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Autore: Evil Ulquiorra    18/06/2015    2 recensioni
Nel mondo di Code Geass,il 10 Agosto del 2010,un giovane Lelouch VI Britannia perde la sorella Nunnally a causa dei bombardamenti alleati sulle coste Giapponesi. In preda alla disperazione,il principe esiliato trova tra i rottami della battaglia il corpo di un androide senziente che afferma di chiamarsi Ultron...
-Crossover tra Code Geass e Avengers
-LelouchXHarem
-Lelouch super intelligente,manipolativo e decisamente più psicopatico.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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L'arrivo di Cornelia

Pure point, centro di Tokyo,era l’ufficio dei purosangue dell’area 11.
Quel giorno,vi si riunivano alcuni funzionari della Drug Enforcer Administration, del Bureau of Alcohol, Tobacco e dei purosangue stessi.
Dovevano discutere il destino del misterioso personaggio noto come Zero.
Gottwald era in piedi,solo,nell’ufficio principale. Sentiva il sangue pulsare sotto l’uniforme.
Le voci maschili e femminili dei suoi subordinati gli arrivavano attenuate dalla porta a vetri smerigliati che separava la stanza dalla sala riunioni adiacente.
Sul vetro,era artisticamente riprodotto in foglia d’oro il grande stemma dei purosangue con il motto<< fedeltà, coraggio, integrità>>.
Le voci al di la del simbolo si alzavano e si abbassavano, accolorate.  Quando nessun’altra parola era chiara, Gottwald riusciva ugualmente a sentire il proprio nome.
L’ufficio godeva di una bella vista sul porticciolo per yacht di Tokyo,dov’erano stati impiccati molti membri della resistenza eleven.
Dalla stanza vicino arrivò un rumore di sedie spinte indietro e di persone che si alzavano.
Entrarono in fila nell’ufficio dove si trovava Jeremiah,che riconobbe il 90% delle facce, tra cui Kwell e Villetta.
Dapprima, quasi tutti non lo guardarono, poi, d’un tratto, cominciarono a fissarlo, come quando un branco di animali presta all’improvviso attenzione all’unico di loro che non è in grado di procedere.
In quel preciso istante,l’unico schermo presente nella sala,iniziò ad accendersi.
Le sette persone rimasero in piedi,e le loro sagome si stagliarono nere contro la vetrata inondata di luce.
Ora Gottwald non riusciva a vederne le facce, ma in basso ,sotto il bagliore, ne distingueva le gambe e i piedi. Cinque di loro calzavano i mocassini con le nappine e dalla suola spessa ,tanto amati dai membri di Britannia.
Poi,davanti al gruppo, si stagliò il volto di Charles Li Britannia, novantottesimo imperatore del sacro impero di Britannia, con il suo collo corto e le orecchie rotonde attaccate in alto sulla testa ,come quelle di una iena, e il volto squadrato chiuso in un espressione priva di alcun emozione
<< Signori, avete avuto 12 ore,spero per voi che abbiate già dei risultati. Signor Gottwald?>>
L’uomo annuì di rimando e prese un respiro profondo
<< La zona di Baley è in quarantena, tutti i testimoni più attendibili sono stati fermati>>
<< Bene. Signor Kwell?>>
Il sottoposto estrasse un paio di fogli dal cassetto della propria scrivania ,per poi cominciare a leggerne il contenuto
<< è stato rinvenuto un dispositivo di registrazione collegato al sistema d’emergenza. Abbiamo raddoppiato le retate e monitorato molti telefoni già sotto controllo…c’è un’alta percentuale di conversazioni riguardanti l’evento di ieri sera>>
<< Che stiamo facendo a riguardo?>>domandò l’altro, il tono di voce freddo e inespressivo.
Sorsei, a mala pena, represse un brivido
<< Le telecamere della sorveglianza hanno registrato svariate immagini del terrorista, anche se l’uso della maschera rende praticamente impossibile il riconoscimento della retina>>
L’imperatore annuì compiaciuto, prima di volgere la propria attenzione nei confronti di Jeremiah
<< C’è altro?>>
<< Abbiamo analizzato i contenitori e i veicoli utilizzati nell’attentato, purtroppo sembra che, nonostante fossero molto sofisticati ,questi dispositivi…siano stati fabbricati in casa, con prodotti chimici comuni, cosa che rende molto difficile il riconoscimento>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Chiunque sia ,vostra maestà…è molto in gamba>>continuò.
L’uomo emise uno sbuffo di rimando
<< Ci risparmi le sue valutazioni professionali, sono irrilevanti !>>
Al sentire tali parole, Gottwald non potè fare a meno di trasalire leggermente
<< Chiedo scusa, vostra altezza>>mormorò.
Charles incrociò ambe le mani, puntando lo sguardo in direzione del monitor
<< Signori, attenzione, questo è un test! Un grosso rischio,per la nostra fede. Fallire vuol dire insinuare il dubbio in tutto quello in cui crediamo ,in tutto quello per il quale ci siamo battuti. Il dubbio permetterà a questo paese di precipitare nuovamente nel chaos e io non permetterò che ciò si ripeta! Voglio che questo terrorista venga trovato e voglio che capisca profondamente il vero significato della parola terrore>>
Fece una pausa per riprendere fiato
<< Manderò mia figlia Cornelia per assumere il ruolo di vicerè dell’area 11. Hal heil Britannia>>
<< Hal heil Britannia!>>ripeterono gli altri.
E fu lì ,che la telecomunicazione s’interruppe.

                                                                                                                        * * *

Come tutti gli spazzini, i corvi e i loro simili se la passavano bene in tempo di guerra.
Non tutti avevano potuto beneficiare di un’adeguata sepoltura, e men che meno gli animali domestici, che erano stati abbandonati al loro destino quando i padroni erano stati assassinati dai soldati di Britannia.
In più, c’erano quelli selvatici che morivano per cause naturali, e le loro carcasse non potevano più essere portate via dai guardiani dei parchi o dagli altri incaricati, a cui interessava solo sopravvivere.
Quel corvo non aveva alcun motivo per evitare l’enorme parete a cui si stava avvicinando.
Seppur innaturalmente spoglia e funzionale, non differiva poi molto dalle rovine urbane che aveva ereditato coi suoi simili.
Quando le torrette iniziarono a ronzare e a cambiare la loro posizione, il volatile  spostò semplicemente un’ala e virò a sinistra. Registrando la presenza di una creatura organica nella zona proibita, le torrette automatiche non facevano distinzione tra un piccolo uccello e un membro della specie umana.
Programmate per distruggere qualsiasi creatura basata sul carbonio, non autorizzata, che si avvicinasse alla zona, designata come l’entrata secondaria della zero base, risposero all’intrusione con la tipica reazione da macchina.
La calma relativa dell’aria della sera fu spezzata dal rumore del torrente di proiettili incrociati che si riversarono sull’intruso, cancellandolo dalla faccia della terra.
Quando si zittì, qualche secondo più tardi, del corvo non c’era più traccia.
Neanche una piuma raggiunse il terreno brullo al di fuori del muro.
La figura mascherata emerse dalla periferia del ghetto, seguita da un totale di cinque individui.
Le torrette rimasero puntate su di lui per diversi secondi. Poi tornarono alla loro posizione iniziale, in attesa di registrare qualche presenza non autorizzata.
Superato il magazzino, entrarono all’interno di un ascensore .
Quando le porte si chiusero, calò un imbarazzante silenzio, prima che questi venisse interrotto dalle successive parole di Tamaki
<< E va bene, ci stiamo. Perché qui c’è qualche casino tipo rivoluzione francese…e noi ci andiamo a nozze. Ma prima che cominci a teletrasportarci, ci sono un paio di flash che ti devi fare. Numero uno,tu hai scelto noi. Quindi ci riconosci delle capacità. E non vogliamo sentirci chiamare ne figlioli ne ragazzoni o roba del genere, chiaro?>>
Nonostante le espressione di puro shock che andarono a crearsi lungo il volto dei subalterni, l’uomo mascherato si strinse nelle spalle
<< Chiaro, come vuoi tu Junior, ma devo dirti una cosa riguardo alle tue cosiddette “capacità”>>
In quel preciso istante, si udì un sonoro bip e i cardini del mezzo cominciarono ad aprirsi
<< Al momento, equivalgono precisamente…a una caccola>>
Non appena misero piede al di fuori dell’ascensore, iniziarono a udire una sinfonia di suoni.
Ronzii, borbottii, rumori metallici, ticchettii, come se fossero finiti in una fabbrica.
E allora li videro. Centinaia e centinaia di figure umanoidi camminavano lentamente per i corrodi di una struttura grane quanto il centro di Tokyo stesso, quasi come fosse una base futuristica descritta in un libro di fantascienza .
Androidi alti circa un metro e ottanta, volsero lo sguardo in direzione dei nuovi arrivati, fermi e immobili, al fianco di un’apparente catena di montaggio.
Mentre gli intrusi umani li fissavano, un braccio robotico uscì dall’oscurità e selezionò uno dei teschi metallici. Spostandosi a sinistra, lo posizionò su un collo che si protendeva da uno scheletro artificiale in attesa.
Ohgi osservò il tutto con attenzione, creando una mappa mentale della base ,in particolare le possibili via di fuga.
Realizzate per permettere il passaggio a tutto ciò che andava dai nightmare a macchinari molto più grandi, le entrate dell’edificio,spesso non dotate di porte, permettevano di arrivare facilmente in ogni parte della struttura. Kallen non potè non restare affascinata da quello che quest’uomo era riuscito a creare. Aveva iniziato a costruire la propria versione del mondo. Era pulito, scintillante e perfettamente funzionale, con niente di umano a corromperlo.
Pochi secondi dopo, la figura di Zero riprese a parlare
<< Cominceremo subito. Questo è un inizio ma ci serve una cosa ,prima di poter cominciare il lavoro vero>>
Kallen puntò lo sguardo in direzione dei robot
<< Tutti questi sono…>>
<< Me>>
Al sentire tali parole, la rossa non potè fare a meno di dilatare le pupille
<< Io ho ciò che i britanni non avranno mai, armonia. Sono in contrasto, disuniti. Charles Li Britannia li ha istigati l’uno contro l’altro ,e quando cominceremo a dilaniare i loro successi…>>
<< Nessuno che li voglia uccidere>>mormorò Tamaki.
Zero volse la propria attenzione nei confronti del giapponese
<< Per renderli dei martiri? Occorre pazienza. Vedi il quadro completo>>
l’uomo fece per controbattere ma un’occhiataccia da parte di Ohgi lo zittì all’istante
<< Tuttavia…avrai la tua occasione>>continuò l’altro, osservando la reazione del gruppo.
Puntò lo sguardo in direzione di Kallen
<< Ora non so voi,ma io,sicuro come l’inferno,non ho combattuto contro l’impero più grande al mondo per dare ai britanni lezioni di umanità. I soldati britanni non hanno umanità. Sono i guerriglieri di un pazzo che odia i numbers e pratica l’omicidio di massa e devono essere eliminati. Ecco perché ogni figlio di puttana che indossi un uniforme britanna…dovrà morire>>sussurrò, il tono di voce freddo e distaccato.
Fece una pausa per riprendere fiato
<< Saremo crudeli coi britanni>> continuò
<< E attraverso la nostra crudeltà sapranno chi siamo. Troveranno le prove della nostra crudeltà sui corpi dei loro fratelli smembrati ,dilaniati e sfigurati che ci lasceremo dietro. E allora i britanni non potranno fare a meno di immaginare…le sevizie che i loro fratelli avranno subito per nostra mano… e con la punta dei nostri coltelli…e col tacco dei nostri stivali. E i soldati britanni avranno paura di noi. E i soldati di Britanna parleranno di noi. E i soldati britanni avranno la nausea di noi. E la sera, quando i soldati di Britannia chiuderanno gli occhi…e il senso di colpa li torturerà per tutto il male che hanno fatto…pensare a noi li torturerà…ancora di più>>

Kallen non potè fare a  meno di fissare l’uomo in soggezione.
Volse la propria attenzione nei confronti degli androidi
<< Sono automatizzati ?>>domandò ,visibilmente incuriosita
<< Al contrario>>ridacchiò l’altro, sorprendendo la maggior parte del gruppo.
Puntò la mano destra in direzione del proprio volto
<< Ognuno di questi droni è collegato agli schemi celebrali della mia mente. Vanno dove voglio io,pensano ciò che penso io e fanno tutto ciò che ordino loro di fare, senza se e senza ma>>
<< Incredibile>>sussurrò Ohgi, visibilmente impressionato.
Puntò lo sguardo in direzione delle macchine
<< Quanti ce ne sono ?>>
L’uomo sembrò pensarci, prima di stringersi nelle spalle
<< Circa 12 000 esemplari sparsi per il globo, la maggior parte dei quali sono distribuiti qui in Giappone>>
Al sentire una simile dichiarazione, ogni giapponese, all’interno della stanza, dilatò le pupille. Quest’uomo, chiunque egli fosse, aveva a disposizione l’equivalente di un esercito, per l’amor di Dio!
In quel preciso istante, Lelouch attirò l’attenzione della banda
<< Venite,voglio mostrarvi qualcosa>>ordinò.
Cominciò a camminare in direzione di un grosso telaio posto all’interno di uno degli angar presenti nella base, seguito dagli eleven.
Afferrò il telo con ambe le mani, rivelandone il contenuto.
Il tutto fu seguito da una reazione di pura sorpresa da parte di ciascuno dei presenti.
Kallen compì un passo in avanti , fissando la macchina con fare incredulo
<< Questo è…>>
<< Tuo>>continuò l’uomo, ricevendo l’attenzione della donna.
Questa passò la testa da parte a parte della sala e dilatò le pupille
<< Io…non so cosa dire>>sussurrò.
L’ex principe di Britannia ridacchiò
<< A volte…>>
posò una mano sulla spalla della rossa
<< le parole non sono necessarie>>
Kallen non potè fare a meno di chiudere il volto in un sorriso genuino. Per la prima volta, dopo tanto tempo, avevano una possibilità di vittoria.

                                                                                                              * * *

Il quartiere cominciava a farsi degradato.
Un terzo degli edifici aveva porte e finestre sbarrate da tavole di legno,e lungo i marciapiedi c’erano file di macchine bruciate. Giovani uomini ciondolavano davanti ai bar e ai negozietti.
Alcuni bambini giocavano attorno a un materasso in fiamme.
Una bassa impala con a bordo quattro eleven s’infilò nello scarso traffico e proseguì lentamente dietro a un furgone.
Suzaku camminò lentamente tra le tombe degli eleven uccisi durante l’assedio del ghetto, per poi fermarsi ad appena una decina di passi dalla figura di una giovane ragazza dalla capigliatura rosa, indossante un berretto nero, così come i vestiti in stile borghese, il viso adornato da una coppia di occhi blu
<< Posso unirmi a voi ?>>domandò,dopo un paio di minuti.
La donna lo guardò sorpresa per un attimo, prima di chiudere il volto in un sorriso confortevole
<< Certo, nessun problema>>fu la sua risposta.
Il giapponese annuì in ringraziamento, prima d volgere la propria attenzione nei confronti del murale
<< Ormai il ghetto di Shinjuku…non esiste più. E pensare che la gente aveva appena iniziato a tornare>>sussurrò.
Si inginocchiò, porgendo i propri omaggi alle anime dei defunti, così com’era consuetudine circa sette anni prima
<< Era da tre anni che non venivo più qui. Sotto queste macerie giace la tomba di mio padre… eppure io non riesco a capacitarmene. Non ricordo neppure il suo viso>>mormorò.
Affianco a lui, la giovane gli posò delicatamente una mano sulla spalla destra
<< è dimenticando i ricordi che le persone riescono a vivere. Ma vi sono cose che non si devono assolutamente dimenticare>>
Al sentire tali parole, Suzaku non potè fare  a meno di dilatare le pupille
<< Non ci sono sue foto?>>domandò lei , visibilmente incuriosita.
L’adolescente si alzò di colpo, prima di scuotere la testa un paio di volte
<< No,non ne sono rimaste. Anche questa tomba è una decorazione…priva di spoglie>>
<< Ci si è disfatti di tutto, non è vero?>>continuò l’altra, il tono di voce ornato da una lieve punta di malinconia.
Un silenzio confortevole calò nella zona, prima di venire interrotto da un intervento dell’eleven
<<  Suzaku Kururugi>>si presentò il giovane, porgendo la mano nei confronti della donna.
Quest’ultima ridacchiò divertita
<< Sì ,so chi sei,ti ho visto in televisone>>
L’adolescente distolse lo sguardo, visibilmente imbarazzato
<< Ah,quello…>>
in quel preciso istante, una voce sconosciuta attirò l’attenzione di entrambi
<< Sapevo che non avevano usato i gas. Guarda, c’è l’impronta di un proiettile>>
Il duo alzò la testa, appena in tempo per vedere una coppia di adolescenti bazzicare attorno alle tombe poste al di sopra della collinetta.
A giudicare dalle loro uniformi, probabilmente ,facevano parte di una delle tante accademie presenti nella capitale
<< Su,dai,fammi una foto>>ridacchiò uno di loro ,mentre l’altro teneva in mano una fotocamera digitale
<< Se non altro, tutto questo servirà a ridurre la popolazione>>mormorò il compagno, prendendo a calci una canestra di fiori posta di fronte alla foto di un anziano
<< Come se questi bastardi meritassero un elogio funebre>>commentò.
Non ebbe neanche il tempo di voltarsi in direzione dell’amico, che un sonoro schiaffo lo colpì al livello del volto ,facendolo indietreggiare di alcuni passi.
Cominciò a sfregarsi la guancia con la mano destra, il volto chiuso in una smorfia di dolore
<< Ma che…>>
<< Non sono disposta ad affrontare altre azioni offensive di questo tipo>>
L’adolescente puntò lo sguardo in direzione della voce, per poi assumere uno sguardo visibilmente sorpreso, non appena i propri occhi entrarono in contatto con quelli di una giovane donna.
Dietro di lui, l’amico strinse i denti, compiendo un passo in direzione della ragazza
<< Maledetta…>>
si blocco di colpo quando la figura di Suzaku Kururgi si materializzò davanti a lui,il volto chiuso in un’espressione fredda
<< Non hai sentito la signorina ?>>domandò, con fare beffardo.
Si chinò, finchè non ebbe il volto dello studente al pari con il propri
o<< Lasciate>>sussurrò.
Entrambi i giovani annuirono rapidamente, prima di cominciare a correre lontano dalla coppia.
Euphimia si avvicinò , puntando lo sguardo in direzione del giapponese
<< Ti ringrazio>>mormorò
<< Nessun problema>>ridacchiò l’altro
<< A proposito, non mi hai ancora detto il tuo nome>>continuò, volgendo la propria attenzione nei confronti della donna.
Questa annuì, leggermente imbarazzata
<< Oh,perdonate la mia maleducazione. Sono Euphima. Euphimia Li Britanni>>
La reazione fu istantanea. Dopo appena 5 secondi di assoluta sorpresa, il giovane s’inginocchiò, il braccio piegato in avanti, in segno di rispetto
<< Milady>>sussurrò, ricevendo uno sguardo divertito da parte della donna
<< Calma, non c’è bisogno di tutto questo>>
Il giapponese dilatò le pupille, volgendo la propria attenzione nei confronti della reale
<< Ma,io…>>
<< Rilassati. Sono in incognito, dopotutto>>ridacchiò lei, puntando la mano destra in direzione del berretto.
A malincuore, il britanno onorario si alzò da terra
<< Lavori ancora nel palazzo del vicerè ?>>domandò l’altra, visibilmente incuriosita.
L’eleven annuì di rimando.
Euphimia ridacchiò
<< Bhe,allora immagino che ci rivedremo presto>>commentò, prima di voltarsi
<< A più tardi Suzaku>>
e ,detto questo, cominciò a incamminarsi in direzione dell’aereoporto, lasciando il giovane leggermente stordito.

                                                                                                            * * *

Con un sibilo i rotori presero a girare velocemente, proiettando ombre sulla pista dell’aereoporto di Pendragon.
Cornelia Li Britannia senti il crepitio negli auricolari ,mentre il pilota parlava con la torre di controllo. Attraverso la cupola di plastica, la donna vide la pista di cemento farsi sempre più distante sotto i piedi ,e la sagoma del veivolo procedere rapida in direzione ovest, verso il mare.
<< Il viaggio durerà circa 9 ore, vostra altezza>> disse Guilford ,da uno dei sedili sul retro.
Cornelia vide le alture farsi sempre più impervie e poi si ritrovò tra nuvole intermittenti che a tratti lasciavano il posto al sole.
La sorprese l’entità del disboscamento di quel terreno aspro: ettaro dopo ettaro di terra nuda e dilavata.
Dopo circa otto ore, uscirono dalla coltre di gas, e la governatrice riuscì a intravedere la costa occidentale dell’isola
<< Tra pochi minuti raggiungeremo area 11>> annunciò il pilota.
L’area 11 ,spiegò l’uomo, non era un ‘isola vera e propria. Era un insieme di montagne sottomarine, un sollevamento di origine vulcanica
<< Le origini vulcaniche sono visibili in tutto lo stato>> disse Guilford
<< Molti sono i crateri formati dalle eruzioni gassose, e spesso si incontrano zone di terreno caldo. Questo, unito alle correnti d’aria, fa sì che le coste al largo di Area 11 siano spesso avvolte dalla nebbia. Lo constaterete quando ci arriveremo…ah, eccoci>>
L’elicottero si abbassò sull’acqua. Cornelia vide profilarsi un’isola aspra e accidentata ,che si stagliava sull’oceano.
La costa settentrionale era la parte più montuosa dell’arcipelago con picchi che arrivavano a 600 metri sul livello dell’acqua. Le sommità erano celate dalla nebbia ma la donna riuscì a intravedere i pendii scoscesi e l’infrangersi violento del mare. Il veivolo sorvolò le colline.
Un pib cominciò a rieccheggiare all’interno della voliera .
Cornelia guardò il pilota concentrato, abbassò lo sguardo e,oltre la cupola di plastica, vide un enorme croce fluorescente.
Alle estremità della croce c’erano dei lampeggiatori. Con un lieve aggiustamento della rotta, l’elicottero atterrò. Il rumore dei rotori si abbassò e si estinse.
Con un sospiro, la donna si slacciò la cintura. Qualcuno iniziò a correre in direzione del mezzo. Era un tizio vestito in abiti eleganti, il capo ornato da capelli rossi.
Aprì il portello e disse, tutto giovanile<< Vostra altezza, sono l’ambasciatore Edgar Reins. Benvenuti in Area 11…>>
la donna sembrò non prestargli la minima attenzione e volse lo sguardo nei confronti della figura che aveva appena preso posto alla sua destra
<< Ho saputo che ti sei allontanata dai tuoi alloggi>>rimproverò la rossa, il volto chiuso in un espressione visibilmente irritata.
La giovane chinò la testa di rimando
<< Ti chiedo scusa sorella, il fatto è che…>>
<< In questa sede chiamami governatrice. è bene tenere separata la nostra vita pubblica da quella privata>>ribattè l’altra, guadagnandosi uno sguardo infastidito da parte di Euphimia
<< D’accordo, farò come desideri>>mormorò.
Cornelia annuì compiaciuta, prima d volgere la propria attenzione nei confronti dell’ambasciatore
<< Bene,continua il discorso che stavi facendo>>ordinò.
L’uomo trasalì leggermente e prese un respiro profondo
<< I preparativi di benvenuto per la festa di sua altezza sono…>>
non ebbe neanche il tempo di continuare la frase, che la donna estrasse la pistola dalla tasca ascellare, puntandola nella sua direzione.
Il silenzio calò inesorabile, nelle profondità dell’aereoporto, seguito da un’espressione di puro shock sul volto di Reins
<< Sei distratto. Lento di riflessi. Incompetente>>sussurrò la rossa, il tono di voce freddo e distaccato.
L’uomo compì un passo all’indietro
<< Mia signora…>>
<< Non voglio dei festeggiamenti, voglio notizie riguardo a zero !>>urlò,colpendo l’ambasciatore con un poderoso calcio nello stomaco e facendolo cadere a terra.
Euphimia non perse tempo e cominciò a correre in direzione di Reins, chinandosi per fornirgli assistenza medica
<< Lo troverò,dovessi dare alle fiamme tutta l’area 11>>continuò l’altra, puntando lo sguardo in direzione della città
<< Mio fratello Clovis …sarà vendicato>>


Com'era? spero bello! Avverto i miei lettori che,a causa delle poche recensioni ricevute,trasferirò questa storia nella sezione di Code geass,spernado che susciti maggior attenzione,considerando che ci tengo molto a continuarla.
Ad ogni modo, Lelouch ha iniziato a costruire il suo esercito di droni ,mentre l'incontro tra Suzaku e Euphimia si è svolto in modo diverso. Inoltre,fa la sua prima vera apparizione il nostro Charlse.
Nel prossimo chappy,avremo la seconda battaglia di shinjuku,mentre lelouch discuterà con CC riguardo al Geass
  
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