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Autore: Zazune    19/06/2015    0 recensioni
Questa è una raccolta di flash fiction e song fiction dedicate a " Soledad 1, 2, 3, 4 e 5 ", e spiega alcuni momenti che nella storia non sono stati visti oppure non sono stati trattati abbastanza profondamente. All'inizio, alla fine del primo capitolo, troverete tutti i link delle storie e, man mano che andrà avanti la stesura, potrete richiedere una nuova flash fiction o song fiction. Potrete richiederla sia su un momento prima della storia o su uno dei capitoli, non c'è limite alle richieste. Spero che mi seguirete e che recensirete e, se volete, che seguirete anche le mie storie " ufficiali " a cui si appoggia questa specie di raccolta. Baci baci
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soledad'
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Memories
 
Questa flash fiction è ispirata ai pensieri di Pia quando Kevin venne sconfitto. Vedrete una Pia diversa, innamorata e disperata allo stesso tempo. Spero vorrete leggere e recensire questo capitolo e che vi piaccia. Baci baci!

Sto camminando da diverso tempo oramai. La battaglia si è conclusa da due anni, ed io mi sono ritrovata sola. Ho percepito che le Tenebre hanno distrutto sia parte di Sabrie che il castello oscuro. Ma soprattutto, ho percepito che tu non ci sei più. Sei stato sconfitto dalla tua stessa famiglia, Kevin. Al diavolo le formalità. Si, ora ti posso dare del tu e chiamarti per nome, come non ho mai osato fare in tutto quel tempo in cui sono rimasta al tuo fianco come fedele servitrice. Ricordi, la prima volta che ci siamo incontrati? Tu eri appena arrivato a Sabrie, volevi assistere al matrimonio di Zwei e Diva. Io ero sconvolta dal dolore, dalla rabbia e dalla vergogna: quello spudorato mi aveva prima usata e poi abbandonata. Aveva rovinato la mia purezza e la mia innocenza. Ero giunta fino alla Collina degli Spiriti, ed ero seriamente intenzionata a gettarmi, a farla finita: la macchia e la vergogna erano insopportabili per me. Il mio fidanzato mi aveva lasciata appena saputo cos’era successo, ed io ero rimasta completamente sola e disperata. Nessuno mi aveva teso la mano, nessun aiuto. Ero sull’orlo del precipizio, ma ho sentito qualcosa, qualcuno afferrarmi per la vita da dietro. Io credevo fosse semplicemente un sogno, e feci un passo avanti, sempre più sull’orlo del precipizio. “ Qualunque cosa sia successa, Pia, non sprecare così la tua vita “. Mi sentii sussurrare. E riconobbi subito che era la tua voce. A quei tempi non sapevo ancora quanto in seguito mi sarei innamorata di te: sino a quel momento eri stato solo il padre di Zwei, ti conoscevo solo per sentito dire. Ma non ricollegai subito “ il fantasma dagli occhi azzurri “ a te, e ti chiesi chi eri e cosa volessi da me. Ricordo ancora che tu ridesti a quelle domande. Si, credo sia stato l’unico momento in cui ti ho visto ridere. Mi dicesti che eri Kevin Baskerville, il padre di Zwei. E in quel momento, posso affermare di aver sentito il mio sangue gelarmisi nelle vene: credevo mi volessi fare del male. Ma il resto del discorso mi lasciò strabiliata: mi dicesti che cercavi vendetta, e che probabilmente anche io avrei dovuto vendicarmi per quello che tuo figlio mi aveva fatto. Come facevi a saperlo? Questo non lo so. So solo che in quel momento mi hai dato una rosa, era la rosa nera. Mi dicesti che se l’avessi accettata sarei stata tua per sempre, che in cambio avrei solo dovuto esserti fedele e dirti cosa succedeva a palazzo. E diamine, io accettai. Ora mi rendo conto che non fu solamente la sete di vendetta a portarmi ad accettare: fu quella luce folle che brillava in quell’unico occhio che mi colpì all’istante. Accettai la rosa, e per errore mi punsi con essa. E nei giorni a venire, in me qualcosa cambiò: sentivo un potere oscuro crescere in me, i miei sentimenti negativi si amplificavano e la rosa era sempre più bella e rigogliosa. Poi successe ciò che successe, ed arrivammo allo scontro finale. Poco prima della battaglia però, successe qualcosa di inaspettato tra noi. Allen ti aveva appena ferito nel punto in cui ti mancava l’occhio, prima che tu lo imprigionassi insieme alla figlia. Dio mio quanto sanguinavi! E quanta rabbia lessi nell’altro tuo occhio. Io feci per inchinarmi, ma tu mi bloccasti, e mi chiedesti di medicarti quella ferita. Lo ammetto, in quel momento rimasi sconcertata. No, non perché ti considerassi un mostro, ero semplicemente stupita che mi affidassi un compito così delicato, che volessi farmi vedere quella cicatrice orribile, che era tutto ciò che rimaneva del tuo occhio destro. Ti curai comunque, ma mi accorsi che mi guardavi in modo strano. E fu li che arrivò la richiesta più sorprendente: mi chiedesti di dimostrarti che non pensavo che eri un mostro orribile. Ovviamente io non sapevo cosa fare o che cosa dire. Dopo alcuni istanti, quel bacio. Un bacio inaspettato, ma che non ebbi forza di contrastare. Forse perché già non volevo allontanarmi da te. Perché quello che provavo andava al di la delle parole, era qualcosa di ben più profondo il legame che ci univa: entrambi cercavamo vendetta, ma cercavamo anche amore. Lo trovammo l’uno nell’altra, quella notte. Non so spiegare ancora oggi cosa provai esattamente, so che fu dannatamente intenso. Mi travolse e mi marchiò indelebilmente. Da allora non stetti al tuo fianco solo per la mia vendetta, ma perché mi ero innamorata di te. L’avevi capito? Probabilmente si. E tu? Cosa provavi tu per me? Non lo so, o forse si: forse ricambiavi i miei sentimenti? Così si spiegherebbe cosa accadde alcuni giorni dopo. La battaglia contro la tua famiglia era imminente. Loro erano già al castello oscuro, e io e te eravamo soli al piano superiore. Mi ordinasti di non scendere per nessuna ragione. Io ribattei che volevo essere al tuo fianco, e t ti arrabbiasti. Fu la prima volta che litigammo. Mi dicesti che dovevo obbedire e fuggire, che non avrei dovuto osare presentarmi al piano di sotto o non me l’avresti mai perdonato. Poi mi prendesti la mano. Ci guardammo, io stavo piangendo. Ci dettimo il nostro secondo ed ultimo bacio, ed io mi trovai tra i capelli un fermaglio a forma di rosa nera. E tu mi dicesti che li c’era una parte dei tuoi poteri. Che mi avrebbero protetta e che sarei riuscita a fuggire. Avevo con me una parte di te. E forse non era la sola. Decisi di obbedirti, e fuggii. Ora so che non avrei dovuto farlo. Avrei dovuto stare al tuo fianco! Ma forse tu sapevi la verità. Sapevi, e mi hai impedito di morire. Di morire insieme a quella parte di te che mi hai lasciato, non prima della battaglia finale, ma quella notte. Scappai nella disperazione più totale, e solo mesi dopo trovai la tua tomba: probabilmente era stato Allen a farla costruire, anche se so per certo che era vuota. Ci giungo anche quest’oggi, e mi inginocchio. Piango, abbraccio quella lapide.

“ Ciao amore mio “. Sussurro solamente, continuando a piangere. “ Ho rispettato i tuoi ordini e mi sono messa in salvo. Non rinuncerò alla mia vita, perché so che tu ti arrabbieresti molto “. “Lo sai?  Ho davvero tentato di togliermi la vita, su questa stessa tomba. E ci sarei riuscita, se Bianca non mi avesse fermata. Non te l’ho detto? Ora vivo insieme a tua moglie, e stranamente lei non mi odia. Si prende cura di me, mi ha accolta quando ero alla deriva, sola e disperata. Non so quali siano i suoi fini, ed ora non sto nemmeno a chiedermeli. “ ma sapessi quanto mi costa!  “. Sussurro poi, staccandomi da quella pietra. Metto un fiore sulla tomba, una delle rose nere del nostro roseto, quelle che ti piacevano tanto, ricordi? Ricordi quando restavamo per ore al roseto delle rose nere ad ammirarle? Ah, quanto male mi fanno ora quei ricordi. Mi alzo e mi incammino di nuovo per tornare al castello oscuro. Ci vediamo presto, amore mio… 
  
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