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Autore: Tury    12/06/2015    2 recensioni
«A quanto pare, qui la vostra magia non funziona» disse l'uomo, senza minimamente scomporsi, la voce distorta dal pesante elmo che aveva calato sul volto, celandolo alla vista delle due donne.
Gli occhi delle due donne si allargarono impercettibilmente, senza però perdere il contatto visivo che le univa, finché Regina non rivolse il suo sguardo a quella misteriosa figura.
«Tu come-»
«Come so della magia?-la interruppe l'uomo- A quanto pare, il vostro mondo non è l'unico ad esserne portatore. Sì, so anche che venite da un altro luogo, le vostre vesti non mentono a tal riguardo».
«Chi sei?» chiese ancora Regina.
«Mi poni un quesito sulla mia identità senza svelare la tua e ti aspetti che io ti risponda?»
[CROSSOVER XENA-OUAT]
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il sole svettava alto nel cielo, filtrando tra le verdi fronde degli alberi secolari che popolavano l'immensa foresta. Nulla si udiva, in quella selvaggia landa, tranne il lieve passaggio del vento tra le danzanti foglie. Semplice silenzio, un silenzio che fu subito spezzato dal loro arrivo, provocando così agitazione negli animali che abitavano quel solitario luogo. Gli uccelli volarono via dai loro comodi appoggi, riempiendo il cielo con i loro colori e i loro versi. Lo sguardo della donna si perse nei motivi del loro piumaggio, mentre un innocente sorriso si allargava sul suo volto, sorprendendosi, ancora una volta, di quanto magnifico potesse essere quel suo mondo. Scosse lievemente la testa, abbandonando i suoi pensieri ma non il suo sorriso, mentre si metteva in piedi, desiderosa di conoscere la fonte di tanta agitazione.

Regina tentò di mettersi in piedi, lentamente, in modo da comprendere quali fossero gli effettivi danni che quella caduta le aveva causato. Quando fu certa che il suo corpo non riportava alcuna ferita, tranne qualche graffio sul volto e le braccia, si rialzò, guardando l'ambiente che la circondava. C'erano alberi, intorno a lei, ma per quanto sembrassero simili a quelli che si ergevano vicino ai confini di Storybrooke, Regina sapeva che non si trattava della stessa foresta. Con calma, si avvicinò all'albero più vicino, sfiorandolo con le sue dita, cercando di capire la consistenza del suo legno per comprendere di quali alberi si trattasse. Pur avendo vissuto tanti anni come una sovrana, Regina era comunque nata nella Foresta Incantata e conosceva tutte le foreste, i boschi e, soprattutto, gli alberi che la popolavano. E alberi simili non li aveva mai visti nella sua vita, né nella Foresta né nella sua cittadina. Un sospiro rassegnato abbandonò le sue labbra, nel constatare ciò. «Complimenti, Swan. Per colpa tua, ora ci troviamo in questo posto» disse Regina, continuando a guardare l'albero di fronte a sé.
Non ricevendo risposta, la donna si decise a voltarsi per comprendere il motivo per cui l'altra non le avesse quantomeno contestato l'uso del suo cognome. Ma quando i suoi occhi si posarono sulla scena che le si era parata di fronte, il suo corpo si irrigidì e le parole le morirono in gola. Emma era stretta nella presa di un uomo, la sua spada pericolosamente vicina alla gola della Salvatrice, i cui occhi la guardavano in una disperata richiesta di aiuto, avvertendo il freddo della lama sempre più vicino alla sua pelle. Regina la guardò per qualche secondo, cercando di incanalare la sua magia nei palmi delle sue mani per poter salvare Emma da quella presenza sconosciuta.
«A quanto pare, qui la vostra magia non funziona» disse l'uomo, senza minimamente scomporsi, la voce distorta dal pesante elmo che aveva calato sul volto, celandolo alla vista delle due donne.
Gli occhi delle due si allargarono impercettibilmente, senza però perdere il contatto visivo che le univa, finché Regina non rivolse il suo sguardo a quella misteriosa figura.
«Tu come-»
«Come so della magia?-la interruppe l'uomo- A quanto pare, il vostro mondo non è l'unico ad esserne portatore. Sì, so anche che venite da un altro luogo, le vostre vesti non mentono a tal riguardo».
«Chi sei?» chiese ancora Regina.
«Mi poni un quesito sulla mia identità senza svelare la tua e ti aspetti che io ti risponda?»
«Il mio nome è Regina e la donna che tieni in ostaggio si chiama Emma» rispose, cercando di muovere un passo per avvicinarsi.
«Muovine un altro e puoi dire addio alla tua amica» rispose l'uomo, premendo maggiormente la lama sul collo di Emma, che strinse per un attimo gli occhi al contatto.
«No! Ti prego, fermati- disse Regina, la voce che tradiva la paura che stava vivendo in quel momento- Non farle del male».
«Perché dovrei darti ascolto?»
 «Perché…- cominciò Regina, esitando per qualche secondo, prima di rivolgere di nuovo i suoi occhi su Emma e perdersi in quel suo sguardo terrorizzato- Perché lei ha già sofferto troppo a causa mia. Quindi, se hai bisogno di un ostaggio, puoi prendere me ma lascia andare lei».
«No, Regina! Ti prego, non ascoltarla!» disse Emma, parlando per la prima volta.
«Ovviamente, non l'ascolterò» rispose semplicemente l'uomo, alimentando così il terrore di Emma.
 Ma, contro ogni aspettativa, il misterioso uomo abbassò la spada, abbandonandola a terra, liberando così la sua prigioniera. Emma gli rivolse uno sguardo cauto, prima di allontanarsi con uno scatto, recuperare la spada e affiancare Regina, pronte a contrastare quell'uomo, se ce ne fosse stato bisogno.
«Comunque io e te dobbiamo parlare» disse Emma, senza distogliere lo sguardo dal loro nemico e tenendo alta la spada.
«Di cosa?»
«Del fatto che stavi per prendere il mio posto. Non provarci più, Regina».
«Stiamo nel pieno di una battaglia, Swan, dovresti concentrarti sul nostro uomo».
«Perdonate se interrompo la vostra deliziosa diatriba, ma non ho ben compreso di quale battaglia voi due stiate parlando, ma soprattutto di quale uomo».
Le due donne gli rivolsero uno sguardo pieno d'astio e determinazione, ma non risposero.
«Ah, io sarei il nemico? Allora, mie care, lasciate che vi dica che non avreste alcuna speranza, in tal caso. Soprattutto senza la vostra magia».
«Non avremo la nostra magia, ma siamo due contro uno e tu sei disarmato» rispose Emma.
L'uomo portò la mano al suo fianco e, prima che le due donne potessero capire quali fossero le sue vere intenzioni, Emma vide la lama della sua spada staccarsi dall'elsa, con un sinistro rumore metallico, e raggiungere il suolo.
«A quanto pare, ora lo sei anche tu- disse l'uomo, osservando gli sguardi sgomenti delle due donne, mentre posizionava nuovamente il Chakram alla sua fibbia- Tra l'altro vorrei ancora capire di quale uomo voi parliate».
Le due donne si scambiarono uno sguardo confuso, prima di tornare a guardare il loro avversario che, in quel momento, si stava liberando della pesante armatura, mostrando il corpo snello e muscoloso, messo in risalto dal corpetto aderente e dai pantaloni attillati. Dopodiché, tolse l'elmo, rivelando così due occhi verdi, limpidi come l'acqua più pura, e un volto di donna, contornato da un caschetto biondo.
«Sei una donna?» chiese Emma, alquanto scossa da quella rivelazione.
«Non capisco la tua meraviglia, dato che fino a qualche momento fa brandivi quella spada come il più sicuro dei guerrieri».
«Ora che ti sei rivelata- disse Regina, una volta ritrovata la sua compostezza- potremmo sapere il tuo nome?»
«Il mio nome è Olimpia, ma qui tutti mi conoscono come la Principessa Guerriera».

~Angolo autrice~
Buonasera a tutti. Che io sia maledetta, sto sempre a scrivere nuove storie! Allora, sarò breve! Se vi state chiedendo quando sia ambientato il loro incontro, questo si può dedurre dall'ultima frase. Quindi sì, è dopo la fine della serie, che vede la morte di Xena e la sua volontà che Olimpia diventi la nuova Principessa Guerriera. Grazie a Vale per avermi tolto il dubbio su che nome usare, se Gabrielle o Olimpia. Grazie a Barbara e Vale perché mi sopportano sempre con i miei scleri!
  
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