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Autore: mrsstilinski__    09/06/2015    1 recensioni
Il display sul suo telefono segna le sei di mattina, e a Luke sembra che sia la stessa ora da un’infinità di tempo, ma solo perché davvero i minuti non sembrano passare mai.
Sono le sei di mattina e le manda un sms, perché diciassette giorni senza sentirla sono troppi, perché non dorme senza di lei, perché lei gli manca e perché quella tipa che gli ha presentato Michael -di cui non ricorda neanche il nome- le somigliava fin troppo, con i suoi capelli lisci, neri come la pece e gli occhi blu, freddi, glaciali.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei di mattina
 
Dormi
E non pensarci più
Che non è facile restare in questo posto
Dormi 
Che sono pazzo di te
E non è strano che ti voglio ad ogni costo
Dormi
E non pensarci più
Che non è facile restare in questo posto
Dormi
Che sono pazzo di te
E non mi posso più fermare
Un limite non c'è.

Briga – Sei di mattina
 
Luke si gira e rigira tra le lenzuola, scompiglia il copriletto con i suoi movimenti bruschi, tasta la parte vuota del letto accanto a lui, come a cercare una presenza che non c’è, ma di quest’assenza lui ne è ben consapevole.
Sbuffa, Luke, perché sono le sei di mattina, è domenica e non riesce a dormire; sono le sei di mattina e il silenzio del suo appartamento è opprimente; sono le sei di mattina e Nikki non c’è, ma Nikki non c’è da due mesi, solo che ancora deve farci l’abitudine.
Che poi, questa situazione lo fa un po’ ridere, perché è sempre stata lei a soffrire di insonnia, lei che cercava un contatto con lui, che gli prendeva la mano, che lo abbracciava, sapendo che solo la vicinanza le avrebbe fatto dormire sonni tranquilli, senza i soliti incubi che la tormentavano da che era una bambina.
E “dormi” le diceva Luke “non ci pensare.”
Mostri sotto il letto non ce n’erano, lei era più che al sicuro con lui, lui che la amava, che era pazzo di lei, che per lei avrebbe preso la luna, se solo gliel’avesse chiesta.
Luke si passa una mano tra i capelli, vorrebbe urlare dalla frustrazione, perché sono le sei di mattina e non ha chiuso occhio.
E’ rientrato alle 3.30 da una serata con i suoi amici, per poi mettersi a letto e non dormire, e pensare anzi, pensare a lei, sempre a lei, che se n’è andata, che l’ha abbandonato, che forse ha trovato il letto di un altro da scaldare.
Che poi, gli sembra quasi fatto a posta, che le sei di mattina sono un po' il suo orario di sempre, si svegliava alle sei di mattina quando andava a scuola, quando andava all'università, e sempre alle sei di mattina per andare a lavoro, mentre i raggi del caldo sole australiano illuminavano Nikki.
Preso da un insano momento di euforia, afferra il telefono dal comodino, l’ultimo messaggio di Nikki risale a diciassette giorni prima, perché Luke ha contato ogni giorno senza sentirla, e ancora gli sembra di sentire i brividi, nel leggere la sua risposta.
18.00 04/06/2015
Non cercarmi più.
Lo aveva inviato alle sei di pomeriggio, quel messaggio. Tre parole, un punto finale, lei che gli diceva definitivamente addio e che gli ordinava, quasi, di lasciarla stare.
Il display sul suo telefono segna le sei di mattina, e a Luke sembra che sia la stessa ora da un’infinità di tempo, ma solo perché davvero i minuti non sembrano passare mai.
Sono le sei di mattina e le manda un sms, perché diciassette giorni senza sentirla sono troppi, perché non dorme senza di lei, perché lei gli manca e perché quella tipa che gli ha presentato Michael -di cui non ricorda neanche il nome- le somigliava fin troppo, con i suoi capelli lisci, neri come la pece e gli occhi blu, freddi, glaciali.
6.00 21/06/2015
Mi manchi.
Glielo invia senza pensarci due volte, ha agito di impulso ma non si pente di averlo fatto, anche se di solito è una persona razionale, le ha scritto quelle due semplici parole che racchiudono tutto e che sono le più vere che abbia mai detto.
E’ convinto che lei non risponderà, perché infondo Nikki è una stronza e lui l’ha sempre saputo, è fredda come i suoi occhi, non lascia trapelare alcuna emozione, nel suo telefono non c’è una sola canzone d’amore e ci ha impiegato mesi, d’altronde, per confessargli di amarlo, dopo averlo lasciato come uno stoccafisso, al suo “ti amo” senza risposta.
E’ sempre stata glaciale, eppure, questo Luke l’ha sempre notato, diventa indifesa quando dorme, quando i suoi demoni del passato si fanno sentire e lei ha (aveva) bisogno di stringersi a lui, di sentirsi a casa.
Non sa quanto tempo è passato, ma quando finalmente è riuscito a prendere sonno il telefono vibra, guarda il telefono e il nome “Nikki” lampeggia sul display, sono le 6.41 e lui crede di star sognando, che magari quei quaranta minuti di sonno lo hanno scombussolato e non poco.
6.41 21/06/2015
Luke, ti prego
Una supplica, la preghiera di ricordarsi il suo ultimo messaggio, di lasciarla in pace, perché tra loro è finita e non esistono macchine del tempo per tornare indietro e cambiare le cose.
6.47 21/06/2015
Non ce la faccio più Nikki, davvero.
Si sente ridicolo e debole, a mandare quell’ultimo messaggio, che se i suoi amici lo leggessero lo prenderebbero a sprangate, perché “quella stronza non ti merita, noi te l’abbiamo sempre detto che dovevi smetterla di farle il cagnolino.”
7.00 21/06/2015
Ti ho lasciato Luke, fattene una ragione
Si è sprecata con le parole, nota Luke con un ghigno amaro, mentre quel “fattene una ragione” rimbomba nella sua testa, suona come un rimprovero, un altro imperativo simile al “non cercarmi più”.
Stavolta non è una preghiera, non una richiesta, è quasi un ordine, non c’è la benché minima traccia di dispiacere tra le sue parole.
Ma d’altronde è sempre stato un po’ il suo marchio di fabbrica, dare ordini, anche nelle piccole cose di tutti i giorni: “carica la lavastoviglie, Luke”, “passami il telecomando”, “va’ alla porta”, senza mai un per favore, o un grazie.
E lui vorrebbe tanto scriverglielo, chiamarla e urlarglielo, che è una stronza, che lui le ha dato tutto e che lei non gli ha mai veramente dimostrato quanto lo amasse.
7.15 21/06/2015
Ok.
Le invia l’ultimo messaggio, semplice, striminzito e telegrafico, perché Luke è stanco di combattere questa battaglia, è stanco di sentirsi prendere in giro, è stanco di darle un’importanza che lei non merita.
E quando il telefono vibra, appena quaranta secondi dopo, lui ci spera in un “mi dispiace”, perché dovrebbe dispiacerle davvero, di averlo trattato male, di essersi approfittata della sua bontà, della venerazione quasi ossessiva che aveva nei suoi confronti.
7.15 21/06/2015
Ciao, Luke
Le sei di mattina sono passate da un pezzo, Luke fissa l’ultimo messaggio arrivato e lancia il telefono dall’altro lato della stanza ed è solo nel letto a due piazze, stanco, innamorato, deluso e ancora pazzo di lei, come se fosse la prima volta.

 
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Non so né come, né quando sia uscita questa roba.
Sarà che la scuola è finita e mi è preso un momento di euforia, sarà che la mia povera Georgia di "I don't care what people say when we are together" ha sofferto troppo per Luke e quindi è la sua... rivincita? No okay non significa niente ahahah.
Non seguo Briga, ma una ragazza ha postato la frase ad inizio capitolo e mi è piaciuta da matti, da qui l'idea per questa os.
Probabilmente l'one shot in sé non c'entra nulla con la canzone, che viene solo richiamata nei ricordi di Luke di questa Nikki (una stronza patentata), ma io sto delirando e probabilmente sono troppo euforica per la fine della scuola.
Anyway, se vi va lasciatemi un commentino, sennò la elimino e ciao, che tanto non mi piace neanche ahahah.
Per chi volesse contattarmi, il mio profilo facebook è Mrsstilinski Efp.

Ps. per chi fosse interessato (nessuno lol), domani aggiorno "Beautiful lie" :)

 
  
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