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Autore: Amaya Lee    15/06/2015    2 recensioni
[ TsukiKane/TsukiHai | During/Post TG:re ]
Quando Haise lo vede per la [prima] volta, l'uomo è circondato da rose; sul volto simmetrico un'espressione che somiglia ad insoddisfazione.
E poi le cose, tra persone destinate a [re]incontrarsi, vanno in un certo modo, secondo una consequenzialità che di logico ha ben poco.
"Chi era Kaneki per te?"
"Mi ha salvato"
"Da cosa?"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kaneki Ken, Tsukiyama Shū
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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NA: piccola precisazione; non sto seguendo le scan di :re. Scrivo di Haise basandomi sugli spoiler (haha, quelli li seguo), e su ciò che ho letto settimane fa, ovvero le prime pagine del sequel. Perciò se ci sono delle inaccuratezze di qualsiasi genere... beh, pazienza. La parte centrale della one-shot si basa sul manga, durante la "collaborazione" tra Kaneki e Tsukiyama (aggiungo che questo pairing non riceve abbastanza amore, non le si da neppure l'opportunità di svilupparsi come una relazione sana e positiva per entrambi). Mi sono immaginata una riunione simile ad un primo incontro tra totali sconosciuti, che poi tendono a conoscersi gradualmente e costruiscono un rapporto abbastanza normale, sebbene sia presente ed importante l'impronta del passato. Niente, questo è tutto. Commenti, opinioni e critiche (costruttive) sono apprezzatissimi, e vi ringrazio per la pazienza.







Étrangers

(I'll fucking digest you
One kiss at a time)



Quando Haise lo vede per la [prima] volta, l'uomo è circondato da rose; sul volto simmetrico un'espressione che somiglia ad insoddisfazione. Squadra un bouquet – una splendida composizione, tutta colori esplosivi e contrasti armonici – con un piccolo broncio tendente sulla destra. 
Haise non si sorprende del completo bluette, nè della postura raffinata che fa girare al largo gli altri clienti dell'emporio, ed anzi, si scopre ad osservare lo sconosciuto più a lungo del necessario, da sopra il romanzo in cui s'era tanto assorto – la nuova, geniale uscita dalle tinte horror di Takastuki Sen.

L'uomo si volta del tutto, il tempo di un respiro, ed Haise crede di averlo già visto prima. 


***


"Kaneki-kun–?"

"Fammi solo provare una cosa" il ragazzo esita, strofinandosi il retro del collo, sopra all'attatura dei capelli chiari. "Per piacere."

Tsukiyama Shuu non è una persona facile da capire, ma solo un idiota – o un individuo dalle vedute ristrette, molto ristrette – arriverebbe a credere che oltre la scenica disinvoltura vi si trovi il laconico vuoto di un ghoul senz'anima. E forse era così, considera Kaneki. Forse Tsukiyama Shuu è sempre stato un punto oscillante, sul limite di quell'oltre, sempre sul punto di divenire ciò che sarebbe più semplice temere – ciò che ha smesso di temere, ed è preparato ad uccidere, senza ripensamenti e con semplicità, perchè è più forte.

E allora forse è lui quello che oscilla sul sottile filo dell'insania; forse, lui e Tsukiyama Shuu sono inaspettatamente simili. Sotto sotto.

"Stai fermo" gli intima, piano, e l'uomo gli sorride. Kaneki cerca di scovare se quel sorriso ha del macabro, o del sagace, nella sottile curva all'angolo destro della bocca, ma non è così.

"Haha– Un po' più vicino e non resisterò alla tentazione di mangiarti" è la prevedibile risposta, ma Kaneki non ha intenzione di fermarsi proprio adesso. 

Non vuole analizzare quelle parole, non gli importa, perché la circospezione nei suoi occhi, nel momento in cui ha preso fermamente il mento dell'uomo tra le dita è stata rimpiazzata da una curiosità viscerale.

Le labbra di Kaneki sono morte, inerti, mentre lasciano un bacio sulla bocca sigillata del gourmet; un istante passa e si sottraggono, identiche a come l'hanno approcciata. 
Avrebbe dovuto essere un contatto intimo, umido– ma per entrambi questo è stato più che abbastanza. 

"Cos'hai sentito? Dimmelo" chiede, il tono incolore ma affatto aggressivo; un po' diverso dalla gentilezza dei vecchi tempi, per colpa di tante cose, che non serve spiegare. 
Il sorriso di Tsukiyama si amplia ma è come se fosse scomparso del tutto. "La stessa sensazione di un antipasto."
Senza sapere quale risposta avesse osato aspettarsi, Kaneki  gli da le spalle e non gli concede altro, nè Tsukiyama lo chiede. 


***


È un viavai di fanali che trapassano la finestra e si proiettano a strisce sul pavimento freddo, com'è fredda la memoria, ed è idolatria la cura con cui vengono premuti quei baci sulla clavicola di Haise e più intensa prostrazione che in ginocchio e con le mani unite sopra al cuore.
Non si vede la luna, stasera. Solo il luccichio di incanto negli occhi di colui che lo sovrasta, toccandolo senza riserve, con la disperazione nelle dita, il desiderio nella bocca, i gesti di un uomo finito che ha abbandonato ogni speranza di redenzione e poi si vede comparire Dio dinnanzi. L'investigatore si aggrappa alle sue spalle e getta all'indietro la testa fino a colpire il cuscino; ed il piacere scorre in lui come non fa da quella che sembra una vita, forse addirittura mai. Circonda l'uomo con le gambe. Lo avvicina di più, in modo impossibile, per raggiungerli l'anima anche se non ci riesce. 

Poi tutto finisce proprio com'è iniziato; lento, soave e senza far male. Haise sospetta che Shuu gli tenga nascosto qualcosa, l'abbia fatto fin dal primo momento, e che sempre lo farà. Ma non gli ha mai fatto del male, e questo gli basta – perché ormai Haise ha imparato come questo gioco funziona. (Pensa brevemente a Touka, Yomo, Hinami... Hide)

Forse è a Shuu che ha fatto male, fare l'amore.
L'investigatore si copre con il lenzuolo, lo stringe, respira l'odore del rapporto appena consumato, si ricorda che è vivo e che va tutto bene. E poi pone la domanda che gli preme dal fondo della gola, che gli brucia le sinapsi sebbene l'abbia rivolta più di una volta.

"Chi era Kaneki per te?" 

Haise non ha bisogno di attendere molto per incontrare gli occhi tiepidi di Shuu. Quegli occhi, non sa cos'abbiano visto o quante lacrime abbiano versato, se nessuna o un'infinità –e chissà quale caso sia il peggiore –, semplimente l'uomo non glielo dirà; ma ora sono per lui, quegli occhi, e sono il presente. 

"Mi ha salvato."

Haise cerca di nuovo il suo sguardo, più in profondità, quasi sbalordito. "Da cosa?"

Sta sorridendo, Tsukiyama Shuu, un sorriso un po' morto e un po' vivo, come se si trovasse sulla cima del mondo. "Da tutto... credo da tutto."

E a questo, Haise non sa come rispondere. Dunque si rilassa finalmente sul letto e posa la fronte sulla spalla dell'amante, in parte scivolato nel sonno, e pensa che Kaneki debba essere stato una persona speciale, infondo. 
Si chiederebbe se sarà all'altezza di lui, per Shuu, il suo Shuu, ma una mano lieve è pronta a stringere la sua mentre si addormenta, perciò la domanda dovrà aspettare l'domani. 


(You wish I was yours
And I hope that you're mine)



 
  
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