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Autore: rosewhite    19/06/2015    1 recensioni
Una ragazza con una città ed una persona da difendere.
Tra fiamme e venti, nemici, colleghi ed il suo famiglio, Yuumi, non ci si annoia mai. Ma come si fa, a vent’anni, a cambiare un destino già scritto?
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di solito quello che mi aspetta quando torno a casa è silenzio e buio, non lo stereo acceso e rumore di pentole.

Mi inizia a girare la testa e non so se è per la ferita al braccio o per lo schock di trovare mia madre alle sei del mattino, nella mia cucina, a canticchiare.

La prima cosa che ci insegnano, quando facciamo il corso d'addestramento, è “ non andare nel panico. Mai.”. Perdere la lucidità sul campo di battaglia può essere fatale. Quindi prendo un respiro, anche se sono vicina ad un attacco di panico perchè, seriamente, come faccio a spiegare alla mia adorata mammina perchè sono ridotta uno schifo di prima mattina e, per di più, ho un taglio di circa cinque centimentri sul braccio?

Il mio cervello si mette in moto, posso sentire gli ingranaggi muoversi.

Prendo il cellulare ed invio un messaggio a Luke, un mio collega stregone.

<< Cerotto, casa mia. Urgente. N.S. >>

Che è praticamente il modo per dire che mi serve un incantesimo di cura, tipo ospedale mistico istantaneo, nel mio appartamento, non sono sola e che, dannazione, deve portare le sue chiappe qui il prima possibile. Tipo ora.

... Perchè non è ancora arrivato?

Faccio un altro respiro e mi incammino verso la cucina comunicando mentalmente a Yuumi di prendere uno straccio ed iniziare a pulire quel macello che mi sto portando dietro.

Tenendo il braccio ferito nascosto dietro lo stipite della porta mi affaccio. Lei è lì, canticchia rilassata mentre prepara i pancakes, incosapevole dell'agitazione che mi sta facendo provare.

<< Ciao >> dico. Lei sobbalza, con la testa persa fra le nuvole, questo l'ho preso da lei, e quando mi vede sorride.

<< Buongiorno Meg. Non trovi sia una meravigliosa giornata? >> Meravigliosa sto ca....mpo di grano.

<< Meravigliosa. – il sorriso che faccio è più finto di quello di una Barbie – Posso chiederti che ci fai qui? A quest'ora per giunta>> Sembro irritata? Chi,io? Naaaah

Versa l'impasto in una padella sul fuoco.

<< Sai, mi sono svegliata presto ed ho pensato di venire a prepararti la colazione. Probabilmente non mangi mai quando torni. - Mi lancia un'occhiata di rimprovero. - Come va il lavoro al locale? >> Piccolo retroscena. La mia famiglia sa che sono la responsabile di un grande locale dall'altra parte della città. Sì ok, ho vent'anni e la cosa è poco credibile, ma come facevo a spiegare i miei orari ,che a volte devo partire e che che guadagno più di loro? Potevo dire che sono una prostituta, ma non penso che sarebbero contenti, come non lo sarebbero se sapessero che in realtà di notte vado a lottare per le strade, usando la magia per di più, contro esseri soprannaturali.

Diciamo solo che non sono le cose che vai a dire in giro o che racconti alle cene in famiglia.

<< Tutto bene, solita routine>>

<< Ma perchè non ti vieni a sedere qui? >> Panico. Pipì.

<< Devo andare un attimo in bagno .>> E fuggo. Mi chiudo dentro e maledico Luke. Urgente vuol dire URGENTE. Comunque finalmente svuoto la vescica e sciaquo la ferita prima di bendarla e ricoprirla con una nuova maglia. Perchè ovviamente la maglietta che indossavo è da buttare ed è inutile dire che era una delle mie preferite. C'est la vie, come dice sempre Gérard, un mio collega vampiro.

Yuumi mi comunica mentalmente che Luke è arrivato, sia benedetto il cielo. Così esco e, quando arrivo in cucina, sono realmente sull'orlo di un attacco di cuore.
Il mio caro collega è seduto a fare conversazione con mia madre.
Lui è alto, con i capelli castano scuro come i miei e gli occhi grigi tutti sorridenti e contenti. Si passa una mano tra i capelli mentre ride ad una battuta ed io mi schiarisco la gola per richiamare l'attenzione, o semplicemente per far scendere il panico.

<< Ciao Meg. >> mi saluta sorridente, il bastardo. Gli faccio un cenno con il capo.

<< Non mi avevi detto che aspettavi visite. Il tuo amico ha anche le chiavi. >> Mia madre mi lancia un'occhiata tra l'irritato e il complice. Ovviamente Luke non ha le chiavi per entrare in casa mia, oltre mia madre non ce le ha nessuno. Ha semplicemente usato la pietra magica che ho nascosto sotto le scale in caso di necessità. L'ha già dovuto fare una volta, quando sono stata ferita più gravemente, ma mia madre può continuare a credere che abbia quello che vuole, finchè non si accorge della reale situazione.

Mia madre è per metà umana, padre stregone madre no. Lo è anche mio padre ed io, per qualche strano caso della genetica, sono nata pura.

Non ho come lei solo alcune capacità paranormali, mia madre può comunicare con gli spiriti, mia zia ha dei sogni premonitori mentre io ho ereditato sia il potere della preveggenza che l'uso completo della magia. D'altra parte io ho un famiglio e loro no, ma queste sono piccole vanterie che non si vanno a raccontare in giro.

Mamma guarda l'orologio e.. << Oh, ma guarda come si è fatto tardi. Mi sa che devo proprio scappare. >> Saluta Luke con un sorriso e viene a darmi due baci sulla guancia, sussurrandomi all'orecchio un << poi mi spieghi. >> che sa “vagamente” di minaccia.
<< Va bene, buona giornata Mà. E grazie per la colazione. >> E per l'attacco di panico.

Quando finalmente sento la porta che si chiude tiro un sospiro di sollievo. Il viso cordiale del mio collega scompare, sostituito da una maschera di pura professionalità e gelo.

Shairi, il famiglio/lupo nero di Luke mi guarda piegando lievemente la testa verso destra mentre se ne resta accucciato ai suoi piedi.

<< Allora, fammi vedere un po' perchè mi hai fatto venire qui di corsa. >> dice avvicinandosi.

<< Di corsa... ci hai messo un sacco di tempo. Se era qualcosa di più grave sarei già morta >> gli rispondo togliendo la maglietta.

<< Dolcezza, non pensi che prima dovremmo conoscerci meglio? >> mi sorride ed io lo fulmino con un'occhiata gelida sbendandomi il braccio. Si avvicina ed osserva la ferita da ogni angolo.

<< E' bella profonda. - Mi guarda il viso. - E tu già sei abbastanza pallida. Quanto sangue hai perso? >> D'improvviso tutta la stanchezza accumulata durante la serata mi si riversa addosso istantaneamente.

<< Un po'. >>

Cinque minuti ed un incantesimo di guarigione dopo sono come nuova. Certo, sono ancora un po' scombussolata per macchiato tutte le scale e buona parte dell'ingresso ma hey.. sono ancora viva. FESTEGGIAMO.

Lo ringrazio e lo accompagno alla porta desiderando ardentemente il mio letto, che anche oggi mi ha aspettato più del previsto.

Prima di andarsene si volta e, come se se lo fosse dimenticato, mi comunica che sono stata richiamata al Quartier Generale e che devo presentarmi domani prima di iniziare il turno.

Quando gli chiedo spiegazioni mi risponde che ci sono delle novità e se ne va, portandosi alcuni dei pankecas che ha preparato mia madre.

Finalmente sola mi concedo una doccia rapida e poi mi infilo sotto le coperte.

Il mio ultimo pensiero è “ Regola numero due: mai fare irruzione in casa mia di prima mattina senza essere invitati, soprattutto quando sono ferita. “ e cado dolcemente tra le braccia di Morfeo in un sogno tutt'altro che tranquillo.  

   
 
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