Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Butler    11/01/2009    10 recensioni
- Ok, riformulo: cosa ci faccio IO qui? E soprattutto perché
sono in giacca e cravatta? – 
le spade
erano state difficili da appendere alla cintura.
- Ti sei fatto incastrare come al solito…
Zoro lanciò al biondo un occhiata molto significativa.
- Ci siamo fatti incastrare… - si corresse quello a
malincuore.
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DIsclaimer: purtroppo One Piece e tutti, ma proprio tutti, i suoi personaggi non mi appartengono. Altrimenti sarei ricca. Se scrivo fanfiction non è a scopo di lucro. Altrimenti potrei essere ricca XD

- Spiegami perché siamo qui. – disse lo spadaccino in tono seccato.
E il “qui” era l’entrata di un party per il quarantesimo di matrimonio di due signori che, per utilizzare il termine politicamente corretto, si sarebbero potuti decisamente definire “diversamente giovani”. Molto diversamente.
All’inizio tutto era filato liscio… poi era calato il buio… e avevano iniziato con l’alcool.
Il risultato era stato una banda di vecchietti brilli che scuoteva le ossa e tutto ciò che vi stava attaccato (in alcuni casi a fatica) su una pista da ballo.
Il risultato erano rumori che uno si augurerebbe di non sentire mai.
Quindi la domanda era piuttosto azzeccata.
- Nami-chan ha detto che abbiamo bisogno di soldi… e poi non ti lamentare, hai anche un bel vestito. – rispose Sanji, accendendosi l’ennesima sigaretta.
Non era certo più felice di Zoro.
Lui amava le donne, certo, e li ce ne erano un sacco.
Ma, piccolo fondamentale dettaglio, lui amava le donne GIOVANI, e li non ce ne era una nemmeno dipinta.
E la cosa lo aveva gettato nello sconforto, considerato che avrebbe dovuto passare le prossime sei ore in piedi, a fare la guardi a dei pezzi d’antiquariato semoventi.
- Ok, riformulo: cosa ci faccio IO qui? E soprattutto perché sono in giacca e cravatta? –  le spade erano state difficili da appendere alla cintura.
- Ti sei fatto incastrare come al solito…
Zoro lanciò al biondo un occhiata molto significativa.
- Ci siamo fatti incastrare… - si corresse quello a malincuore.


 
Entrambi avevano reagito come sempre alle richieste della loro bella quanto letale cartografa.
Zoro si era rifiutato nella maniera più assoluta, per poi essere costretto con un ricatto.
Sanji si era offerto praticamente volontario senza presagire minimamente ciò a cui stava andando incontro.
Quindi, in un modo o nell’altro, si erano trovati assoldati per quell’assurdo lavoro.
A nulla era valso il disperato tentativo dello spadaccino di fare appello al suo capitano.
Nami lo aveva portato dalla sua parte con una sola e semplice frase:
“Niente soldi, niente carne.” Aveva detto.

In pratica non avevano avuto scampo.
La rossa li aveva squadrati e, con fare da intenditrice, aveva scelto dal guardaroba dei vestiti adatti.
Era successo tutto così velocemente che i due, senza neanche accorgersene, si erano ritrovati a stringere le mani di due anziani signori tutti sorridenti.
 
 
 
- Non ci vedo un accidenti con questi occhiali. – sbottò lo spadaccino, mentre cercava di aggiustarsi le katane in modo, se non proprio comodo, almeno decente.
Sanji, buttando a terra la sigaretta, ormai ridotta ad un mozzicone,  e schiacciandola con il tacco della scarpa, lanciò una rapida occhiata alle sue spalle, verso la pista da ballo.
- Ti assicuro che la cosa va tutta a tuo vantaggio…
Zoro si tolse gli occhiali da sole e si mise a fissarli. Poi guardò il cielo stellato.
- Non capisco perché una persona debba metterseli anche quando non c’è il sole…
Sanji si strinse nelle spalle e rispose:
- Probabilmente per lo stesso principio per cui tu porti la pancera anche in piena estate…
La conversazione era arrivata di nuovo ad un punto morto.
Sanji non poté fare a meno di constatare che era già la quarta volta nel giro di un ora.
Nessuno dei due voleva stare li, soprattutto in compagnia dell’altro.
- Non noti nulla di strano? – chiese improvvisamente Zoro, mentre con una mezza imprecazione si inclinava per non far scivolare le spade dalla loro precaria sistemazione.
- Vuoi che ti faccia l’elenco o alludi a qualcosa in particolare? – rispose il cuoco, accendendosi un’altra sigaretta.
- Ci fissano. – disse l’altro con una punta di irritazione.
- Si, era al secondo posto della lista…
- Uh, e cosa c’è al primo posto? – chiese Zoro, senza particolare entusiasmo.
- Il fatto che le nostre foto siano sugli avvisi di taglia e loro ci abbiano assunti senza fare una piega.
Lo spadaccino lo guardò di sottecchi e, con un mezzo sorriso, commentò:
- Oh, già… come mai avrebbero potuto non riconoscerti…
Sanji lasciò cadere la provocazione, ma solo perché nel preciso istante in cui stava per dare il via alla sua maratona di insulti, una cinquantina di uomini vestiti di nero, e armati fino ai denti,  fece irruzione sulla pista da ballo.
- Mani in alto, questa è una rapina! – esordì uno di loro, togliendosi il passamontagna. Tutti passarono sopra alla banalità di questa affermazione, solo perché erano rimasti troppo scioccati da ciò che si erano visti apparire davanti.
Sembrava quasi che qualcuno avesse messo dei tratti umani in una pentola, avesse mischiato il tutto e poi avesse scagliato la pentola contro il muro. Violentemente.
- Non fate mosse… - questa volta toccò al rapinatore rimanere di stucco.
I vecchietti erano già tutti raccolti al centro della pista, con le mani in alto e un sorriso allegro stampato sulla faccia.
Molti di loro, grazie alle diottrie mancanti, non riuscivano a vederlo in faccia, e questo li aveva salvati.
Un brusio preoccupato si levò dal gruppo degli uomini in nero.
Il loro capo li riportò al silenzio alzando una mano.
C’era qualcosa che puzzava. E non erano le sue ascelle.
No, cioè, anche quelle… ma non solo.
Perché quelle vecchie mummie erano così tranquille?
Si guardò in giro, ma tutto ciò che vide furono due ragazzi, che se ne stavano in disparte, fissando la scena come se fossero al cinema.
Dal gruppo dei vecchietti, si alzò un gridolino eccitato:
- Forza bel biondino! Sei tutte noi!
Sanji rabbrividendo si voltò verso il suo compagno, sul cui volto era dipinto un ghigno orrendo, dovuto allo sforzo di non scoppiare a ridere.
- Non. Un. Commento. – intimò il biondo.
- Non ho detto assolutamente niente… - ribatté l’altro, senza tuttavia smettere di ghignare.
Dopo qualche secondo, il rapinatore riuscì a collegare quei pochi neuroni anneriti dal fumo, non certo dall’usura, che aveva nel cranio.
I vecchietti sorridevano.
Sorridevano ai due ragazzi, carichi di aspettativa.
Uno dei due era armato.
Eureka!
Speravano che quei due li salvassero.
Scoppiò a ridere. Subito seguito da tutto il resto della banda.
- Non so se a irritarmi di più sia il fatto che se la ridano, - disse Zoro, perdendo ogni traccia di ilarità – O il fatto che sento che sotto tutto questo c’è lo zampino di Nami.
Sanji era troppo occupato a resistere all’impulso di nascondersi da tutti quei rugosi ammiccamenti e i baci mummificati che arrivavano dalla pista da ballo, per preoccuparsi di difendere la loro navigatrice.
Non voleva nemmeno pensare a quali orrori si nascondessero sotto quei quintali di trucco, sotto quelle gonne lunghe e sfavillanti.
- Credo di stare per vomitare… - farfugliò, diventando bianco come un cencio.
Nel frattempo i rapinatori avevano continuato a ridere, dandosi grandi pacche sulle ginocchia.
- Ma non hanno bisogno di respirare questi qui? – Commentò Zoro acidamente, poi si voltò verso il cuoco e il suo malore.
Non poteva certo dagli torto.
- Non ti preoccupare, appena vedranno le tue orrende sopracciglia, le tue fan scapperanno tanto velocemente che nemmeno la loro artrite riuscirà a tenergli dietro. – lo spadaccino lo disse con un tono che voleva suonare consolatorio.
Sanji riprese improvvisamente colore e si voltò verso di lui:
- Zitto! Pensa alla tua testa, che fa la fotosintesi clorofilliana!
L’altro assunse un’aria vagamente offesa.
- Clorofichè? – chiese.
Una pallottola passò fischiando tra loro. Intenti com’erano a litigare, non si erano accorti che le risate erano cessate.
Sanji si voltò verso la pista da ballo e commentò ad alta voce:
- Lasciando da parte la mira vergognosa… tua madre non te lo ha mai detto che è maleducazione interrompere la gente quando cerca di infondere un po’ di cultura nei meno fortunati?
L’uomo che aveva sparato lo fissò smarrito per qualche secondo. Non era proprio sicuro di cosa volesse dire la parola “infondere”.
- Ok. Basta. – Zoro stava già sfoderando le spade – se non facciamo qualcosa al più presto, il pubblico finirà per annoiarsi.
Sanji si accese una sigaretta, annuendo.
- A quanto pare i nostri datori di lavoro hanno pagato per vedere uno spettacolo. Cominciamo? – disse, più rivolto agli uomini vestiti di nero che non al suo compagno.
Questi avanzarono verso di loro, compatti.
Erano sicuri di vincere, dopo tutto perché non avrebbero dovuto?
Erano più di cinquanta contro due. I numeri erano dalla loro.
Lo spadaccino aveva sfoderato anche l’ultima delle sue katane e si era rivolto al compagno:
- Io li ammucchio di qua e tu di la… vince chi ne stende di più. Ci stai?
- Va bene, tanto sappiamo benissimo chi sarà il vincitore…
Zoro gli scoccò un’occhiata in tralice e rispose:
- Certo. Io. – poi scattò verso il suo obiettivo, senza dare all’altro tempo di ribattere.
- Dannato testa d’alga… - sibilò il biondo a denti stretti, per poi seguirlo a ruota.
La folla dei vecchietti esplose in urli di gioia e incitazioni. Cosa c’era meglio di un po’ di sangue fresco per rendere più eccitante la serata?
Per un attimo sembrò quasi che i due venissero inghiottiti da una brulicante massa nera.
Poi fu come se quel piccolo pezzo di mondo fosse esploso.
E furono calci.
In faccia, nello stomaco e in luoghi un po’ più delicati.
E furono stoccate.
E i due mucchi cominciarono ben presto a diventare alti, molto alti. E semisvenuti.
Fino a che l’ultimo rimasto in piedi non fu il capo della banda.
- Questo qui è mio. – disse il cuoco, mentre il poveretto fissava i due ragazzi che stavano in piedi davanti a lui con terrore assoluto.
- Non è colpa mia! – urlò – sono stato incastrato! Ci avevano detto che sarebbe stato un lavoretto semplice!! Che a guardia ci sarebbero stati solo due idioti incapaci!! E…
Ma si zittì non appena notò il ghigno rabbioso dello spadaccino.
Questo gli puntò una lama sotto la gola, poi si girò verso il biondo e disse, tranquillo.
- Che ne dici se facciamo metà per uno? Ci penso io…
Sanji sembrò rifletterci un po’ su, poi annuì convinto.
- Un bel taglio netto e via. – rincarò la dose.
Zoro alzò la spada, con fare teatrale.
L’uomo svenne, cadendo a terra con un tonfo.
I due, in tacito accordo, ignorando gli sguardi d’ammirazione provenienti dai vecchietti, lo mollarono li, dirigendosi ognuno al suo mucchio, per cominciare a contare.
Dopo circa un minuto di silenzio teso, Sanji annunciò:
- Venticinque!
Dopo qualche secondo, dall’altra parte arrivò la risposta:
- Venticinque anche qui…
- Ma i miei sono più grassi. – Disse Sanji convinto.
- E questo che centra? E poi non è vero. Come fai a dirlo? – ribatté l’altro irritato.
- Perché non ho gli occhi foderati di prosciutto! Il mio mucchio è più alto di almeno due centimetri buoni!
- Non dire baggianate! Allora non sono solo le tue sopracciglia ad essere strabiche…
Fu in quel momento che le vecchiette decisero di dare sfogo a tutto il loro ardore e cominciarono a dirigersi, più velocemente di quanto si sarebbe potuto immaginare, verso i due ragazzi, decise a mostrare loro tutto l’apprezzamento che i due avevano suscitato.
Sanji guardò lo spadaccino con occhi pieni di panico.
- Pari? – propose.
- Pari! – si affrettò a rispondere questo – e ora ce ne andiamo? – propose zelante.
Si misero a correre, inseguiti di gran carriera dalle anziane signore e dalle loro artriti.
 
 
In un angolo del giardino dove la luce dei riflettori non arrivava,  una figura stava immobile ad osservare la scena.
La ragazza soppesò per un attimo il sacchetto pieno di banconote fruscianti, poi si lasciò sfuggire un sorrisetto.
Quei due dovevano esserle grata, avrebbe potuto venderli alle vecchiette, guadagnandoci ancora un bel gruzzolo.
Rise.
No, non se lo meritavano.
Però…


THE END
----------------------------------------------------------------

sono mesi che questa fic prende polvere nel mio pc °-° scandaloso...
Spero vi sia piaciuta tanto quanto è stato divertente per me scriverla XD
Aspetto con ansia i vostri commenti °°/
See you!
  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Butler