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Autore: Debby_Gatta_The_Best    16/06/2015    6 recensioni
Avete presente quelle fan art che rappresentano Freddy come un "furry" invece che come un robot? Avete presente quelle fan fiction dove il buono e il cattivo si invertono? Avete presente quant'era idiota la mia vecchia storia di "5 Notti da Guardia Noturna"? Provate ad unire il tutto...
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Freddy, Golden, Freddy, Jeremy, Fitzgerald, Mike, Schmidt
Note: AU, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: Vi propongo di dare un'occhiata a questa mia fan art prima di leggere la storia (non ho fornito molta descrizione sui personaggi) così da farvi un'idea di come sono fatti i protagonisti della fiction: http://debbygattathebest.deviantart.com/art/Five-Nights-at-MIKE-S-533220284




Pioveva a dirotto. E non aveva neanche uno straccio di giornale per ripararsi! Faceva freddo, tanto freddo, e i tuoni squarciavano il buio del cielo infrangendosi sonoramente attorno a Freddy (e menomale, perché se si fossero schiantati SU Freddy se la sarebbe vista brutta). Strano, però. A due isolati di distanza splendeva un solleone intento a ruggire con tutte le sue forze. Le farfalle svolacchiavano allegre fino a spiaccicarsi sulle macchine e la gente chiacchierava di fronte ad una tazza di tè freddo godendosi l'estate. E allora perché, di fronte a quell'edificio, proprio in quella via lì, precisamente dentro il perimetro del giardino, c'era una tempesta? Probabilmente, pensò l'orso, perché la furia di quelli dell'Enel si stava abbattendo sulla Pizzeria dopo che questa aveva accidentalmente perso le bollette della luce per la trecentesima volta. Certo, non la Pizzeria stessa, bensì quel tirchione del proprietario. Come si chiamava...? Ah, Mikey. Una sottospecie di cane bastardino grigio asfalto con un ottimo naso per i soldi (ma non per gli affari, infatti la sua pizzeria stava andando al catafascio). Era stato lui, il giorno prima, a contattare Freddy per offrirgli un lavoro alla Pizzeria.

«Non posso pagarti molto, però – aveva chiarito fin da subito – perché la Mike's sta fallendo e non ho molti soldi con me...»

Che razza di bugiardo! Freddy l'aveva spesso visto girare in piazza con il suo macchinone in abiti costosi (già, era tanto ricco da poter vestire le auto) e lui stesso in abiti costosi. E poi, tutti sapevano che aveva acquistato un'intera collina per costruirci un megavillone. Solo che era molto spilorcio. Anche con i suoi colleghi, infatti li aveva licenziati tutti quando avevano chiesto l'aumento – avevano lavorato per $ 0,50 l'ora – e ora lavorava da solo, lui e la sua Pizzeria leggendaria. Sì, perché giravano molte voci – strane voci – su come quella pizzeria fosse stata un tempo famosa ma come, per dei disgraziati incidenti, avesse iniziato a fallire... Mikey infatti aveva fatto un gran casino solo qualche anno prima, mangiando la faccia ad una gattina perché aveva fame e soprattutto non rimborsando i genitori per le spese per l'operazione che salvarono tale micetta. Poi sembra fosse stato accusato per vendita illegale di pellicce ricavate dai suoi ex-colleghi e procurate chissà dove. E sembrava, ma probabilmente erano solo voci, che fossero scomparsi ben 5 riscuoti-tasse che erano andati a casa sua per farsi dare i soldi che spettavano loro. Erano spariti sia loro sia tutta la famiglia, e Mikey era stato di nuovo incastrato per la vendita di pellicce qualche mese dopo. Freddy non riusciva ancora a collegare le due cose, o meglio, aveva qualche dubbio, ma cercava di non pensarci.

Tornando a lui, avanzò qualche passo verso la porta e bussò un paio di volte, anzi tre o quattro, insomma bussò finché non gli aprirono, e a quel punto si trovò il muso grigio da topo di Mikey, che però non era un topo, era un cane! Già, perché in quel mondo – il mondo di Freddy – gli animali erano intelligenti (abbastanza) e camminavano su due zampe, chiacchieravano e... insomma, un furry-world pieno di razze diverse che vivevano in pace e armonia... ma anche no. Comunque, Freddy si fece avanti e mostrò la lettera che gli era arrivata:

«Sono qui per il lavoro»

Annunciò. Mikey lo squadrò con i suoi occhi ghiaccio, poi sbuffò:

«Sei grasso»

«Hey! Ma perché ce l'hanno tutti con la mia forma?»

Freddy, preso alla sprovvista, non fece neanche in tempo ad arrabbiarsi che se ne stava già andando, ma il proprietario lo fermò:

«Hey, hey, fermo, era solo un'osservazione! È che i grassi sono più facili da scuoiare...»

«Cos...!?»

«Fai finta che non ti abbia detto niente! Vieni dentro, che fuori fa freddo!»

Freddy entrò, la pelliccia intrisa d'acqua che gocciolava in terra. Mikey imprecò:

«E che diamine! Avevo pulito stamattina il pavimento!»

Freddy chiese perdono e cercò di asciugarsi come meglio poté.

«Sei qui per il lavoro da Guardia notturna, vero?»

«Eh? A me avevano detto che dovevo fare il cameriere...»

«Ho già dei camerieri, e vanno più che bene. Tu sei qui per fare la guardia ai camerieri, intesi?»

«Di... di notte? Ma di notte non è chiusa la pizzeria?»

«Non hai capito niente»

Mikey scosse la testa, irritato.

«Vabbé, ti spiego tutto a modo.. seguimi»

Mikey scortò Freddy di fronte ad un palcoscenico di legno – marcio – con sopra tre cose molto brutte. Assomigliavano a robt brutti con occhi brutti e sorrisi brutti, e un che di malignamente brutto addosso. Forse perché erano coperti di una strana sostanza rossa...

«Loro sono le star della mia Pizzeria! Ti presento Fritz – e indicò la prima cosa, con una chitarra in mano, vestita di viola e con uno sguardo ebete sul volto – Tiziasenzaunnome – e indicò l'altra cosa, vestita con una maglia a strisce fuori moda e con un piattino in mano, con un muffin sopra – e Mike! – infine, puntò il dito contro la cosa più brutta di tutte, una specie di sgorbio vestito di blu con un fiocchetto e un cappello nero , con un sorriso a 86 denti affilati come rasoi aperto sulla faccia – »

Freddy deglutì. Quei cosi non sembravano molto socievoli.

«Inoltre – proseguì il cane – ho qui con me anche Jeremy»

Poco più in là c'era una tenda viola: la spostò e apparve un altro coso, tutto arrugginito e a petto nudo, con una maschera a forma di muso di volpe sopra la testa a mo' di cappello. Aveva un uncino al posto della mano destra.

Freddy rimase a fissarli con un po' d'ansia addosso:

«Ma... cosa sarebbero?»

«Come sarebbe a dire “cosa sarebbero”? Non vedi che sono Umani? Robot, sì, ma a forma di Umani»

«Ma gli Umani sono creature mitologiche tali e quali ai Politici Onesti! Perché hai dei robot raffiguranti degli Umani in questa Pizzeria?»

«Perché ho perso una scommessa con mio cugino, tempo fa, ma non penso t'interessi. Comunque, seguimi»

Lo scortò in una piccola stanza con un computer a pedali e un sacco di schifezze per terra: bottiglie di Coca-cola vuote, sacchetti di patatine squarciate, briciole di patatine, sangue, denti, bulbi oculari, schede elettorali... a Freddy si accapponò la pelliccia nel vedere queste ultime.

«Che posto sarebbe?»

«Il tuo studio. Da qui, grazie al computer di ultima * coff coff * generazione * coff * potrai accedere alle telecamera ad altissima * coff * qualità e...»

Ma fu interrotto da un altro attacco di tosse decisamente realistica che lo costrinse ad interrompersi.

«Quindi io verrei pagato 2 dollari l'ora per non fare un emerito ca- cioè, per controllare quei cosi tutta la notte?»

«Yep»

«Yep? Lei è un brony?»

«No, per l'amor del cielo! E poi perché dovrei essere un brony?»

Freddy ci rimase un po' male da quell'affermazione tanto scontrosa (lui era un brony convinto da 15 anni, ben prima che uscisse la nuova serie), ma fece finta di niente.

«Perché non sono i pony che dicono “yep”?»

«No, idiota, yep è un'esclamazione come le altre!»

«Ah. Non lo sapevo»

Infanzia distrutta. Poi chiese:

«Mi tolga una curiosità: in che senso dovrei controllare i robot?»

«Nel senso che li lascio accesi di notte, a girare per la pizzeria perché sono grassi e devono dimagrire»

«... ma non ha mai pensato che i robot non possono dimagrire? Sono fatti di metallo...»

Mikey parve essere stato preso alla sprovvista. Il suo volto rivelò qualcosa che assomigliava a un “cooooOOOOOOSA?” e rimase a guardare Freddy come un ebete per ben dieci minuti, poi si scosse e si schiarì la gola:

«Emm, facciamo finta di non averne mai parlato. Devono stare accesi per scaldare i circuiti e non bloccarsi durante il giorno, intesi?»

«Intesi. Ma... perché dovrei controllarli? Che male potranno mai fare?»

Il volto del cane lasciò intravedere un'espressione perversa e maligna allo stesso tempo. Freddy rabbrividì nuovamente.

«Non li conosci. Non ancora. Bene, allora... sei in prova per una settimana, okay amico? Vieni 'sta sera alle 11 che devo spiegarti un paio di cosette»

Freddy acconsentì e uscì dalla pizzeria.


Alle undici in punto rientrò, nuovamente bagnato fradicio dalla tempesta perenne che aleggiava su quel macabro luogo, e fu nuovamente sgridato da Mikey.

«Allora... ti spiego un paio di cose. Il computer lo accendi dal pulsante Power, vedi, questo rosso qui...»

«Eh grazie! Non sono un nonnetto di 89 anni a cui devi spiegare come funziona una calcolatrice!»

«...mentre balli la macarena cantando l'Inno di Italia e tieni in bocca un machete affilato»

«Cos-»

«Lo so, è un po' strano, ma è talmente vecchio che... boh, non so perché, comunque se vuoi accenderlo devi fare così»

Freddy lo guardo strabuzzando gli occhi, incapace di rispondere. Poi si ricordò un particolare:

«Ma se non conoscessi l'italiano?»

«Ti farei notare che ci troviamo in una fan fiction italiana...»

«Una che...?»

«Lascia stare. Noi stiamo parlando italiano, non te ne rendi conto?»

«Uh, ma non siamo in America?»

«Sì ma... argh! Lì c'è il testo dell'Inno, leggilo ad alta voce e dovrebbe funzionare. Credo»

Poi continuò a spiegare:

«Non hai connessione a internet ne altre cavolate, puoi solo guardare le telecamere, le telecamere e le telecamere. La batteria è limitata... per questo ho tolto la maggior parte di cose inutili e ho lasciato l'essenziale: il computer è a pedali, quindi dovresti ringraziarmi perché oltre che lavorare perderai qualche chilo e ti farai un po' di muscoli, così tra una settimana potrai partecipare a MR. SECSI 2015. Poi... vedi quel bel telefono rosso? È un telefono. Non puoi usarlo per chiamare ma ora ti spiego a che serve, seguimi nell'altra stanza»

Lo condusse in un salone extralusso munito di vasche idromassaggio, lampade abbronzanti, cameriere dalle forme tondeggianti che giravano con dei sexy gonnellini corti e uno schermo piatto da 300 pollici che occupava un'intera parete, collegato ad una playstation 8, Wii X 20, un Xbox Boxox 96 e un altro sacco di console tarocche. Proprio lì sotto stava un bel divano con sopra adagiato...

«Goldie!»

Ringhiò Freddy alla vista morbidosa del fratello. Sì, perché Goldie era sempre stato suo fratello gemello e teoricamente i gemelli sono uguali ma Goldie era “PIU' MIGLIORE” di lui in tutto: aveva una pelliccia morbidissima e scintillante (sì, sbrilluccicava tanto che non si poteva guardare per più di 5 minuti senza bruciarsi la retina), era estremamente spensierato, era coccoloso, simpatico, e in casi di estrema necessità si poteva usare come scaldasonno. Tutti lo amavano, tranne Freddy che era piuttosto geloso.

«Che ci fa qui mio fratello?»

Urlò a Mikey. Goldie lo salutò allegramente. Il cane rispose:

«Vi conoscete?»

«Ho appena detto che è mio fratello!»

«Uh, in effetti un po' vi somigliate, ma lui è più coccoloso»

«Urgh, dicono tutti così!»

Freddy mise il muso, poi allargò le braccia indignato:

«E questo che significa? Io devo lavorare in una scatola e lui ha una camera d'albergo come studio? E poi a che diamine dovrei servire se c'è già lui come guardia?»

«Goldie è qui da mesi, è una guardia veterana, ma non basta. Ti farà da tutorial. E poi mi ha promesso una ciocca del suo magnifico pelo se l'avessi fatto lavorare qui per ben 20 $ l'ora! Hai idea di quanto valga del pelo completamente d'oro

Freddy non poté credere alle proprie orecchie. Suo fratello aveva corrotto quel tipo, ma soprattutto era riuscito a farsi pagare una somma decente da quel tirchione! Come aveva fatto? Evidentemente Goldie aveva frequentato Hogwats e lui non l'aveva mai saputo. Avrebbe voluto brontolare su ogni cosa, ma l'unica cosa che riuscì a dire fu:

«Un tutorial? Che è?»

«Urgh, devo insegnarti proprio tutto??? Hai mai giocato ad un videogioco?»

«Uh, sì, a Five Nights At Freddy's. Perché?»

«Quel gioco? Ma la generazione odierna è veramente caduta così in basso? Santo cielo, dove andremo a finire...»

Goldie intervenne con la sua vocetta stridula:

«Hey, se non fosse per quel gioco questa fan fiction non esisterebbe! Non insultarlo in quel modo, ognuno ha i suoi gusti (per quanto brutti essi possano essere)»

«Ancora con queste fan fikcion? Ma qualcuno vuole spiegarmi che roba è?»

Presero a litigare per un'ora buona, e smisero solo quando mancavano 5 minuti a mezzanotte.

«Io devo lasciarvi, ho un appuntamento con i miei soldi. Freddy, vai nel tuo studio. Goldie, informalo via telefono sul da farsi. Io vado, bye bye»

Detto questo corse via, come impaurito da qualcosa che stava per accadere.

Freddy ubbidì, anche se controvoglia. Se ne tornò nello studio e si spaparanzò sulla sedia, poi si ricordò di dover pedalare e gli tornò il malumore. Prima però tentò di accendere il computer in modo normale, senza riuscirci. Al 18° tentativo si arrese e iniziò a ballare la macarena cantando con un coltello in bocca, e il computer si accese. Sputò il coltello – che si era dimenticato di reggere dalla parte del manico – insieme a qualche organo interno, poi portò l'attenzione sullo schermo. Fu una faticaccia, la sua attenzione era più pesa di lui e trascinarla fin sopra il computer non fu facile. Iniziando a pedalare, cercò di aggeggiare con i comandi e capire come guardare attraverso le telecamere. In pochi minuti capì che doveva spostare il mouse sulle caselline raffiguranti una telecamera e la stanza che si voleva spiare. Iniziò il suo giro di occhiatacce per la pizzeria: per ogni stanza aveva commenti sgradevoli.

«Mammamia che trogolaio che c'è in cucina, ricordati di non venire mai a mangiare qui»

«Che è quella roba per terra? Meglio non saperlo»

«Toh guarda, Fritz è scomparso»

«Cos'è quella roba rossa gocciolante da sotto la tenda di Jeremy?»

«Ma guarda te quel bighellone di mio fratello che gioca a Clash of Clans!»

«Non ricordo più cosa volevo dire approposito della sala per bambini»

Poi la sua mente si illuminò, o almeno credette che lo facesse, perché in realtà non iniziò a sbrilluccicare come Goldie. Per un attimo invidiò il fratello che avrebbe potuto vedere anche al buio essendo una lampadina vagante.

Fritz era sparito!

«Damn damn damn damn damn damn! Cosa significa questo?»

Ricontrollò la telecamera per esserne sicuro e.. sì, il tipo grasso con la chitarra si era volatilizzato.

«Questo non va bene... no, non va bene. Dove cavolo è Goldie quando serve? Perché non mi chiama e mi spiega sta cosa??»

Il telefono squillò in quel preciso istante.

«Ah, sia lodato il cielo»

Alzò la cornetta e rispose:

«Goldie?»

«Già»

«Che sta succedendo??? Fritz è...»

«Scomparso? Niente di cui preoccuparsi. Si sta facendo una girata probabilmente. Credo che stia per arrivare alla porta a sinistra...»

«Eh?»

«Ugh... vedi, quei cosi non sono molto simpatici di notte. Sfogano il loro odio per i bambini contro gli adulti che fanno le ore piccole e contro gli orsi grassi, quindi cercheranno di sbranarti. Hai due porte – una a destra ed una a sinistra – e se premi sul secondo pulsante si chiuderanno»

Freddy non se lo fece ripetere e chiuse entrambe le porte con un fenomenale balzo seguito da spaccata a 180° gradi con la quale riuscì a premere i pulsanti e distruggersi le parti intime. Due piccioni con una fava.

«Bel lavoro bro! Hey, Freddy, stai bene? Freddy?»

La voce al telefono parlava a vuoto dal momento che l'orso se ne stava raggomitolato in terra a premersi sulle parti basse con una faccia indescrivibile.

«Ghhhh.. mmhhh.... iiiiikh...»

«Uh... non è un bello spettacolo. Non deve farti molto bene, vero bro?»

«Ghhhhh...... che.... uh... perspicace.... fratellino...»

Rispose quasi senza fiato Freddy.

«Uh, eddai che sarà mai a confronto degli animatronics? Devo ricordarti che la batteria è limitata e non puoi tenere le porte chiuse tutta la notte. In realtà, non puoi tenerle chiuse per più di tre nanosecondi senza perdere almeno il 30% di batteria ma questi son dettagli...»

Freddy si riprese e di colpo andò a controllare la batteria: era scesa a 65, 64, 63, 62, 61...

Aprì entrambe le porte accertandosi che non ci fosse nessuno nell'altra stanza.

«Uff... uff.... che paura!»

«Ah ah ah ah! Che idiota che sei! Dovresti vederti!»

«Finiscila di ridere, Goldie! Mi stavi solo prendendo in giro?»

«Ah ah, no, certo che no! Ah ah ah!»

Freddy non poté più sopportare la sua voce e riattaccò la cornetta in un impeto di rabbia.

Ebbe appena il tempo di voltarsi che vide il bruttissimo muso di Fritz appiccicato al vetro sinistro. Cacciò un urlo, poi chiuse la porta con il cuore che batteva a mille. Non gli tolse gli occhi per interi minuti, ma dal momento che non faceva niente di strano decise di tornare a concentrarsi sugli altri. E... dannazione! Anche l'Innominata era sparita! Jeremy e Mike parevano essere ancora al loro posto però. Lui controllò in fretta tutte le telecamere, fino a trovare la tipa che si ingozzava di pizza nella cucina. Sospirò sollevato, poi tornò a guardare Fritz e rimase schifato dal robot intento a leccare il vetro in modo molto provocante. Freddy distolse lo sguardo, sperando che quel tizio prima o poi se ne andasse, ma appena voltato il capo ECCO CHE VEDE LA TIPA! Gli prese un coccolone, e subito chiuse anche l'altra porta. Senzanome lo guardò per molti istanti con i suoi occhi a palla inquietanti, poi sulla sua brutta faccia si aprì un sorriso irto di denti affilati. Freddy iniziò ad indietreggiare, con la paura che in qualche modo stare vicino al vetro della tizia potesse aiutarla ad entrare. Lei prese un pennarello indelebile dalla tasca – anche se Freddy non ricordava avesse le tasche – e iniziò a scrivere qualcosa sul vetro.

«A...z...z...i...p...? che significa?»

Si chiese la guardia ansimando dalla paura. Dall'altro lato la cosa scosse la testa, a mo' di prof arrabbiata, poi passò un dito sulla scritta nella direzione opposta.

«Ah, pizza! Vuoi una pizza! Be'... uh, io non ne ho qui, vai... a prenderne in cucina, va'!»

Lei scosse di nuovo la testa, e aggiunse qualcosa sempre con il pennarello. Ora il vetro era adornato da questa bella scritta:


Azzip aim al ut ies


Freddy urlò, perché evidentemente la scritta al contrario diceva: voglio sposarti e amarti per sempre come se fossi la mia prima pizza.

Cercò di mimare il gesto di un tipo che scaccia le mosche tentando di spaventarla e farla andare via, ma lei scrisse qualcos'altro:


Saresti anche un bel maglione


Freddy, che non aveva notato che questa volta il robot aveva scritto specularmente dopo aver notato la scarsa intelligenza della guardia notturna di turno, non vide che era scritta nella sua direzione e lesse: potrei abbracciarti fino a farti scoppiare. Stette per svenire quando un urlo orrendo lo fece rinvenire. Qualcuno stava evidentemente correndo una maratona e lui temette fosse quel tipo dell'altro giorno a cui non aveva pagato il pranzo, ma si accorse che era solo Jeremy. Con una motosega in mano.

«Ma perché ce l'hanno tutti con me???»

Una voce dall'alto, proveniente da altoparlanti invisibili, rispose ai suoi dubbi con la voce di suo fratello:

«Perché ho promesso anche a loro una ciocca del mio pelo se mi avessero lasciato in pace!»

«Fratello bastar-»

Jeremy sfondò il vetro e si precipitò su Freddy, che ebbe solo il tempo di immaginarsi la grande scritta GAME OVER che, si sa, appare su punto di morte ma NO, pensando questo scivolò all'indietro e batté la nuca contro il pulsante dell'altra porta, che si aprì: Jeremy finì addosso alla Unnamed e i due rotolarono via insieme. Freddy perse i sensi.


Qualche ora dopo si svegliò. Guardò l'orologio e si accorse che erano le 3 e 69, cosa non possibile dal momento che le ore arrivano fino a 59 minuti, poi ricordò che quello era l'orologio tarocco che lo zio gli aveva comprato in un mercatino cinese qualche anno prima. Imprecò, poi gli diede due calci – cosa molto difficile dal momento che aveva l'orologio legato al polso – ma alla fine ripartì e segnò le 3:28 . Si guardò in giro: per fortuna per qualche strano motivo le porte si erano aperte sennò a quell'ora la corrente... MA COME AVEVA FATTO AD ESSERE ANCORA VIVO DOPO 2 ORE PASSATE SVENUTO? S'inginocchiò e pregò per un quarto d'ora per ringraziare il Dio degli animali di quel mondo (Arceus. Ah, no, sbagliato fandom, scusate), poi si strusciò le ginocchia che dopo aver premuto su quel pavimento cosparso di roba dalla dubbia natura erano andate a fuoco, e riprese a guardare le telecamere. Jeremy, Innominated e Fritz erano spariti. Scomparsi. Puff! Volatilizzati!

Dove caspero sono finiti? Occielo, ho paura...”

Come quando vedi un ragno e poi sparisce: terrore puro. Controllò Mike, che se ne stava a guardarlo con il suo bel ghigno da terrorista, ma almeno se ne stava buono, poi tornò a tremare. Scorreva tutte le telecamere, ma niente, di quei brutti maniaci neanche l'ombra. In una stanza però, dove la telecamera era disattivata e si sentivano solo i suoni, si udivano risatine inquietanti e qualcosa simile ad un coltellaccio che affetta qualcosa di viscido, e una sega che tagliava, invece, qualcosa di metallico. Si chiese se avesse a che vedere con la scomparsa improvvisa dei robot. Sperò, in cuor suo, che suo fratello lo chiamasse per dargli delle dritte.

Driin! Driiin!

«Pronto? Goldie?»

«Ciao fratellino!»

«Cosa significa questa cosa che i robot sono spariti?»

«Significa che ben presto sarò l'unico ereditario del patrimonio di mamma!»

«Cos- AAARGH! Come puoi dire questo?»

«Eh eh eh eh... sto solo facendoti notare l'ovvio! Quei cosi sbranano la gente, e tra poco diventerò figlio unico!»

«Perché sei diventato così crudele con me?»

Goldie non rispose, ma partì una musichetta che recitava “money, money, money, lots of moooney! e ologrammi a forma di soldi iniziarono a piovere dal cielo. Freddy concluse che il suo odio verso il fratello non era sempre stato non-ricambiato come aveva pensato fino a quel momento.

«Eddai, fratellino! Stai scherzando vero?»

Cercò di chiarire, ma Goldie continuò a canticchiare seguendo la musica.

«GOLDIE! Sono sangue del tuo sangue!»

«Uff... sì, lo so. Però io sopravviverò e tu no ♫»

«Come fai ad esserne certo? Anche tu rischi di venir trucidato, non dovresti essere tanto felice! Dovremmo collaborare per sopravvivere!»

«Te l'ho già spiegato! Gli ho corrotti con la promessa di una ciocca del mio pelo che non avranno MAI! Come con Mikey, del resto.... sono così stupidi che non hanno pensato che, se mi venissero a catturare ed a squartare, potrebbero avere tutto il pelo che vogl-»

Dalla cornetta Freddy udì un “Argh!”, poi una colpo secco, poi un suono viscido. Il suo cuore prese a battere a mille.

«Goldie? Goldie? Goldie? Goldie? GOLDIE? GOLDIE? GOLDIE??? GOLDIEGOLDEIGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGOLDIEGODLIEGOLDIEGOLDIE???»

«TROLOLOLOLOLO fratellino! Ti stavo solo prendendo un po' per la coda!»

Ridacchiò dall'altra parte. Freddy sbatté la cornetta, infuriato con suo fratello per i suoi comportamenti idioti.

Guardò ancora le telecamere, senza molti cambiamenti. Solo che Mike si era spostato.

MIKE SI ERA SPOSTATO??? Controllò l'orologio, segnava la costellazione dell'Orsa Maggiore – gli diede un paio di calci – ovvero le 3:55. Dannazione! Come poteva resistere fino alle 6? Controllò cercando Mike, ma alla fine lo trovò in bagno con un giornalino hentai nella mano sinistra. Chissà cosa stava facendo con l'altra mano. La figura era in ombra. Boh. Freddy si schifò solo al pensiero. Guardò la batteria rimanente: 37% e si chiese se quel giornalino fosse abbastanza lungo da trattenere il robot per qualche altra ora. Iniziò a sudare freddo appena ricontrollò le telecamere e scoprì che Mike aveva abbandonato la sua postazione lasciando il giornalino – gli venne la tentazione di andarselo a prendere ma aveva troppa fifa del robot-umano.

DRIIIN, DRIIIIN!

Ancora???”

«Goldie??»

«Eddai, non ti sarai offeso! Scherzavo!»

«Odio te e i tuoi scherzi!»

«Ah,ah,ah! Ma quanto sei susc- AAAGH!»

Colpo secco. Suono viscido. Silenzio.

Freddy gli sbatté nuovamente la cornetta sul muso. Era stufo di suo fratello. Controllò le telecamere e vide la stanza di Goldie... la luce era improvvisamente saltata in quella stanza e non si vedeva nulla. Però poteva sentire il suono delle sexy-cameriere che urlavano e scappavano dalla finestra...

Oh no! È stato catturato per davvero!”

Per un secondo ebbe paura per il fratello, poi ricordò che l'odiava ed ebbe paura per se stesso.

«Occielo! – alzò la cornetta – Goldie mi senti? Goldie? Goldie? GOOOOOOLDIEEEEEE????»

Niente. Poi ricordò che lui non poteva chiamare. Iniziò a divorarsi le unghie, poi la tastiera del computer, poi il computer, poi i sacchetti delle patatine per terra e alla fine anche le mattonelle. Proprio mentre si stava sgranocchiando l'ultima mattonella, il telefono squillò e il suo cuore fece un balzo di gioia. Questa volta era felice che Goldie avesse scherzato. Anzi, no, gli aveva fatto prendere un colpo! Rispose:

«GOLDIE! Razza di...»

«Buongiorno, siamo della Vodafon, è interessato ad una delle nostre offert-»

«Ma vaffancu...!»

Riattaccò la cornetta più infuriato e terrorizzato di prima. Si guardava continuamente attorno sperando non arrivasse Mike o uno dei suoi amici. Poi il telefono squillò per la seconda volta di seguito:

«No, non sono interessato alla... Goldie, sei tu?»

Silenzio. Era suo fratello e stava scherzando. Doveva esserlo!

«Goldie?»

Una voce da Pippo ubriaco robotico lo raggiunse dall'altra parte:

«Stiamo venendo a prendertiii!♫♫♫»

«AAAAAARGH!»

Controllò l'orologio. 4:16. Iniziò a sudare nonostante il pelo teoricamente glielo avrebbe dovuto impedire. Goldie era stato catturato. I robot volevano trasformarlo in una pizza. Mikey probabilmente non l'avrebbe pagato. Cosa poteva andare peggio?

Dannazione, devo andare in bagno!”

Si rese conto che chiedersi “cosa può andare peggio” può essere molto rischioso. Controllò le telecamere, eppure gli animatronics non davano segni. Mike forse scherzava... okay, no, però magari se n'era dimenticato ed era andato in quella stanza buia insieme ai suoi amici. Freddy tentò la missione “bagno”, scivolando lentamente dalla stanza, con la torcia elettrica in mano (che aveva notato solo adesso essere appoggiata sulla scrivania) e iniziò a sgusciare attaccato alle pareti. Mentre camminava, cercando di fare meno rumore possibile, inciampò in una lattina, in una sedia, in una cassa di fuochi d'artificio che puntualmente scoppiarono assieme, in un domino gigante, in GLaDOS (che imprecò ad alta voce), in una serie di birilli riempiti di palline rumorose, in un'automobile e su alcune danzatrici di flamenco che iniziarono a cantare e ballare più velocemente. Sperò poi che nessuno l'avesse sentito. Procedette, a tentoni dato che non aveva una torc- ah già. L'accese, e evitò di inciampare su un My little Pony che passava di lì (“Quando torno indietro voglio l'autografo! <3 ) e, dopo una lunga avventura piena di pericoli, finalmente giunse al bagno. Corse al gabinetto, guardandosi bene di afferrare quel giornalaccio sconcio che Mike aveva lasciato cadere, e si fiondò verso il primo WC.

Toc Toc

«Occupato!»

«Cos- ma sono l'unica persona rimasta viva in questa pizzeria!»

«Ho detto che è occupato!»

«Uff»

Bussò al secondo ed ecco che sentì la voce di Super Mario:

«Mamma mia! Occupato!»

«Mi scusi, sig. Mario»

Si vergognò di aver importunato il signor Mario Mario dal momento che, essendo questo uno dei primi e venerabili videogiochi, tutti i videogiochi venuti dopo dovevano adorarlo come un Dio (si, anche FnaF).

In realtà, parlando da persone colte a persone colte, Mario non era affatto uno dei primi videogiochi, forse uno dei più famosi, ma il primo videogioco in assoluto era stato Pong (per intenderci, il giochino bidimensionale che simulava il tennis con due sbarrette ed una pallina). Mario aveva combattuto una scorretta battaglia contro tutti i vecchi giochi da sala giochi e si era preso il merito di essere uno dei primi videogiochi in assoluto. Pong e gli altri avrebbero voluto farlgi causa, ma lui era diventato troppo famoso e quindi nessuno l'aveva potuto contrastare. Da quel momento il credo del Mario si era espanso talmente tanto che TUTTI credevano che il vero Dio dei giochi fosse lui e non i suoi predecessori (incluso il nonno Jumpman) ma siccome gli stessi credenti erano immersi in questa falsa verità, dichiarata dallo stesso Mario Mario, Freddy non lo sapeva e continuava a venerarlo.

Si ripromise di andare più volte alla Messa della Console se fosse uscito vivo di lì.

Toc Toc

«Chi è?»

Era la sua voce. Inquietante. Passò oltre e finalmente trovò un bagno libero. Fece per entrarci ma arrivò un tipo vestito per un cosplay che si fiondò nella porta urlando:

«Sono in ritardo per il lavoro!»

E detto questo si tuffò a capo all'ingiù nel water. Scomparve risucchiato dallo scarico.

Ma cos...?”

Arrivarono altri omini vestiti da maghi che si fiondarono in fila nel WC urlando:

«Presto, al ministero della Magia!»

E scomparvero. Freddy rabbrividì e iniziò a pensare di poter benissimo resistere senza svuotare la vescica. Iniziò silenziosamente a tornarsene nello studio...


Arrivato, sentì un suono che gli fece raggelare il sangue: qualcuno stava ascoltando il Gangnam Style! Oh no, ancora quella musica no! Entrò nella stanza lurida e vi trovò Fritz che rideva come uno scemo guardando la versione parodistica di G Style, e d'istinto pure lui si mise a ridere ma poi Frizt se ne accorse e gli urlò contro uno “SKREEEEEEE” inquietante! Freddy prese ad agitare la sua lampadina come un forsennato cercando di spaventare il robot, e ci riuscì! Evidentemente Fritz aveva paura delle lampade perché iniziò a girare intorno e alla fine corse via, e l'orso per sicurezza gli lanciò dietro la torcia. Freddy ridacchiò sotto i baffi ma poi si accorse di essersi pisciato addosso dalla paura (ecco risolto il problema bagno) e gli tornò la paura. Si asciugò con quello che aveva in mano e solo dopo si accorse che si stava pulendo con il giornale dai dubbi gusti! Aprì la finestra e cercò di asciugarlo sventolandolo lì fuori, ma mentre si sporgeva per metterlo all'aria aperta gli sgusciò di mano e cadde fuori.

Dannazione!”

Senza giornalino e torcia elettrica, la sua vita non aveva più senso. Avrebbe voluto distruggere i mond- trovarsi da qualche altra parte, anche insieme a quel tipo grosso a cui non aveva pagato il pranzo, tutto era meglio che lì. Guardò di nuovo l'ora: 4:37. Dai, su, poteva farcela! Si sedette al tavolino e iniziò a pedalare per far ripartire il computer, che si era spento, e controllò di nuovo tutto. Fritz era sparito (con la sua torcia) e gli altri non davano segno di esserci.

Perfetto. Se me ne sto qui buono buono non dovrebbe accadermi nulla...”

Appena pensò questo, qualcosa nel computer iniziò a sfrigolare come se stesse cuocendo una bistecca, e lo schermo emise sbuffi di fumo. Mezzo secondo dopo calò il buio.

Merda, è saltata la corrente”

S'immaginò trasformato in un cappotto, e per poco non si mise ad urlare. Cercò i pulsanti che chiudevano le porte, ma quando li premette si ricordò che andavano a elettricità e quindi non potevano chiudere le porte, e allora lui andò nel panico più panico che c'è. Si spiaccicò in un angolino e si fece piccolo piccolo, o almeno ci provò, dato che era un orso e gli orsi tanto piccoli non possono essere. E sperò che nessuno lo venisse a cercare. Proprio in quel momento due occhi strabici illuminati da una luce a led malfunzionante apparvero nell'ombra, assieme ad un ghigno storto: Mike! E soprattutto, Mike con la sua torcia! L'affare ridacchiò, iniziando a canticchiare una musichetta poco rassicurante, e Freddy già sentiva il pelo strappato via a morsi da quegli affari immondi. Mike spegneva e riaccendeva la torcia a ritmo regolare, ridacchiando come un ubriaco, e Freddy ad ogni intervallo tratteneva sempre più il fiato. Quando i polmoni gli furono gonfiati tanto da non poter più immagazzinare aria, lasciò andare un sospiro tanto forte che Mike, preso alla sprovvista, volò via. Sì, volò via, per i corridoi, urlando un “mi vendicheròòò!!!”. Freddy rimase immobile come un babbeo cercando di capire cosa fosse successo... poi iniziò a correre nel corridoio opposto urlando come un indemoniato. Corse, al buio, per quelli che parvero chilometri, e non passò molto prima che dietro di sé iniziasse a sentire le urla degli Umani-robot che gridavano:

«VIENI QUI»

«TI MANGEREMO!»

«SARAI UN PERFETTO MAGLIONE!»

«SEI GRASSO!»

«Ragazzi cosa dovrei urlare io? Jeremy mi ha rubato la battuta...»

«ZITTO FRITZ!»

Mancò poco che Freddy si mangiasse i ginocchi da quanto correva (una leccatina però gliela dette ad un certo punto, e constatò di essere delizioso), e fu un miracolo che non inciampò in niente questa volta. Mentre superava i limiti di velocità per le corse d'auto, iniziò a pensare che girare in tondo fino alle 6 del mattino non sarebbe stata un ottima idea, e quando fu sicuro di aver seminato gli obrobri, si fiondò nello stanzino delle scope. Tutto buio, silenzio.

«Hey tu!»

«EEEEK! Chi è stato???»

«Togliti di mezzo, c'ero prima io qui dentro!»

Con un calcio Freddy fu buttato fuori. Imprecò più volte, poi iniziò a bussare sonoramente:

«Fammi entrare, ti prego! Mi stanno inseguendo... vogliono trasformarmi in una pelliccia!»

«E io cosa devo dire? – rispose la voce, nello stanzino – vogliono fare di me una borsetta dalla scorsa settimana!»

«Tu lavori qui dalla scorsa settimana?»

«In realtà sono due che sono chiuso qui dentro...»

«Ma che diamine, e per 5 minuti non posso starci anche io?»

«Siamo già in troppi!»

«Non è possibile, ci sei solo tu...»

«E noi!»

Si intromisero in coro delle voci di ragazza. Freddy capì tutto: le cameriere di Goldie.

«Ma... perché non uscite e combattete? Ci dovrà pur essere qualcosa per difendersi da quegli affari, delle scope, dei secchi, qualcosa!»

«Mi dispiace – rispose la prima voce – ma le scope me le sono mangiate tutte. Ed erano anche insipide. Ora vattene!»

«Ma...»

«VA VIA!»

Freddy fu spronato dalla improvvisa comparsa, da dietro l'angolo, di Jeremy. Urlò, poi ricominciò a correre. Mentre andava a 2000 km/h un'idea gli balenò davanti agli occhi: lui era un orso, un dannatissimo orso grasso! Non poteva correre! Improvvisamente i suoi movimenti si fecero goffi e lenti, e lui cadde di muso. Picchiò il naso e la pancia, che rimbalzando lo rimise in piedi. Lui allora cercò un qualche altro posto dove nascondersi, e ritrovò la stanza dove era stato suo fratello. Senza enormi luci al led e gigantesche lampade di lava, il posto sembrava piuttosto lugubre. Anzi, non sembrava proprio, perché era buio pesto e Freddy non era un gufo (cit.). Ma un orso. Un orso grasso ed ingombrante che aveva appena perso la capacità di correre e che sarebbe divenuto a breve un cappotto invernale se non fosse riuscito a trovare un nascondiglio. Entrò di corsa, chiudendo la porta alle sue spalle, poi appoggiò l'orecchio alla porta per sentire se i suoi inseguitori si stessero avvicinando. Dopo pochi secondi, udii i passi metallici e il cigolare di quei rottami attraversare il corridoio, e tirò un sospiro di sollievo. Dette un'occhiata all'orologio (illuminato da una debole lucina) e si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto nel vedere che erano le 4.53. C'era quasi. Un'altra ora e... qualcosa di strano colse la sua attenzione. Appoggiò nuovamente l'orecchio alla porta eppure non sentì nulla. Però era sicuro che ci fosse qualcosa di strano... guardò in basso, e vide la shiluette di Fritz che ascoltava anche lui alla porta.

«Hey, senti qualcosa di strano per cas- AAAAAAAARGH!»

Si fiondò nel corridoio e riprese a correre. O meglio, a camminare. Fritz andò nella direzione opposta perché sì. Freddy iniziò a forzare tutte le porte che trovava, ma neanche una si apriva. Sapeva che non avrebbero messo molto quei mostri a trovarlo, sbranarlo, squartarlo, vendergli gli organi, vendere la carne ad un macello di periferia e trasformare il suo pelo in una coperta, e questo bastò a motivarlo a sfondare una delle ultime porte che trovò. Fece un chiasso bestiale, ma quei cosi erano mezzi scemi e non se ne accorsero. Lui rimise apposto la porta incollandola con lo sputo e oltretutto venne fuori anche un bel lavoro. Anche lì, buio totale. Non riusciva a vedere neanche il suo naso... be', il suo naso era nero quindi questo era abbastanza ovvio. Avanzò a tentoni, inciampando su diverse cose. Sembrava stesse camminando su qualcosa di peloso. Sbatacchiò su un tavolo e sentì delle cose cadere in terra. Proseguì, cercando l'interruttore ma dopo si ricordò che era saltata la corrente, quindi tirò fuori dalla tasca il suo Pikachu craccato al liv. 100 e gli fece usare Flash. Improvvisamente la stanza si illuminò, poi ricordò di non star giocando al DS e Pikachu sparì, però in compenso la luce rimase. E quel che vide fu traumatico: tavolate, mensole, armadi pieni, PIENI di... trofei. Raccapriccianti trofei. Una testa d'alce attaccata al muro, assieme a quella di un cervo e di un tasso. In fondo alla stanza, un leone e un daino impagliati vestiti da guardie notturne!!! Ovunque erano appese pellicce, giacchetti, vestiti per i cosplay, tutti fatti con PELLICCE DI VECCHIE GUARDIE NOTTURNE! E non solo! Un'intera vetrina dedicata ad ali d'insetto e scarpe di coccodrillo, serpente e iguane! Al posto del lampadario, un'aquila impagliata reggeva diverse lampadine con il becco e con le zampe. Freddy era paralizzato dall'orrore, non riusciva a respirare o a fare un passo. Ma poi vide, su un attaccapanni... un cappotto luccicante. Completamente. D'oro. E morbidoso.

«GOOOOOOOOLDIEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!»

OCCIELO! Mio fratello è stato squartato! E la cosa peggiore... è che non sono dispiaciuto...”

Ma il peggio doveva ancora arrivare. Mentre avanzava a tentoni cercando di non perdere l'equilibrio per lo shock, appoggiò il piede sull'unica porzione di pavimento sprovvista di tappeto. Si voltò, e in terra, con un gessetto bianco, vide disegnata una forma.

Qui c'hanno ammazzato qualcuno!”

Pensò. Poi guardò meglio. Era la forma di un orso. Un orso grasso. E in mezzo c'era scritto “Freddy”.


Gli animatronics, sentiti degli strani rumori, corsero verso la stanza dove lavoravano, ma appena aprirono la porta, furono travolti da un potentissimo “AAAAAAAAAAAAAARRRRRGH!!!” che fece esplodere Fritz all'istante, mandò in tilt l'Innominata, che iniziò ad urlare “PIIIZZAAAA” e tutti i bulloni di Jeremy saltarono contemporaneamente. I trofei dai muri iniziarono a staccarsi ed a cadere in terra, mentre l'orso, diventato improvvisamente bianco (forse era un orso polare tinto, boh) continuava il suo interminabile urlo da demone terrorizzato. Il lampadario vacillò e crollò, con tutta l'aquila attaccata. Le borsette volarono via sospinte dal super-urlo di Freddy, le ali di farfalla si staccarono e se ne svolacchiarono fuori di finestra, gli animali impagliati si svegliarono e, presi dal panico, morirono sul colpo per un infarto, l'effetto di flash finì e tutti i muri, i vetri e le mattonelle della pizzeria saltarono. Non c'era altro che un gran caos e la voce di Freddy. Tutto era distrutto. Tutto, tranne Mike. Quando finalmente la guarda chiuse la bocca, fu solo per riprendere fiato, ma in quel momento Mike lo afferrò da dietro e gli tappò la bocca, iniziandolo a trascinare via. Lui, ancora con le lacrime agli occhi, cercò di liberarsi dalle grinfie robotiche del suo rapitore, invano. Riuscì a guardare l'orologio: le 5:22. Dai. Se Mike era così lento, avrebbe potuto... hey, ma se non si fosse spento alle 6? Se Mikey lasciasse morire ogni suo dipendete per ricavarne pellicce di contrabbando? Siccome non aveva più voce per urlare, si limitò a mimare il verso di un tizio che ha appena scoperto che il gelato al pistacchio appena mangiato era cosparso di cianuro. Comunque, sperare nelle 6 era la sua unica possibilità. Mike lo continuava a trascinare di peso, imprecando di tanto in tanto con frasi tipo:

«Mamma quanto sei grasso»

Oppure

«Una dieta ti faceva schifo?»

A Freddy venne un'idea geniale:

«Hey, guarda laggiù!»

Mike si voltò:

«Eh?»

L'orso ne approfittò e fuggi a gambe levate. Mike ci rimase malissimo.

«Torna qui!!!»

Freddy si voltò e gli fece il gesto dell'ombrello.

Mentre correva, un'altra idea geniale gli balenò davanti agli occhi. Si fermò di colpo, e Mike gli sbatté contro.

«Ma io... sono grosso almeno il doppio di te»

Concluse squadrando Mike dall'alto.

«Perché mai dovrei aver paura di un robottaccio troiaio come te?»

Iniziò a sbeffeggiare l'animatronic, che non la prese bene. Infatti fece qualche passo indietro e spalancò la bocca, quella boccaccia piena di dentiere finte, e emise degli strani cigolii. La braccia e le gambe si allungarono, la faccia si staccò dal corpo rivelando Phill un endoscheletro molto brutto che prese a sghignazzare allungandosi, allungandosi... un paio di mosse stile transformer, e Mike si trasformò in un robottone da guerra giapponese, stile Mazinga, con tanto di sparamissili al posto delle braccia, seghe elettriche attaccate alla schiena da protuberanze a forma di bracci, spade laser dagli occhi e una mitragliatrice in mezzo alle gambe. Si vedeva che era fissato con gli hentai... che perverso!

Freddy stava per rimettesri a gridare con la sua vocetta stridula da scolaretta, ma le sue corde vocali non risposero all'impulso in quanto troppo consumate dall'urlo precedente, quindi l'unica cosa che poté fare fu rimettersi a correre. E meno male che si era di nuovo dimenticato di essere un orso grasso e goffo! Mentre scivolava in mezzo a tutto il caos che aveva creato – muri crollati, mattonelle instabili, vetri rotti per terra – cercò più volte di nascondersi dentro vasi di fiori, cassapanche, cartoni per pizze e cassetti di scrivanie, ma ogni volta il robottone da combattimento lo trovava e cercava di prenderlo con delle pinze spuntate da chissà dove. Un paio di volte Mike utilizzò i lanciamissili per far esplodere altre porzioni di pizzeria, ma Freddy ebbe la fortuna di schivarle tutte. Mentre correva, adocchiò l'orologio. Le 5. LE 5???

«MA COM'E' POSSIBILE??? Mezz'ora fa erano le 5.22!»

Il tempo lo stava trollando in maniera... brutta. Molto brutta. Continuò a scappare e a rifugiarsi, ma era tutto inutile. Alla fine Mike ebbe il sopravvento e riuscì a catturarlo. Lo prese con i suoi bracci meccanici e gli ridacchiò sulla faccia, per poi iniziare a dirigersi verso l'unica stanza rimasta miracolosamente intatta, una sala che sembrava più appartenere ad un laboratorio clandestino che ad una pizzeria. Freddy venne acchiappato da qualcosa che assomigliava ad una fune animata, che lo stritolò e lo legò come un salame ad un letto operatorio. Mike sghignazzò con voce alquanto inquietante, poi il cannone al posto della mano si ritirò e ne uscì un bisturi macchiato di sangue. O Nutella. Con la semioscurità non si capiva bene.

Freddy cercò di divincolarsi, ma sapeva che a breve tutto sarebbe finito. Lui sarebbe stato venduto ad un negozio di vestiti e Mikey si sarebbe arricchito ancora di più. Ah, quel tirchione! Quanto avrebbe voluto dirgliene quattro in quel momento! Se solo qualcuno fosse arrivato in quel preciso istante... impossibile da sperare. Per un attimo volle che suo fratello fosse lì con lui, anche solo per distrarre Mike e fargli prendere la mira su Goldie. O forse perché in fondo era suo fratello, e gli era attaccato, e sapeva che se fosse stato lì avrebbe avuto la conferma che non fosse morto di una morte orribile.

La finestra (l'unica intera) esplose in un fragore di vetro rotto. Dall'altra parte... Goldie! Con tanto di mascherina da super eroe!

«Goldie??? GOLDIE???»

Freddy esultò, mentre Mike si grattava la testa col bisturi, tagliandosela a metà.

Goldie, che era controluce (fuori c'era la luna piena), saltò verso il robottone sferrandogli un calcio rotante alla Chuck Norris, e Mike subito crollò a terra. Slegò suo fratello e lo spronò a seguirlo.

«Goldie... non sapevo praticassi kun-fu!»

«Infatti non lo conosco, però lui non lo sa e ci è cascato. Adesso sbrighiamoci prima che si accorga di non essersi fatto male!»

Lo afferrò per un braccio e cercò di trascinarlo fuori di finestra, ma Freddy era troppo grasso e s'incastro.

«Ma non è giusto! Tu ci passi e io no!»

«Te l'ho sempre detto che eri più grasso di me!»

«Ma siamo uguali!»

«Io sono più bello, morbido e coccolos... ah, già»

Freddy (incastrato nella finestra) riuscì finalmente a vedere suo fratello alla luce: aveva il corpo completamente privo di pelo, eccetto per un po' di pelliccia a forma di mutandine femminili che gli copriva i paesi bassi e un medesimo sexy-costume a forma di reggiseno.

«Cos-»

«Gli animatronics mi hanno detto che il mio pelo era troppo raro per uccidermi, così hanno deciso di allevarmi come una pecora da lana, con l'intento di chiudermi lì dentro fino alla fine dei miei giorni ricavando il mio pelo ogni volta che mi fosse ricresciuto. Ma io sono stato più furbo e sono fuggito appena sono andati a fare una pausa pizza. Eh... non commentare sul reggiseno, volevano prendermi in giro»

Concluse arrossendo. Freddy non era mai stato così felice di vedere il suo gemello.

«Mi dispiace per come ti ho trattato tutti questi anni... ero geloso di te, volevo il tuo male perché ti invidiavo... forse potremo ricominciare, mettendo da parte le avversità e...»

«Bando alle ciance, Freddy! Sbrigati ad uscire da quella finestra!»

Gli ricordò Goldie. Freddy esclamò “giusto!” e riuscì a uscire mettendo dentro la pancia come faceva al mare per farsi vedere dalle belle ragazze. Era sporco, con la pelliccia strappatta, il pelo che pian piano riprendeva il suo colore naturale, due occhiaie giganti ma era vivo, dannazione era vivo!

«Be', io devo salutarti, fratellino!»

Esclamò la patata batuffolosa (ma anche non più) di suo fratello.

«Mi prendo delle vacanze meritare. Ci vediamo tra qualche mese... ah, e dici a Mikey che mi licenzio. Bye bye!»

Dalla tasca che non aveva tirò fuori l'hentai che era caduto a Freddy in giardino, lo scosse un paio di volte e il giornalino si trasformò in un libro volante grande come un cavallo. Goldie ci saltò sopra e volò via. Il fratello continuò a guardare la scena senza capirci niente.

Cosa pretendo di capire? È Goldie...”

Guardò l'orologio: erano le 6. Ce l'aveva fatta, sì! Adesso sarebbe andato a casa. Non gliene fregava niente del pagamento e del tutto il resto. Fece per attraversare le strisce pedonali quando una viscida voce lo fermò:

«Hey Freddy! Com'è andato il primo giorno di lavoro?»

Era Mikey.

«Cos- urgh... buongiorno Mikey, io, uh, devo scappare...»

Ma il proprietario non lo stava ascoltando. Era troppo intento a guardare la sua pizzeria DISTRUTTA.

«Cos.. cos... cos... cos... cos'è successo.......... alla mia.... alla... mia... SPLENDIDA PIZZERIA???»

Ruggì come un leone. Lui rabbrividì, poi cercò una scusa, ma non la trovò perché non aveva tasche dove cercare.

«TU...»

«...io stavo giusto per andarmene! Mi dispiace per la sua pizzeria..»

Ma Mikey lo fermò:

«Sai quanto ti costeranno i danni???»

«Emm... sono a secco...»

Mikey fece un paio di conti:

«Dal momento che, ad occhio e croce, dovresti pagarmi $100.000.000 di danno... e lavorando da me, con tutti gli extra possibili inclusi giorni feriali riceveresti un massimo di $100 alla settimana... dovrai lavorare GRATIS qui da me per circa... 100.000 settimane»

Freddy sbiancò. Proprio adesso che aveva ripreso colore... alla porta della pizzeria si affacciarono gli animatronics (misteriosamente tornati come nuovi), che gli riservarono un inquietante sorrisetto...


Commento

Ho dovuto ripostare per correggere degli orridi errori che mi ha gentilmente fatto notare un amico. Non ho ancora iniziato a lavorare al prossimo capitolo di FNAG, ma ho già idea di cosa scrivere e cercherò di farvelo avere il prima possibile. E soprattutto, non so se prima posterò un'altra one shot (questa seria però), ma non vi prometto nulla. A presto!


Qui sotto trovate il vecchio commento.


(...Dopo giornate di duro lavoro... sangue e fatica... passate dietro a questa interminabile one shot... FINALMENTE POSTO!!! YAY! * balla * Non sapete cos'ho passato per scrivere... 'sta cosa! Doveva essere una cosa corta, di una decina di pagine massimo... è venuta il doppio...

Spero non siate morti nel leggerla (perché troppo lunga o troppo stupida) ma al contrario spero che abbiate apprezzato questa versione inversa di FNAF e il disegno allegato all'inizio del capitolo! Ora corro a letto... che sono distrutta.

Bye!)

  
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