I suoi occhi mi osservano.
Ho l'impressione che cerchino di leggermi come un lettore legge un qualsiasi libro. Cerca di decifrarmi, sfogliando le pagine di un libro che non mi sembra appartenere.
Mi sento nuda sotto il suo sguardo.
Vulnerabile.
Fragile.
Ed i suoi occhi lucidi continuano a scrutarmi senza che io riesca a dire basta a questa pressione.
Mi piace il suo sguardo su di me, anche se so che ciò che vende non può essere nulla di buono.
Rotta, mi dicono dalla regia. Dei fili che vengono tessuti con maestria dietro le quinte, che mi muovono come un burattino di legno lungo un palco immaginario.
Ma continua a leggermi, trasformando il legno duro e ben levigato in sottili strati di carta semplici da sfogliare.
Alza gli angoli della bocca in un flebile sorriso.
«Sono come te». Dice, distendendo le gambe dalla sedia, senza perdere il contatto con le mie iridi.
«Matto?» Sento nella mia stessa intonazione una leggera nota divertita.
Fa spallucce ed il contatto si interrompe. Non vedo più i suoi occhi. Ha chiuso il libro, riponendolo sullo scaffale della libreria.
«Avvincente».
Non posso fare a meno di lasciarmi andare al tocco delle sue labbra sulle mie, schiudendole affinché possa sentirlo ancora più a contatto con me. Stringo le sue braccia, seguendone la lunghezza, per aggrapparmi alle sue spalle.
Non voglio lasciarlo andare.
Non lo farò.

Dedicata a te, amica splendida.
Ad Arianna.