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Autore: Wrong_And_Right    14/06/2015    2 recensioni
Dal primo capitolo
"Sei veramente un codardo, Draco Malfoy", si disse, mentre entrava dal cancello della scuola, dopo essersi assicurato che anche l'ultimo studente fosse già all'interno.
"Lo sei sempre stato. Credevi forse di essere cambiato, dopo la guerra?"
Può sembrare l'ennesima Dramione, ma ha un filo conduttore che rivela un lato del carattere di Draco che mi affascina particolarmente. I titoli dei capitoli e della storia stessa sono ispirati alla canzone Perfect dei Simple Plan e il loro significato si rivelerà solo nell'ultimo capitolo, quindi spero che possa interessarvi.
Buona lettura,
-E.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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And now I try hard to make it. 



Draco Malfoy non aveva viaggiato sull'Espresso di Hogwarts come tutti gli altri, né era salito al castello su una delle carrozze guidate dai Thestral, sebbene fosse curioso di scoprire se ora gli avrebbe visti. Al contrario, si era materializzato ai confini di Hogsmeade e aveva affrontato la scalata da solo, a piedi, stretto nel suo cappotto nero a dispetto della tiepida aria del primo settembre.

Erano passati appena pochi mesi dalla battaglia che aveva segnato la fine del regime del terrore di Lord Voldemort e il mondo della magia si stava riprendendo a poco a poco, ricostruendo le proprie case, le proprie istituzioni e, con difficoltà, i cuori dei suoi abitanti. Chiunque avesse collaborato con il Signore Oscuro era stato condannato a passare il resto dei suoi giorni ad Azkaban, con l'amara soddisfazione di tutti coloro che avevano perso un amico, un figlio, un fratello. Lucius Malfoy si trovava in una delle celle di massima sicurezza, il suo nome, che non significava più niente, era stato ricoperto di meritato fango. Alla sua famiglia era rimasto soltanto il Maniero e il dolore era stato troppo per sua moglie Narcissa, che non era più uscita e parlava solo con gli Auror mandati dal Ministero ogni mese per essere sicuri che non costituisse più un pericolo. Draco era scampato alla condanna solo grazie alla garanzia offerta dalla professoressa McGranitt; era stato costretto a rinnegare il proprio nome e a giurare che non aveva partecipato volontariamente alle azioni dei Mangiamorte e, con la stessa durezza che si poteva sentire anche nella sua voce, gli era stato promesso che al primo passo falso non avrebbe più rivisto la luce per il resto della vita. La nuova preside di Hogwarts lo aveva convinto a tornare per il suo ultimo anno e gli aveva assicurato che nessuno dei professori lo avrebbe giudicato a causa di quanto era successo in passato. Draco ricordava fin troppo bene la pietà nel suo sguardo e la tacita consapevolezza che gli studenti, invece, avrebbero ricordato tutto fin troppo bene e gli avrebbero fatto pagare la sua arroganza fino all'ultimo zellino.

Sei veramente un codardo, Draco Malfoy, si disse, mentre entrava dal cancello della scuola, dopo essersi assicurato che anche l'ultimo studente fosse già all'interno.

Lo sei sempre stato. Credevi forse di essere cambiato, dopo la guerra?

 

*

 

Sembrava che la Sala Grande la guerra non l'avesse mai vista. Il soffitto magico era lì, come era sempre stato, così come i tavoli delle Case e gli stendardi della scuola. Quello che attirava l'attenzione nel modo più doloroso non era ciò che c'era, bensì ciò che non c'era più. I posti apparecchiati per studenti e professori che non sarebbero più tornati creavano sofferenza quanto gli sguardi negli occhi di chi sapeva che non avrebbe più potuto scherzare con il suo migliore amico. Molti studenti non erano tornati, soprattutto quelli che l'anno precedente avrebbero dovuto affrontare i M.A.G.O. I loro curricula spiegavano con chiarezza il motivo per cui non avevano affrontato gli esami e tutti avrebbero avuto sempre un occhio di riguardo per loro. Entrando nella Sala da una delle porte laterali, Draco cercò con lo sguardo dei volti familiari e ne trovò subito uno nei disordinati capelli di Lunatica Lovegood. Nessun altro, né tra i Corvonero né tra i Tassorosso, gli ricordava la vita prima della guerra, così passo a osservare la tavolata dei Serpeverde, all'estremità della quale si era appena seduto. Tiger, naturalmente, non c'era più, scomparso nell'incendio che egli stesso aveva evocato. Chi era tornato, invece, era nient'altro che Blaise Zabini, il quale, allegro come sempre, intratteneva alcune studentesse del quinto anno. Probabilmente non si era accorto dell'amico, giustificato dal fatto che il biondo non aveva il minimo interesse a farsi notare. Con un sospiro, passò agli unici a cui ancora non aveva rivolto attenzioni: i Grifondoro, gli studenti più rumorosi di Hogwarts. Come se nei loro grandi cuori rossi e oro la guerra non si fosse mai svolta, chiacchieravano a gran voce, esultavano a ogni matricola che si univa a loro e sorridevano a tutti. A tutti, tranne che alle Serpi, naturalmente. C'erano Paciock e la Weasley, a cui tutti rivolgevano domande e saluti come se fossero due eroi, e la Granger che, seduta tra loro, leggeva un libro in attesa del discorso della preside. Draco faticava a credere che lei fosse esattamente la stessa ragazza di due anni prima, eppure sembrava proprio così. Grandi assenti della serata, Ronald Weasley e Harry Potter, che avevano deciso che le loro persone eroiche non potevano abbassarsi al livello di studenti e avevano optato per andare direttamente al Ministero della Magia come Auror. In confronto, persino la Granger aveva compiuto una scelta più accettabile.

In quel momento, la professoressa McGranitt si alzò dal suo posto al tavolo degli insegnanti e si avvicinò al leggio che un tempo era stato di Silente. Senza dubbio, tutti gli studenti avrebbero rivoluto il loro vecchio preside dalla barba lunga, ma Draco non può negare di non averlo mai apprezzato particolarmente: sebbene gli costasse caro ammetterlo, numerose volte avrebbe preferito Piton al suo posto. Tuttavia, entrambi erano morti e non rimaneva altro da fare che compiangerli.

<< Studenti >>, esordì la professoressa di Trasfigurazione. << Abbiamo sofferto tanto. Più di quanto qualsiasi scuola dovrebbe soffrire. Eppure siamo ancora in piedi e siamo sul punto di gustare un banchetto che dovrà farci sentire più vicini, non più lontani, a tutti coloro che oggi non sono qui con noi. L'anno che abbiamo davanti ci permetterà di dimostrare che siamo più forti di qualsiasi malvagità, che siamo in grado di rendere i nostri caduti fieri di noi e delle nostre azioni. A tutti coloro che entrano in questo castello per la prima volta, la vostra vita da maghi è appena cominciata e siamo tutti lieti nel sapere che la vivrete in un mondo libero e pronto a lottare contro le ingiustizie. Che siate i benvenuti nella nostra scuola e nelle vostre nuove Case, di cui sarete i degni rappresentanti. Ora, ho un messaggio per chi ha vissuto la guerra e ha combattuto, da entrambe le parti. Ciò che avete vissuto segna un passaggio tra chi eravate prima e chi siete ora, quindi tenete bene a mente questo. Nessuno ha il diritto di giudicare le vostre azioni, dal momento che solo voi, nella vostra coscienza, conoscete le vostre motivazioni, di conseguenza non permettete che qualcuno vi faccia sentire inferiori, né che vi elogi al punto da montarvi la testa. Detto questo, buon anno e buono studio: i vostri risultati arriveranno soltanto proporzionati al vostro impegno, che entrambi vi siano favorevoli >>.

Dopo le solite indicazioni fornite da Gazza e alcune aggiuntive che invitavano a non frequentare le zone del castello ancora in fase di ricostruzione, si diede il via al banchetto. Gli elfi domestici a quanto pare si erano dati da fare per celebrare la vittoria e Draco, che di voglia di festeggiare ne aveva ben poca, riuscì comunque per un po' ad apprezzare la cena a base di arrosto, costine di maiale, patate al cartoccio e frittelle salate. In silenzio, senza mescolarsi alle numerose chiacchiere che animavano la Sala Grande, beveva il succo di zucca e pensava a cosa avrebbe potuto fare per sopravvivere a quell'anno, finché Ginny Weasley non ebbe la terribile idea di aprire bocca.

<< Ma quello non è Malfoy? >>, disse ai suoi compagni di tavolata con voce fin troppo squillante. Come se fosse entrato un dissennatore, numerosi Grifondoro si zittirono e cominciarono a fissare il biondo che sedeva isolato da tutti. La nuova atmosfera si diffuse rapidamente e ben presto Draco, che aveva cercato di ignorare gli sguardi indagatori, si alzò dal suo posto e abbandonò il banchetto. Nella mente, mentre camminava a passo deciso verso la Sala Comune dei Serpeverde, si faceva sentire come un'eco il ricordo dell'occhiata accusatoria che gli aveva rivolto la Granger.

 

*

 

<< Mi dispiace, Draco, non ti avevo visto >>

Blaise Zabini entrò nel dormitorio e si sdraiò sul suo letto, prima di rivolgere lo sguardo all'amico di un tempo.

<< Vuol dire che sono riuscito bene nel mio intento >>, disse quest'ultimo, freddamente.

<< A dir la verità, non sapevo nemmeno che saresti tornato. Perché non me l'hai detto? >>, continuò Zabini.

<< Come ti ho già detto, questo era esattamente il mio intento >>, ripeté Draco, con aria annoiata.

<< Andiamo, fratello, nessuno ce l'ha con te >>

Malfoy si limitò ad alzare un sopracciglio a quell'affermazione tutt'altro che inconfutabile e continuò a fissare il soffitto.

<< Non hai intenzione di considerarmi? Se ti fossi seduto più vicino a noi, mi sarei accorto di te. Abbiamo ancora un lungo anno davanti e io e te siamo esattamente sulla stessa barca, dobbiamo cavarcela insieme, fregandocela di quello che pensano gli amici dello Sfregiato. Da quando Draco Malfoy si arrende? >>

Zabini voleva insistere, ma Draco non era dell'umore. La verità era che non vedeva l'ora di finire gli studi e di trovare una soluzione per il resto della sua vita, di avere amici o meno gli importava poco. Aveva sempre saputo di essere in grado di cavarsela da solo, in fondo, il cervello era il suo, non di Tiger o Goyle. Tuttavia, prima di allora, l'idea di non essere circondato da una folla adorante l'avrebbe infastidito a morte, mentre ora voleva solo rimanere solo.

<< Io e te non siamo sulla stessa barca >>, disse solamente, prima di rinchiudersi in un ostile mutismo.

<< Sei proprio una serpe, Draco >>, concluse Zabini, prima di lasciare il dormitorio.

 

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Angolo dell'autrice

Ebbene sì, è la mia prima fanfiction su Harry Potter e, soprattutto la prima Dramione. Da quando ho visto la prima fanart su questa ship ho cominciato a leggere i libri e vedere i film in un modo diverso e a immaginare cosa potrebbe trovarsi dietro un personaggio all'apparenza insopportabile, ma con un passato difficile e un presente invivibile. Amo il Draco che si è disegnato nella mia mente e in quella di molti altri Potterheads e, sebbene il merito di tutto sia solo e soltanto della fantastica J.K. Rowling, ho deciso di aggiungere la mia versione per permettere ad altri nerd irrecuperabili come me di tornare a vivere in questo magico mondo e, soprattutto, di scoprire i suoi abitanti.

Detto questo, ho un piano abbastanza preciso in mente per questa storia; so che l'inizio è simile a quello di molte altre, ma ho già in mente gli eventi che la renderanno, spero, particolare. Inoltre, i capitoli non saranno molti, vista la mia incompatibilità con le Long- Fic.

Mi auguro che vi piaccia e chiedo, per favore, di lasciare una piccola recensione per farmi sapere cosa ne pensate; sarò felice di accettare tutti i vostri consigli.

Dalla vostra inguaribile Corvonero,

alla prossima.

-E.

P.s. Ringrazio le due donne che più di tutte ispirano il mio lato Dramione: J.K. Rowling e Lady Mamma (conosciuta anche come Savannah o Virginia de Winter)

   
 
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