Anime & Manga > Ranma
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Autore: ciccina_chan    10/06/2015    2 recensioni
AKANE: l'avevo giurato a me stessa, basta relazioni. Eppure con lui era stato impossibile fermarsi: come puoi opporti a un uragano d'estate?
RANMA: non conoscevo una ragazza decente. Lo giuro, non so perché, ho avevano problemi psicologici o idee strane. Ero una calamita per stranezze. Ma poi era arrivata lei, e mi aveva affascinato, conquistato, distrutto. Mi aveva ucciso, totalmente. La cosa più meravigliosa e disastrata della mia vita.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AKANE

"Ma il paradosso è che più vivi, più rischi di morire"
-Sara Cassandra

Oltre alla porta, a circa un paio di metri dai nostri piedi, iniziava una piscina.
Era lunga e larga… pressoché immensa.
Un brivido mi era corso lungo la schiena, scuotendomi come una bambola di pezza.
Ricordate? Odio l’acqua alta.
Una voce registrata aveva iniziato a dare spiegazioni sulla prova da superare, ma non riuscivo ad ascoltare, terrorizzata all’idea di tuffarmi là dentro.
Una mano gentile mi aveva scosso per un braccio, indicandomi una cesta.
Avevo guardato smarrita Ryoga e lui mi aveva fatto segno di togliermi i vestiti, con le guance rosse dall’imbarazzo.
In quel momento ringraziai il Signore di essermi messa un costume quella mattina.
Posai i vestiti e mi avviai a bordo piscina dove c’erano due fascette nere
“Dovrete inserire una delle vostre caviglie in quella fascia posata a bordo vasca, e nell’altra una delle vostre mani, senza mai toglierle; in questo modo verrà testato il vostro affiatamento. Che l’amore sia con voi!”
Il mio sguardo passava dalla vasca a Ryoga, e il mio orgoglio mi impedì di supplicarlo per tornare indietro. Non ero una codarda, non lo ero mai stata, e una innocua, o quasi, piscina non poteva certo vincere contro di me.
< Pronta? > aveva chiesto, prendendomi una mano con il viso rosso per la vicinanza
Avevo annuito, già concentrata sulla respirazione
< Andiamo! > e ci eravamo buttati.

L’acqua fredda, a contatto con la pelle, mi diede una sensazione spiacevole, come se dei tentacoli avessero afferrato ogni lembo del mio corpo, ma respinsi questo pensiero.
Gambata, bracciata, e ancora, gambata, bracciata.
Eravamo a metà vasca quando qualcosa mi aveva afferrato il piede, strattonandolo.
Un terrore sordo mi aveva pervaso.
Era successo una seconda volta, e mi aveva portato sotto il livello dell’acqua. Avevo iniziato a bere.
< Akane! > la voce di Ryoga
Mi aveva preso la vita, cercando ti togliere una delle fascine nere
< No! > avevo urlato, spingendo via la mano < Così perderemo! Andiamo avanti! > avevo esclamato, nonostante volessi solo essere portata fuori il più velocemente possibile da quella maledetta acqua.
Ma qualcosa aveva afferrato lui questa volta, che con il suo peso mi aveva portato sotto.
Avevo scalciato, in cerca di aria.
Lui aveva preso qualcosa, che cercava in ogni modo di fuggire.
Avevo dato un ultimo colpo con le gambe, riuscendo a tornare in superficie
< Aiuto! > ero riuscita ad urlare, prima di essere trascinata ancora sotto.
Iniziai a vedere puntini neri, una miriade di lucine nere e viola, danzare davanti ai miei occhi, mentre cercavo di vedere Ryoga, che in ogni modo cercava di liberarsi da quella cosa che ci teneva sotto.
Chiusi gli occhi, avevo bisogno di aria.
Odiavo l’acqua.
Mamma.

Qualcosa spingeva sul mio addome con colpi secchi e decisi. Tossii.
< Akane, cristo riprenditi > diceva qualcuno, aumentando un po’ la forza.
Avevo tossito, prendendo una lunga boccata d’aria e alzandomi di scatto.
Ranma era di fronte a me, il viso a qualche centimetro dal mio. Aveva un’espressione preoccupata, un sottile terrore negli occhi.
< Grazie a Dio, si è ripresa > il sollievo nella sua voce era evidente.
< Che cos’era? > avevo chiesto, la voce roca
< Un vecchio deficiente > aveva sibilato il ragazzo, girandosi e guardando truce la figura che Ryoga stava trattenendo.
Sembrava un bambino, ma aveva il viso incartapecorito, solcato da tante piccole rughe, e i capelli bianchi.
< Ah tesorino salvami! > aveva urlato, guardandomi con degli occhi davvero troppo grandi per la sua statura
Mi ero alzata di scatto, avvicinandomi a lui, ancora un po’ traballante sulle gambe
< Senta, lei mi tocca un'altra volta, e la affogo io > avevo sibilato, guardandolo truce
Mentre mi voltavo per prendere i vestiti, avevo guardato Ranma, fermo ancora a bordo piscina. Un sorriso soddisfatto e sollevato gli solcava il viso.
Sentii il suo sguardo su di me per tutto il tempo.
< Ah, Ranma, come hai fatto ad arrivare di qua? > avevo chiesto
< Ti ho sentita urlare e ho sfondato la porta > aveva detto tranquillo, come se sfondare porte fosse la cosa più normale del mondo
< E le altre due? >
< Oh hai ragione, be’, penso abbiano superato la sfida >
< In cosa consisteva? >
< Arrampicata. Se hai paura dell’acqua, potevi evitare di tuffarti > ecco il rimprovero
< Io non ho paura dell’acqua >
< Ah no? >
< No >
Aveva fatto un sorrisetto, avvicinandosi
< Mentre eri svenuta, hai parlato, baka > aveva sussurrato, per poi dirigersi verso l’uscita,
lasciandomi con l’orgoglio bruciato.

  
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