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Autore: JulietXD5    14/06/2015    4 recensioni
“Katniss… se sto per fare qualcosa che tu non vuoi… fermami.”
“Non ho intenzione di fermarti.” Rispondo pronta, per poi eliminare la distanza tra le nostre bocche.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
"Vorresti essere con lei?"





Lascio il bosco mano nella mano con Finnick Odair.

Sembra quasi surreale ciò che è appena successo. Sento ancora le labbra pulsare dopo il nostro bacio.
Stringe le mie dita tra le sue, è stavolta non è immerso nei sogni né cerca un modo per sfuggire alla realtà: lo fa cosciente, lo fa sapendo che la mano è la mia, che accanto a lui ci sono io.

Capisco che non si tratta della mia immaginazione quando i miei occhi passano in un secondo dalla luce accecante dell’esterno alla fioca illuminazione dell’interno del Distretto 13. Ritrovarmi dentro queste mura tenendomi ancora salda a Finnick è la conferma che tutto questo è vero.
Il momento, però, dura ben poco, perché sento la presa di Finnick scivolare via dalle mie dita quando intravediamo a pochi metri da noi Haymitch e Boggs.
Entrambi ci salutano con un cenno, tornando poi ai loro discorsi.
Nessuno sospetta.

Intraprendiamo il percorso che porta ai dormitori e in pochi attimi siamo sulla soglia della mia stanza.
Una volta arrivati, Finnick si posiziona di fronte a me, riprende esitante la mia mano, si avvicina al mio orecchio e sussurra: “ci vediamo dopo, Katniss.”

Tipico di Finnick Odair! Ricordo ancora la prima volta in cui usò questo approccio con me: era il giorno della Sfilata dei Tributi, e mi chiese se avessi qualche segreto che valesse il tuo tempo.
Già allora quella sua vicinanza mi provocò una scarica di brividi, ma gli diedi veramente poca importanza. Ora non posso. Il suo respiro sui miei capelli scatena di nuovo quella raffica.

Rimane giusto il tempo di depositarmi un leggero bacio sulla guancia, per poi recarsi nella sua stanza.
Lo lascio andare, quasi a malincuore, e mi ritiro anch’io nella mia camera.
Mi getto sul letto, quel letto che poche ora fa ha subito la rabbia e frustrazione, mentre ora vede la mia calma e incredulità.
Sul comodino noto di nuovo la perla di Peeta, ma distolgo immediatamente lo sguardo. Non voglio pensare a lui né all’episodio di stamattina. Non posso pensare che sia lo stesso ragazzo di cui ho tanto atteso il ritorno solo pochi giorni fa, né che sia lo stesso con cui ho provato quella fame insaziabile di baciarlo, di stringerlo a me e sentirmi parte di lui.

Tutto questo, ora, sto iniziando a sentirlo per qualcun altro, qualcuno che non vede in me un mostro, che non prova odio verso di me e che ricorda esattamente tutto quello che ha vissuto con me.
Può sembrare poco, ma a me tutto questo basta.

Se ho queste piccole cose, posso anche accettare di non poterlo vivere alla luce del giorno. Perché so bene che sarà così. So che non potrò stringere la sua mano nella mia davanti agli altri, né potrò baciarlo, né stringerlo nel modo in cui vorrei… non potrò dirlo a Prim, né tanto meno a Gale.
Questo lo so, ma sono pronta a convivere con l’idea di essere una seconda vita per lui. Nascosta, segreta.
Ma questo mi basta.
 


In un batter d’occhio arriva l’ora di cena.
Mi fiondo nella mensa, impaziente di varcare la sua soglia, impaziente di vederlo.
Quando entro, Finnick ancora non c’è, ma in compenso scorgo Peeta seduto ad uno dei tavoli. A quanto pare ora ha il permesso di uscire dall’ospedale.
Accanto a lui sono seduti Gale e Delly Cartwright, la persona più amichevole del pianeta. La vedo conversare amabilmente con Peeta e ricevere risposta da lui! I suoi occhi sono luminosi, non li vedevo così da troppo tempo.
Gale si accorge della mia presenza, ed io non posso più scappare. Così riempio un vassoio con la razione del giorno e vado a sedermi con loro.

Subito l’atteggiamento di Peeta muta, e la lucentezza nei suoi occhi scompare non appena prendo posto davanti a lui. Mi squadra con barlume di repulsione nel suo sguardo, e io, di rimando, poso gli occhi su di lui solo per un attimo. Non riesco nemmeno a guardarlo per più di pochi secondi senza sentire una fitta allo stomaco.
Saluto Gale e Derry, poi lei ricomincia a parlare con Peeta. Capisco subito cosa sta facendo: cerca di rievocare nella sua mente alcuni ricordi d’infanzia. Inizia a parlargli di quando, da bambini, disegnavano con i gessetti sulle pietre per la strada.
E Peeta ride, dice di ricordarlo, e aggiunge dei particolari lui stesso.

Dovrei essere felice di vederlo così, ma non ci riesco. Non riesco a cancellare quel suo sguardo di odio dalla mia mente. E soprattutto non riesco ad accettare il fatto che non sia a farlo ridere in questo modo. Capisco che con me non potrà mai più essere così sereno.

Non passa molto prima che Finnick metta finalmente piede nella sala.
Io non posso ancora vederlo, essendo seduta di spalle alla porta d’entrata, ma mi accorgo del suo arrivo quando lo sento poggiare la mano sulla mia spalla.
Sobbalzo all’istante, non sapendo di chi sia quel tocco inaspettato, ma lo riconosco quando lo sento dire il suo “Buonasera” rivolto a tutti i presenti.
Mi volto per incontrare i suoi occhi, e quando ciò avviene sento mancare un battito.
“Everdeen.” Mi saluta lui, giocando.
“Odair.” Rispondo io con prontezza, stando al gioco.
Stiamo attenti a non far trasparire alcun sorriso o sguardo sospetto, ma credo davvero che in pochi secondi tutti capiranno, non riuscendo a trattenere l’emozione nel trovarmelo davanti.

Dopo poco lascia la presa dalla mia spalla, e si dirige ad uno dei tavoli più in fondo, sedendosi vicino ad Annie. La bacia con amore, e si vede subito come la presenza di Finnick la faccia rinascere completamente.
Devo distogliere lo sguardo alla vista di quel gesto. Inizio a sentire il fastidio nel vederlo rivolgere le sue attenzione verso qualcuno che non sono io.
 
Velocemente l’ora di cena finisce, e veniamo rispediti tutti nei nostri rispettivi dormitori.
Le luci vengono spente e il coprifuoco ha inizio.
Il silenzio cala nei corridoi, le porte vengono chiuse, tutti si lasciano cullare dalle braccia di Morfeo… ma non io.
Prim prende subito sonno, e io ne approfitto per sgattaiolare fuori dalla stanza e incamminarmi verso il solito corridoio, sperando di incontrare Finnick.
Non sono affatto sicura di trovarlo lì, dopotutto quello era il posto dove faceva nodi tutta la notte pensando ad Annie…e ora lei è qui, con lui.
Perché dovrebbe volerla lasciare sola?
Continuo imperterrita a camminare verso il nostro posto e una volta arrivata lo trovo vuoto. Lui non c’è.
Lo sapevo.

Rimango per un attimo delusa dalla sua assenza, ma poi lascio che la mia parte razionale prenda il sopravvento e mi rendo conto che la mia era solo una fantasia.
Così decido di rimanere qui, da sola. Mi siedo, appoggiandomi al muro, nello stesso punto dove poche notti fa tenevo compagnia a Finnick nell’annodare e snodare sempre la stessa parte di corda.
Lascio che il mio sguardo si perda nel buio intorno a me, solo una torcia appesa al muro evita che si sprofondi nell’oscurità. Osservo la fiamma al suo interno muoversi frenetica, mentre la cera si consuma pian piano, creando sfumature rossastre sulla parete ombrata.
Mentre mi perdo in quella piccola luce, sento un corpo sedersi accanto a me e sfiorarmi nel farlo.

Mi volto di scatto verso quella presenza e sono completamente sollevata quando mi trovo davanti gli occhi sfavillanti di Finnick. Le sue pupille riflettono i colori della luce della torcia, e creano ulteriori sfumature nelle sue iridi azzurre.
Prima ancora che possa proferire parola, mi cattura le labbra con le sue cogliendomi di sorpresa, e provocandomi una nuova ondata di brividi.
Rispondo al suo bacio con la stessa dolcezza, sfiorando le sue labbra delicatamente.
“Speravo di trovarti qui”, dice una volta lasciata la mia bocca.
Sorrido quel poco che posso, prima di venir  di nuovo catturata dal suo bacio, e stavolta non mi lascia scampo: mi morde appena il labbro inferiore, così che possa lasciar incontrare la mia lingua con la sua.
La dolcezza di pochi istanti fa, inizia a tramutarsi in un contatto più intenso. Sfogo in quel bacio tutta me stessa, mi perdo completamente in lui.
Poco dopo ci stacchiamo, ma lui non mi lascia un attimo senza un suo tocco: mi stringe la mano tra le sue, come per rassicurarmi del fatto che lui è qui con me e non mi lascia.
“Annie dov’è?” interrompo il silenzio tra di noi.
“Dorme. L’ho accompagnata nella sua stanza poco fa, e ho aspettato che prendesse sonno.”
Accenno un sorriso tirato, e vedendo il suo sguardo alienarsi mi azzardo a domandargli: “Vorresti essere con lei?”
Subito la sua espressione cambia radicalmente. Volge lo sguardo su di me, e portando una mano sulla mia guancia mi risponde: “Non vorrei essere da nessun’altra parte ora.”
La sua risposta mi rincuora, e stavolta sorrido davvero.

Poi Finnick avvicina il suo viso al mio. Penso di star per ricevere un altro bacio, ma la sua attenzione si sposta sull’incavo del mio collo. Mi sfiora con la punta del naso e lo sento inspirare profondamente, percependo il mio profumo e inebriandosi completamente di esso.
Lo lascio fare, e poi di rimando avvicino anch’io il mio viso al suo, sfiorando la sua guancia con la mia, come una carezza.

Questo nostro toccarci appena vale molto più di alcuni baci dati su una spiaggia, o di un abbraccio dato al ritorno dal Tour della Vittoria: è intimo e privato, come se stessimo lasciando all’altro dei pezzi di noi stessi da custodire.
Non ho mai lasciato avvicinare nessuno così prima d’ora.









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Ed ecco finito un altro capitolo!
E' vero, ci ho messo un pò a finirlo, ma ho avuto davvero troppo da fare!
Ora, però, eccolo qui finalmente e devo dire che tutto il tempo speso è valso davvero la pena.
Spero che vi sia piaciuto, e ricordate di dirmi i vostri pareri al riguardo!
Un bacio, Juliet :)

 
  
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