- Cotton Candy. –

 
 
“Zucchero filato?”
Astral ammirò affascinato l’inconsueto dolciume, grande quanto la sua testa, troneggiargli davanti al naso senza cadere dall’esile bastoncino di legno che ne sorreggeva l’irreale peso.
“Provalo, su!” L’allegria di Yuma lo incitò nuovamente ad assaggiarlo col sorriso colpevole dei primi morsi adoperati “Ma ti avviso che non potrai fare a meno di leccarti le dita!”
Pur non dandolo a vedere, spesso occorreva che lo si spingesse affinché riuscisse ad abbandonarsi alle curiosità che lo attiravano. Dopotutto, si era avvicinato lui al grazioso chioschetto fermo all’entrata del parco, silenziosamente smanioso di capire come si potesse ottenere un così strano dolce senza utilizzare nè uova né farina. Puntando l’attenzione su uno dei bastoncini che l’uomo teneva ordinatamente in una scatolina di plastica, Astral l’aveva osservato immetterlo in una bacinella metallica sporca di inconsuete ragnatele, intrecciatesi attorno ad esso nel mentre lo faceva girare circolarmente. Il risultato lo vedeva da sé: una nuvola rosata e cosparsa di granelli trasparenti. Il profumo sciroppato gli asciugò la bocca e non resistette più alla tentazione. Sfilò con il pollice e l’indice un pezzettino in alto, scoprendone la consistenza morbida e appiccicosa al tastarlo con i polpastrelli. Alla fine si leccò le dita senza esserne nemmeno cosciente. Il boccone filamentoso si sciolse immediatamente al contatto con la saliva, lasciando fluire il sapore mieloso giù in gola, senza il bisogno di deglutirlo.
Yuma si sporse in avanti, trepidante “Allora? Com’è?”
Il tempo occorso al duellante venuto dalle stelle per godere di quel piccolo boccone aveva permesso al ragazzo di dimezzare la grandezza della nuvola comprata.
“E’…Davvero dolce”, ammise, ricambiando col suo sguardo colpito la felicità del corvino. Questo nemmeno ebbe il tempo di esprimere a parole la personale soddisfazione tratta, che gli mancò il respiro per quel bacio improvviso sulle sue labbra caramellate, tempestate di granelli zuccherini. Un attimo di indescrivibile eternità a cui Astral pose fine non appena sentì sciogliersi in bocca i deliziosi strascichi dello zucchero filato catturati con la lingua.
“Però così lo è ancora di più.”
 
 
 
Note di fine capitolo.
E ritorno dopo secoli di esilio forzato e non ancora terminato. E con una yaoi molto light partorita in appena un’oretta. Che dire, ho visto la luce! No, quella nemmeno la concepisco perché fuori piove e non ho idea di come sia giunta qui a pubblicare questa perlina striminzita, ma immagino che fra autrici, capiti quell’attimo di illuminazione divina dove devi scrivere assolutamente più di qualunque altra cosa, anche se stai studiando per un esame, anche se sai che hai altre priorità e così via e così scorrendo. Lo so, ho anche altre opere da portare a termine, non me ne sono dimenticata: tempo di tirarmi fuori e pubblico il nuovo capitolo di “Pieces of Shipping”. Lo scheletro c’è, il tempo…quello è da definire. Non sono molto amante dello yaoi, io Yuma e chiunque altro di yu gi oh lo genderbeddizzo (o come accidenti si dice. E ammetto di aver visto dei disegni di Judai femmina che fanno a dir poco innamorare!!!), ma essendo molto soff, ho voluto sperimentare. E Astral che assaggia a modo suo lo zucchero filato la assolutamente mettere, l’orgoglio me lo imponeva (qui la faccia di Yuma-kun sarà diventata più rossa dei suoi occhi, se non è svenuto…!) Spero via sia piaciuta e una piccola recensione per sapere i vostri pareri è sempre benaccetta. Auguro buone vacanze a tutti, buoni esami a chi li ha! A presto!