Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: xAcacia    12/06/2015    2 recensioni
Amelia non stava passando un bel periodo, era passato ormai un anno e mezzo da quando il padre le era stato portato via, e non dalla morte. La madre si stava per sposare con Jason, un uomo molto dolce, pronto a fare il padre... che però Amelia già aveva.
Eppure quando venne a sapere che i 5 Seconds of Summer avevano deciso di passare un paio di settimane proprio nella sua città, la vita non le sembrò più così tanto brutta. Ma dopotutto il suo passato era ancora il suo presente e sarebbe stato anche il suo futuro, fino a quando tutto non sarebbe tornato come un anno e mezzo prima. Purtroppo però niente sarebbe più stato come prima.
Era da un po' ormai che era incastrata nel passato, ma in quel momento la vita sembrò sorriderle almeno un po', perché forse Michael Clifford non stava solo giocando con lei, ma faceva sul serio.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 
Prologo
 
- Ashton! – urla Luke, riuscendo a farsi sentire dall’amico, che si ferma. Tutti lo imitano e così nascondo dietro Michael, visto che le cose stanno iniziando ad andare un po’ troppo oltre una normale discussione e vorrei solo andarmene, ma purtroppo sono incastrata qua. – Stiamo parlando! Non puoi andartene così!
– Volete parlare? – tuona Ashton. – Mi state aggredendo! E tutto questo perché ho voluto passare un po’ di tempo con la mia ragazza senza che le nostre fans c’infastidissero!
– Ash, ma non capisci? – chiede così Michael, tranquillamente. – Stai sbagliando proprio in questo preciso momento. Le nostre fans non dovrebbero infastidirci! Perché fai così adesso? Capisco che tu voglia passare del tempo con lei, ma addirittura trattarle male? Dovremmo essergli grati di questo!
Ashton rimane in silenzio per un po’ guardandolo dritto negli occhi e questo mi fa capire che non è ancora arrabbiato del tutto, ma ci sta arrivando in questi secondi di silenzio. – Stai veramente facendo la predica a me? – chiede avvicinandosi un po’ a noi. – Guardati, Michael! – urla indicandolo, sussulto. – Ti porti dietro quella povera ragazza come un cagnolino. La stai usando solo per cercare di farti alzare l’autostima, e poi mi vieni a dire a me di essere grato a loro?!
Sussulto ancora una volta e faccio un passo indietro, ferita. Michael mi ferma subito afferrando la mia mano e, per tutto il tempo in cui parla, io continuo a provare a sfilare la mia mano dalla sua. – Tu non sai niente di lei, Ashton. Non metterla in mezzo solo perché non sai come controbattere.
– Guardala! – esclama indicandomi. – Infondo lo sa anche lei che la stai solo usando. Vuole..
– Ashton! – tuona Michael con un tono di voce così alto e spaventoso che riesce a spaventare anche me. È così strano sentirlo alzare la voce. Lui, che sorride sempre con lo sguardo abbassato, mentre gioca con le sue stesse mani. Lui, che ogni tanto urla cose senza senso e ride, facendo ridere subito anche gli altri.
– Lo sai anche tu – mormora Ashton guardandomi dritto negli occhi. – Sto solo cercando di farti capire che non è solo una cosa che ti sei immaginata. Ti sto dando la conferma che ti serve.
Rabbrividisco per poi annuire, lasciando una volta per tutte la mano di Michael, che però non si gira e continua a guardare male Ashton. – Stai oltrepassando il limite. La relazione che ho con lei e quella che tu hai con la tua ragazza sono due cose ben distinte. Lei non c’entra niente adesso.
Mi sento un’altra male, perché dopotutto io non c’entro mai niente. Ashton mi lancia un’ultima occhiata e poi se ne va una volta per tutte. Le spalle di Luke si abbassano e lo vedo quasi rilassarsi del tutto, si siede sul divano e si porta una mano davanti gli occhi, strizzandoli. Calum non sa bene che cosa fare, guarda prima l’uscita da dove è appena uscito Ashton, poi guarda Michael e poi guarda me, e il suo sguardo si addolcisce ogni singola volta. Michael è ancora fermo a guardare la porta, rigido come non mai e con i capelli più spettinati del solito.
Guardo per un po’ i suoi capelli neri e cerco di ricordare come siano al contatto con le mie mani, abbasso lo sguardo verso le sue spalle, e poi sempre più giù fino alle scarpe, ricordandomi il gioco che faceva con i piedi per prendermi in giro. È a questo punto che decido di sorpassarlo per uscire dalla stessa uscita. Ho già le lacrime agli occhi, ma so di star facendo la cosa giusta.
– No, no, no – esclama Michael afferrandomi il braccio. Mi gira contro la mia volontà e mi strattona un po’ per fare in modo che lo guardi dritto negli occhi. – Dove vai?
– Lasciami, Michael Gordon – ringhio io spingendolo con l’altra mano.
Mi lascia giusto per pochi secondi, ma poi mi riprende. – Non puoi credere veramente a quello che ha detto Ashton. Sta facendo il coglione e lo sai pure tu. Non puoi veramente credere a lui e non credere a me.
– Mike, lasciala… – inizia Luke, stanco.
– No! Lasciateci stare voi! Non mettetevi in mezzo! – tuona Michael facendomi sussultare. – Non te ne puoi andare così, Amelia. Tu ora mi fai spiegare. Parliamo. Poi potrai andartene.
– Io me ne vado quando voglio – ringhio avvicinandomi a lui con fare minaccioso. – E se non mi lasci il braccio te lo faccio capire staccandoti le palle con le mie stesse mani, sono stata chiara? – Lo fulmino con lo sguardo e lui capisce che sto facendo sul serio, così mi lascia andare. Luke e Calum abbassano lo sguardo, rossi in viso.
– Non puoi essere così stupida da pensare che io ti stia solo usando per qualche ragione a me sconosciuta – mormora guardandomi dritta negli occhi, il tono ormai è pacifico, ma preoccupato. Mi guarda con quei suoi occhi verdi senza staccarli un secondo da me.
– Non puoi essere così stupido da pensare che, dopo tutto quello che mi hai fatto, io venga a credere proprio a te e non ad Ashton – sussurro, guardandolo dritto negli occhi.
– No – ringhia lui scuotendo la testa ripetutamente. – No – ripete continuando a scuotere la testa, i suoi occhi stanno iniziando a diventare lucidi.
Gli accarezzo i capelli e poi passo alla tempia destra, poi alla guancia e infine al mento, fissando le sue labbra. – Non mi hai mai amata – mormoro senza far inclinare la mia voce con un sorriso malinconico. – Non l’hai mai fatto, e io lo sapevo, ma non volevo ammetterlo a me stessa, perché faceva meno male averti accanto anche se non ero ricambiata, che non averti accanto. Ma ora basta, Mike. – La mia voce s’incrina proprio a quest’ultima frase. – Ora devi lasciarmi andare.
– Non posso…
– Sì che puoi – sussurro abbassando la mano. – Certo che puoi. Quello che volevi, non sono mai stata io, e lo sai anche tu.
– No, non è vero – continua lui  con lo sguardo abbassato. – Mi sbagliavo. Ho sbagliato molte volte con te.
– L’hai fatto perché sapevi che in fin dei conti ero esattamente quello che intendeva Ashton: un cagnolino. Il tuo cagnolino – ribatto. Mi allontano indietreggiando, mentre Michael continua a scuotere la testa con decisione ma con lo sguardo abbassato. Luke alza lo sguardo proprio quando io lo poso su di lui, non mi sorride, non fa altro che guardarmi. So che lui forse è l’unico che si è veramente affezionato a me, dopotutto è il mio migliore amico. Calum invece non alza lo sguardo, è troppo sopraffatto da tutto quello che è successo oggi.
Così mi giro ed esco dalla porta.
 
Rimango seduta sul divano di casa mia per un’eternità a sentire musica deprimente e a piangere. Ogni tanto prendo qualche cioccolatino o mangio direttamente la nutella, ma non faccio altro e continuo a piangere, manco fossi una fontana.
Quando aprono la porta sbuffo. – Lo sapevo io che dovevo cambiare serratura! – tuono girandomi, pronta a trovarmi tutti i ragazzi davanti, ma trovo solo un Luke con lo sguardo perso. – Luke – mormoro posando il barattolo di nutella.
- Volevo vedere come stavi – mormora avvicinandosi a me, mentre continua a torturarsi quel piercing. Si siede vicino a me e mi guarda. – Vedo che ti sei data alla cioccolata. Stai per caso cercando di diventare un po’ più felice? Perché a questo punto allora dovresti metterti al sole. – Vuole essere divertente, ma il suo tono è così triste che peggiora solo le cose.
– È tornato Ashton? – chiedo girando la testa verso di lui, che scuote la testa. – Non dovevate aggredirlo in quel modo – sussurro abbassando lo sguardo con le lacrime agli occhi. – Non credo sia mai stato veramente con una ragazza da quando siete diventati famosi. Non sa come comportarsi. Può succedere a tutti.
– Non difenderlo, Amy – ribatte lui guardandomi seriamente. – È stato cattivo anche con te, che non c’entravi niente.
– Non è stato cattivo. Ha solo espresso la sua opinione, che era giusta – borbotto prendendo una barretta di cioccolato. – Domani ho un esame e non mi ricordo niente. Dovrei mettermi a studiare e invece sono qua che mangio cioccolata e piango. – Lo guardo dritto negli occhi. – Non posso essere bocciata, Luke – aggiungo scoppiando a piangere.
– Non verrai bocciata – esclama Luke, anche se ha una voce molto bassa. – Vieni qua – mormora stringendomi a lui, alzo le gambe e le metto sopra le sue per abbracciarlo meglio. Più mi stringe e più singhiozzo. – Non sarebbe dovuto succedere – continua. – Mi dispiace così tanto, Amy.
– Doveva invece – dico io, tra un singhiozzo e l’altro. – Dovevo lasciarlo. Era solo questione di tempo. Ashton mi ha solo dato l’ennesima conferma che mi serviva. L’ultima conferma.
– No – risponde Luke. – Ashton si è comportato da egoista, Amelia. – Scuote la testa. – Quello che succede tra te e Mikey non sono affari suoi, né nostri.
– Quindi sareste stati zitti fino alla fine? Tu, Luke, avresti lasciato continuare Michael, nonostante la nostra amicizia? – chiedo io singhiozzando. – L’avresti fatto?
– Amy, Michael ci tiene a te. Lo so che non sembra, lo so che a volte si è comportato come un vero e proprio stronzo con te, ma ci tiene a te. E non so da quanto, non so se all’inizio fossi semplicemente uno stupido passatempo per lui, non so quando abbia iniziato a tenere a te in questo modo. – Rimane in silenzio per un po’, guardando la televisione spenta. – Ma quando te ne sei andata… lui si è… come spezzato. – Scuote la testa, abbassando lo sguardo su di me. – Era distrutto. Lo è tutt’ora, ne sono sicuro, perché è per questo che me ne sono andato: non ce la facevo più a vederlo in quello stato. Calum è voluto rimanere là, accanto a lui. Ma sai com’è fatto Michael: non vuole sembrare una femminuccia, quindi fa lo stronzo con tutti, pur di non far vedere che in realtà è più femminuccia di tutti noi tre messi insieme.
Faccio una risata fiacca. – Dio, se è femminuccia! – esclamo asciugandomi le lacrime. – Fa tanto il duro, poi ti dedica canzoni come quella del Titanic.
Luke scoppia a ridere. – Io mi sarei rifiutato di sentire una canzone del genere, Amy! – esclama. – Insomma, ti stava praticamente paragonando al Titanic! – Ridiamo per altri pochi secondi, poi smettiamo e rimaniamo a guardare la televisione, un’altra volta.
– Non mi ha mai dedicato quella di canzone – ribatto, dopo non so quanto tempo.
– Lo so, me l’ha detto – risponde Luke, continuando a fissare la televisione. – E forse è stato proprio in quel momento che ho capito che non ti stava usando, che non stava giocando con te. Non più almeno.
– Come ha fatto?
Fa spallucce risucchiando il piercing. – Si è messo seduto e si è tolto una catenella che non gli avevo mai visto addosso. – Il mio cuore fa un balzo, perché invece io glie l’ho vista… glie l’avevo regalata io. – L’ha posata sul tavolino delicatamente e poi si è incasinato i capelli. Sembrava stressato, così mi sono messo accanto a lui e gli ho chiesto spiegazioni. Lui mi ha detto che era appena tornato, che eravate andati a fare una passeggiata, ma che poi era diventato altro, molto di più. Mi ha raccontato che ti aveva portato ad una festicciola in piazza e che ti aveva dedicato una canzone.
Scuoto la testa. – Non sarei mai dovuta uscire con lui – ringhio. – Sapevo benissimo che mi stava prendendo in giro. Lo sapevo. Lo vedevo. Era semplicemente il modo in cui mi sorrideva, la luce che splendeva nei suoi occhi… Lo sapevo, ma non volevo ammetterlo.
– Per quanto posso saperne io, gli sta bene – borbotta Luke. – Io gli voglio bene, lo sai. È il mio migliore amico, è un ottimo amico. Ma si è comportato come un cretino con te, e se adesso sta male è solo colpa sua. E gli sta bene.
– Vorrei tanto che questa sofferenza fosse solo sua – mormoro io ricominciando a piangere. – Mi ha preso tutto, Luke. Come ha fatto?
Luke rimane in silenzio per un po’, con lo sguardo assente. – Purtroppo è questo che fa Michael. È questo il suo potere: ti avvolge con la sua aria da brutto - ma bello - impossibile e poi proprio quando stai iniziando ad odiarlo… ti ritrovi a volergli più bene di prima.
– Ed è proprio a quel punto che ti ritrovi fregata – mormoro io.

Angolo Autrice:
Benvenuti! Questa è la prima fanfiction che pubblico su Michael Clifford e non l'ho iniziata da molto quindi non so come andrà a finire. Spero vi sia piaciuto questo prologo, lo so che non è proprio iniziata bene, ma nel primo capitolo inizierò a raccontarvi la loro storia, dall'inizio alla fine proprio.
Domande: cos'è successo secondo voi al padre? Cosa ne pensate di Amelia? Vi è piaciuto il prologo?
Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate con una recensione, è molto importante per me.
Mi scuso per eventuali errori e vi ringrazio per aver letto l'inizio di questa storia.


 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: xAcacia