Non farlo!

Fermati!

Urlai.

Tic.

Tac.

L'inchiostro stava per segnare il mio destino. Il nero dava vita alle lettere che piano venivano completate ed affiancate le une accanto alle altre, per formare il mio nome.

Le pagine bianche, erano sospese nel vento, intento nella sua piccola danza, che ravvivava quel momento, paragonabile ad un albero spoglio, senza le sue foglie, che continuavano a cadere sul terreno, che si sobbarcava di ogni peso, così come avrebbe fatto con il mio.

L'orologio della vita stava per terminare il suo giro.

Gli ultimi secondi venivano rubati dal tempo ormai scaduto, che non ti permetteva di realizzare a pieno la tua situazione, sapevi solo che tutto quello che aveva fatto parte della tua vita, sarebbe scomparso... perché essa sarebbe scomparsa.

Tic.

Tac.

I gesti abitudinari, quelle piccole cose che rendevano vivi i momenti, che sentivi tuoi e solo tuoi, sarebbero spariti... sarebbero diventati niente.

Il nulla.

La vita ti stava abbandonando alla morte.

E tu non potevi fare altro che sentirla dentro di te, sentire il cuore che si stringeva, ancora e ancora, spezzandoti qualsiasi pensiero, che veniva incenerito dal terrore di provare ancora dolore.

Sentivi la delusione di non aver fatto tutto quello che dovevi fare, il tuo piano in fumo...

In quel preciso momento, capivi, i tuoi occhi si spalancavano dalla paura... dallo sgomento e l'oscurità ti inghiottiva... ti avvolgeva e tutto cambiava... e vorresti urlare, gridare, lasciare qualcosa... ma già non ne avevi più la possibilità.

L'orologio si era fermato.

E quello che rimaneva, non era altro che un grido soffocato e il mio nome su quel quaderno.

Tic.

Tac.

Almeno, così immaginavo la mia morte.

Invece non ho sentito nulla di tutto questo, mi sono semplicemente accasciato al suolo.

I miei occhi si sono chiusi e sul viso è comparsa una smorfia.

Nient'altro.

La fine aveva segnato un nuovo inizio, mi ha salvato dalla noia che mi faceva guardare tutto con ribrezzo, mi ha aperto gli occhi su chi dovevo essere.

Se qualcosa non ti uccide, ti rende più forte... eh?

Che frase fatta e falsa.

Io sono morto, ma sto molto meglio di prima, mi sento invincibile.

La morte è vita.

Sollevo lo sguardo, il mondo in cui sono ora è arido e scuro, ma in fondo ci sto bene.

Passo la mano tra i miei capelli, mentre piano mi preparo per poi alzarmi in piedi ed abbandonare quella roccia spigolosa, dove ero stato seduto per ore.

Si, non è male... ma un salto sulla Terra potrebbe essere divertente.

Prima di camminare, sorrisi... pregustando già momenti felici e folli... chissà se avrei trovato uno come me sulla mia strada...

<< Light? >>

<< Non chiamarmi così, io non lo sono più... ora sono come te, finalmente >>

Già, non sono più una feccia umana...

Non sono più Light Yagami.

Ora sono uno Shinigami.

E sto arrivando.

Tic.

Tac.