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Autore: Just Izzy    13/06/2015    4 recensioni
"Bene... Vi starete chiedendo perché queste cassette siano arrivate proprio a voi. Semplicissimo, siete una delle tredici ragioni del mio suicidio. Non allarmatevi, nulla di grave. Ogni volta che vi vedrete vi guarderete in cagnesco e poi vi imbarazzerete perché siete colpevoli anche voi e chissà cosa avrà sentito l’altra persona su di voi. Nulla di personale."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Epilogo.


-64C, St James, Victor Trevor-
Il pacco si muove sul “nastro trasportatore” e lo vedi scomparire, dopo che la ragazza davanti a lui lo ha bollato come “fragile” e ha controllato che non ci fossero bombe e che, sopratutto, il pacco non fosse troppo pieno.
Pieno, poi … 13 cassette, una “mappa” e nient' altro. Cosa dovrebbe renderlo pieno se è più leggero di una piuma? Bè … non proprio, però il concetto è quello.
-Signore, è vietato fumare- spiega, la ragazza di fronte a te, con tono cordiale e un sorriso gentile sulla faccia. Si chiama Johanna, è bionda e ha gli occhi azzuri.
Fa male. Ti ricorda lui.
-Oh, è vietato?- chiedi tu, con la faccia più innocente che riesci a sfoggiare, di solito funziona.
La ragazza davanti a te annuisce, l'espressione di chi vorrebbe ma non può, mentre indica un cartello con scritto "Vietato Fumare". Abbassi lo sguardo e osservi la sigaretta che comincia a bruciare e deteriorarsi.
-Però … potrei chiudere un occhio … mi sembra triste ...- conclude lei, mentre cerca il tuo sguardo, sperando di averti reso un po' più felice. Tu fai un sorrisetto amaro. Sei cambiato in questi giorni. Sei più … distrutto. Sei un uomo distrutto.
Sei consapevole del fatto che tutto quello che hai fatto è stato terribilmente sbagliato.
Quelle tredici cassette, registrate per divertirti e veder soffrire chi doveva soffrire per tutto quello che ti aveva fatto, hanno soltanto reso la situazione peggiore di quanto non fosse.
Era proprio giusto coinvolgere per l'ennesima volta John? Sì, era giusto.
Perchè era giusto? Perchè lui doveva sapere. Doveva sapere quello che mi succedeva.
Perchè non dirglielo tu stesso? Non ne avrei avuto il coraggio.
Ecco che ogni domanda che ti sei posto in una settimana, adesso, dopo aver rivisto i suoi occhi … no, non i suoi, quelli di Johanna, che, Dio, gli somiglia così tanto, riesce ad avere, finalmente una risposta.
Ogni singola domanda.
Perchè non ti sei fatto vedere prima? Perchè volevo sapesse tutto prima di vedermi.
Perchè non sei intervenuto quando hai visto John sul cornicione? Non avevo capito … no, non avevo dedotto che volesse buttarsi … pensavo solo che volesse sentire le mie sensazioni … non pensavo che fosse tanto devoto … no, non devoto, Molly, mi ha detto che si dice “innamorato” … non credevo fosse tanto innamorato di me a tal punto da seguirmi perfino dopo che tutto fosse finito.
Ti sbagliavi. Mi sbagliavo.
Milioni di immagini vorticano nella tua testa, possibilità, scenari … esattamente come in una partita a scacchi, dove ogni mossa fa scattare un modo diverso di giocare, dove ogni mossa è fondamentale per il gioco.
Non mi piace giocare a scacchi. Non mi piace calcolare troppo le cose prima di arrivare alla vittoria.
No, certo che no. Preferisci essere più teatrale, preferisci essere sempre migliore, preferisci sempre illudere le gente del fatto che anche quando “improvvisi” la cosa riesce sempre.
Ma a quanto pare non è così, giusto? No, non è così.
Ed ora ti autocommiseri per la morte del tuo … qualunque cosa fosse! Dovresti smetterla, invece. Dovresti semplicemente accettare la realtà: John si è ucciso e tu non hai fatto nulla. Non inventare scuse, non era per nessuna delle ragioni che hai appena pensato.
E' stata la paura.
Esatto, hai avuto paura. Le gambe sono diventate gelatina, la bocca si è seccata e tu non sei riuscito a fare un singolo passo. Non hai nemmeno provato a fermarlo, pur sapendo quello che stava per succedere, pur non fidandoti del buon vecchio John Watson.
E lui si è buttato.
E tu sei rimasto a guardare, pietrificato.
E lo hai visto semplicemente volare via. Poi, tutto un tratto, la voce è tornata e hai urlato con tutto il fiato che avevi in corpo. Non hai la più pallida idea di nulla: non sai se ti ha sentito, non sai se era consapevole del fatto che stava morendo per nulla.
No, non per nulla, per amore.
Amore? Davvero? Non mi sembra amore, questo.
E' morto per raggiungermi, per amore.
E' morto per raggiungere una persona che non aveva bisogno di essere raggiunta, ma di raggiungere! Tu avevi bisogno di raggiungerlo! Non lui! Perchè tu non sei morto davvero, tu hai solo fatto finta e sei scomparso! Poi sei tornato e dovevi subito correre da lui. Non c'era altro da fare, solo raggiungerlo.
Ma il tuo stupido orgoglio ha fatto per te. Hai fatto sì che lui ti raggiungesse … ma il problema è che lui lo ha fatto a modo suo.
Qualcosa è cambiato, ha stravolto i miei piani, non doveva andare così, lui non doveva …
Suicidarsi? Bè, lo ha fatto. Continua a nasconderti dietro la parola “per amore”. Nasconditi, come hai fatto sempre, dietro concetti e piani troppo complessi a cui inizialmente non credevi neppure tu.
Intanto, lui è morto.
E adesso che fai?
-Signore?- la voce della ragazza ti fa riemergere dal tuo Palazzo Mentale. La sigaretta è completamente finita e tu sospiri. Avresti voluto finirla.
Rotei gli occhi e ti sistemi il cappotto.
-Arrivederci- ti congedi e con un gesto sbrigativo la saluti. Ti volti ed esci.
Affronti Londra, da solo. Non c'è nessuno al tuo fianco, nessuno a parlarti, cercando di fare l'etero, parlando di quanto fosse carina la ragazza. Non c'è nessuno che si lamenta del fatto che non mangia qualcosa di veramente buono da giorni.
Non c'è nessuno che ti adora, nessuno che ti guarda nella più completa ammirazione, che ti ama.
Non c'è più nessuno, perchè l'unica cosa che avresti voluto era John.
E adesso sei solo ed è strano dirlo ma … somigli a tuo fratello, Mycroft. Avvolto in solitudine e commiserazione … disperato, quasi.
Strano che fino a pochi anni fa credevi che la solitudine ti proteggesse. Per l'ennesima volta John aveva ragione.
“Gli amici ti proteggono, Sherlock.”
E fa male risentire la sua voce che rimbomba nella tua testa, prepotentemente.
Fa un male cane.
Ma … non puoi più “liberartene” perchè … anche se fa male, ne hai bisogno. Più delle sigarette.
Però sei solo.
E forse, questo, fa più male della sua voce che rimbomba.







Note dell' autrice.
*Esce, spaventata, con una mano alzata, salutando tutti.*
Ehilà! Aspettate l'epilogo da un po' … okay, forse non un po'. Mi dispiace ma la scuola negli ultimi tempi è stata più estenuante del solito. Ma finalmente è finita. Come è finita definitivamente questa storia.
Già, finalmente vi siete liberati di me! *Cori di giubilo e “alleluja” si sentono in lontananza.*
Bene, nonostante tutta la fatica che ho fatto per partorire (?) ed arrivare all' epilogo, ne è valsa le pena. Sono orgogliosa della storia, di come è finita (sì, sopratutto di quello), sono contenta perchè ho intrapreso un viaggio che consideravo senza speranza con voi, miei amati lettori e recensori e … fa male mettere un punto a questo viaggio. Quando sono partita, pensavo non avessi mai finito, pensavo di non arrivare mai in porto … ma a quanto pare mi sbagliavo. Sono maturata anche io, spero che il mio modo di scrivere sia migliorato nel tempo e spero di avervi lasciato con un sorriso sulle labbra, un po' come me, adesso.
Non per il finale ma perchè abbiamo affrontato una cosa meravigliosa tutti insieme e io non smetterò mai di ringraziare uno per uno, ogni persona che ha speso il suo tempo a recensire, ogni persona che ha messo tra preferiti/seguite/ricordate, ogni persona che ha semplicemente letto, ogni persona che ha seguito.
E se proprio vi va, i capitoli sono tutti lì, quando volete, potete ritornare al punto di partenza e ripercorrere di nuovo il nostro viaggio. Magari in maniera più veloce di quanto io sia riuscita a fare ma il tempo a mia disposizione era quello che era …
Un ringraziamento speciale va alla mia beta Inathia Len che dal primo giorno mi ha spronato a migliorare, a scrivere, anche quando la situazione si faceva complicata, l'ispirazione mancava e succedevano un mucchio di cose tutte insieme … Insomma, grazie mille per aver sopportato ogni mio sclero e per aver supportato il mio lavoro. Davvero, grazie mille. Non riuscirò mai a ringraziarti come si deve.
E non riuscirò nemmeno a ringrazire bene voi, che mi avete seguito. E sarò ripetitiva, ma grazie, grazie mille.
Ci si rivede in giro!
Non è un addio, questo.
(Quanto sono tragica? HAHAHAHAH, peggio di Sherlock.)
With so much love,
BAZINGAA!
P.S. Scusate se le “note dell' autrice” sono più lunghe del capitolo stesso, ma non me la sentivo proprio di lasciarvi così, senza nemmeno un grazie. Vi amo tutti e vi abbraccio da qui, per quanto mi è possibile. Devo a voi gran parte di tutto questo e gran parte della mia felicità.
P.P.S. Mi potete trovare anche su FB, vi lascerò il link del profilo qui accanto: https://www.facebook.com/johnlockisthewayefp?fref=ts
P.P.P.S Sto diventando noiosa, lo so, ma dovete sorbirmi ancora per un po': la storia l'ho pubblicata anche su Wattpad perchè ho un ego fin troppo SPROPOSITATO e … si chiama così anche lì, su Wattpad. Non so perchè l'ho detto … se vi va potete trovare pure lì questo ammasso di capitoli sfiancantissimi.
Adieu, adieu, adieu! (sul serio 'sta volta.)
  
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