa, è snervante doverne perdere una. Anche io avrei fatto lo stesso >>

Alza gli occhi al cielo e si avvia verso la porta, con la stessa aria di sufficienza di quando è entrata. In momenti come questi, mi chiedo perchè la consideri una delle mie migliori amiche. E poi saranno affari miei quello che mi succede con Eric!

<< Sei senza speranze, Leanne Morgan >>

Con queste ultime parole, fa la sua uscita trionfante, lasciandomi più arrabbiata di prima. Se Carrie fosse fidanzata con il ragazzo che ama, ascolterei quello che ha da dirmi.

Mi giro verso Alex. Mi sta guardando con la fronte corrugata e scuote la testa. Ci mancava solo il dissenso di mio fratello a peggiorare la situazione. Roteo gli occhi e mi tolgo il gilet nero del negozio.

<< Non provare a parlare >>

E così dicendo mi dirigo verso il retro dove vi sono gli armadietti dei dipendenti.

 

Sono talmente furiosa che non mi rendo conto dove cammino. Ho le cuffie, che sparano musica nelle orecchie a tutto volume, i pugni serrati nelle tasche del mio giubbotto di pelle e tanta rabbia addosso. Sono arrabbiata perchè le mie amiche si passano informazioni sul mio conto senza il mio permesso. Sono arrabbiata perchè vengono a giudicarmi persino sul posto di lavoro. Sono arrabbiata perchè Eric non mi chiederà mai un appuntamento. Sono arrabbiata perchè Carrie ha ragione, sono senza speranze. Il vero problema di tutta questa faccenda è che non ho le palle per passare un'ora e mezza con lui. Ho troppa paura di mettermi in ridicolo. Potevo benissimo dire a zia Cat che non sarei andata, avrebbe chiamato mia sorella senza problemi, ma non ci sono riuscita.

Leanne Morgan, sei proprio una stupida.

Le strade di Londra sono grigie e trafficate. Nuvoloni neri minacciano un temporale e i passanti si affrettano a raggiungere le loro mete per evitare la pioggia. Proseguo lungo i marciapiedi di Notting Hill, lasciandomi Portobello Road alle spalle. Dovrei scendere in metropolitana per raggiungere Camden Town, ma non ne ho la minima voglia. Preferisco stare all'aria aperta anche se è inquinata e troppo umida.

Perchè sono innamorata di un ragazzo che non mi considererà mai? Forse la risposta la so, sono piena di difetti, ma Eric è il primo ragazzo di cui sono stata veramente innamorata e non sono mai stata così male per qualcuno.

Sospiro, quando, improvvisamente, mi ritrovo a terra. Sono caduta in ginocchio, con i palmi delle mani appoggiati sul marciapiede. Il mio cellulare è scivolato dalla tasca del giubbotto, togliendomi le cuffie dalle orecchie.

<< RAZZA DI IDIOTA! >> Sbraito con tutta la voce che ho nel corpo.

Raccolgo il cellulare da terra, mentre sento le ginocchia e le mani cominciare a bruciare. Peggio di così non può andare.

<< Effettivamente sono davvero un'idiota >>

<< Esatto >>

Due mani forti mi prendono per la vita e mi alzano da terra. Spero che l'idiota abbia voglia di litigare, perchè con tutta la tensione che ho addosso, ho davvero bisogno di sfogarmi. Mi rimetto in piedi, sistemandomi i vestiti e i capelli.

<< Dopo la storia di Eric ci mancava questa >> Sbuffo sconsolata, quando mi accorgo di cosa sta succedendo. Eric, in carne ed ossa, è davanti a me e mi guarda preoccupato. Ha i capelli spettinati e i suoi occhi neri mi scrutano curiosi.

Non ho mai conosciuto qualcuno più sfortunato di me.

Il ragazzo sta sorridendo divertito, con la lingua tra i denti. Sorrido di rimando e mi maledico, perchè il mio cuore sta battendo talmente forte che sono sicura uscirà dal petto, uccidendomi.

<< Che storia? >>

La sua domanda mi fa smettere di sorridere. Ha sentito quello che ho detto. Ho caldo e mi sento avvampare, non ho la minima idea di cosa rispondergli. Ora gli dirò tutto in preda al panico e riderà di me, lo so. Vorrei guardarmi in giro per trovare qualcosa da dirgli, ma non riesco a smettere di fissarlo. Indossa anche lui un giubbotto di pelle, aperto, che lascia intravedere la maglietta bianca che ha sotto. E' tremendamente bello.

<< Ehm... mi dispiace di non aver potuto accettare la tua proposta e di saltare una lezione di chitarra >> Bisbiglio.

Eric annuisce e poi accenna una risata. Ho la sensazione di star per svenire a causa dell'imbarazzo.

<< Chiederò ad Haley di fartela recuperare. Tu stai bene? Ti sei fatta male prima? >>

Scuoto la testa, mentre tengo lo sguardo fisso sulle sue mani che prendono le mie, girano i miei palmi all'insù e li accarezzano lentamente. Sento le guance formicolarmi e il punto che mi sta toccando brucia di sicuro. Sto trattenendo il respiro perchè è davvero troppo vicino a me.

Mi lascia andare le mani e torno a respirare, contenta che quel contatto sia terminato.

<< Stavo andando al Old Vinyl per cercare gli spartiti di 'Is This Love' di Bob Marley, sai se ci sono? >>

Avete presente quando pensate che qualcuno non può essere più perfetto di quanto non sia già, però poi dice qualcosa che vi fa ricredere? Ecco, mi è appena successo con Eric. Possibile che tra tutte le canzoni al mondo, stia cercando la mia preferita?

<< Certo che c'è, ho ordinato tutti gli spartiti di Bob Marley esistenti al mondo, perchè il negozio non ne aveva neanche uno >>

<< Is This Love è la mia preferita, anche se amo tutte le sue canzoni >>

Mi mordo il labbro per non urlare, ma sorrido. Sorrido perchè lui è la cosa più bella al mondo ed è perfetto e mi fa diventare diabetica. Spero che non riesca a leggere anche nel pensiero, perchè la situazione diventerebbe più imbarazzante di quanto non sia già.

Rimaniamo a chiacchierare per altri venti minuti, con la schiena contro il muro dello Starbucks e i nostri visi che si guardano. Parliamo della musica, dell'università, di Londra e del futuro. Lui vorrebbe diventare un artista ed esporre le proprie opere a New York. Mi racconta di quanto ama Salvador Dalì, di come vorrebbe diventare grande come lui, nonostante non sia così bravo, mentre io sorrido, persa nelle sue parole. Quando ci rendiamo conto che è troppo tardi, impreco sotto voce. Il tempo che un'ora prima si era bloccato, ora ha deciso di scorrere velocemente.

<< E' stato bello parlare con te, Anne >> Dice Eric.

Anne. Nessuno mi aveva mai chiamata Anne, ed hanno fatto tutti bene. Credo sia il soprannome peggiore della storia dei soprannomi, ma è così bello che lui abbia pensato a questo nomignolo per me e poi, anche se mi chiamasse Mabel, che ritengo il nome più brutto al mondo, mi andrebbe bene. Gli lascerei fare di tutto, mi vestirei persino di rosa per lui... credo... .

<< Possiamo rifarlo quando vuoi >> Rispondo.

 

Rimango stupita da me stessa, non ho mai avuto coraggio per chiedere queste cose. In realtà credo che io lo abbia fatto più per mostrare a Carrie che non sono senza speranze, perchè sono ancora terrorizzata dal passare del tempo insieme a lui.

Non aspetto nemmeno la sua risposta, che mi volto per attraversare la strada, quando finisco per scontrarmi contro un palo della luce. Sento la terra crollarmi sotto i piedi. Vorrei correre, urlare, ridere in faccia ai primi sconosciuti che mi passano davanti agli occhi. Non è affatto possibile che queste cose succedano sempre a me.

Eric scoppia a ridere e mi saluta, sparendo verso Portobello Road e lasciandomi davanti a Starbucks con il naso dolorante. Non mi ha nemmeno risposto e, come se non bastasse, comincia a piovere.

 

*

 

Casa mia si trova a Camden Town, lungo la via di villette a schiera colorate. La mia amica Ellie, circa tre anni fa, aveva deciso di andare a vivere in quella blu, posta esattamente in mezzo a tutte le altre villette. Essendo case molto costose, io ed altre due mie amiche ci siamo offerte per diventare le sue coinquiline. Proprio per questo motivo passo le mie giornate a lavorare, oltre che andare all'università.

Quando raggiungo casa, sono ormai completamente fradicia. Mi spoglio sulla soglia della porta, prima di fiondarmi nel bagno al piano di sopra. Rimango sotto l'acqua calda per almeno un quarto d'ora, cercando di metabolizzare tutto quello che mi è successo durante il pomeriggio. Rimango con la testa bassa, osservando le gocce d'acqua scorrere lentamente sulla mia pelle. Mi costringo a concentrarmi su di esse, ma sembra che l'unica cosa che vedo sia quel sorriso con la lingua tra i denti.

Esco dalla doccia infastidita. Quel ragazzo sta diventando una vera e propria ossessione.

Mi asciugo i capelli velocemente, noncurante del fatto che siano diventati una massa di ricci informe, e poi mi vesto con i primi pantaloni neri che trovo ed una camicia di jeans pulita. Come ogni venerdì sera, devo andare a cena da Sarah e Carrie, che abitano nella villetta gialla accanto alla nostra. Anche se siamo sei migliori amiche ed abitiamo in due case differenti, siamo sempre insieme, è come se vivessi in due casi anziché in una. Scendo in soggiorno e recupero la mia chitarra acustica, quando vedo Claire seduta sul divano che mi guarda seria.

No, non ancora.

<< Ti voglio bene e lo sai, però sei davvero stupida. >>

Alzo gli occhi al cielo e mi lascio cadere sull'altro divano. Promemoria per me: non raccontare mai più a Bianca quello che mi succede. Emetto un rantolo e mi giro, sdraiata, verso Claire.

<< Grazie >> Biascico sperando con tutto il cuore che si alzi ed esca di casa.

Claire rimane seduta, immobile, con le gambe accavallate e le braccia conserte. Se ha intenzione di farmi la predica anche lei, non esiterò un momento a scappare via.

<< Sei stupida perchè non devi dire a Bianca queste cose, che poi crea situazioni distorte nella sua mente e le va a dire in giro >>

Mi alzo di scatto in modo da sedermi. Claire sta sorridendo e anche io non riesco a stare seria. Meno male che è dalla mia parte. Non avrei mai retto un'altra amica che mi rimproverasse per come mi ero comportata con Eric.

<< Credo di aver capito, ora >>

<< Bene, se provano a parlare di questo a cena, la prossima volta gli avveleno il cibo >>

Scoppio a ridere alle parole di Claire e mi alzo per andare ad abbracciarla. La ragazza, che ha capito il mio intento, si allontana e mi incenerisce con lo sguardo. Se c'è una cosa che Claire odia, sono le manifestazioni d'affetto in pubblico. In otto anni che ci conosciamo, mi ha abbracciato solo quando i miei genitori hanno divorziato perchè mio padre ha capito di essere gay.

<< Ti ho mai detto che ti amo? >>

Claire ride e poi le racconto quello che è successo al lavoro e dopo, quando ho incontrato Eric. Adoro il modo in cui ascolta senza giudicare e adoro il fatto che continui a prendere le mie difese. Solo dopo mezz'ora decidiamo di andare da Carrie e Sarah, dove ci stanno aspettando anche Bianca e Ellie. Ceniamo quasi subito, abbiamo tutte molta fame. Una cosa che ci distingue dalle altre ragazze, è che mangiamo come una mandria di bufali. E' incredibile come il cibo sia la cosa che ci metta d'accordo tutte e che ci riesce anche a rendere felici. Nessuno intavola una conversazione su me e Eric e mi sento davvero sollevata. Se non l'hanno fatto ora, non lo faranno per il resto della serata. La cena prosegue tranquilla, con Sarah e Carrie che litigano a causa del disordine di quest'ultima e Ellie che ci spiega il progetto che le è stato dato per il corso di costume all'università.

Io mi calmo, lasciandomi trasportare dalle conversazioni delle mie amiche e smettendo di pensare ai miei problemi. Aiuto Sarah a sparecchiare e in quel momento, decido di suonare qualcosa. Prendo la mia chitarra e mi siedo sul divano, cominciando ad accordare lo strumento, quando il rumore del campanello della porta richiama la nostra attenzione.

<< Lea, doveva venire anche Alex stasera? >> Chiede Carrie perplessa.

Mi limito a scuotere la testa. Mio fratello ha la brutta abitudine di intromettersi in tutto quello che faccio, infatti la maggior parte delle volte, si auto invita a cena da me. Questa sera, però, so che doveva uscire con dei suoi amici. Sarah va a controllare chi sia stato, apre la porta sorridendo, ma non c'è nessuno.

<< Si saranno sbagliati >> Commenta Ellie.

Riprendiamo a fare quello che stavamo facendo. Decido di suonare qualche sinfonia improvvisata, mentre le ragazze si sistemano sui divani ascoltandomi distrattamente.

Un altro colpo alla porta.

<< Siete sicure di non star aspettando qualcuno? >>

<< No, Sarah >> Rispondo. Mi alzo dal divano seccata. Se questo è uno scherzo, non mi sto affatto divertendo. Spalanco la porta d'ingresso e do un'occhiata fuori. La pioggia di oggi pomeriggio si è trasformata in un acquazzone. L'acqua scende talmente fitta da rendere impossibile la visuale di ciò che si trova a qualche metro di distanza dalla propria postazione.

<< Ma state calme, non succede niente >>

Esattamente dopo le parole di Claire, la luce della casa salta, lasciandoci nel buio totale.

Bianca e Sarah urlano, prendendomi alla sprovvista. Lascio che la porta d'ingresso sbatta, chiudendosi a chiave.

<< La prossima che urla in quel modo si beccherà un pugno in faccia, d'accordo? >> Sibila Ellie << Sarah, Carrie avete delle candele? >>

<< Si, sono in cantina. Chi mi accompagna? >>

Alla domanda di Carrie rimaniamo tutte zitte. Personalmente, non ho voglia di andare in un posto ancora più freddo e umido di quanto non sia già il soggiorno a causa dell'aria uggiosa che è entrata dopo che ho aperto la porta.

<< Vengo io >> Mormora Claire.

Le due ragazze spariscono, lasciandoci sole. Sarah e Bianca si stanno abbracciando, rannicchiate sul divano, mentre Ellie è in piedi davanti alla porta d'ingresso, in allerta. Sentiamo un altro colpo alla porta. Comincio a preoccuparmi. Non è mai successo niente del genere, mai è capitato che saltasse la luce, nonostante ci sia un temporale quasi ogni settimana. Stringo le braccia al petto, i miei occhi che si muovono in tutte le direzioni per riuscire a mettere a fuoco la sala avvolta dall'oscurità.

<< Perchè non sono tornate? >> Mormora con un filo di voce Bianca.

In quel momento preciso, un lampo rischiara la stanza e la porta vetrata che da sul giardino del retro si apre di colpo. Le mie gambe si paralizzano e mi lascio sfuggire un gridolino. Ellie non dice niente, avrà paura anche lei di sicuro. Chiudo gli occhi e mi faccio forza. Sta entrando troppa aria fredda, così mi muovo piano verso la porta finestra.

Un altro lampo.

Sarah, Ellie e Bianca urlano.

Claire e Carrie non sono ancora tornate.

Intravedo delle ombre nere in giardino. Dapprima penso si tratti della pioggia, poi noto che quelle ombre scure, dalla forma umanoide, si stanno muovendo lentamente verso la mia direzione.

<< C'E' QUALCOSA FUORI E NON E' SEMPLICE PIOGGIA >>

Grido con tutto il fiato che ho in gola. Mi allontano all'indietro, senza staccare lo sguardo dalle ombre.

<< Sicura che non sia pioggia? >> Deglutisce Bianca.

Mi volto di scatto verso di lei, dimenticandomi per un secondo ciò che sta accadendo.

<< Bianca, so distinguere qualcosa di strano dalla pioggia, non sono così stupida! >>

<< Superstar, ma tu sei così stupida >>

La luce torna, mentre io sono immobile. Non riesco a smettere di sorridere.

Solo una persona al mondo mi chiama Superstar. Le mie amiche sono in silenzio e sento i passi di Carrie e Claire in lontananza. Sono sollevata e felice, tutta la tensione di prima è svanita nel nulla.

<< Indovinate chi sono tornati a casa? >>

Solo a quelle parole mi giro, sorridendo come non mai. Sono passati tre mesi, ma eccoli.

Ci sono tutti e quattro, con un'espressione bonaria sul volto e i vestiti bagnati. Si trovano sulla soglia della porta vetrata e aspettano che noi facciamo qualcosa, ma le altre sono troppo sconvolte per reagire. Mi avvicino lentamente ai ragazzi, incrociando le braccia al petto. Li guardo dall'alto in basso, con aria di sfida. Sto cercando di auto controllarmi. Ho i loro occhi puntati addosso e tutto quello che riesco a fare è dire: << Siete proprio degli idioti >>
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Eccomi qui, di nuovo.
Lo so, sto riscrivendo superstar per la milionesima volta, ma ho deciso di cambiarla radicalmente.
La trama rimane uguale, ma sono stufa di scrivere sugli one direction. Spero che senza di loro e rimodernata non sarà un fiasco totale, perchè ci tengo davvero a questa storia.
Che dire, io Leanne la amo, sarà per sempre un personaggio a cui non riuscirò a staccarmi.
Spero vi piaccia e vi ringrazio per le visualizzazioni e in caso qualcuno volesse recensire.
Sarei molto lieta di sapere che ne pensate, specialmente perchè voglio migliorare il modo in cui scrivo.
Sparisco a fare la tesina,
Prosit
Becka 

 

 

  
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