Anime & Manga > Cyborg 009
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Autore: telesette    19/06/2015    1 recensioni
Le gote di Françoise avvamparono.
Sapeva che Joe non stava affatto scherzando, glielo leggeva chiaramente nello sguardo, ma non si aspettava neppure un simile complimento da lui.
Joe le si stese accanto tutta la notte, stringendola a sé come per volerla proteggere dal mondo esterno, e baciandole di tanto in tanto la fronte per rassicurarla...
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Françoise Arnoul, Joe Shimamura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Margherita
con grande rispetto e stima...

Un'insegnante troppo bella
immagini tratte da internet

Quando Françoise tornò all'appartamento che lei e 009 avevano preso in affitto come copertura, era così stanca e stremata che si buttò letteralmente bocconi sul letto, senza neanche la forza di togliersi la giacca. Joe la guardò sorridendo, non solo perché l'elegante completino "gonna e tailleur in tinta unita" le si era tutto sgualcito addosso, ma soprattutto perché la sua espressione imbronciata, con mezza faccia che sporgeva arrossata dal bianco guanciale, era veramente buffa a vedersi.

 - Vattene via - mormorò lei, chiaramente troppo stanca per poter riferire al compagno sul rapporto della giornata.

Joe si passò mentalmente una mano sulla nuca.
Avevano assunto l'incarico di indagare su un grave caso di esperimenti illegali, da parte di un apparentemente stimabile professore di scienze all'interno di una scuola superiore, e tutto ciò per impedire che dei giovani studenti fossero condannati a diventare cavie per una nuova linea di Cyborg ad opera dei famigerati capi del Fantasma Nero. 003 aveva assunto dunque la falsa identità di Maggie Tramont, una innocua professoressa bionda, incaricata ufficialmente di sostituire l'anziana insegnante di anatomia. Per Françoise ciò costituiva un impegno abbastanza gravoso, in quanto non aveva assolutamente esperienza col mondo dell'insegnamento e con l'esuberanza tipica degli adolescenti in piena crisi ormonale...
Già dal primo giorno, trovandosi come insegnante una donna tanto dolce e sexy nei lineamenti, i ragazzi avevano subito preso ad accoglierla con battute ed apprezzamenti piuttosto pesanti. Ma l'insieme di tante piccole cose, all'interno della decadente disciplina organizzativa dell'ambiente scolastico, aveva letteralmente sfinito la povera Françoise... al punto che ora non aveva più la forza neanche per sollevare il braccio verso il bicchiere d'acqua sul comodino.
Joe raccolse la borsa della compagna da terra e la depose delicatamente sul letto, sedendosi al suo fianco, mentre Françoise borbottò qualcosa di incomprensibile attraverso la stoffa delle lenzuola che le premeva sulle labbra.

- Non vuoi proprio dirmi com'è andato il tuo primo giorno? - chiese Joe tranquillissimo.

Françoise emise un gridolino rabbioso, coprendosi la testa col cuscino per non sentirlo, e di nuovo ripeté al compagno di lasciarla sola e di non farle domande fino a che non si fosse riposata sufficientemente.

- Lo sai che abbiamo poco tempo per venire a capo di questa storia - fece notare lui con serietà. - Sei riuscita a localizzare il nostro uomo?
- Sì - rispose lei, scostando il cuscino e squadrandolo con un'occhiataccia torva. - Non ho neanche dovuto chiedere: praticamente ha finto di scontrarsi con me, solo per osservare meglio la mia scollatura e sbirciarmi più da vicino la gonna... Oltre che sadico è anche un grandissimo pervertito!
- Hai avuto problemi là dentro? - si informò Joe preoccupato.

Per tutta risposta, Françoise si sfilò le eleganti scarpette col tacco, sfregando appena i collant lucidi sulle coperte, e si massaggiò i piedi indolenziti con una smorfia.

- A parte il fatto che ho dovuto percorrere l'intero edificio a piedi, rifacendomi le scale su e giù non so quante volte perché i custodi continuavano a mandarmi confusamente da un posto all'altro, non ho percepito alcun pericolo!
- I ragazzi, che mi dici di loro? Hai notato qualcosa di strano?

Françoise strinse gli occhi, riducendoli a due sottili fessure minacciose, cercando tuttavia di controllarsi per non rispondere in maniera sgarbata alla sincera preoccupazione del compagno. 

- Non c'era bisogno della mia vista a raggi-X, per capire che hanno incollato gli occhi sul mio sedere per tutta la lezione... Degni allievi del loro degno maestro, senza dubbio, non mi sono mai sentita così in imbarazzo in vita mia!
- Beh, come biasimarli - fece Joe ironico. - Non capita tutti i giorni di avere una professoressa così bella in classe!

Françoise arrossì.

- Smettila di prendermi in giro, sciocco... Sono stanca, te l'ho detto, quella scuola è più incasinata della cameretta di 001 quando gli viene un incubo!
- Andiamo, mettiti a sedere - suggerì garbatamente Joe, rimboccandosi le maniche. - Se rimani sdraiata così, otterrai solo di ritrovarti domani con un terribile mal di schiena!

Sebbene malvolentieri, Françoise si stiracchiò e si tirò a sedere sul bordo del letto. Joe aspettò pazientemente che lei si togliesse la giacca e abbassasse pudicamente la camicetta, lasciando scoperta solo la zona delle spalle, dopodiché prese a massaggiarle con dolcezza l'incavo del collo e le articolazioni delle scapole. Françoise avvertì un leggero brivido, mentre le dita fresche del compagno indugiavano sulla sua pelle nuda, ma avvertì anche il piacevole beneficio che andava a sciogliere ore e ore di posizione scorretta seduta ad una cattedra o camminando forzatamente in giro per i corridoi.

- Va un po' meglio?

Silenzio.
L'aria intima della stanza, mista al proverbiale e comprensibile imbarazzo di lei, tolse a Françoise tutta la rabbia e il nervosismo accumulati durante il giorno.
Mentre le mani di Joe l'accarezzavano morbidamente, andando a riattivare la giusta circolazione, Françoise ebbe un pensiero tanto bello quanto difficile da esprimere. Per un attimo, infatti, provò il desiderio di voltarsi, lasciare cadere il proprio indumento sul letto, e rimanere pressoché in reggiseno stretta e abbracciata al suo Joe.
Tuttavia scacciò subito quel pensiero, stringendosi anzi più intensamente la bianca camicia sul petto.
Joe continuò a massaggiarla per alcuni minuti, senza mai spingersi troppo oltre, come il perfetto ed onesto gentiluomo che era.

- Grazie - mormorò Françoise timidamente. - Credo... Credo sia abbastanza, ora...
- Hai avuto una giornata faticosa, me ne rendo conto - osservò Joe, voltandosi nel mentre che l'altra prese a riallacciare nervosamente i bottoni della camicia. - Tuttavia è necessario smascherare i piani di quel folle prima possibile, lo capisci anche tu!

003 annuì.

- Ho esaminato attentamente l'intera planimetrìa dell'edificio, cercando eventuali stanze nascoste atte ad ospitare un qualche laboratorio segreto - esclamò. - Purtroppo non ho notato nulla nella scuola, ad eccezione di una totale indolenza del personale di servizio... Forse il professore conduce i suoi esperimenti in qualche altro luogo, davvero, non so farmi altre idee!
- Ho capito - fece Joe, chinando il capo con assenso. - Secondo il dottor Gilmore, è necessaria una stanza di notevoli dimensioni, per allestire le apparecchiature necessarie alla realizzazione di quel tipo di cyborg da combattimento!
- Ma se nessuno fosse a conoscenza degli sporchi piani del professore?
- Ebbene, tu sei l'unica in grado di scoprirlo, 003 - ammise Joe cupo. - Devi avvicinarti a lui abbastanza da leggergli nel pensiero, anche se potrebbe rivelarsi estremamente rischioso per te, purtroppo non possiamo indugiare oltre!

L'idea che Françoise dovesse avvicinarsi troppo a quel sadico pazzòide, contato ciò che sapevano per certo di lui, non sorrideva ad entrambi. Ciononostante erano consapevoli che il successo della missione dipendeva essenzialmente da lei e dall'abilità con cui avrebbe saputo portare avanti la commedia per non destare sospetti.

- Hai paura? - domandò Joe, leggendo l'espressione negli occhi dell'altra.
- Un po' - ammise Françoise. - Comunque sia, starò attenta!

Joe la guardò con occhi limpidi, pieni di sincera apprensione, e si chinò a sfiorarle leggermente le labbra con le proprie.
Françoise rispose al suo bacio, pure alquanto impacciata dinanzi a quell'approccio, e non si scostò neppure quando Joe la cinse piano col braccio per stenderla con la schiena sul letto. Nel mentre che le mani di Joe l'accarezzavano, cercando teneramente prima il mento e poi le guance morbide e vellutate, Françoise si abbandonò completamente alla passione intensa di quel momento. 

- Lo sai, per essere una professoressa... Sei troppo bella!

Le gote di Françoise avvamparono.
Sapeva che Joe non stava affatto scherzando, glielo leggeva chiaramente nello sguardo, ma non si aspettava neppure un simile complimento da lui.
Joe le si stese accanto tutta la notte, stringendola a sé come per volerla proteggere dal mondo esterno, e baciandole di tanto in tanto la fronte per rassicurarla.

- Sii prudente, mi raccomando - sussurrò.

Françoise sorrise.

- Cos'è, sei geloso di quei ragazzi, per caso?

Ora fu Joe ad arrossire un momento, prima di recuperare velocemente la sua solita espressione enigmatica.

- Un po', lo ammetto... Non mi dispiacerebbe essere in classe con loro!
- Pensi che ti tratterei con riguardo?
- Suvvìa, prof... Quanto mi merito in condotta?

Françoise tacque un attimo, prima di rispondere, mentre le labbra di Joe risalivano lentamente dal collo in cerca delle sue.

- Beh, caro 009, direi che ti meriti un bel nove! 

FINE

   
 
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