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Autore: ikigaitaylor    13/06/2015    0 recensioni
1. Spamano Rewind
2. Ameripan Passeggiata fra i ciliegi
3. Fruk Une nuit à Paris
L'altro non riusciva a reggere il suo sguardo, Francis si allungò sul tavolo e gli mise due dita sotto il mento alzandogli il viso e portandoselo vicino, vicinissimo.
Raccolta di quattro One Shot sulle mie coppie preferite
Spamano, Ameripan, Fruk e Gerita
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Une nuit à Paris
E questa va a quella stupida della mia
Spagna, anche se ci vediamo poco
mi ascolta e mi aiuta sempre, grazie
di cuore, e muoviti a salire qui che manchi.
(619 parole)
Mon petit, c’est tard!” urlò Francis da una stanza all’altra, cercando Arthur nella casa. “I’m coming, you dork!” rispose l’altro, e Francia non fece altro che pensare che gli era mancata tutta quell’acidità in quei mesi in cui non si erano visti.
Vide un Inghilterra correre giù dalle scale (quasi cadendo, tra l’altro), vestito di tutto punto, e il francese ne restò ammaliato, era forse la prima, o la seconda al massimo, che vedeva l’altro vestito con qualcosa di diverso da quella divisa verde marcio che di attraente non aveva nulla (ma che Francia amava lo stesso).
Oh mon dieu” sussurrò Francis e ricevette come risposta un “S-Shut the fuck u-up!” e il colorarsi di un rosso acceso le guancie dell’inglese, il Francese si sentiva così orgoglioso quando riusciva a farlo arrossire, una volta America gli aveva chiesto come riuscisse, e lui aveva risposto con un’ alzata di spalle ed uno sbuffo di risata.
“Dove stiamo andando frog?” chiese l’inglese mentre i due camminavano per una delle tante vie della capitale francese “E’une surprise, mon amour” e Inghilterra sbuffò per poi aumentare il passo, il francese lo prese per il polso e lo attirò a sé, “Dove pensi di andare?” gli sussurrò nell’orecchio e Arthur arrossì sino alle orecchie “S-Stop stup-stupid!” “Non fare l’acido, Angleterre” disse Francis e Arthur sentì delle farfalle svolazzare nel suo stomaco.
Stupida, stupidissima, dannatissima rana.
Camminarono fino ad arrivare al simbolo di Parigi “Et voilà Angleterre, c’est la Tour Eiffel” “That’s so…so…” e Francia si aspettava un qualcosa di acido “perfect, thank you Francis.” era una delle poche volte in cui Arthur chiamava il Francese con il suo nome proprio e questo gli fece saltare un battito “de rien, amour” “Saliamo?” “Certamente!”.
Francia si avvicinò all’entrata, superando la fila e si avvicinò all’addetto lì presente “Bonfoy” “Oh bonnesoir monsieur!” rispose l’uomo scostandosi e lasciando passare i due, provocando le lamentele della fila di turisti in attesa ormai da ore.
Frog, perché l’altra gente non entra?” “Indovina” “E cosa ne s- did you reall-“Oui.” e Inghilterra sentì le famose farfalle “Oh my god, thank you, thank you so much that’s, that’s amazing i can’t find the words” Francis non rispose e lo attirò a se “Pas de rien Angleterre”, sussurrò sui suoi capelli.
E i due si sedettero al tavolo preparato di tutto punto, e ordinarono per poi mangiare con calma.
“E’ buoniffimo frog!” disse Arthur, mandando al diavolo ogni buona maniera “Contieniti mon trésor” lo riprese Francis con un’ espressione che trasudava dolcezza da tutti i pori, l’inglese era così adorabile e tenero e non riusciva a contenere le emozioni che gli provocava “Do-don’t look at me li-like that!” “Comment je te regarde?” “Like, like I’m beautiful…” e sussurrò l’ultima parte. Francis sapeva perfettamente che era grazie allo champagne che Angleterre fosse così sciolto e parlasse senza filtri, senza farsi troppi problemi. “Parce que tu est beau, Angleterre” rispose Francia guardandolo negli occhi, notando che l’altro non riusciva a reggere il suo sguardo, Francis si allungò sul tavolo e gli mise due dita sotto il mento alzandogli il viso e portandoselo vicino, vicinissimo. “W-what are you doing I-idiot?” Francis non rispose all’altro ma semplicemente lo guardò negli occhi, impedendogli di abbassare lo sguardo.
“Non capisci Angleterre? Tu sei bellissimo, non m’importa delle tue sopracciglia o dei tuoi attacchi di acidità o della tua horrible divisa o del tuo continuo lamentarti. Sei perfetto, e je t’aime pour qui tu es.”.
E Arthur si sentì mancare la terra sotto ai piedi, si alzò dal tavolo e andò incontro a Francia “Thank you for supporting me, for being so perfect, for being you, I love you too”, prese il colletto dell’altro e lo attirò a sé.
 
Aggiungi due lettere a “Paris” ed è il paradis.
-Jules Renard
;
Angolo Autrice

Salut! Allora, so che è esageratamente fluff, ma non mi interessa, mi è piaciuto moltissimo scriverla.
Au revoir.
-Anna 
  
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