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Autore: Jay_Myler    12/06/2015    1 recensioni
La Principessa Gommarosa sta lavorando ad un progetto per una macchina del tempo, per la seconda volta, ma questa volta pensa di aver trovato u n metodo più sicuro per poter viaggiare nel tempo; ma come per la prima volta, sarà scatenato un tremendo guaio che fa tremare tutta la terra di OOO. In tre onde d’urto temporali i vari protagonisti vengono scambiati di linea temporale con i protagonisti della fan fiction di re ghiaccio, che in realtà esistono in un’altra linea temporale. Gommarosa riuscirà a ristabilire il giusto flusso del tempo e riportare ogni abitante nel proprio mondo?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fionna, Gommorosa/Gumball, Marceline, Marshall Lee
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Adventure time... portami via!'
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Terra di AAA
 
«Sciabolette, dove si sono cacciati tutti quanti?» esclamò in preda al panico Fionna, mentre correva verso il palazzo di Dolcelandia.
Dopo quell’enorme scossa di terremoto, o qualunque cosa fosse quella scossa immane, si era trovata a terra, nel mezzo della foresta, senza sapere come ci fosse arrivata. Nessuna traccia di Marshall, nessun animale della foresta, nemmeno la sua inseparabile Cake era al suo fianco. Oramai impaurita di essere rimasta da sola sulla faccia della terra, andò nell’unico posto dove poteva trovare delle risposte, dall’unica persona abbastanza intelligente e perspicace, che perlomeno potesse iniziare a teorizzare qualcosa. Il Principe Gumball era l’unica sua speranza, sempre che non fosse stato lui l’artefice di tutto quel trambusto; più si avvicinava al castello, più si accorgeva che il mondo sembrava ormai deserto; temeva per il suo ragazzo, per il principe Fiamma, per Cake ed i suoi cuccioli, ma soprattutto temeva per lei: se era rimasta davvero da sola su tutto il pianeta, cosa mai avrebbe fatto?
Arrivata al castello, trovò tutte le porte spalancate, alcune scardinate, nessuna guardia banana che controllava chi entrasse, nessun maggiordomo, nessun dolcibotto, solo un assordante silenzio lugubre che aleggiava su quelle che ormai sembravano solo le rovine del vecchio castello.
«Cake!» urlò la ragazza, vedendo una sagoma accasciata a terra; era la sua gatta che svenuta giaceva sul pavimento.
«Cake ti prego, svegliati!» iniziando a schiaffeggiarla sul muso.
«Sto bene dolcezza, sto bene. Aiutami ad alzarmi.» sussurrò Cake.
Fionna la prese in braccio, impaurita e senza sapere dove andare adesso; doveva continuare a cercare, il principe avrebbe saputo cosa fare! Avrebbe potuto curare Cake ed avrebbe sicuramente spiegato a tutti, con tranquillità che non c’era da preoccuparsi perché si trattava di chissà quale fenomeno naturale e che tutti gli esseri di AAA apparissero di nuovo come per magia,
«Cake, sai se c’è qualcun altro insieme a noi?»
La testa della micetta, annuì leggermente, puntando con la zampa verso il muro di destra; finalmente il cuore della ragazza tornò a battere normalmente, non solo aveva trovato la sua sorella e sapeva che stava bene, ma adesso sapeva anche che non erano le uniche sopravvissute a quella scossa enorme.
Una voce da lontano si sentiva echeggiare tra i corridoi; si guardò intorno, capì che Cake le aveva suggerito di ascoltare le pareti, perché come diceva sempre lei, anche i muri hanno tanto da dire.
Iniziò a correre lungo il corridoio e più si avvicinava, più sentiva la voce scandirsi meglio; all’inizio solo poche parole non chiare, poi intere frasi, fino a sentire una voce da donna e quella del Principe dibattere animatamente. Con la speranza del cuore e le orecchie tese a captare i loro discorsi, Fionna continuò a correre diritto, senza così notare che il pavimento era finito per dar spazio ad una lunga rampa di scale in discesa.
 
 
Terra di OOO
 
«Principessa Fiamma! Principessa Fiamma!»
Finn l’avventuriero stava gridando con quanto fiato avesse in corpo per cercare la sua Principessa; non si ricordava molto, sapeva solo che un minuto prima erano seduti uno accanto all’altra sull’erba, all’uscita di un labirinto sotterraneo che avevano appena visitato ed un attimo dopo si era svegliato cinquanta metri più avanti e con la testa dolorante.
«Principessa Fiamma! Jake! Dove siete?» continuava ad urlare anche se non aveva più voce in corpo, ma doveva assolutamente trovarli; in mezzo alla foresta, nei pressi di un dungeon, con un fiume che scorreva lateralmente a tutto, era un posto pericoloso quello! Jake poteva riuscire a cavarsela se era ancora tutto intero, ma l’idea che dell’acqua potesse toccare Fiamma lo terrorizzava; come lui si era svegliato in posto dove non si ricordava di essere arrivato, così la principessa poteva svegliarsi nei pressi dell’acqua se non proprio dentro, ed allora sarebbe stata la fine di tutto.
«Finn!»
Un mugolio da dietro un cespuglio lo fece avvicinare; c’era la sua principessa, quasi spenta, che stava fin troppo vicino al fiumiciattolo che scorreva; capperetti, proprio quello che voleva evitare. Ma la ragazza stava più che bene, solo ancora spaventata e debole e leggermente spenta.
«Finn cosa è successo? Mi ricordo solo un grande rumore e poi la terra tremare, come quando erutta un vulcano, ma senza quel bel tepore della lava ed il bel grigio cenere che rimane nell’aria.» disse la ragazza, portandosi una mano alla testa, mentre l’altra la strinse al guanto ignifugo della mano di Finn.
«Non lo so Fiammetta, ma dobbiamo cercare Jake, tu non lo hai visto vero?»
La ragazza scosse il capo e lentamente incominciarono insieme le ricerche del loro compagno di avventure.
«Finn, come mai ero vicino al fiume? Io non mi sono spostata dalla tovaglia! Forse anche Jake si sarà svegliato in un posto diverso, perché non andiamo a cercare altrove?»
Il ragazzo acconsentì, ma proprio mentre stavano per cambiare zona videro una macchia gialla sul terreo.
«Aspetta Finn, cos’è quella?» chiese la Principessa indicandola.
Lìavventuriero fece una corsa e trovò solo un pezzo abbastanza grande della pelliccia di Jake; era indiscutibilmente la sua pelliccia, quelli erano i suoi peli, sempre di quel giallo intenso, così morbidi e setosi; anche se Finn sapeva che erano di Jake, sperò con tutto il cuore che quell’ammasso di peli appartenesse a qualche altra bestia gialla della foresta e che di conseguenza quel sangue su di essi non appartenesse al suo migliore amico e fratello.
 
 
Jay Myler
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