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Autore: eugeal    11/06/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Erano quasi giunti all'entrata del campo, quando i tre uomini sentirono due voci femminili che si avvicinavano alla porta nascosta.
- È Marian! - Sussurrò Guy, riconoscendo la sua voce, ma Allan gli tappò la bocca con una mano e lo spinse di lato, trascinandolo insieme a lui al riparo di un cespuglio.
Robin lanciò un rapido sguardo al punto dove erano spariti per accertarsi che non fossero visibili, poi cercò di assumere un'aria disinvolta, come se fosse tornato al campo come al solito, senza alcun motivo particolare.
La porta si aprì e si trovò faccia a faccia con Marian e Djaq.
Per qualche secondo rimase a guardarla: era diversa da come la ricordava. Non era più la Marian della sua adolescenza, il suo primo amore dai riccioli scuri e dagli occhi innocenti e non era nemmeno più la creatura disperata e ferita che aveva visto l'ultima volta che si erano incontrati.
Questa nuova Marian sembrava essere un misto delle due e qualcosa di più: i capelli tagliati dalla crudeltà di Barret le erano un po' ricresciuti, ma non erano ancora abbastanza lunghi da coprirle il collo e la piccola cicatrice sullo zigomo la faceva sembrare allo stesso tempo vulnerabile, ma anche pronta a combattere.
Gli occhi azzurri della ragazza non avevano più lo sguardo innocente e sognatore di un tempo, la loro limpidezza era leggermente offuscata da qualcosa di più oscuro e Robin aveva il sospetto che quel cambiamento fosse simile a quello avvenuto in lui quando era tornato dalla Terra Santa.
C'era la conoscenza del dolore in quegli occhi, una nuova consapevolezza che la faceva sembrare più adulta e matura.
Non era più la sua Marian, ma era sempre Marian.
- Robin! - Esclamò la ragazza, sorpresa. - Ti stavo cercando.

Guy lanciò uno sguardo minaccioso ad Allan e per un momento considerò l'idea di mordere la mano che il giovane gli teneva ancora premuta sulla bocca, ma Allan sembrò intuire i suoi pensieri e si affrettò a toglierla, portandosi un dito alle labbra per dirgli di restare in silenzio.
Gisborne gli rivolse un'altra occhiataccia e poi tornò a rivolgere la propria attenzione a Marian.
Vedere che la ragazza stava bene e non correva alcun pericolo gli aveva tolto un peso dal cuore, ma quella sensazione di sollievo non era durata molto a lungo, sostituita da altre domande.
Perché Marian era lì? E perché aveva detto di aver cercato Robin?
Guy era tentato di farsi strada attraverso quel cespuglio spinoso per chiederle spiegazioni, ma si costrinse a restare immobile: se Marian lo avesse visto da quelle parti, sarebbe stato lui a dover trovare una scusa valida per essere lì, in compagnia di Robin Hood. E sarebbe stato ancora più imbarazzante spiegare come aveva fatto a finire steso a terra in mezzo a un cespuglio spinoso, col peso di Allan che lo schiacciava, impedendogli di muoversi.
Cercò di spostare il gomito del giovane che gli premeva sulla schiena, ma si fermò subito nel sentir frusciare le foglie e si rassegnò a sopportare un po' di dolore.
Ormai le ferite che aveva subito quando Barret aveva cercato di ucciderlo potevano considerarsi guarite, ma ogni tanto facevano ancora male e la pelle della sua schiena era rimasta comunque più sensibile al dolore e Guy pensava che non sarebbe più tornata come prima. Di certo le cicatrici gli sarebbero rimaste per tutta la vita.

- Cosa è stato? - Chiese Marian sentendo un fruscio nel sottobosco, ma Robin alzò le spalle con aria indifferente.
- La foresta è piena di animali selvatici. Allora, perché mi cercavi?
Marian lo guardò. Con la sua solita aria da ragazzino dispettoso, Robin sembrava lo stesso di sempre, ma entrambi sapevano che tutto era cambiato e che le cose tra loro non sarebbero mai tornate come prima. Era consapevole di averlo ferito in molti modi e si sarebbe sempre sentita in colpa nei suoi confronti.
Prima di recarsi nella foresta si era preparata nella sua mente quello che voleva dirgli, ma ora quel discorso studiato tanto accuratamente le sembrava falso e vuoto. Forse avrebbe dovuto andare via e basta.
- Allora, di cosa volevi parlarmi? - Chiese Robin, vedendo che restava in silenzio.
- Di Guy... - Balbettò la ragazza, senza guardarlo.
- E cosa ti fa pensare che io abbia voglia di parlare di Gisborne?
Marian arrossì e si voltò per cercare Djaq con lo sguardo, ma la ragazza saracena era andata via discretamente per lasciarli soli.
- Djaq ha invitato anche lui... - Disse con un filo di voce.
- Se ci tiene è un suo diritto, è la sposa dopotutto.
- E gli altri cosa ne pensano? Tu cosa ne pensi?
Robin la guardò, alzando un sopracciglio.
- Perché, ha qualche importanza?
Marian alzò lo sguardo a quella domanda. Era la seconda volta che se la sentiva rivolgere nel giro di poche ore, anche se con significati diversi.
- Sì ne ha. - Disse, decisa.
- Credo che tu abbia perso il diritto di preoccuparti di quello che penso. - Disse Robin e Marian lo guardò, improvvisamente irritata.
Si sentiva in colpa nei confronti di Robin, ma dopotutto non aveva scelto lei di innamorarsi di Guy.
Era successo e basta e non aveva potuto farci nulla, non era una decisione volontaria come quella che aveva fatto Robin quando aveva deciso di seguire re Riccardo in Terra Santa.
- Non è per te che mi preoccupo. Robin Hood è forte, è amato ed è benvoluto da tutti. Non hai bisogno di me e lo sappiamo bene entrambi. Forse il problema è sempre stato quello, c'era sempre qualcosa di più importante...
- Perché mi chiedi cosa ne penso allora?
- Per Guy. Sono stanca di vedere come viene trattato dalla gente di Nottingham e sono sicura che quando non sono presente le cose siano ancora peggiori. Posso capire i motivi di quelle persone, ma mi fa male lo stesso e se per lui venire a questo matrimonio dovesse significare ricevere altro odio e altre umiliazioni, allora troverò una scusa e resteremo a casa entrambi.
Robin la guardò e sorrise fra sé. Ecco la Marian che conosceva: fiera, coraggiosa e pronta a difendere le sue idee a qualunque costo.
- Invitare qualcuno per trattarlo male non sarebbe onorevole, non trovi? Se Gisborne non farà idiozie nessuno gli darà fastidio. - Disse Robin, serio, poi le sorrise nel modo che un tempo usava quando voleva prenderla in giro. - Anche perché in caso contrario dovremmo vedercela con te e non sarebbe divertente.
Marian sorrise debolmente, un po' sollevata nel sentire quel tono scherzoso.
- Grazie, Robin. E mi dispiace, davvero.
Il fuorilegge le fece un cenno con la testa.
- Ora vai. Scommetto che non hai detto a nessuno che venivi qui e sinceramente vorrei evitare di ritrovarmi nella foresta Gisborne che viene a cercarti in preda al panico perché sei sparita da Locksley.
- Oh, sarò di ritorno prima che si accorgano che sono andata via. - Disse Marian, tranquillamente.
Robin le indicò la strada.
- Vai.

Robin attese per qualche minuto, finché non fu assolutamente certo che Marian fosse andata via, poi si avvicinò al cespuglio dove aveva visto sparire Allan e Guy e scostò i rami spinosi usando l'arco per non ferirsi le dita.
- Ora potete uscire. - Disse, poi scoppiò a ridere nel vederli schiacciati a terra e impigliati nelle spine.
Guy si alzò in piedi di scatto, spingendo Allan da parte senza troppi riguardi e si fece strada tra le fronde del cespuglio, imprecando ogni volta che una spina gli graffiava la pelle. Allan lo seguì subito dopo e Guy si voltò verso di lui non appena furono usciti entrambi dal groviglio di rami.
- La prossima volta controlla meglio in che tipo di cespuglio decidi di spingermi!
- Beh Giz, scusa tanto se non ho avuto il tempo di scegliere una pianta di tuo gradimento. Dovresti ringraziarmi che sia stato abbastanza veloce oppure adesso ti troveresti a dover dare un sacco di spiegazioni a Marian.
Guy non gli rispose, ma si limitò a guardarlo male e si portò un dito alla bocca per togliere coi denti una spina che vi era rimasta conficcata.
Riuscì a toglierla, succhiò una goccia di sangue uscita dalla piccola ferita, poi fissò Robin, che li guardava ridacchiando.
- E tu avresti potuto essere più gentile con lei! “Cosa ti fa pensare che io abbia voglia di parlare di Gisborne?”! “Hai perso il diritto di preoccuparti di quello che sento.”! Ti rendi conto di quanto quelle frasi devono averla ferita?!
- Essere lasciati all'altare invece è piacevole, no? Non mi pare che tu abbia reagito tanto bene quando è successo a te oppure adesso non avresti una casa da ricostruire. - Ritorse Robin, un po' malignamente e Guy arrossì.
- Ma tu sei Robin Hood! Dovresti essere una persona migliore di me!
- E infatti non ho bruciato nulla né imprigionato nessuno. - Disse Robin, divertendosi a provocarlo. - Ma sono un essere umano anche io e credo di essermi guadagnato il diritto di punzecchiarla un po'. E poi pensaci, non sarebbe stato credibile altrimenti. “Ma sì, Marian, sarò felicissimo di vedermi intorno il mio nemico di sempre per il quale mi hai lasciato, non vedo l'ora.”
- In effetti non sarebbe plausibile, Giz. - Commentò Allan e Guy sospirò.
- Lo so. Ma non sopporto di vederla soffrire.
Robin alzò gli occhi al cielo, fingendo un'esasperazione che in realtà non provava e allungò una mano per togliergli un'altra spina che gli era rimasta attaccata sul collo, facendolo sobbalzare per il dolore improvviso.
- A quanto pare la pensate allo stesso modo. Non l'hai sentita? Si preoccupava per te.
Guy annuì, fingendo di concentrarsi su una spina che in realtà aveva già tolto dal palmo della mano qualche minuto prima. Le parole di Marian lo avevano commosso, ma doveva cercare di non mostrarlo troppo oppure avrebbe dato a Robin un altro motivo per prenderlo in giro, come se il fuorilegge non ne trovasse già abbastanza per conto suo.
- Vedi? È questo quello che intendevo prima. - Disse Robin, ora in tono serio. - Tu e Marian siete più simili di quanto non possiate pensare.
- Non dire sciocchezze, Hood.
- Non è così assurdo, invece. Voi due mettete sempre al primo posto la persona che amate, e non importa se sia giusto o no o quali conseguenze ciò possa avere sul resto del mondo, alla fine vi troverete sempre a dare più ascolto al cuore che non alla testa.
- Questo è vero, Giz, non puoi negarlo.
- E per te non è così, Robin? - Chiese Guy.
- A volte vorrei che lo fosse. Ma non sono capace di mettere l'amore al primo posto quando ci sono così tante persone che hanno bisogno di me.
- È per questo che sei Robin Hood.
- Ed è per questo che Marian non sarebbe stata felice con me. Non è il tipo di persona che accetta di essere messa al secondo posto, non dimenticartelo.
Allan scoppiò a ridere.
- Non credo che possa esserci questo pericolo.
Guy guardò Allan e scosse la testa con aria di disapprovazione, ma non riuscì a trattenere un piccolo sorriso.
- Andiamo, torniamo a Knighton.
- Non a Locksley?
Gisborne non avrebbe desiderato altro che raggiungere Marian e passare il resto della giornata con lei, ma tornare a casa così presto rispetto al solito le sarebbe sembrato strano e la ragazza gli avrebbe fatto troppe domande.
- Ho una casa da ricostruire, non posso farla aspettare troppo a lungo.

   
 
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