CAPITOLO 1. RICORDANDO GUS WATERS
 
E’ passato un anno dalla morte di Gus, non lo nego: mi manca. Lo sento comunque accanto a me come una presenza , presente anche se non la vedo. Tutto sommato sono riuscita a laurearmi. E questa laurea l’ho dedicata a lui, ho scritto una tesi sull’ Osteosarcoma e di come questo cancro maledetto me lo ha portato via. Vado al cimitero a trovarlo e parlo come una povera ebete davanti alla sua lapide di un colore verde smeraldo molto sgargiante. Sono ridicola a parlare da sola  ma mi rincuora sapere che lui da qualche parte mi ascolta quindi declamo situazioni comiche in casa e fuori , le novità della giornata e gli faccio sentire le mie canzoni in vivavoce tramite l’Iphone. Sulla tomba c’è la  foto che lo ritrae sorridente con in mano uno dei suoi trofei. Il giorno del suo compleanno mi sono seduta davanti al suo marmo e ho stappato una bottiglia di champagne, dopo tutto erano stelle imbottigliate per noi... ora solo per me.
I miei genitori sono impegnati nel volontariato. Aiutano le famiglie con figli malati terminali ad accettare la situazione e dal momento che la stanno vivendo sulla loro pelle ancora adesso , sperano di regalare speranza ma come si dice la speranza è l’ultima a morire.
Isaac viene spesso a trovarmi , parliamo di Gus ovviamente , del mio cancro e della sua cecità che straordinariamente ha portato ad un ritorno di fiamma con Monica, la ragazza che lo aveva lasciato prima che lui diventasse totalmente cieco. Il loro “sempre” è tornato sulle loro bocche mentre il mio “okay” con Gus viaggia a mille nel mio cuore ma non ho più lui che me lo sussurra , devo farlo io da sola, guardando il cielo.
Spesso mi invitano  con loro ma non me la sento di fare il terzo incomodo quindi passo.
Frequento ancora il gruppo di supporto e nelle nostre preghiere Gus è sempre presente, spesso mi faccio un film mentale con lui accanto a me in piedi con tutte e due le sue gambe che mi sorride e ascolta gli altri che si confrontano.
Io sto sempre uguale, due polmoni schifosi, il mio fedele tubicino collegato all’ossigeno ed alla mia fonte di vita , la BIPAP. Nonostante tutto vivo ancora , un altro anno in più . Chissà per quanto ancora però  non voglio più pormi questo problema, il giorno che esploderò come una granata chiederò sul testamento di fare una grande festa e di farmi seppellire accanto a Gus.
Peter Van Houten è venuto a trovarmi . Lidewij  è tornata a fargli da segretaria, sta frequentando un gruppo di alcolisti anonimi ma la sorpresa che mi ha fatto è un manoscritto personale con la conclusione di Un imperiale Afflizione. L’ha finito per me. E se gli do il benestare, (per pubblicarlo) non so perché lo chiede a me , evidentemente vuole dedicarlo a Gus e quindi glielo lascio fare.
 
Sei contento Gus? Sarai ricordato, e non solo nei nostri cuori ma anche sulla carta stampata! Già mi immagino la tua faccia da furbetto.
 
Van Houten mi ha pure offerto un volo in regalo per venire ad Amsterdam per una settimana ma so già che i geni faranno storie, chiedere comunque non costa niente tanto è un biglietto aperto.
 
Al gruppo di supporto ho conosciuto una ragazza, Sarah con un cancro quasi simile al mio , ovvero io quando ero piccola è partito dalla tiroide ai polmoni, lei solo tiroide.
I capelli le sono ricresciuti , non come me che sembro uno spaventapasseri, è molto simpatica . i nostri gusti comunque sono molto differenti. Non sopporta i miei programmi televisivi come top model etc. , mi costringe a guardare telefilm vecchissimi tipo Streghe , Malcom in the middle e ogni tanto ci regaliamo un classico della Disney.
Lavora come cassiera in un supermercato e quando vado a fare la spesa da lei non mi fa mai pagare il sacchetto. Quando ci siamo parlate la prima volta le ho raccontato di Gus dal momento che non ne aveva mai sentito parlare , si è commossa quando le ho detto che era morto . E’ tosta ma ha anche un lato sensibile e quando piagnucola fa versi del tipo “mi mi mi”.
Ha un fidanzato Paul , che per fortuna lui è sano come un pesce. Simpatico , lei lo chiama topino.
Si perché ha il viso tenero…
Anche Gus aveva il viso tenero. Amore mio quanto mi manchi.
Sono andata al gruppo di supporto un giovedì pomeriggio , molto piovoso. Isaac mi aspettava davanti alla porta d’entrata .
“Buongiorno Hazel Grace! Come butta?”.
“Ciao Isaac, tutto apposto, sei pronto per il trauma del pomeriggio, chissà oltre a Gus chi dobbiamo tristemente ricordare”.
“Fortunatamente Nessuno”.

Fortunatamente Nessuno era il nostro modo di dire. Quando al gruppo si ricordano i caduti di cancro diciamo Sfortunatamente Qualcuno. È un sollievo quando è Fortunatamente Nessuno.

“Bene , entriamo”
Saliamo la scala ed entriamo nel Cuore di Gesù. Patrick, oggi ha portato lo stereo .
“Amici miei , oggi ricorderemo i nostri amici con una canzone. Se avete i vostri ipad , mp3 li collegheremo qui e balleremo in loro onore”.
Cosa??? Scusa? Ripeti balleremo in loro onore 
Nel frattempo , Sarah è appena arrivata al gruppo e si scusa per il ritardo con “i soliti clienti ritardatari” , si prende una sedia e si mette accanto a me.
“Hazel” bacino sulla guancia. E si volta a salutare Isaac.
“ciao Isaac” bacino pure a lui.
“ciao Sarah, tutto ok?”
“si, si tranquillo sempre di corsa sai com’è”
“immagino”
“… su avanti ragazzi ascoltiamo una canzone che vi fa ricordare quella persona.
Sarah non aveva nessuno morto di cancro e quando io mi sono candidata per ascoltare un brano di un cantante italiano molto popolare negli anni novanta da dedicare a Gus mi ha fatto il pollice in su perché lo conosce anche lei , Max Pezzali.
In passato Max faceva parte degli 883 ed erano venuti a girare dei video qui negli States, non di certo a Indianapolis ma eravamo vicini.
Ascoltiamo Nord sud ovest est ed ha un ritmo da messicano, non a caso è stato girato in un ambiente da far west.
 
“ma perché sei andata via
Mi sono persa nella notte”
 
Il cuore di Gesù è diventato una discoteca. Non sono sicura che a Gus sarebbe piaciuta questa canzone ma siccome è molto allegra , la mia tristezza viene meno.
Mi siedo un momento mentre gli altri ballano, chiudo gli occhi e mi immagino Gus che mi invita a ballare , con tutte e due le gambe , niente tubicino nel naso, una coppia sana.
 
“Nord sud ovest est
E forse quel che cerco neanche c’è
Nord sud ovest est
Starò cercando lei o forse me”
 
Noto che Sarah è seduta e sta guardando il telefono. Sono le sue “amiche” . Amiche per così dire , davanti sono tutte affettuose poi dietro criticano e fanno le moraliste. Ad un certo punto mi dice.
“meglio pochi ma buoni guarda, il cancro non lo capisce nessuno, io sono quella che deve esser compatita e poi criticata. Mi fanno sentire un peso quindi le mando a cagare”.
In fatto di amicizie si, è vero , Sarah ha sempre avuto fiaschi, per lo meno con me si può aprire liberamente.
La playlist è molto lunga, le migliori che seguono Jutty Runx con Isee You, che una ragazza ha dedicato al fratello morto per fargli sapere che lo vede spesso nei suoi pensieri e nei suoi sogni, Bocciofili di Dargen D’amico ft. Fedez (una canzone sulle tette e sui culi ma da Patrick posso aspettarmele queste cose, dopo tutto è rimasto senza testicoli), Night in White Satin dei Moody Blues, (colonna sonora di Dark Shadows) e per finire “Believe” di Cher.
Torno a casa e trovo i Genitori Di Gus che prendono un caffè con i miei . E’ da un po’ che non vado a trovare i Waters a casa . Non perché non ho voglia ma perché riaffiorano i ricordi. E poi sto male. Lo so . Mi siedo accanto a loro e cominciamo a chiacchierare , ne desumo che vogliono liberarsi delle cose di Gus per non soffrire e vogliono regalarle a me. Che Carini , proprio, unica cosa che io li prendo perché è come averlo vicino. Loro invece per non pensare che han perso un figlio per colpa del cancro preferiscono fare finta che non sia mai esistito.