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Autore: Letizia25    13/06/2015    7 recensioni
«Qual è la ragione di tutto questo?»
Lei fa per rispondergli, con le parole sulla punta della lingua. Ma proprio in quel momento, dalla camera vicino a loro si sente riecheggiare una risata, una risata di un ragazzo biondo che sta a cuore ad entrambi.
«Lui. Lui è l’unica ragione. Lo è sempre stato e per sempre lo sarà. Non posso permettermi di perderlo, non adesso, non quando posso rimediare a tutto il dolore che ho causato ad entrambi. È troppo importante per me.»
*
Da quando Letizia è tornata a New York, sono passati due lunghissimi mesi.
Lei si è rifatta una vita, ma dall’altra parte dell’Oceano qualcuno non ha dimenticato niente.
Una festa a sorpresa porterà tante novità a galla, e anche tanti problemi, facendo incrinare ogni rapporto.
Poi il destino gioca le sue carte.
Letizia si troverà a lottare per far rimanere vivi quei ricordi che l’hanno salvata, farà di tutto pur di farli riaffiorare e finalmente capirà cosa vuole davvero.
Troverà la sua unica ragione.
*
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=1hwVDTRBxpE&feature=youtu.be
*
Sequel della mia long Ovunque sei. La trovate sul mio profilo, buona lettura ;).
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just us'
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22 . Boom clap, with me
 
 
Through it all, I made my mistakes
I stumble and fall,
But I mean these words

I want you to know, with everything I won’t let this go
These words are my heart and soul,
I hold on to this moment you know
Cause I’d bleed my heart out to show, that I won’t let go

Thoughts read are spoken, forever in doubt
And pieces of memories fall to the ground
I know what I did and so, I won’t let this go
Cause it’s true, I am nothing without you

 
Sum 41 – With me
 
 
I feel your love
Boom clap, the sound in my heart
The beat goes on and on and on and on and
Boom clap, you make me feel good

Come home to me, come home to me now
You are the light and I will follow
You let me lose my shadow
You are the sun, the glowing halo
And you keep burning me up with all your love
 
Charli XCX – Boom clap
 
Il traffico quella sera di dicembre è così fitto, che le macchine non riescono a muoversi sulle strade larghe della Grande Mela. Dopo tutto, come potrebbe essere diversamente? È la sera del 31 dicembre, il giorno forse più importante dell’anno per tutta la città. I negozi e i ristoranti che rimangono aperti fino a tardi. Le luminare in ogni dove. Tantissimi turisti in visita che invadono le strade. In ogni dove c’è sempre qualcuno con cui poter scambiare quattro chiacchiere senza essere preso per strambo. Perché New York è la città dove puoi essere te stesso, in qualsiasi situazione. Tanto al resto della gente non cambierebbe molto. Dopotutto, i newyorkesi sono abituati a vedere i vari modi con cui le persone si esprimono.
 
Luke sbuffa sonoramente per l’ennesima volta negli ultimi quindici minuti e controlla che ore sono. È veramente tardi e ha paura di non trovare Letizia a casa, anche se Keli gli ha assicurato che rimarranno lì per tutta la sera, perché non hanno voglia di mettersi in ghingheri per festeggiare.
È nervoso, il biondo, teso al limite dell’impossibile. Ha paura di quello che sta per fare e, nonostante tutto, non è sicuro di essere abbastanza pronto per affrontare le conseguenze, se dovessero rivelarsi più che negative. Però sa che deve provare, a qualsiasi costo. Gli è servito troppo tempo per capire i suoi sentimenti e non ha alcuna intenzione di buttare la spugna proprio ora, dopo aver viaggiato per venti lunghe ore – dormendone cinque al massimo – con il cuore che aveva fatto altro che battere forte, quasi fosse impazzito, preda di una malattia che il biondo è più che felice di poter finalmente provare.
Sospira e cerca di mettersi un po’ più comodo sul sedile di quel taxi giallo che hanno preso all’aeroporto e in cui sono seduti ormai da ore. Fa terribilmente freddo quella sera, e piccole nuvolette di fiato caldo escono dalle bocche dei ragazzi nonostante l’aria calda accesa. È quasi un’ora che sono fermi in quella strada, perchè quel giorno c’è veramente troppa gente in giro per poter andare più veloce.
Sospira e getta nuovamente l’occhio sull’orologio che ha al polso. 22:33.
È tardi, è veramente troppo tardi. E Luke non vuole arrivare da lei che l’anno nuovo è già cominciato, vuole raggiungerla prima, vuole abbracciarla prima che si chiuda quell’anno che ha parlato sempre di loro, per poter iniziare quello nuovo insieme. O almeno, lui spera così. Perché è sicuro della forza dei suoi sentimenti, li sente in ogni singola parte del suo cuore, li sente toccare ogni cellula, anche quella più profonda. Ma non sa quello che prova Letizia. E se lo respingesse? E se lo vedesse solo come un semplice amico? A quel punto, cosa succederebbe? Sinceramente non lo sa, e non vuole pensarci, non adesso che è così vicino per poterla raggiungere, per poter tornare da quell’unica persona che gli ha stravolto la vita senza accorgersene.
E forse è per questo che, rilegando la sua parte razionale in un angolo, si decide a cambiare le carte in tavola. Ecco perché si slaccia la cintura e lancia un’occhiata veloce ai suoi amici – che fortunatamente lo capiscono subito – prima di aprire la portiera del taxi ed uscire in strada. Senza aspettare oltre inizia a correre, anche se non sa dove si trovi di preciso.
Corre, macina passi su passi tra quelle macchine ferme. Corre e non gli importa niente del freddo di quella sera invernale, non lo sente addosso. Corre, sul marciapiede, sorpassa le persone, le scansa, si scusa, aumenta il passo, con il cuore che battere sempre più forte, quasi volesse uscirgli dal petto. Svolta a destra e quasi non ci crede di essere all’angolo della casa di Keli, davanti Central Park, che per quella sera sembra un posto fatato, eterno, fuori dal tempo, come un mondo a parte.
Senza aspettare oltre, attraversa la strada e percorre quei viali su cui aveva camminato con la mora, sotto quegli alberi che adesso sono spogli, ma che prima erano ammantati dalle foglie rosse e gialle. Continua a battere i piedi sull’asfalto e non gli interessa se qualche fan possa riconoscerlo. Non ha proprio il tempo per pensare al lavoro adesso. Ha solo una cosa in testa, da giorni ormai, e fino a che le cose non si saranno sistemate, non vuole pensare ad altro.
E subito, come richiamati da una calamita invisibile, gli occhi grandi e scuri di Letizia fanno capolino tra i suoi pensieri, riuscendo a calmarlo almeno un po’.
Continua a correre, con lei in mente, lei che ama a fargli compagnia e a fargli acquistare sempre più coraggio, passo dopo passo. E vorrebbe arrivare il prima possibile, vorrebbe che il tempo non gli fosse così contro, perché durante il volo non ha fatto altro che pensare, a lui, a lei, a loro.
Si era reso conto che senza lei, lui non era niente, lo sarebbe mai stato. Non era tanto per dire. Era vero! Perchè senza la presenza costante della mora dopo l’incidente, lui non sarebbe dov’è adesso, non sarebbe mai stato lo stesso Luke di sempre, quel Luke che conoscono tutti.
Aveva sì fatto i suoi errori, e ci era caduto sopra, facendosi male, molto male, uscendone con il cuore completamente ammaccato, distrutto e troppo stanco per poter sopportare ancora qualcosa. Ed era solo grazie a lei se era riuscito a reagire.
Dopo che era tornato a Sydney, si era sentito solo, svuotato di una parte che si colmava solo se erano insieme, cosa alquanto improbabile, a causa di tutti quei kilometri in mezzo a loro. Gli sembrava di camminare da solo su strade sconosciute, senza una meta da raggiungere. E tutto questo perché lei non c’era.
E Luke sa di doverle molto, sa di doverle tutta la vita. E sa anche quanto siano importanti tutte quelle parole che ha nel cuore. Parole che non potrebbe mai lasciar andare, neppure se potesse, neppure se lo volesse. Perchè fanno parte di lui, del suo cuore, della sua anima. Parole così incatenate dentro di lui che non potrebbero mai abbandonarlo. E sarebbe disposto a fare di tutto, se dovesse servire, per farle capire che non lascerà andare niente di loro, mai. Anche se poi quel loro è poco, perché i ricordi probabilmente non torneranno più, ma va bene così. Gli basta sapere che Letizia sarà al suo fianco. Questa è l’unica cosa di cui ha bisogno.
Continua a correre, a macinare sempre più kilometri con la suola di quelle scarpe ormai consumate dal tempo.
Corre e il cuore gli diventa man mano più leggero, preda di una speranza troppo viva, troppo forte perché possa spegnersi in un batter d’occhio.
Dopo poco riesce a vedere il cancello, quello davanti al portone dell’edificio dove abita Letizia. Il cuore gli balza in gola per l’ansia, la paura, l’emozione forte che non riesce a farlo restare lucido abbastanza. Sospira, cercando di darsi una calmata, ma senza risultato. Non riesce ancora a credere di aver fatto quella pazzia, solo per raggiungerla di nuovo, questa volta con l’intenzione di tenerla cos sé, fino alla fine. Perché ha rischiato di perderla tante, forse troppe volte in così poco tempo. Non vuole perderla del tutto, non adesso che ha capito ciò che prova per lei. Perché alla fine è proprio quell’amore immenso, infinito, indescrivibile che prova per quella ragazza mora, se ha fatto tutto quel che ha fatto.
Con il sorriso sulle labbra e con una felicità senza eguali dentro al cuore, attraversa la strada e tira fuori il mazzo di chiavi di scorta che Letizia gli aveva dato per poter entrare in casa anche senza di lei. Il non averglielo restituito si è dimostrata una scelta molto saggia.
Fa scattare la serratura e sale i gradini a due a due, quasi potesse volare per arrivare subito da lei, per poterla stringere forte, come faceva prima, per poterla sentire il più vicino possibile, per far combaciare tutte le loro imperfezioni.
Arriva finalmente alla porta dell’appartamento e fa per infilare la chiave nella toppa, quando ad un tratto il dubbio lo invade tutto insieme.
Cosa diamine sta facendo? Potrebbe davvero entrare nell’appartamento così, come se niente fosse? Cosa gli è saltato in mente? Lei potrebbe benissimo cacciarlo di casa e non rivolgergli mai più la parola. E tutto finirebbe, così, lasciandogli un vuoto incolmabile nel petto. No, non è questo che vuole, non ha viaggiato tutte quelle ore solo per questo. Proprio non riesce a pensare che Letizia possa non aver percepito che tra loro c’è molto di più che di una semplice amicizia.
Sospira, sconfortato, e poggia la testa alla porta, piano, evitando di farsi sentire. Solo che un suono strano, forse un singhiozzo, proveniente dall’altra parte, lo mette in guardia, mentre il suo cuore comincia a battere furiosamente nel petto.
«Luke, mi manchi.» sente dire dopo poco da quella voce che riconoscerebbe sempre e comunque.
Ed è come se quelle tre parole abbiano abbattuto in un solo ogni dubbio del ragazzo, ogni sua insicurezza, ogni sua paura, come se lo abbiano liberato da quel qualcosa che ancora lo teneva legato, come se siano quella conferma, la certezza che Luke aspettava da sempre. Come se abbiano semplicemente aspettato il momento giusto per agire, per farli finalmente incontrare.
Ecco perché Luke non si fa più alcun problema, non si chiede più niente.
Semplicemente inserisce la chiave nella serratura, facendola scattare ed attirando contemporaneamente su di sé l’attenzione di Letizia che lo guarda ammutolita, mentre lui non riesce a fare a meno di sorridere, a causa di quella felicità che lo sta invadendo, secondo dopo secondo.
 
Letizia sospira, per l’ennesima volta quella sera, la più bella di tutto l’anno a detta di molti. E anche lei sarebbe stata della stessa opinione, se non ci fosse stata quella fottutissima nostalgia a pesarle sul cuore, come un macigno impossibile da smuovere.
«Leti, cos’hai?» le chiede Keli, facendola tornare con i pensieri per terra.
La mora non si volta, si limita ad abbassare un po’ le spalle e la testa. «Non ho niente, è questo il problema, lo stesso da sempre.» mormora in risposta, allontanandosi dalla finestra e sedendosi mollemente sul divano, iniziando a giocare con il bordo di un cuscino.
L’amica scuote il capo e le si avvicina, con il sorriso più bello che possa avere. «Ash mi ha detto che torneranno presto. Ancora devono decidere tutto, ma non dovrebbe essere più tardi di fine gennaio, a esagerare potrebbe slittare verso la metà di febbraio, ma dubito.»
Letizia sorride felice perchè l’amica non sta nella pelle al pensiero di rivedere il suo ragazzo così presto. Solo che quella nostalgia non va via, anzi, aumenta il suo peso, schiacciandole il cuore, come se si divertisse a farle così male, a farla stare così male, di nuovo, nonostante tutto quello che aveva fatto per cercare di star bene.
Perché i messaggi di Luke hanno iniziato a non bastarle più, come le mail e le video chiamate che hanno fatto per tutto il mese di dicembre. Niente di tutto questo le basta più, perché lei ha bisogno di lui lì, in carne ed ossa, per poterlo stringere e sapere che va tutto bene, che supereranno anche questa, insieme. Ma lui non c’è e, nonostante quel nuovo rapporto che è nato tra loro, niente potrà mai più tornare come prima. Ed è questa la cosa che continua a ferirla più di tutte.
«Leti, guardami.» le dice la bionda, paziente e forte come sempre. La mora alza gli occhi verso la sua migliore amica, la persona che le è sempre stata accanto, come la sorella che non ha mai avuto sul serio, che l’ha sempre capita, senza girare troppo attorno al problema, ma aiutandola a superarlo alla radice, ogni volta. Keli è quella persona che non si trova tutti i giorni: una persona più unica che rara, con quel suo ottimismo sfrenato e quella voglia di vivere sempre attiva. Keli è fantastica, semplicemente, esattamente così com’è.
La bionda le sorride e le si siede accanto, prendendole le mani.
«Leti, si sistemerà tutto, vedrai. Adesso però basta stare male. Non serve a niente.»
E la mora sa che l’altra ha ragione, come sempre del resto. Ma proprio non ce la fa, è troppo spossata, senza forte, stanca di quel gioco del destino a cui non vuole più sottostare.
 
Sono le 23:13 e Keli è andata via da una mezz’ora buona, perché i suoi genitori l’avevano chiamata per una cosa importante. La bionda non era scesa nei particolari, era semplicemente uscita dall’appartamento dicendo «Mi hanno chiamata i miei, torno tra poco, promesso.», prima di salutarla con un veloce bacio sulla guancia.
E la mora adesso è lì da sola, seduta su quel divano grande e morbido, con la musica accesa a volume bassissimo e con in mano l’album che contiene tutte le foto che ha scattato quando era a Sydney. Le sembra impossibile, eppure sono passati già sette lunghi mesi, da quando aveva messo piede per la prima volta in quella casa grande, che aveva visto i mesi più belli della sua vita, fino ad ora.
Sospira e si ritrova a sorridere, al vedere tutte quelle foto che avevano scattato per l’enorme festa a sorpresa che lei, Keli, Calum e Michael avevano organizzato per Ashton e Luke, con l’aiuto dei familiari dei ragazzi.
 
Era stata la festa migliore di tutte, anche perché il maggiore non se l’aspettava proprio. Ci era rimasto troppo male quando nessuno dei suoi amici gli aveva fatto gli auguri quel lontano 7 luglio, e ritrovarsi così all’improvviso una festa solo per lui e per uno dei suoi migliori amici è stato il regalo migliore che potesse mai ricevere. Si erano divertiti tanto, con la musica, la torta buonissima e tutti quei buffi regali.
Letizia e Keli avevano avuto modo di conoscere gli altri familiari dei ragazzi e subito si erano appartate con Mali-Koa e Lauren a parlare su quei quattro scemi che non facevano altro che farle stare in pensiero.
Sono fantastiche, era la prima cosa che la mora aveva pensato di loro, cosa che poi aveva avuto modo di accertare con il tempo. Perché durante i mesi in cui Luke era rimasto da lei a New York, entrambe si erano fatte sentire appena potevano, per darle un po’ di sostegno, una mano, oppure per tirarle su il morale.
 
E Letizia sarà sempre eternamente grata a tutte quelle persone che, in quel periodo della sua vita, le sono state accanto come meglio hanno potuto, chi più chi meno, dando inconsapevolmente un aiuto immenso.
Si ritrova a sorridere, con il cuore riscaldato da quei bellissimi ricordi che mai potrebbe dimenticare. Perché, nonostante abbai cercato di eliminare dalla sua vita qualsiasi cosa riguardasse quei mesi passati in Australia, adesso capisce che avrebbe solo fatto la cazzata più grande di tutta una vita. Quei ricordi sono la cosa più preziosa che ha e che mai e poi mai vorrebbe perdere.
Con il cuore che batte un po’ più forte nel petto, sfoglia quelle pagine piene di istanti fermati in un’immagine.
Calum che fa la linguaccia mentre Michael lo abbraccia da dietro.
Ashton che sorride a Calum mentre Keli gli fa il verso da dietro.
Luke che batte il cinque a Cal mentre il moro beve dalla bottiglia.
Michael che si ritrae da un abbraccio di Ashton.
Keli e Luke che si abbracciano forte, pronti a combinarne di tutti i colori.
Lei e e la sua migliore amica che si sorridono e si tengono per mano, insieme fino alla fine.
Luke e Michael che bevono dal bicchiere dell’altro intrecciando le braccia.
I due festeggiati che assaggiano la torta.
Tutte le ragazze che sorridono felici e si stringono in un abbraccio di gruppo.
I ragazzi seduti in cerchio a giocare con una bottiglia vuota di birra.      
E poi ci sono le ultime due, quelle più belle di tutte, secondo la mora.
La prima è quella di gruppo, dove ci sono Ashton, Keli e Calum a sinistra e Michael, Letizia e Luke a destra. Hanno un’aria così felice e così serena in quella foto, come se tutto fosse perfetto, come se niente potesse andare storto. Era la loro foto migliore e la mora l’aveva fatta stampare in più copie di varie dimensioni per metterle sia in casa sua che in camera di Keli.
Sorride di nuovo, Letizia, mentre si accorge tutt’ad un tratto della foto che segue e della canzone che è rimasta sempre la stessa da quasi mezz’ora, senza che lei se ne sia minimamente resa conto.
Wherever you are.
Quella che Luke le aveva cantato quel giorno, quando lei era partita per tornare a casa. Quanto tempo era che non l’ascoltava? Mesi, come minimo. Non era mai riuscita a sentirla per neppure mezzo minuto, che subito i ricordi la invadevano senza permesso e le mozzavano il respiro in gola, facendola stare peggio ogni volta.
Sospira e si lascia andare alla scia dei ricordi che riguardano la foto che ha davanti agli occhi.
 
Era sempre la sera della festa a sorpresa. Solo che ormai la fine si stava avvicinando. Luke l’aveva presa in disparte e l’aveva portata sul tetto della casa discografica – dove avevano fatto la festa nella stessa grande stanza in cui i ragazzi e la mora si erano conosciuti.
Si erano poggiati alla spessa ringhiera grigia, con gli occhi rivolti alle poche stelle che si intravedevano in quel cielo scuro di quella sera invernale australiana, con le mani che si stringevano forte, come se non avessero voluto lasciarsi andare per nessun motivo al mondo.
«Leti?» l’aveva chiamata piano lui, facendola voltare nella sua direzione. Si erano sorrisi, felicissimi, e lei gli si era avvicinata, fino a che lui non l’aveva stretta in uno degli abbracci più belli in assoluto. Ed erano rimasti così, vicini, per un tempo che era parso interminabile, fino a che il biondo non aveva spezzato quel silenzio con quelle poche parole che avevano avuto un effetto devastante nel cuore della mora.
«Grazie di esistere.»
Lei aveva alzato gli occhi verso di lui – il cuore che batteva fortissimo, quasi volesse scoppiare, le mani e le gambe che tremavano e sembravano non volerla sorreggere – che le aveva sorriso senza aggiungere altro, prima di baciarla delicatamente, prima di passarle la mano tra i capelli scuri e morbidi, prima di farla sentire amata come mai prima di allora nessuno era riuscito a fare.
«Ti amo, Luke.» gli aveva poi detto, una volta che i suoi piedi avevano nuovamente toccato il suolo.
«Ti amo anch’io.» aveva risposto lui, prima di baciarla di nuovo.
Erano rimasti lì, abbracciati, vicini, con i cuori che battevano forte, che tremavano nel petto, per minuti che erano parsi senza fine. Poi, con calma erano tornati in stanza e, quando Luke si era allontanato per raggiungere i suoi genitori, Keli si era avvicinata alla mora con il telefono in mano, per mostrarle quell’ennesimo scatto che era riuscita a fare.
 
Lo stesso scatto, la stessa foto che adesso ha sotto gli occhi, a mostrarle come ogni volta si completino lei e Luke quando si abbracciano, come se i loro corpi siano stati fatti per stare insieme. E poi lei con le punte delle scarpe sopra i piedi di lui, per aiutarsi a raggiungere il suo viso e far unire le loro labbra, mentre lui la tiene stretta, la tiene forte, come se potesse perderla da un momento all’altro.
Ne hanno tante di foto così, ma quella è sicuramente la sua preferita.
Sospira di nuovo, accorgendosi che la stanza è ad un tratto calata nel silenzio più totale. Ma non va a riaccendere lo stereo. Semplicemente, rimane ad osservare quella piccola immagine come se fosse la cosa più preziosa che ha, come se fosse l’ultimo appiglio a cui poter stringere le mani per non cadere, per non perdere la speranza, per continuare a combattere nonostante i ricordi mancanti, nonostante la distanza, nonostante il tempo avverso.
Il cuore adesso le batte lento nel petto, a fatica, a protestare per tutti quei brutti pensieri che non fanno altro che farla star male, aumentando la nostalgia nel dentro di lei. Senza riuscire a controllarsi più, lascia che un singhiozzo venga fuori dalla gola, bruciando, facendo male, precedendo quella lieve scia di lacrime salate che iniziano a rigarle silenziosamente le guance.
Continua a sfogliare le foto, fino a che non arriva alla preferita di Luke, quella che mostra un cielo completamente blu, quel blu all’inizio della sera, dopo che l’ultimo segno del sole se n’è andato, quando la luna e le stelle iniziano a prendere posto nel cielo. E tantissimi, piccoli ricordi le tornano in mente.
 
«E se prendessimo il sole sotto la luna?» le aveva chiesto una volta, facendola ridere. Però, anche se era impossibile, lo avevano fatto lo stesso, stendendosi su un telo sopra il prato umido del giardino. Ed erano rimasti così, vicini, con le dita intrecciate tra di loro e i cuori che battevano forte, godendosi quel loro attimo di infinito sotto quel cielo mozzafiato.
 
Il sapore del loro primo bacio, sotto quella pioggia incessante. Quel sapore che era subito diventato una droga, l’unica che non faceva male, che non feriva, ma che anzi curava, tutto, con calma, pazienza. Con amore.
 
Lui che in poco tempo era diventato la sua luce per affrontare quel mare di tenebre in cui era finita, troppo stanca, troppo spossata, troppo distrutta per combattere da sola. Quella luce che lei avrebbe seguito sempre, perché la faceva stare bene, la salvava, ogni volta, senza rendersene conto del tutto.
 
La magia che aveva sentito attorno a loro durante quella notte in cui si erano donati completamente all’altro, senza riserva, senza chiedere niente in cambio. E i loro cuori che continuavano a battere, sempre, troppo forte per non essere uditi in quella stanza silenziosa, dove solo il suono dei loro baci e dei loro sospiri si faceva sentire di tanto in tanto.
 
E lei vorrebbe che Luke tornasse a casa, che tornasse da lei, per non lasciarla più, per stare insieme, per poter riprendere da dove avevano interrotto, per ripartire da capo, per vivere quell’amore che lei non riesce a contenere, per amarlo completamente. Perché le manca Luke, le manca tutto di lui, gli occhi, le labbra, il sorriso, i capelli morbidi tra le dita, le loro mani sempre unite, il cuore che non riesce a smettere di battere mai.
«Luke, mi manchi.» dice a voce alta. Vorrebbe che il biondo fosse lì con lei, per assicurarle che va tutto bene.
E proprio in quel momento la porta si apre, e Luke entra in casa, lasciandola completamente di stucco.






Letizia
Ciao bellissimi! Mamma mia, che capitolo anche questo!
In poche parole, I LUZIA SI INCONTRANO DI NUOVO!!!!!!!!! jldnsldnfnldknlas sclero male, malissimo! *^*
E beh, a questo punto secondo voi che cosa succederà? Fatemi sapere, ci conto!
Grazie come sempre per ogni cosa, sul serio, vi adoro! Grazie per recensioni, preferiti | ricordati | seguiti! <3
Scusate le note brevi, ma devo fare in fretta.

Bacio, Letizia <3
   
 
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