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Autore: jussmyeux    18/06/2015    5 recensioni
'Mancavano 72 giorni e tutto questo sarebbe finito.'
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"Sempre con questa battuta? Cambia ogni tanto" distrattamente afferrai un cuscino e glielo lanciai. Lo fermò prima che il cuscino potesse colpire il suo corpo.
"Non vorrai mica metterti contro di me?" Fece una faccia seria mentre io scoppiai a ridere alzandomi.
"Vai, cosa vorresti fare?" aprii le braccia in segno di sfida mentre lui afferrò un cuscino per gettarlo nella mia direzione. Mi chinai e il cuscino finì sul muro dietro di me.
"Ha!" gridai non vedendo il secondo cuscino colpirmi dritto nello stomaco. Sentii Justin ridere come un bambino mentre disperatamente cercai un cuscino intorno a me da lanciare. Afferrai il più grande e glielo lanciai con tutta la forza che avevo.
"Headshot!" gridai quando il cuscino lo colpì in piena faccia.
**
'Mancavano 2 giorni e l'avrei perso per sempre'
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caitlin, Chaz, Christian Beadles, Justin Bieber, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8.32 pm / Day 47 

Ariel's point of view 


Presi uno dei dischetti per togliere il mascara che avevo messo prima di uscire con Caitlin e specchiandomi strofinai lentamente l'occhio destro. La stessa cosa feci con l'occhio sinistro, poi per eliminare ogni traccia di trucco mi sciacquai la faccia con l'acqua fredda. Con gli occhi ancora chiusi cercai di trovare l'asciugamano appeso e lo posai velocemente sul viso per non lasciare che le gocce cadessero sul pavimento. Aprendo gli occhi lentamente scorsi il suo riflesso. Lo guardai per pochi secondi e poi continuai ad asciugarmi come se niente fosse. Avevo lasciato la porta del bagno aperta e lui vi era appoggiato. Sentivo che aveva lo sguardo puntato sullo specchio come per cercare il mio sguardo, che faceva di tutto per evitare che ciò accadesse. Dando un'ultima occhiata al viso per scorgere possibili segni neri, mi voltai e mi diressi verso la porta ignorandolo completamente. Intanto si era appoggiato sulla vasca e aveva chiuso la porta. 
"Cerchi questa?"- mi mostrò la chiave per poi metterla nella tasca dei jeans scuri. 
Erano passati 3 giorni dall'ultima volta che ci eravamo parlati. Durante questo periodo si era inventato ogni scusa possibile e immaginabile per rifiutare di stare con noi e oggi, tornata dal centro commerciale, l'avevo visto seduto sul divano col telefono in mano. E adesso ecccolo qua, con la chiave del nostro bagno in tasca che cercava di intrappolarmi. Mi avvicinai e gli porsi la mano "Si, dammela"- dissi calma, senza nessuna espressione di rabbia o divertimento. 
"Prendila"- disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo ma sapeva che non mi sarei permessa di mettergli le mani addosso. Per quanto odiassi ammetterlo, mi era mancato ed erano passati soltanto tre giorni. Un po per la scusa che non potevo prendere la chiave che era finita in un oscuro buco della sua tasca, un po perchè non volevo lasciarlo che sparisse per altri 3 giorni senza mai darmi la possibilità di vederlo, mi appoggiai sul lavandino con le braccia conserte. Mi guardò divertito e per non dargli la soddisfazione di avermi fatta arrabbiare (che sicuramente era la sua intenzione) lo guardai dritto negli occhi. Nessuno dei due si decideva di distogliere lo sguardo, ma a differenza sua io ero impassibile ( per lo meno esteriormente). 
"Mi piacciono le sfide"- disse divertito ancor più di prima.
"Sei consapevole del fatto che stai nel bagno nostro e prima o poi dovrai rinunciare e andare a casa si?"- era impressionante come stavo serena in quel momento anche solo stando in silenzio. 
"E se decidessi di non andarci a casa?" 
"Pattie si preoccuperà e ti verrà a prendere" 
"Interessante"- sorrise e dentro di me feci la stessa cosa. "La potrei chiamare e dirle che dormo qua" 
Mi misi seduta sul tappetino azzurro e appoggiai la schiena sul muro. Le braccia erano ancora conserte e lo sguardo fisso sull'oblò della lavatrice. Senza che me ne accorgessi si sedette accanto imitando la posizione delle mie braccia. Il suo profumo iniziò a riempire le mie narici e facendo attenzione che non se ne rendesse conto inspirai profondamente per sentirlo meglio. 
"Oggi non hai trovato nessuna scusa per non venire, vedo" 
"Eh già, non sapevo cos'altro inventarmi"- spostai il viso nel lato opposto per sorridere.
"Avresti potuto dire che ti sei slogato il polso cadendo dalle nuvole" 
"Già, scusa molto più credibile di quelle che ho già dato"
"Oppure avresti potuto dire che stavi cercando il cervello perchè era fuggito" 
"Come faccio ad inventare questa scusa se il cervello è fuggito?" 
"Giusta osservazione" 
"Oppure avrei potuto dire che il mio gatto è morto, tanto Ryan non si ricorda che io un gatto non ce l'ho"
"Povero gatto inesistente" 
"Oppure avrei potuto dire che non volevo presentarmi dopo essermi comportato da coglione con sua cugina"- e qui ci fu silenzio. Mi stava indirettamente spiegando perchè era sparito. 
"Perché ti saresti comportato così con sua cugina?"- sembrò pensarci. 
"Perché mi sono ricordato che tra meno di un mese se ne sarebbe andata e a me, di dire 'addio' alle persone a cui mi sto affezionando non mi va"
"E poi perchè hai deciso di chiuderti con lei in un bagno?" 
"Perché mi sembrava l'unico modo per poterci parlare e dirle che se devo scegliere tra dire 'addio' adesso e continuare ad affezionarmi per poi dire 'addio' più tardi scelgo la seconda opzione"- ci fu ancora silenzio. La mia mente stava ancora cercando di rielaborare ciò che aveva detto per capire meglio. Durante la conversazione non ci eravamo mai guardati, continuavamo a guardare un punto fisso ma non riuscii più a trattenermi e finalmente mi voltai. Sentendo il mio sguardo su di lui fece la stessa cosa e per pochi secondi ci guardammo senza parlarci o meglio, a parlarci senza dire parola. 
"Secondo me, alla cugina di Ryan sei mancata questi giorni" 
"Dici?"- con la coda dell'occhio vidi che sorrideva.
"Dico."- replicai, sorridendo a mia volta. 
"Justin è da 2 ore che stai in bagno, ti vuoi muovere mi sto cagando addosso"
- sentimmo la voce di Ryan avvicinarsi sempre di più. Ci guardammo impauriti e velocemente mi alzai con la bocca sulla mano per sopprimere gli suoni della mia risata. 
"Ho la diarrea, usa l'altro bagno"- disse sforzando la voce, facendomi ridere ancora di più. 
"Che schifo"- sussurrò e lo sentimmo allontanarsi. Prima di aprire la porta, la mano di Justin sfiorò la mia e senza nessun preavviso posò le labbra sulla mia guancia, facendomi percepire il sorriso che gli si era formato. Successe tutto così velocemente che mi sembrò insufficente per riempire quei 3 giorni vuoti, così misi da parte il mio orgoglio e alzandomi sulle punte lo abbracciai posando il mento sulla sua spalla. 
Avrei potuto rimanere chiusa insieme a quel ragazzo in un bagno per sempre senza mai annoiarmi. 










 


 
  
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