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Autore: XsoraXchanX    16/06/2015    0 recensioni
"...Maree di voci si sovrappongono nella mia mente come echi lontani, ognuno cerca di attirare la mia attenzione ripetendo, più e più volte le medesime parole. Gradualmente aumentano il tono di voce. Da lievi sussurri si trasformano in urli, un'unica voce squarcia la confusione ammutolendo tutte le altre “NON PUOI SCAPPARE”..."
( tratto dal ATTO IV)
Non è la solita storia di amore dove tutti sono felici e contenti. E' una storia incentrata più sulle difficoltà di rapporto che qualsiasi coppia deve affrontare dal primo momento.
Spero di riuscire ad introdurre il mio pensiero di amore e di riuscire a far trapelare emozioni dalle mie parole.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Act I    
 
E’ da poco che sono uscito da una brutta relazione. Una di quelle sbagliate, da dove è impossibile scappare via; sia per la paura di perdere tutto, sia per la vera è propria paura delle conseguenze di lasciare un tipo violento. E bene si; tra tutte le scelte sbagliate che ho fatto nella mia vita, quella di iniziare una relazione con Kyle, è stata la più sbagliata. Stare con lui mi aveva distrutto fisicamente e psicologicamente tanto che sono dovuto scappare, Il più lontano possibile. Ho dovuto abbandonare tutto ciò che ero riuscito a costruirmi in tre anni per colpa di una scelta sbagliata, per allontanarmi da una violenza immotivata nei miei confronti. Lividi, tagli e abusi erano provocati da un amore malato, l’unico che Kyle era in grado di darmi.
Ho dovuto vivere, per ben tre lunghi anni, insieme a uno stronzo del genere. Perché non sono stato mai in grado di guardare la realtà, di capire il male che il nostro “amore” stava provocando su di noi?
Entrambi siamo stati affascinati l’uno dall’atro. Io ero pazzamente attratto dal suo fantastico corpo, perfetto in ogni lineamento, era come se fosse stato scolpito. Il suo viso, poi, era perfetto in ogni lato. I suoi cerulei occhi incantavano ogni persona sulla quale si posavano, e ovviamente io non potevo non esserne catturato. Spesso, quando eravamo a letto a coccolarci amabilmente, quando ancora tutto era scritto come l’inizio dolce di una favola, mi ripeteva in continuazione che la mia bellezza non era paragonabile alla sua. Riteneva che io fossi molto più bello di lui spesso mi elogiava per i miei tra delicati e per il mio fisico asciutto ma con muscolatura evidente, anche se poca. Non smetteva mai di ripetermi che adorava i miei occhi castani, nei quali diceva di perdersi in continuazione.
Ed è stato questo il nostro “errore”. Entrambi abbiamo continuato a perderci l’uno nell’altro senza accorgerci che il nostro modo di amare l’altro ci stava distruggendo. Una cosa è certa io in primis non sono stato capace di reagire alla situazione che si stava creando. Come sempre ero abbagliato dai miei soliti vizi, non m’interessava che le cose degenerassero tra di noi, mi bastava sapere che l’uomo al mio fianco fosse bello, il resto credevo di sopportarlo. Non è questo l’errore più stupido che una persona può fare? Pensare che la sola bellezza fisica basti per perdonare azioni deplorevoli, fa capire quanto io sia insignificante come persona, incapace di capire il dolore che sta provocando a se stessa e agli altri.
 
No basta Shaun. Basta pensare a lui, ora sono chilometri lontano, non potrà mai trovarmi qui. Ora, entrambi, possiamo finalmente lasciare alle spalle ciò che è stato…”.
Erano ormai un paio di giorni che ero tornato in Inghilterra dopo i tre lunghi anni che passati in Germania. Allora non sapevo ancora che dimenticare Kyle e la nostra relazione non sarebbe stata cosa facile.
Dopo due giorni passati, rinchiuso in una camera d’albergo, finalmente, la terza sera, avevo preso il coraggio per uscire a fare un giro, dopo aver indossato le prime cose che avevo per le mani, indossai il cappotto e scesi in strada.
Tra un passo e l’altro non potei evitare di ripensare a tutta la mia vita; e con un’espressione amareggiata, e un po’ triste sul volto iniziai a girovagare per i vicoli bui della città di Leeds, nella quale mi ero trasferito.
I vari vicoli erano illuminati solo dalle luci provenienti dalla strada principale. Avanzando sempre di più tra di essi, all’improvviso mi ritrovai insidiato in strette e vicoletti sempre più bui e isolati dal resto della città. Mettevano i brividi.
Mentre mi accingevo a tornare sulla strada principale, la mia attenzione fu’ attirata da una piccola porta di legno scuro decorata con rose rosse. Su di essa era posta una piccola insegna.
 << Dark Rabbit? Che nome strano… Che sia un pub? >>
Ispezionai l’entrata titubante su ciò che poteva nascondere al suo interno. Rimasi fermo lì a osservare per un paio di minuti, fino a quando non vidi una coppia abbracciata provenire dalla strada principale avvicinarsi all’entrata del locale. D’istinto mi allontanai dall’entrata, facendo un paio di passi all’indietro; la coppietta, formata da un ragazzo e una ragazza vestiti in modo raffinato, entrò nel locale, io ne approfittai per spicciarne l’interno, ma purtroppo non ebbi successo, l’unico modo che avevo per scoprire cosa celasse quella porta era farmi coraggio ed entrare. Feci un lungo sospiro e spinsi la grande porta di legno.
Un dolce profumo di rose si propagò colpendomi come una leggera brezza di primavera. L’atmosfera del locale era tranquilla ed elegante, e il tutto era incorniciato da una dolce melodia suonata di un sassofono proveniente da un vecchio jukebox posto in un angolo dell’ampia sala del locale. L’ambiente era arredato con piccoli tavolini, da un massimo di quattro posti, in legno affiancati a delle piccole poltrone rivestite di un tessuto rosso scarlatto. Il resto del locale era arredato con piccoli scaffali di legno scuro sparsi un po’ per tutto il locale che andava così ad arredare, con i vari oggetti che conteneva, l’intero locale. Dalla mia posizione potevo riconoscere solo pochi di quelli oggetti come, libri, dischi in vinile e vari oggetti di arredo anni 80. Sui muri, color mogano, dove era visibile erano stati appesi piccoli quadri con foto in bianco e nero.
Feci alcuni passi dentro il locale, ero un po’ spaesato dall’ambientazione raffanti, mi sentivo un po’ fuori posto ma cercai di non cedere alla tentazione di voltarmi e scappare via da quel luogo. Presi coraggio e continuai ad avanzare raggiungendo così il lungo bancone di legno laccato dietro alla quale c’era un grande scaffale illuminato da led che faceva risaltare ogni bottiglia su di esso. Scrutai con lo sguardo ogni bottiglia, ero contento di vederle così esaltate dalle piccole luci soffuse.
Qual è il miglior modo di lasciarsi andare e dimenticare il passato se non quello di bere?
Inoltre la fortuna era anche dalla mia parte, avevo, per puro caso trovato locale poco affollato che così garantiva un po’ di privacy. In poche parole potevo scolarmi quante bottiglie volevo senza tener conto delle persone che mi guardavano.
Avevo ancora lo sguardo perso a osservare l’ambiente circostante quando una voce maschile interruppe la quiete dei miei pensieri.
<< Ciao sei nuovo di queste parti? Che ti porto? >>
Sentendo quelle parole mi volto verso la persona che cercava la mia attenzione. Il mio sguardo si posò su di un giovane ragazzo. Capii subito che si era il barman, dopotutto si trovava dietro il bancone, non potevo sbagliarmi. Il giovane dai capelli sbarazzini, alto e con un fisico ben visibile, grazie agli indumenti scuri e attillati che indossava, sfoggiò un dolce sorriso e i suoi occhi scuri leggermente socchiusi per il sorriso emanavano un senso di amichevolezza, peccato che in quel momento più che di un amico avevo bisogno di un bicchiere con ghiaccio e qualsiasi cosa alcolica che potesse contenere.
Subito gli lanciai uno sguardo gelido da non-rompere-idiota.
<< Qualcosa di forte. >> dissi appoggiandomi con entrambi i gomiti sul bancone e incrociando le dita di entrambe le mani sotto il mento << Ah… possibilmente fruttato. >>
Con sguardo fermo e privo di emozioni continuai a osservare il giovane ragazzo davanti a me.
Stranamente rimase impassibile al mio sguardo e continuò a blaterare cose a caso cercando una mia risposta. Rimasi ammutolito, fissando il vuoto, fino a quando non vidi un bicchiere pieno di ghiaccio disporsi difronte a me. Alzai lo sguardo incrociando così di nuovo quello del giovane barman. Vicino al bicchiere appoggiò una bottiglia scura, con una rosa sull’etichetta.
<< Ecco questo è il Whisky Four Roses. Credo che rispecchi a pieno le sue richieste. >> Indicò la bottiglia che aveva appena appoggiato sul bancone.
<< Prego assaggia >>
Disse mentre versava l’ambrato liquido nel bicchiere. I piccoli pezzi di ghiaccio tintinnarono sotto il liquido. Tirai il bicchiere verso di me, e lo avvicinai alle labbra, sentii il profumo di rose che emana, dolce e fresco, profumava proprio di rose. Lo assaggiai con un primo piccolo sorso, era davvero buono. Ne rimasi stupito. Non ero un amante di super alcolici, per il loro retrogusto amaro ma questo era davvero buono.
<< E’ perfetto grazie >> dissi con tono freddo e calmo cercando di allontanare così le attenzioni del barman, e fortunatamente ci riuscì. Sempre con il sorriso sulle labbra il barman si allontanò lasciandomi da solo ad affogare i miei dispiaceri nell’alcol.
  
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