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Autore: zero2757    16/06/2015    0 recensioni
Himemiko, ragazza quindicenne ha una vita dedita alla noia.
Mezzo genio negli studi, passa le sue giornate a bighellonare con i suoi amici di sempre: Hiro & Yuuki. Ma non sempre gli amici rimangono al tuo fianco, ed è esattamente ciò che accade al trio. Forse per l'età complicata in cui si trovano o per il fatto che hanno vite differenti. Hiro, dongiovanni da strapazzo, passa quasi tutto il suo tempo a corteggiare le ragazze e a suonare con la band. Yuuki, all'eterna ricerca del "Ragazzo Giusto", si allontanano da Hime e la sua sterile vita. Abbandonata dai genitori in perenne viaggio, gli unici con cui si confida sono i suoi due fratelli: Momoharu e Matsushiro.
Ma riuscirà Himemiko a trovare una strada solo per sé stessa? Il destino opera in maniere imperscrutabile...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Ciao, sono Micheila e questa è la mia prima storia Romanticosa, tutto è nato per caso mentre disegnavo una scenetta... E bhe... Spero piaccia! > w <
Un Kiss,
Michy

Attenzione la storia qui citata è coperta da copyright, qualsiasi accenno di plagio sarà gravemente punito.

 

 

 

Nail Polish ~ Smalto Per Unghie

di zero2757





Just so You Know - J.M.

 




Chapter One: Vita Ordinaria + La Macchia


Stava avanzando come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, la navata adorna di fiori profumati ed un tappeto lungo fino all'abside della chiesa.
Si sentiva pronta a dire il fantomatico "" all'uomo che aveva di fronte, sorrise lo stava quasi per raggiungere; pochi passi e sarebbe diventata la moglie di colui che da sempre amava.
Ma un rumore assordante rovinò quell'atmosfera di violini e profumi, facendola cadere nel vuoto.


La sveglia segnava le sette e trenta del mattino, ma fu subito messa a tacere da una poderosa cuscinata. La ragazza nel letto si lamentò, non era certo la prima volta che sognava il ragazzo che, da oramai un pò di tempo, si era accorta d'amare. La camera fu inondata dalla luce, le veneziane automatiche si aprirono rivelando una piccola camera dalle pareti lilla ed il mobilio di un vintage bianco. Alle pareti quadretti dipinti da lei facevano mostra di se.
La ragazza si alzò e posò lo sguardo sul grande specchio proprio di fronte al letto, era orrenda.
I suoi capelli di ogni colore (tante erano le tinte fattesi) erano un groviglio di stepposo, gli occhi, solitamente di un grigio-verde erano impastati e pesanti, il volto ovale nascosto dalla massa di stoppa.
Le labbra rosse per il troppo "mordicchiare" nella notte, e per incorniciare il tutto il suo pigiama di flanella rosa con motivi di cupcake, non migliorava la sua visuale.
Sbuffò sonoramente, per poi con svogliatezza alzarsi e arrancare verso il bagno.
La casa dove era cresciuta non era grande né piccola, ma in tutte le stanze si sentiva la presenza dell'arte dei suoi genitori (pittori rinomati di professione).
La ragazza sbadigliò, aveva fatto le ore piccole nuovamente a guardare anime, era più forte di lei! Quando iniziava un anime particolarmente coinvolgente un episodio tirava l'altro, c'era chi si ingozzava di ciliege e lei... Bhe, si strafogava di anime e manga.
Il bagno l'accolse con un pò di umidità e freschezza, quando i suoi occhi reincontrarono quelli della se stessa dello specchio si accigliò.
«Buongiorno anche a te Himemiko!» lo disse con tono burbero, il suo riflesso al mattino poco le piaceva ma, volente o nolente, si convinse a darsi una sistemata.

 

Dopo essersi sitemata, finalmente Himemiko uscì dal bagno.
Sin da bambina si era ispirata a quelle storie che tanto amava nel vestirsi, infatti come fosse stata richiamata dai suoi jeans rosa e la maglietta nera con connesso gilet a righe del medesimo nero e bianco, Himemiko sembrava uscita da uno shoujo.
Soddisfatta dell'outfit sceltosi, le rimaneva solo pettinare quella massa informe di capelli.
Ma non appena i primi nodi decisero di cedere, si poterono finalmente vedere i lunghissimi capelli e la frangetta ribelle. «Ahhh!! Dannata cosa, perché ho deciso di rifarti?! Perché?!» chiese con impazienza mentre cercava di sistemarla inutilmente.
Arresasi, arraffò il suo cellulare ed accenderlo (non lo teneva mai acceso da una certa ora del pomeriggio in poi, soprattutto perché qualcuno poteva disturbarla mentre guardava i suoi anime!) non appena lo screen si illuminò una foto le sbatté in faccia ciò che, da un pò di tempo, sognava continuamente: Touma.
Quell'ammasso di pixel mostrava, infatti, un Touma sorridente alla cerimonia del diploma di lui e lei che svettava il secondo bottone di lui.
Si era dichiarata quel giorno, e come c'era da immaginarsi fu brutalmente rifutata dal suo amico; ma tale dichiarazione d'intenti non rovinò la loro consolidata amicizia.
Anzi, si divertirono a scattare quell'istante, sotto gli occhi di uno sconcertato corpo studenti.
Sarebbe stato strano senza di lui, erano inseparabili (scolasticamente parlando) dalla quarta elementare, e adesso che la pausa estiva era iniziata non lo avrebbe più rivisto dato che era divenuto studente universitario.
Lo screen urlava a chiare lettere che era in ritardo con per l'appuntamento con Yuuki e Hiro, così con una lena degna di una lumaca di formula1 si diresse verso l'ingresso.
«Io vado!» urlò alle pareti vuote di casa sua, già dato che i suoi genitori non erano mai a casa.
«Fai attenzione...» si bisbigliò tra se e se, tanto per sentirsi un pò meno sola di quanto si sentisse in realtà.

 

«Hime! Finalmente, credevamo ti fossi persa!» le urlò Yuuki, Hime sorrise giungendo le mani a mò di scusa.
«Perdonami Yuu!! Non sapevo come sistemarmi!!» affermò sincera lei, Yuuki sfuffò ma sulle labbra aveva dipinto un bel sorriso.
Hime, si trovò ad osservarla... Era bella, nei suoi vaporosi capelli biondo-caramello e gli occhi color castagna. Non aveva mai un capello fuori posto, di fatti oggi mostrava una complessa acconciatura tra il mosso e le trecce messe a cerchietto. Il vestito sui toni dell'azzurro la fasciava perfettamente, mettendo in risalto la sua femminilità. Si ritrovò un pò invidiosa per quella mancanza da parte sua, una femminilità inesistente. «Ma Hiro?» chiese Hime, per schiodarsi di dosso quella brutta sensazione. «Non saprei, mi aveva detto che sarebbe tornato subito. Arrivava un attimo al kombini e tornava» affermò incerta lei, mentre con le unghie laccate di rosa pallido ticchettava sullo screen del cellulare nuovo.
Hime sbuffò, Hiro era sempre stato un ritardatario cronico sin da piccolo. Erano cresciuti insieme, lei e Hiro ed insieme le avevano passate di tutti i colori. Ancora ricordava di come, per gioco, si buttassero da un poncino pittosto alto che dava sul canale di fronte casa loro. Si sfidavano e puntualmente vinceva sempre lui, poi rincominciavano.
Ogni giorno una sfida, ogni giorno una risata.
Forse era per questo, per il fatto di essere quasi fratelli, che gli aveva confidato di essere innamorata di uno più grande di lei di un anno.
Ma lui, non seppe perché non la prese bene, cambiando il suo carattere e non solo.
Un paio di braccia la abbracciarono forte, non ci volle un genio per capire chi fosse, poi il suo odore di pino era quantomeno inconfondibile.
«Buongiono Principessa!» le sussurrò all'orecchio in maniera suadente Hiro, per poi darle un bacio sulla guancia. Hime, di risposta, gli diede una bella gomitata nel costato.«Quante volte ti ho detto di non chiamarmi "Principessa"?!» chiese lei liberandosi e voltandosi, trafiggendo il giovane con occhi incandescenti.
«Ma perché?! Hime[*], significa "Principessa"! Non te l'ha mai detto nessuno?» chiese lui, mentre con una mano si massaggiava la parte lesa.
Hiro era bello, incredibilmente bello, ramato di capelli con due occhi color cobalto da far invidia al colore stesso. Un fisico statuario dati i suoi allenamenti di baseball ed un look alternativo che piaceva a tutte le ragazze della loro età.
«Infatti il mio nome non è Hime ma Himemiko, vale a dire: Sacerdotessa Imperiale[**]! Quante volte dovrò dirtelo!!» brontolò Hime, per poi prendere a camminare verso la piscina.
Dietro di se, poté sentire distintamente Yuuki ridere e Hiro lamentarsi.

 

Come ogni sera da quando era iniziata la pausa estiva giunte le sei, Himemiko, si ritrovava per la via di casa. Hiro, l'aveva abbandonata per andare alle prove della band di cui faceva parte, mentre Yuuki si era vista con il medesimo ragazzo "giusto".
Alle volte si sentiva sola, non tanto per gli amici o la famiglia quanto non capiva cosa davvero volesse fare nella vita. Con sguardo critico osservò il cielo aranciato e inspirò un pò d'aria frizzantina, si stava avvicinando un temporale e lei già si pregustava il momento di quando avrebbe potuto godersi quell'atmosfera e odore particolare. Almeno in parte, il suo umore migliorò, facendole avere un portamento più euforico del solito.
Ma la baldanza del momento durò pochi attimi, perché il suo udito fu catturato dal suono di una chitarra. Per la precisione una Gibson J 200, che veniva suonata in maniera magistrale. Si guardò intorno, ma non vide nessuno... Ovviamente la periferia di Tokyo era sempre meno affollata del suo centro; ma lei non vide altro che il rosso del cielo, gli alberi di canfora perfettamente ordinati ai lati della strada ed i guard rail accostati agli alberi.
Poi, quasi fosse stato per caso, scorse una macchia nera.
La macchia nera in questione era un ragazzo dai folti capelli neri, la camicia nera dove in una parte si intravedeva l'accenno alla bandiera inglese metteva in risalto il fisico atletico, ed i jeans scuri completavano l'opera. O forse no?
Forse era il polsino alla destra di lui, oppure su come fletteva il bicipite mettendo in evidenza il muscolo. Hime, non lo sapeva, l'unica cosa certa era il suono della chitarra che sembrava stregarla, dopo un pò di tempo il cellulare di lui squillò. Fu questione di secondi che il ragazzo misterioso, del quale non conosceva neanche la fisiognomia del volto, sparì.
Per la prima volta Hime, si chiese del perché non lo avesse fermato.

 

La Macchia, così aveva deciso di chiamare il ragazzo misterioso, non lo aveva più rivisto.
Era passata per i giorni seguenti alla stessa ora, ma di lui nessuna traccia, questo gettava nello sconforto Hime che, come ogni sabato pomeriggio si era rifugiata da suo fratello maggiore, sbuffò.
«Che hai MakiHime[***]?» la sbeffeggiò Momoharu, suo fratello. «Ahh!!! Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?! O vuoi che il campus sappia come ti chiamavano per tutto il periodo del liceo...-Hime sorrise sadicamente- Momo-pyon!» urlò poi di rincorsa ad una finestra.
Momoharu, atterrò la sorella con una mossa degna di un wrestler e richiuse "l'arma del reato".
«Non ti azzardare mai più!» gridò sgomento Momo, mentre Hime si scompisciava dalle risate. Se i suoi genitori non c'erano mai, in compenso, aveva i suoi due fratelli. Il maggiore, Momoharu, era u bellissimo venticinquenne prossimo alla laurea in pedagogia. Un fisico asciutto, svettava sotto le camicie ed i pantaloni di marca, i lineamenti lievemente taglienti del viso però non stonavano affatto su quel castano cenere che aveva di capelli e sugli occhi uguali alla sorella. Il minore, più piccolo persino di Hime; che per il momento era dai nonni per le vacanze, Matsushiro era l'opposto di Momoharu. Capelli bicolore (sicuramente la presenza di Hime aveva contribuito alla sua follia per i capelli colorati): la cui frangetta era di un bellissimo color rame ed il resto della testa era di un biondo-miele. Nei suoi tredici anni di pura follia, Matsushiro, era di sicuro quello più legato alla sorella... Che non mancava mai di vestirlo sulla stessa scia di quella dell'amico Hiro.
«Ma su, lo sai che scherzo!» affermò Hime tenendosi la pancia dal troppo ridere, Momo la guardò bonariamente.
«Mi dici cosa c'è che non va?» chiese poi d'improvviso, Hime smise subito di ridere ed il suo sguardo si perse nella contemplazione dell'appartamento. Era piccolo, come ogni appartamento nel centro di Tokyo. C'era il giusto indispensabile, una camera da letto che fungeva anche da salottino, un bagno, un piccolo spazio per la cucina ed un ingresso altrettanto ridotto.
Spartano, pratico e funzionale; esattamente come suo fratello.
Momo, non incoraggiato dall'atteggiamento di Hime, decise di preparare un pò di tea freddo così si diresse verso il cucinino. «Ti è mai capitato di rimanere folgorato dalla musica?» gettò lei, mentre il suo sguardo era preso da qualcosa che lui non poté capire.
Sorrise, e con precisione chirurgica iniziò la preparazione del tea. «No, perché questa domanda?» chiese lui, mentre le sue lunghe mani erano dedite a riempire d'acqua il bollitore.
«Nulla di particolare... Sai, se avessi potuto ne avrei parlato o con Yuuki oppure con Hiro... Ma loro, da qualche anno a questa parte sembrano persi in un mondo tutto loro... Mi sento come se fossi rimasta una bambina rispetto a loro...» ammise infine scontenta la ragazza, un nodo alla gola a farle presente su quanto quelle parole risultassero vere.
«E sarebbe così sbagliato? Hime, hai solo quindici anni, sei ancora una bambina» affermò beffardo Momo, mentre il processo continuava. Ma nonostante ciò, quando gettò un'occhiata alla sorella, rimase un pò male nel vederla abbattuta. «Senti -iniziò lui sospirando- tu devi essere semplicemente te stessa... Ho passato anche io la fase "Sono Indietro", so cosa significa interrogarsi su chi o cosa si vuole diventare ma... Hime, semplicemente viene da sé! Non crucciarti ulteriormente!» e detto questo, Momo l'abbracciò avendo lasciato in disparte la sua "Missione Tea Freddo".
Quando le forti braccia di Momo l'avvolsero, si mise a piangere; non seppe il perché ma in quel momento voleva solo piangere e sperare che le parole di Momo fossero veritiere.

 

Dal giorno del Pianto ne passarono altri, tutti più grigi l'uno dell'altro.
Il problema di essere un mezzo genio dello studio è che, quando ti assegnano i compiti estivi, riesci a farli tutti nel giro di una serata e mezza facendoti avere così il resto delle vacanze libero.
Per questo Hime si malediva, non aveva niente da fare a casa se non guardare anime, cosa scarsa dato che recentemente non ve ne fosse nessuno che suscitasse il suo interesse. Con aria ancora più annoiata, spostò per la miliardesima volta lo sguardo dalla televisione alla finestra.
Il tempo quel giorno era plumbeo, come aveva previsto sarebbe piovuto di li a poco. Come se fosse stata scottata da qualcosa (ignorando con grande forza il suo basso abbandonato alla parete di camera) si alzò e, infilatasi le scarpe e arraffato l'ombrello uscì.
Il vento era una fresca brezza di burrasca, e Hime respirò con tutti i polmoni quell'aria. Fu proprio in quel momento che iniziò a piovere come un forsennato, e con un tiepido sorriso iniziò la sua passeggiata sotto la pioggia.
Girò tutti i dintorni del quartiere che un tempo erano terre inesplorate, posti esotici in cui sostare tra un'avventura e l'latra. Dove lei ed Hiro, potevano essere qualunque cosa volessero.
Come preso in causa, Hiro, sbucò da dietro un angolo a braccetto con la nuova fiamma della settimana. Hime scosse la testa e fece per andarsene, non voleva certo rovinargli i piani se no poi chi lo sentiva!
Ma non fu tanto fortunata, fece pochi metri che qualcuno le venne addosso facendola cadere per terra. «Ahi! Ma guarda dove...» ma il resto della frase le morì in gola, di fronte a lei un ragazzo moro e con occhi più profondi di quelli di Hiro, la stava guardando crucciato.
La Macchia, la stava guardando.
Hime avvampò e come presa da una foga assurda, lasciò li l'ombrello ed il ragazzo sconcertato, correndo via come non vi fosse un domani.

 

[To Be Continued...]   

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[*] Hime, in giapponese significa Principessa. E' un nome molto bello, e abbastanza usato!

[**] Premetto che non so per certo il significato di Himemiko, ma, a rigor di logica (ossia Hime - Principessa e Miko- Sacerdotessa) ne ho dedotto si potesse tradurre anche come Sacerdotessa Imperiale. *Bella licenza poetica no?*

[***] Per chi non conoscesse il Maki Neko o Gatto Portafortuna, sappiate che il soprannome che il nostro Momo-pyon dà alla sorellina altro non è che: Principessa Fortunata! XD 
O almeno è quello che spero si capisca! ò.ò


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I Personaggi nella mia testa hanno il voto di:

Matsushiro - Honey senpai; Ouran Host  Club
Momoharu - Sho Fuwa; Skip Beat
Touma - Tanaka Sensei; Ao Haru Ride (Anche se lì esiste un Touma, era troppo St****o per essere anche solo preso in considerazione per il mio Touma! Scusate lo sfogo ^_^)
La Macchia - Tsuruga Ren; Skip Beat
Hiro - Will; Will 'O Wisp
Yuuki - Milena; Sailor Moon
Hime - Unknow Anime

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Attenzione la storia qui citata è coperta da copyright, qualsiasi accenno di plagio sarà gravemente punito.
 

   
 
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