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Autore: ReaderNotViewer    12/01/2009    6 recensioni
Una storia piccola, ma a suo modo... imponente. Post-settimo libro, con Hagrid e Olympe Maxime. Questa storia ha vinto la IV Minidisfida dei Criticoni.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Cavolo rosso




"Non credo che nevica prima di stasera" disse Hagrid, in tono depresso. Olympe, che aveva sentito, interruppe la sua consultazione con Madame Montblanc in merito all'opportunità di servire o meno delle croste agli asparagi dopo il consommè. La capocuoca di Beauxbâtons, che non capiva una parola d'inglese, si girò a sua volta, con un'espressione perplessa sul minuscolo volto paffuto. Hagrid non aveva mai visto degli elfi domestici così grassi e altrettanto consci della loro importanza come nelle immense cucine della scuola di magia francese.

"No, Rubeus" convenne Olympe con un sorriso "Forse pioverà, ma è difficile che nevichi qui. Ti dispiace?"

Hagrid osservò in lontananza il Mediterraneo, che spumeggiava, più verde che blu, sotto la sferza di un vento non freddo ma insistente. Una morbida onda di vegetazione, in cui al colore argenteo delle foglie degli ulivi e a quello più cupo degli aghi dei pini marittimi si contrapponevano i neri tronchi delle viti spoglie e contorte, saliva dal mare su fino alla grande villa in stile liberty che ospitava nella sua torretta quadrangolare l'ufficio dove si trovavano in quel momento.

"È diverso da Hogwarts" osservò Hagrid, senza compromettersi. Thor, che era accucciato ai suoi piedi, captò il suo stato d'animo nostalgico e sbuffò, prima di leccargli gli stivali in segno di comprensione. Era naturale che al mezzogigante mancasse il luogo in cui aveva trascorso tutti i Natali della sua vita da quando aveva undici anni. Hagrid, d'altra parte, aveva passato gran parte del Natale precedente sul pavimento della sua capanna, dopo essersi ubriacato abbastanza da riuscire a non pensare agli amici morti e a quelli in pericolo. Ora che c'erano altri lutti a pesare sul suo cuore, un mutamento di prospettiva era sembrata una buona idea, oltre che l'anticipazione di possibili e più radicali cambiamenti di vita.

"Excuse-moi" mormorò Olympe a Madame Montblanc. Si alzò e raggiunse Hagrid davanti alla finestra, già oscurata a metà dalla sua mole. La stanza restò quasi completamente al buio.

"A proposito, non vuoi conoscere il menù del cenone?" gli chiese appoggiandogli sul braccio una mano lunga e larga come quella di uno sterratore, che tuttavia su quella manica sterminata sembrava minuta e delicata. Hagrid la strinse con dita grosse come salsicce in una presa che avrebbe costretto chiunque altro a correre in infermeria per affidarsi alle cure di Madame Angelique.

"Pudding di Natale?" indagò, speranzoso. Gli piaceva trovare una monetina scintillante dentro la sua porzione di pudding.

"No. Bûche de Noël" lo corresse Olympe. Lo descrisse con le mani, spiegando: "È un rotolo di pasta dolce, inzuppato di crema e rivestito di salsa al cioccolato. Ti piacerà, vedrai."

Non sembrò convinto.

"Prima che mangiamo tutto quanto, ci sarà l'insalata di mele e cavolo rosso?"

Cavolo per antipasto, che idee. "Fois d'oie grillé, insieme agli altri hors d'oeuvres, prima del consommé." Madame Montblanc andava fiera, giustamente, del suo sontuoso assortimento di antipasti.

"Pollo in graticola?" azzardò Hagrid.

"Assolutamente no!" protestò Olympe, indignata, mentre pensava: 'E un hot-dog, magari, già che ci siamo… Cos'è, il cenone di Natale o uno spuntino tra una lezione e l'altra? Pollo in graticola! Si direbbe persino qualcosa che potrebbero mangiare i babbani, in quei posti dove mettono il cibo sopra ai vassoi, quasi che in mancanza di magia non avessero abbastanza forza per stendere una tovaglia sul tavolo.'

"Come piatto forte ci sarà oca au cidre avec pommes et fondue au chou rouge, cioè il tuo cavolo rosso" rivelò. Ecco il posto giusto, per il cavolo rosso: accanto a una grassa, succulenta, croccante oca ripiena, affinché il suo sapore asprigno contrasti piacevolmente con quello della carne.

Finalmente Hagrid sorrise.

"Sei contento?"

"Sì, perché ce l'avete anche voi una roba col cavolo rosso."

Olympe annuì e gli appoggiò la testa sulla spalla: "Bon Noël, Rubeùs."

  
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