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Autore: Majomi    10/06/2015    2 recensioni
Tratta dalla puntata 03x11
Erano le sei meno cinque di martedì e Bobby ancora dormiva. Per una volta poteva godersi un meritato riposo: era andato a letto a mezzanotte passata dopo ore e ore di vane ricerche per i ragazzi e quello che voleva era solo dormire fino a tarda ora.
Ma un cacciatore non può mai riposare, specialmente se ti tratta di Bobby Singer, cacciatore, prete, agente FBI e un mucchio di altre cose.

betaggio di Rowan937
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Crowley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano le sei meno cinque di martedì e Bobby ancora dormiva. Per una volta poteva godersi un meritato riposo: era andato a letto a mezzanotte passata dopo ore e ore di vane ricerche per i ragazzi e quello che voleva era solo dormire fino a tarda ora.
Ma un cacciatore non può mai riposare, specialmente se ti tratta di Bobby Singer, cacciatore, prete, agente FBI e un mucchio di altre cose.
Quella mattina a suonare non era uno dei telefoni dedicati ai suoi vari (e falsi) mestieri, ma era il suo cellulare, quello personale e non di un suo alter ego.
Sentendo la suoneria del telefono pensò di star sognando, ma il dormi-veglia passò presto e capì che sarebbe stata un’altra devastante giornata, tra libri, false identità, whisky e litri di caffè.
Rispose al telefono con la bocca ancora impastata dal sonno: “Pronto?”
“Ciao, Bobby, sono Dean, ci sono novità sui simboli che ti avevamo chiesto?”
“No, ho fatto ricerche fino a tardi! Ma dimmi un po’, come ti salta in mente di chiamarmi alle sei del mattino, eh?!” ringhiò furioso, ormai era esasperato da tutto il lavoro (non pagato) che aveva da fare, cacciatori che lo chiamano da tutti gli Stati Uniti perché hanno problemi con i loro casi o amici che comprano case infestate e hanno bisogno del suo aiuto. A colmare il suo grande mal di testa di fine giornata si è aggiunto Crowley: quel bastardo del Re degli Inferi ha capito che tormentarlo è un gran bel passatempo, quindi compare alle ore che vuole in casa sua, sfruttando le sue cose e la sua doccia, non vuole immaginare cosa succederebbe se Sam e Dean sapessero quello che combina con quel dannato (in tutti i sensi) scozzese.
Dean provò a scusarsi e gli disse di richiamarlo se ci fossero state novità. Per avere un minimo rispetto della mia vita devo per forza incazzarmi, voglio bene a quei due idioti, ma spesso non sanno darsi un freno pensò Bobby mentre si faceva un caffè doppio: ne aveva proprio bisogno.
 
Passò una mattinata terribile: oberato di ricerche e richieste di aiuto via telefono, un tizio aveva avuto il coraggio di chiamarlo per un sondaggio sul costo della luce in casa sua: lo ha mandato a cagare più velocemente di quanto non abbia mai fatto.
Provò a mangiare, ma gli fu impedito da Rufus che, nell’esatto momento in cui si sedeva al tavolo, suonò alla sua porta perché doveva seppellire un cadavere. E bon appétit.
Fu una della giornate più impegnative che avesse mai vissuto, ogni ora sembrava un anno, proprio come all’Inferno.
Finalmente andò a dormire, ma il giorno, sei meno cinque del mattino, fu svegliato dallo squillare di uno dei suoi mille telefoni. All’inizio pensò di esserselo sognato, ma, uscito dal dormiveglia, vide che era il suo cellulare, quello personale, a squillare: “Pronto?”
“Ciao, Bobby, sono Dean, ci sono novità sui simboli che ti avevamo chiesto?”
“Ma sei ubriaco?! Sono le sei del mattino, mi hai chiesto la stessa identica cosa ieri, alla stessa ora! Ho una vita, te lo ho già detto!”
Dean provò a scusarsi e gli disse di richiamarlo se ci fossero state novità. A Bobby tutto ciò sembrava familiare, come un déjà-vu, sì, questo è il termine adatto: da quando si era svegliato stata vivendo un déjà-vu, però solo lui sembrava rendersene conto.
La giornata passò esattamente come il giorno prima: lavorò senza sosta tutta la mattina, stesse ricerche, stesse chiamate, stesso operatore che provava a fargli un sondaggio, si ripresentò Rufus alla porta con un cadavere da seppellire, proprio quando si stava sedendo per mangiare.
Andò a dormire la sera alla stessa identica ora e il giorno dopo fu risvegliato alle sei meno cinque del mattino dal suo telefonino, con Dean che gli chiedeva degli stessi fottuti simboli.
Finita la chiamata, con lo stesso identico esito, Bobby accese la radio, che fottuta storia era questa?!
“Buongiorno a tutti gentili ascoltatori, oggi martedì 5 Maggio e…” Non era possibile, ieri era martedì 5 Maggio e anche l’altro ieri era martedì 5 Maggio, in che razza di diavoleria era finito?
Forse sono in coma e sto sognando, rivivo sempre lo stesso giorno per questo motivo… Ma non è possibile! E’ tutto così reale, non può essere un sogno. Eppure questa era l’ opzione più plausibile, come poteva spiegare che per altri quattro giorni fu sempre lo stesso fottuto martedì, nonostante lui provasse a cambiare le cose.
Solo la sera dell’ottavo martedì consecutivo ebbe l’illuminazione: come ogni tardo pomeriggio, da otto giorni, stava facendo delle ricerche per George, quando pensò Ogni ora sembra un anno, proprio come all’Inferno… Proprio come all’Inferno… Crowley!
Si alzò di scatto, buttando a terra la sedia: era furioso.
“Crowley, dannato figlio di puttana, vieni qui!”
“Che succede, darling, non agitarti così o ti salirà la pressione” Quella sua faccia ironica lo irritava più del solito, come biasimarlo: era l’ottava volta che riviveva uno dei giorni più stancanti della sua vita.
“Sei tu, brutto bastardo, che mi stai facendo rivivere sempre la stessa giornata! Rimetti le cose a posto oppure ti ammazzo!”
“Piano con gli insulti, dolcezza, non vorrai farti venire un infarto?”
“Non fare il coglione e spiegami il perché di questa diavoleria!”
“Era solo per divertirmi un po’, darling – gli sorrise in modo soddisfatto – vederti esasperato migliora il mio umore.”
“E vederti bruciare nell’acqua santa migliora il mio, se non vuoi che accada rimetti la mia vita in sesto!”
“Va bene, va bene, lo farò , peccato, sei molto carino quando ti arrabbi…” detto questo schioccò le dita, Bobby si addormentò immediatamente, cadendo sul pavimento. Il giorno dopo si svegliò a causa della radio, che non aveva spento:
“Buongiorno ascoltatori, oggi è un bellissimo mercoledì 6 Maggio..”
 
   
 
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