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Autore: _Akimi    14/06/2015    0 recensioni
[Ritsu/Azusa] "Diamine, quanto adorava il suo sguardo.
Le sopracciglia sottili le contornavano quel paio di occhi nocciola. Le pupille si ingrandivano un po', ogni qualvolta Azusa si sentiva osservata da lei.
La piccola,però, era sempre troppo spaventata per notare l'espressione che si dipingeva sul suo volto. Preferiva abbassare il capo, arrossendo o cominciando a giocare con un paio di ciuffi che le ricadevano ai lati del viso."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Azusa Nakano, Ritsu Tainaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Azusa si fermò davanti alla batteria che occupava buona parte della zona dedicata agli strumenti.
Quel giorno, era entrata in fretta e furia nell'aula del Club e, dopo essersi assicurata di essere sola, si era appostata nel centro della stanza, rimanendo immobile per un paio di minuti.


Tra le mani, che avevano cominciato a tremare nervosamente, teneva stretta una lettera ormai sgualcita. Non era certa se fosse buona cosa lasciarla lì, ma il giorno precedente ci aveva messo più di tre ore per scriverla e sistemarla, dettaglio che la spronava a non fermarsi proprio ora.
Nonostante si fosse decisa ad entrare, una parte di lei non smetteva di ripeterle di lasciar perdere, che non aveva davvero delle speranze e che la senpai non avrebbe mai accettato i suoi sentimenti.
Si ricordava spesso delle parole che le aveva detto Yui: non doveva arrendersi, non doveva essere negativa e che alle volte, non sarebbe stato male essere più impulsiva.
Di fatto, Azusa era sempre stata una ragazza estremamente prudente, non riusciva a prendere scelte in poco tempo, anzi, capitava spesso che ci dovesse riflettere per settimane, se non mesi.


Anche in quel caso, non per altro, aveva pensato attentamente a tutte le conseguenze che avrebbe portato la sua dichiarazione. Aveva paura, di questo ne era certa, ma era anche innamorata, innamorata di un'altra ragazza, ma sopratutto, invaghita di una studentessa che partecipava allo stesso club in cui lei si era iscritta mesi prima.
In effetti, se doveva essere sincera, era stata proprio quella ragazza ad incantarla e a convincerla ad entrare nella band.


La prima volta che l'aveva vista suonare, seduta dietro ai rullanti della sua batteria, Azusa non era riuscita a distogliere lo sguardo dalla sua figura.
Aveva un sorriso beffardo dipinto sul volto, le illuminava il viso ogni qualvolta guardasse il pubblico.


Diamine, quanto adorava la sua risata.
Era una di quelle contagiose, esagerate forse, ma bizzarramente bella.Poteva essere banale definirla così, ma Azusa, avendo ormai l'occasione di sentirla tutti i giorni, non aveva mai trovato altre parole per descriverla.
Avrebbe voluto essere più spontanea proprio come lo era la sua senpai, invece la timidezza non la lasciava mai andare e non aveva mai avuto il coraggio di avvicinarsi a lei e dirle un semplice "Ti piacerebbe andare a bere qualcosa?".
Senza troppe pretese, un frullato più dolce del solito o quel cibo spazzatura che la più grande amava particolarmente durante i week-end.
Purtroppo,però, Azusa non aveva mai avuto la forza necessaria per parlarle da sola, senza l'intervento di Mio-senpai o Yui-senpai.
La ragazza in questione, per quanto solare e attiva, sembrava sempre così distante dalla piccola mora, lasciando che quest'ultima la osservasse sempre da lontano.


Diamine, quanto adorava il suo sguardo.
Le sopracciglia sottili le contornavano quel paio di occhi nocciola. Le pupille si ingrandivano un po', ogni qualvolta Azusa si sentiva osservata da lei.
La piccola,però, era sempre troppo spaventata per notare l'espressione che si dipingeva sul suo volto. Preferiva abbassare il capo, arrossendo o cominciando a giocare con un paio di ciuffi che le ricadevano ai lati del viso.
Se fosse stata abbastanza coraggiosa, si sarebbe avvicinata a lei e le avrebbe domandato un semplice "Hey,come sono andata?",pur sapendo che la più grande non sapesse suonare la chitarra.
Tuttavia, anche se non era capace neppure di tenere in mano lo strumento, la senpai era sempre riuscita a infonderle forza per continuare ad allenarsi, per continuare a rimanere al passo con tutte le altre.
Sapeva che, alle volte, confondeva un paio di note oppure, quando le dita iniziavano a farle male, era troppo complicato per lei continuare con la pratica, ma le bastava voltarsi di poco e la vedeva lì, infondo alla sala.


Così si convinse di poggiare la lettera sulla batteria, cercando di renderla il più presentabile possibile. La schiacciò contro il proprio petto e con le mani, ancora tremanti per il nervosismo, cercava di togliere le pieghe che si erano formate sulla busta, pur sapendo che il messaggio all'interno era la cosa più importante.


Chissà come le avrebbe risposto la senpai.
Più ci pensava, più le sembrava di sperare per nulla.


No. Sapeva di potersi meritare le attenzione della ragazza più grande, non avevano mai litigato ed erano in buoni rapporti, anche se la loro amicizia era strettamente legata alle attività del club.
Azusa non aveva mai creduto fortemente nel destino, né tanto meno a qualche filo invisibile che legasse le persone per una vita intera. Lei era libera di esprimere i propri sentimenti o di nasconderli come aveva fatto ormai da mesi.
Perché avesse deciso di dichiararsi proprio in quel momento non lo comprendeva neppure lei; forse aveva paura di non avere più tempo, qualcuno avrebbe potuto anticiparla e l'altra ragazza si sarebbe allontanata ancora di più, ignorandola.


Appoggiò finalmente la lettera sullo strumento e sospirò , mettendosi il cuore in pace una volta per tutte. Doveva sentirsi più sollevata pensando che non avrebbe più dovuto nascondere nulla e che fosse normale, nonostante tutto, provare un po' di paura nel sapere la risposta.
Nel pensarci, non si rese conto del tempo che era passato e che ormai il sole aveva cominciato ad irradiare di più stanza, segno che le lezioni stavano per cominciare.
Per un attimo, abbassò lo sguardo verso il pavimento, stringendo le ginocchia in segno di nervosismo.
Doveva essere forte.


-Heylà Azusa! Come mai già al club?-
Quella voce. Sì, l'avrebbe riconosciuta tra una folla d persone, anche se in quel momento erano solo due e l'averla sentita la spaventò di colpo.
Si voltò lentamente e un sorriso incerto si dipinse sul suo viso. Non voleva davvero sorridere, ma temeva di essere scoperta e il suo intento era quello di allontanarsi il prima possibile da lì, allontanarsi da quella classe e respirare fuori dal giardino, dove un paio di petali di ciliegio scendevano lentamente sul grande viale di ghiaia.
Tuttavia, nonostante fosse certa di voler fuggire, nessun suono provenne dalle sue labbra. L'aver incontrato lo sguardo della senpai la pietrificò immediatamente, sentendole la testa girare all'improvviso e il respiro farsi più affannoso.
-Io..-
Ritsu-senpai scusami.
Pensò Azusa, sentendosi di nuovo a disagio al solo pensiero di rendere reali i suoi sentimenti. Pochi attimi prima...pochi attimi prima che entrasse, Azusa si era ormai convinta su ciò che voleva fare, ma ora...ora sentiva il mondo crollarle addosso.
Abbassò lo sguardo e Ritsu si limitò a sorridere divertita, pensando che la kohai non sarebbe mai cambiata. Si era resa conto di quanto si sentisse in imbarazzo in sua presenza, ma Ritsu, come tutte le altre, giustificava quel comportamento pensando che fosse la differenza di età a renderla timida, o forse per il fatto che avessero un carattere così diverso.
-Hey,hey, non dirò a Mio che hai toccato qualcosa, se è quello che ti preoccupa.-
Non è quello.
Avrebbe voluto dirglielo, ma come avrebbero risposto? Le avrebbe fatto delle domande?
Senza neppure riuscire ad allontanare quei pensieri dalla mente, Azusa non notò Ritsu camminare verso di lei, superarla per poi prendere tra le mani la lettera che era stata appoggiata sulla batteria.
La rigirò un paio di volte, ma non ci trovò nulla di interessante. Nè un nome, nè un indirizzo.
Pensò che l'unico modo per scoprire qualcosa fosse aprirla, ma non appena ci provò, sentì le dita di Azusa stringerle il polso delicatamente.
-E' mia.-
Finalmente lo confessò, anche se subito dopo sentì il cuore batterle in gola e diamine, non aveva mai avuto così tanta paura.
-Prima di leggerla, Ritsu-senpai, promettimi che nel club non cambierà nulla.-
A quelle parole, finalmente, l'espressione della più grande cambiò, divenendo in poco tempo seria. se si trattava della band, Ritsu sapeva cambiare in poco tempo, prendendo in considerazione le parole dell'altra con una maturità che pareva quasi non appartenerle. Non voleva che Azusa si sentisse a disagio nello stare insieme a loro, ma non voleva neppure che nascondesse qualcosa pur di sembrare contenta di frequentare il club.
Si grattò la nuca per poi accennare brevemente con la testa. Non poteva prometterle nulla, ma si sarebbe impegnata a mantenere lo status-quo, sempre se quest'ultimo fosse stato il modo più corretto per stare tutte bene e sopratutto, bene assieme.
-E' strano vederti così preoccupata Azu-nyan, ma preferisco vederti sorridere.-
Le disse, appoggiando la mano sul suo capo, per poi scombinarle delicatamente i capelli. Voleva essere sincera con lei, anche se non aveva idea ancora di che cosa le passasse per la mente. Forse non la conosceva abbastanza per comprenderla senza doverle domandare qualcosa, ma proprio per questo era spinta dal desiderio di vederla a suo agio quando stavano assieme.


Quando aprì finalmente la lettera, le gote di Azusa si imporporarono immediatamente e fece qualche passo indietro, sentendosi vicino al tavolo dove erano solite abbuffarsi di dolci.Non voleva vedere la sua espressione mentre la leggeva, non voleva comprendere subito quanto si sentisse a disagio nello scoprire i suoi sentimenti. Per questo non si voltò neppure una volta, anche se si stupì nel sentire la senpai leggere ad alta voce le sue parole.


-Ritsu-senpai, so che questo non è il momento più adeguato e neppure il modo, ahimé, più giusto per esprimere quello che provo per te.
Avrei voluto parlarti di persona molto tempo fa, ma ogni qualvolta mi convinco di volerne discutere con te, mi sento subito in difficoltà.
Lo so che è da vigliacchi scrivere una lettera, sopratutto dato che ci vediamo ormai tutti i giorni, ma spero che tu possa gradire il gesto e al tempo stesso, comprendere quanto io mi senta in imbarazzo a rivelare tutto.
Non saprei spiegarti il motivo, né da quando è cominciato...molto probabilmente è stato dalla prima volta che ti ho visto suonare, appena iscritta alla scuola.
In ogni modo, Ritsu-senpai, tu mi piaci.
Lo so che siamo due ragazze...e so anche non ci parliamo molto, ma non posso fare a meno di questi sentimenti, per questo mi trovo obbligata a dichiararmi.
Perdonami Ritsu...-


Finito di leggere, Ritsu posò gli occhi sulla figura lontana di Azusa. La vedeva tremare, stringere le spalle per trattenere un pianto nervoso, ma per quanto l'atmosfera fosse diventata pesante, la più grande non riuscì a nascondere un sorriso.
Si sentiva lusingata da quei sentimenti, ma anche in colpa perchè comprendeva quanto Azusa si fosse sentita male nel nascondere tutto e sopratutto, nel vederla ogni giorno senza riuscire a dirle nulla.


-Sei una stupida,Azusa.- Disse divertita Ritsu, avvicinandosi silenziosamente a lei per poi stringerla in un affettuoso abbraccio.
-Lo sai che farai ingelosire non poco Yui?- Le domandò, anche se a nessuna delle due sembrava importare un granché.
Azusa voleva bearsi di quella vicinanza almeno per un po' e nel sentire il volto della senpai poco distante dal suo, le venne spontaneamente da sorridere e al tempo stesso arrossire. Sì, si sentiva una sciocca per avere aspettato così tanto, ma la paura aveva avuto la meglio su di lei più di una volta, ma ora tutto si era concluso al meglio.
-Mio-senpai dirà qualcosa a riguardo?-
Le parlò, voltandosi verso di lei.
Sapeva che Ritsu e Mio erano amiche d'infanzia e quest'ultima, molte volte, era capace di rimproverare la batterista per i suoi comportamenti infantili. In parte, era proprio grazie alla mora che Ritsu aveva imparato ad essere più matura e prudente, ma in questo caso, non aveva intenzione di ricevere aiuti dall'amica.
Si sarebbe preoccupata di passare più tempo assieme ad Azusa, anche se era più brava a fare scherzi che ad organizzare appuntamenti. Aveva bisogno di tempo per immedesimarsi in quella storia, ma voleva impegnarsi sul serio e dimostrare all'altra di poter essere la persona giusta in ogni occasione.
-Non lo so...ma ora quello che mi interessa è sapere tu, che cosa pensi a riguardo. Sai, per un momento ho pensato che volessi lasciare il club e mi hai fatto preoccupare per nulla.-
Le parlò stringendola ancora più forte a sé, per poi darle un lieve bacio sulla guancia.
-Ah..già,dimenticavo.-
Le scostò un ciuffo di capelli corvini dietro all'orecchio, osservando come Azusa abbassò lo sguardo, trovandosi di nuovo ad arrossire come una bambina. Non si sarebbe abituata mai a quelle attenzione e sapeva che le carezze che le avrebbe dedicato ora Ritsu sarebbero state diverse da quelle di Mio o di Yui. La faceva sentire sciocca, ma al tempo stesso più sicura di sé, proprio come quando suonava la chitarra.
-Mi piaci anche tu,Azusa.-
Quelle parole riecheggiarono un paio di volte nella stanza e nella mente della più piccola.
Non poteva ancora credere che Ritsu l'avesse detto così, senza sentirsi in imbarazzo per quello che erano. Non poteva cambiare il fatto che fossero compagne, entrambe ragazze, ma nonostante questo, la senpai non sembrava preoccupata del giudizio altrui. Era anche per questo che le piaceva, perchè era forte e capace di andare oltre alla superficialità delle altre persone.
-E non ti azzardare a chiedermi scusa per una cosa del genere.-
Concluse, accennando di nuovo uno dei suoi sorrisi.


Ah,diamine, quanto adorava quel sorriso.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE
Qualcosa senza troppe pretese, adoro entrambi i pg e mi piacerebbe vedere il loro rapporto sviluppato in qualche modo. Non è mai stata una mia pairing, in realtà. Però credo che possa funzionare e starebbero benissimo assieme!
Grazie per aver letto!
  
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