Crossover
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Autore: michiredfox    12/01/2009    1 recensioni
Il male esiste da sempre, dalla creazione dell'intero universo... due mondi diversi, eppure così simili, quello degli uomini e quello dei cyborg, sono chiamati ad una nuova lotta contro di esso... (il merito di questa fic va interamente a Costigan, io ho solo coadiuvato alcune parti).
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1

I Tre Fratelli si collegarono all’amplificatore. I loro poteri psicocinetici sarebbero stati potenziati in modo da potersi fondere con il loro Padre.

Ma in quel momento  Françoise era sulla soglia della Camera del Cristallo.

“Hanno trovato la Camera del Cristallo” disse Shiva, attraverso la telepatia.

“Baron ha fallito” disse Brahma.

“Ora lo contatteremo” disse Vishnu.

Baron vide i Tre Fratelli sullo schermo.

Shiva prese la parola.

“Baron, i cyborg traditori hanno trovato ciò che tu avresti dovuto trovare per noi”

“Questo è un fallimento, o sbagliamo?” aggiunse Brahma.

“O, forse, hai una spiegazione interessante?” chiese Vishnu.

Baron soppesò ogni parola prima di pronunciarla.

“Reverendi Fratelli, la struttura sepolta che cercavate è isolata da tutto il resto del complesso. Abbiamo scandito con gli strumenti che ci avete messo a disposizione anche quel volume di roccia, senza però ricevere alcun segnale. Non ho idea di come i nostri nemici si siano mossi a colpo sicuro. Non ho colpa di quanto è accaduto!”

Shiva fece una lunga pausa prima di rispondere.

“Dici il vero, Baron. Tuttavia, ciò è male per noi. Il nostro Supremo Signore sarà molto deluso, a meno che non distruggiamo i suoi nemici. Dobbiamo riscattarci, Baron.” sentenziò Shiva.

“Dirigerò personalmente l’attacco, Fratello Shiva. Raggiungeremo quella dannata cripta e la faremo saltare insieme a loro. Ci hanno condotto al loro obiettivo e si sono messi in trappola da soli”. Baron parlò con un’espressione decisa che non riusciva a coprire tutto il sollievo.

 

Quando Françoise mosse il primo passo oltre quel portale ciclopico, lo fece con sognante devozione. Il suo sguardo dolce e rapito fissava un punto lontano, oltre la comune vista degli esseri umani, qualcosa che solo lei pareva vedere. Si inoltrò in tenebre tanto profonde da far trattenere il fiato a Joe, che istintivamente si chiese se quell’oscurità indistinta non celasse un baratro senza fondo. Françoise non cadde, ma i suoi stivali non facevano rumore mentre avanzava come rispondendo ad una chiamata. Sembrava camminasse sospesa sul nulla. Poi la ragazza levò in alto la gemma, tenendo i polsi uniti e le mani a calice in un gesto di offerta a qualcosa di superiore. La gemma prese a risplendere, diffondendo un alone di luce dal colore cangiante, e successivamente iridescente. Joe notò come la luce emessa dalla gemma si diffondesse anche oltre il livello del piano su cui la sua amata muoveva i suoi passi silenziosi e leggeri. La guardò, sentendo crescere nel suo cuore un affetto per lei che pareva farsi più puro e profondo ad ogni istante, finché ne ebbe quasi paura… ed iniziò a percepire il pensiero di Françoise. Le parlò senza aprire bocca. Sentì la voce della sua adorata fanciulla senza che lei parlasse.

“Joe, sei tu…!” esclamò lei, raggiunto il centro della sala. C’era un centro, in quel luogo senza forma. Entrambi lo percepirono.

“Sì, amore mio” le rispose Joe, con un nodo alla gola. “Sento i tuoi pensieri, piccola…”

“Oh, Joe… come sei dolce… perché i malvagi non capiscono? Perché non possiamo farglielo capire?”

“Non ho la risposta, amore mio…”

Poi entrambi divennero consapevoli di uno schema di pensieri incredibilmente vasto, incredibilmente bello, perfetto… che si rivolse ad entrambi.

“Figli miei, adorate creature, i miei pensieri attraversano il vostro piccolo universo da quando il tempo ebbe inizio, ma voi purtroppo non siete mai lì ad ascoltarli…”

“Chi… chi sei…” chiese Françoise, con le lacrime agli occhi.

“Sono… tutto ciò che conosci e che non conosci, sono materia ed energia nel senso che voi intendete ed in molti altri… sono significato e mistero, oblio e ragione… in milioni di forme diverse, ma non sono più importante di voi o di una sola particella… anche io non so molto, ho avuto solo qualche milione di eoni per imparare…”

“Puoi svelarci qualcosa di ciò che sai…?” chiese Joe con la mente.

“Potrei, ma mi occorrerebbero milioni di quella piccolissima unità di tempo che voi chiamate anni…”

“Sei la Luce?” chiese Françoise.

“Sì…”

“Sei tu che proteggi le mie sorelle?”

“Quelle piccole gemme che chiami Enoah e Nesia?”

“Sì… loro…”

“Anche loro mi hanno conosciuto…”

“Ti rendo grazie, Luce… a mani vuote… cosa potrei donarti, io, piccola come sono…”

“Donami la tua grazia ed il tuo cuore puro, lasciati andare, ed insieme alle tue sorelle sconfiggeremo il Grande Nemico… Joe… anche tu dovrai combattere con lei… come sempre… lasciati andare, Joe Shimamura… non temere i tuoi sentimenti, la parte più bella di te… pensa alla tua amata, a Enoah, a Nesia… a tutti coloro che ami… apri la tua mente… sei una sola cosa con Françoise… tu le darai la forza…”

“Ho… ho paura…” rispose Joe.

“A-anche io…” disse Françoise.

“Abbiate fede…”

“Sì” risposero gli spiriti di Joe e Françoise.

 

Il planetoide nero si stava avvicinando, trionfante, quando venne contattato dai Tre Fratelli.

“Perdonaci, padre” disse Shiva

“Essi hanno trovato la Camera del Cristallo prima di noi e vi hanno condotto la portatrice” disse Brahma

“I nostri soldati li attaccheranno, ma potrebbe non bastare”

La Grande Abominazione ribollì di collera mostruosa.

“Quella sgualdrina di Myoltecopang! La cagna del Cerchio Alato! C’è riuscita dunque… significa che un’altra donna tenterà di respingermi, ma so come parare il colpo, e stavolta ho voi tre ad appoggiarmi… .se volete riscattarvi dal vostro errore, figli miei, schiacceremo quegli insetti con il nostro potere… e quando tutti i popoli del pianeta che mi attende saranno divenuti le nostre macchine da guerra, la sgualdrina ed il suo ridicolo popolo piangeranno di fronte agli altari della loro ridicola divinità ed imploreranno una pietà che non concederemo… amplificheremo il loro dolore con nuove tecnologie di tortura fino a farli impazzire e lei… la loro ridicola sovrana… me ne occuperò personalmente… Fratelli miei, portate al massimo i vostri poteri con gli amplificatori e lasciatevi guidare da me. Non faticheremo a trovare gli stupidi servi della Luce… ci cercheranno loro e se ne pentiranno per l’eternità.”

 

Sempre tenendo i polsi sopra la testa, Françoise giunse le mani sopra il suo capo e la gemma scomparve. Un cerchio di luce si accese nel pavimento, sotto i suoi piedi, mentre sul capo di Françoise iniziò a discendere una lenta colonna di pulviscolo argentato. Al cerchio di luce su cui era in piedi spuntarono petali di cristallo, che presero a ruotare, iscritti in un cerchio concentrico di luce che a sue volta assunse la forma di un fiore stilizzato e così via. Le direzioni e le velocità di rotazione variavano. Poi, rivoli purpurei, accompagnati da piccoli spiriti di forma vagamente umana, discesero dalle tenebre sovrastanti accompagnati dai primi accordi di quella musica ultraterrena che Françoise ricordava.

La stessa musica che in quel momento anche Nesia, nella stessa grande sala, nello stesso punto in cui si trovava Françoise, stava ascoltando mentre la polvere di luna che discendeva dal nulla faceva risplendere i gioielli del suo succinto costume di danzatrice.

Nesia fece l’inchino rituale alla Luce, mentre i rivoli purpurei spandevano un profumo che pareva fatto di mille essenze.

Françoise fece a sua volta l’inchino, ma secondo i nostri stilemi. Si inchinò come aveva fatto già innumerevoli volte al pubblico festoso dell’Opera di Parigi per rendere loro omaggio mentre loro omaggiavano la sua grazia. Questa volta però ad applaudirla ci sarebbero state le stelle.

Come Enoah le disse al loro primo incontro, Françoise ricordò.

Ricordò e si sentì leggera ed ispirata. Sentì la passione di quella musica che pareva fondere mille orchestre e mille culture, e sentiva anche tutta la commozione e l’amore di Joe.

“Oh, Joe… ora vedo… ora comprendo… che gioia…”

“Anche io la sento, amore mio… ti amo, perdonami se a volte…”

“No, non è il momento di recriminare, Joe… abbi fede…”

Si rialzò dall’inchino e prese a librarsi sulle punte, muovendo le braccia come colli di cigno, con  i capelli d’oro che ondeggiavano risplendenti e gli occhi azzurri che piangevano di silenziosa commozione, rigandole il volto con le perle delle loro lacrime…

Nesia stava condividendo la stessa esperienza, ed una percepì con gioia l’altra. Il loro contatto rese possibile l’incredibile, che sorprese persino Enoha.

Françoise aveva studiato l’arte della danza a Parigi.

Nesia invece a Myoltecopang.

Ma in quel momento erano una cosa sola.

Le due scuola di danza fusero i loro movimenti in un’insieme che eguagliava lo splendore e l’armonia di quella musica cha colmava lo spazio ed il tempo. Due estetiche sublimi ed aliene l’una all’altra si fusero in una nuova arte, una nuova bellezza umana e trascendente al contempo.

Come lo splendore del sole sui gioielli di una dea, le due danzatrici si librarono nella grazia, nella luce e nella bellezza coma mai le loro civiltà avevano visto, e la Luce divenne più forte che mai.

 

Nesia danzava ormai come se fosse priva di peso, come se fosse leggera al punto da poterlo fare increspando appena la superficie dell’acqua, ed ogni passo aereo durava sempre più a lungo, fino a quando si librò nell’aria ed eseguì un avvitamento su se stessa. Ormai rapita, si lasciò innalzare dalla superficie della Camera del cristallo, mentre le altre danzatrici continuavano i loro passi sincronizzati rimanendo a terra, e facendosi sempre più piccole, fino a divenire puntini. Poi le pareti di pietra del cilindro che aveva risalito scomparvero, e Nesia vide tutto il Sistema Solare. La stessa visione di Françoise. Contro il disco screziato di rosso di Giove, vide una chiazza nera pulsante, e lo riconobbe… era il Grande Nemico.

 

Sentì la voce di sua sorella.

“Non devi temerlo… la Luce è più forte di lui… espandi le tue sensazioni, Nesia… non sei sola, cerca nostra sorella…”

Nesia chiuse gli occhi e si lasciò andare alla deriva in quel vuoto senza peso.

Françoise… si mise a pensare a lei, mentre il planetoide incombeva famelico.

Françoise…

Françoise percepì Nesia.

“Nesia… sei tu?”

“Sono io, sorella…”

“Dove sei? Dove posso trovarti?”

“Lo hai già fatto, Françoise Arnoul… qui lo spazio e la materia non contano nulla… tutto è una proiezione del nostro pensiero…”

“In che modo possiamo combatterlo… è qui ormai…”

“Guarda la tua mano, sorella…”

Françoise vide incastonato nel palmo della sua mano un cerchio alato di cristallo. Sentì un torrente di energia invaderle il corpo, percepì una sensazione inebriante, la gioia la avvolse come una coperta… alzò il palmo della mano destra ed il cerchio alato prese a brillare di luce color oro, rendendo di luce Françoise stessa. Anche Nesia divenne una fanciulla fatta di luce… e di amore, amore per qualsiasi cosa…

Il mostro nero trafisse Françoise con un disgustoso tentacolo. Françoise soffrì, ma non odiò… non ne era capace…

“Odiami, maledetta!” gridò una voce lebbrosa

“Cos’è l’odio?” domandò Françoise con un filo di voce sofferente.

La voce lebbrosa mandò un grido orrendo, il tentacolo si ritrasse ustionato e la fanciulla di luce era illesa…

“Ti occorre l’odio, non  è vero?… per questo sei nemico della Luce…”

Dal planetoide  si riversarono orde di figure mostruose, nere come le tenebre, irte di zanne, artigli ed aculei, che si scagliarono sulla piccola ed inerme figura di Françoise… ed esplosero lampi di luce azzurra senza scalfirla. Lo sferoide nero era enorme come un mondo… ma Françoise pensò che in fondo era piccolo a paragone della Luce, e piccolo divenne… Françoise lo vide al centro dell’ovale di un immenso anfiteatro di massi ciclopici… una proiezione del suo pensiero… ed in posizione diametralmente opposta alla sua, vide… o meglio percepì… Nesia.

“Hai compreso Françoise Arnoul, mia amata sorella…è forte solo se lo adoriamo… è forte solo con il nostro consenso…”

“E se invece amiamo… è forte la Luce…” concluse Françoise.

Enoah apparve a propria volta sulla sommità degli spalti ciclopici di quell’inconcepibile arena. Era apparsa in posizione equidistane da Nesia e Françoise. Di fronte ad Enoah, tre figure in tonaca, calve, i volti parzialmente brulicanti di luci artificiali.

“Ecco la cagna di Myoltecopang” disse Shiva

“Colei che ha offeso nostro Padre” disse Brahma.

“Colei che si oppone al vero  potere, al nuovo ordine” disse Vishnu.

“Ecco i tre servi dell’abominazione, abominii a loro volta” replicò Enoah.

Shiva prese la parola.

“Potrete aver salva la vita se ci servirete”

Brahma proseguì.

“Imparerete quale sia il vero potere”.

Vishnu minacciò

“O quale sia il vero dolore”.

“E voi imparerete cosa sia davvero la Luce” rispose Enoah con gravità.

A quelle parole, Nesia e Françoise fecero il saluto rituale e mostrarono il palmo della mano destra.

Sullo schermo del Dolphin il Professor Gilmoure vide esterrefatto un ciclopico obelisco dal fusto a spigoli emergere dalla sabbia del deserto innalzando al cielo il gigantesco Cerchio Alato di marmo nero, ossidiana e cristallo purissimo che recava come fregio sulla propria sommità. Lo stesso che sovrastava la piramide del Tempio della Luce dove Nesia aveva compiuto il rito.

Dal centro del Cerchio alato scaturì un torrente di plasma color oro che tagliò in due il cielo, lasciò la Terra e si riversò come lava contro il planetoide, squassandolo e facendolo ribollire. L’Abominio si arrestò, tentò nuovamente di sdoppiare il flusso del tempo, ma non funzionò. Un secondo torrente di fotoni ad altissima energia iniziò a riversarsi contro il planetoide, richiamato da Nesia, contemporaneamente e millenni prima… un paradosso che l’Abomino non poteva compensare.

I Tre Fratelli si trasformarono in frecce di luce ed aggredirono quello che pareva l’anello debole della catena: Nesia. Un scudo psicocinetico li respinse… ed Ivan apparve in braccio a Nesia… grazie ad Enoha. Ma i Tre Fratelli non perdevano forza grazie agli amplificatori… avevano la tecnologia dalla loro… ed il loro Padre si contorceva sotto quei getti di plasma, ma non cedeva.

Françoise, Nesia, Ivan ed Enoah condivisero lo stesso pensiero.

“Se amiamo, la Luce è più forte”

“Françoise Arnoul, ti occorre lui…”

Joe stava rispondendo al fuoco nemico, sdraiato a terra proprio dinanzi al portale della Camera del Cristallo. Sentì il pensiero di Françoise.

“Joe, raggiungimi, vieni da me… abbiamo bisogno del tuo aiuto. ”

“Come… in che modo…?

“Appoggia la mano sul Cerchio Alato scolpito nei battenti ed entra nella colonna di luce… poi corri da me…”

Joe obbedì, e chiese a Jet di trasportarlo in volo e lanciarlo nella colonna di luce che aveva rapito Françoise al termine della sua danza. Jet eseguì, ma impiegò un tempo che gli parve eccessivo per raggiungerla. Era vicina, ma aveva dovuto volare come se distasse decine di chilometri. Joe si lasciò cadere verso quella muraglia di luce fluente, e ne venne rapito. Si guardò le mani. Risplendevano come oro, tutto il suo corpo ed i suoi abiti avevano assunto il colore della luce solare. Vide sopra di sé una volta celeste in cui non riconobbe alcuna costellazione, ed abbassò lo sguardo sul gigantesco anfiteatro di blocchi ciclopici sospeso nel nulla. Vide Françoise, fatta di luce come lo era lui, fronteggiare i Tre Fratelli e non esitò. Azionò l’acceleratore, ed accadde l’assurdo. Quella tecnologia era stata applicata alla materia. Joe ne azionò una replica fatta di energia strutturata. L’effetto fu micidiale per i Tre Fratelli. Il loro intelletto amplificato venne investito da una scarica di luce accelerata… un concetto che nell’universo che conosciamo non è fattibile… Joe raggiunse una velocità trascendente, il tempo per lui divenne immaginario… ma ancora non bastava.

Françoise gli corse incontro nella sua forma di luce, in un tempo immaginario, su una lastra di roccia che non era roccia, lo abbracciò e compì l’atto di suprema ribellione allo Spettro Nero… l’atto di amore più bello e sincero… le sue labbra di luce incontrarono quelle di Joe… e la Luce prese a brillare più intensa che mai. Nesia ed Enoah comunicarono con Ivan.

“Ora so come distrugegre la Suprema Abominazione…” disse Enoah

“Con l’atto d’amore supremo…”disse Nesia

“Con l’istante della creazione, lo zero assoluto del tempo, l’atto di amore verso qualsiasi cosa esista” disse Ivan.

“Con quello che chiamate Big Bang” disse Enoah “Joe, Françoise… concentratevi anche voi”

Il duplice flusso di luce che aveva colpito quella Mostruosità alterò il tempo… i tre fratelli cercarono di opporsi, con il risultato di far esplodere il loro amplificatori di potenza e danneggiare il loro hardware. Il planetoide venne rilanciato al primo istante del nostro universo e collocato in modo da essere concentrico al punto a densità infinita che aveva preceduto il big bang vero e proprio.

Dall’interno del planetoide nero, il Big Bang esplose in un mare di fotoni, mentre l’urlo di morte da milioni di elettronvolt del Grande Nemico fu una goccia nel mare di energia originario.

E tutto fu luce…

 

Nel laboratorio del Dottor Gamo si scatenò l’inferno. Scoppi di scintille, fiamme, fumo e rumore di vetri infranti non coprirono le orribili grida dei tre cyborg calvi che si dibattevano disperati ed agonizzanti sul pavimento. Si erano strappati i caschi dalla testa, e le parti hardware dei loro volti fumavano e crepitavano di scintille. Alzarono mani supplicanti al loro creatore, scongiurandolo di salvarli… non avevano traccia della loro consueta alterigia… avevano conosciuto la Luce.

Il Dottor Gamo chiamò la squadra antincendio e li fece portare via.

Non li aveva mai visti in simili condizioni.

Erano vivi per miracolo.

 

Françoise si risvegliò dolcemente.

Sentiva tutto il delicato tepore di un dolce abbraccio.

La sua mano percepì una superficie serica.

I suoi occhi ne videro il colore rosso.

Videro anche un dischetto metallico color oro… era l’uniforme di Joe, che la abbracciava carezzandole i capelli.

Lei gli carezzò il volto con un tocco delicato come quello della brezza dei tropici sui fiori.

Intorno a loro, gli altri cyborg facevano cerchio, sorridendo.

“Amici, ci siete anche voi, siete tutti salvi… oh, che gioia! Come sono felice…”

Iniziò a piangere di commozione…

“Se solo immaginaste… oh, ma… che ne è del nemico? Tutto è silenzio, qui…”

Joe la aiutò a rimettersi in piedi.

La Camera del Cristallo pareva una semplice sala disadorna, ora.

“Il nemico è stato distrutto…” narrò Geronimo “Mentre ci battevamo, un’onda di luce color oro ha attraversato i nostri corpi senza farci alcun male ed è stata letale per i soldati robot ed i cyborg del Fantasma Nero”

Françoise vide il corridoio delle sfingi ingombro dei loro rottami.

“La Luce non vi ha abbandonato, si è battuta con voi…”

“Noi siamo finiti, ma tu non ne gioirai, sgualdrina!!!”

Una figura dagli eleganti abiti laceri ed una tuba mezza sfondata sul capo balzò con disperata determinazione da dietro una sfinge e spianò contro Françoise il suo bastone da passeggio.

Baron.

Il suo bastone nascondeva un laser. Joe si mosse a velocità accelerata, gli altri spianarono le loro armi, ma un lampo bianco si frappose fra Françoise e quella minaccia. Quando il laser di Baron incontrò il Cerchio Alato della mano di Enoah, rimbalzò ad angolo e lasciò un buco arroventato sul pavimento.

Altri tre colpi in successione rapida vennero deflessi dalla mano della ragazza in bianco, strappando scintille e schegge alla roccia delle pareti.

Poi il bastone di Baron volo nella mano di Enoah e subito dopo si disintegrò in un lampo di luce bianca.

“Non provare a sfiorarla nemmeno con il pensiero!” esclamò Enoah, adirata ed al contempo inorridita “Mostro! Assassino! Infame! Non ho mai avuto la tentazione di ricorrere al potere della Luce per torturare un uomo, e so che se lo facessi decreterei la mia rovina, ma… ” aggiunse con lacrime di rabbia “Tu mi hai tentato… perdonami, Luce, se sento la necessità di punirlo in prima persona… non sono che uno strumento, una semplice ragazza…”

“Come puoi avere un simile potere, maledetta!”

“Ah! Proprio tu osi maledirmi, Baron della Black Shadow? Tu, che servendo un uomo come Ayab e di conseguenza lo Spettro Nero, ti eri già dannato nel mondo dei vivi? Sei tu il maledetto, e non ti ho maledetto io. E ricorda che questo potere non è mio! Io sono solo un suo strumento… comunque sia, non sono io a dover decidere di te…”

Albert si fece avanti.

“Se non vuoi sporcarti le mani, principessa, posso farlo io…” disse a denti stretti armando la mitragliera, mentre Baron indietreggiava.

“Aspetta, Albert Heinrich! Risparmia il tuo valore per altre occasioni! La prescelta deve affrontare ora l’ultima prova del suo cammino. Sarà lei a decidere…”

Enoah si rivolse a Françoise.

“Ciò che ti lega a quest’uomo” disse indicando Baron con un gesto “Fa sì che spetti a te decidere. La Luce ti illumini, sorella mia…”

Françoise si avvicinò a Baron fissandolo.

Per un lungo istante i due si fronteggiarono in silenzio.

Poi Françoise parlò.

La sua voce era incredibilmente calma e pacata, nonostante l’avventura appena trascorsa:

“Vattene…”

Baron la stava osservando senza capire il significato di quelle parole.

Françoise continuò: “Ho deciso che sarai risparmiato…”

Albert intervenne concitatamente: “003! Come puoi farlo! Quell’uomo ci ha rovinato la vita!”

Françoise fissò il suo sguardo in quello dell’amico; nei suoi occhi non c’era odio, solo un grande dolore per tutto il male che era stato provocato sinora… scosse la testa e tornò a rivolgersi al nemico….

“Recidere il filo della tua vita sarebbe una punizione troppo facile per te…” disse “…tu vivrai, Baron, ma passerai il resto della tua esistenza a pentirti per quello che hai fatto!”

Mentre parlava, 005 afferrò Baron e legò le sue mani dietro la schiena, senza che il nemico opponesse resistenza… “Geronimo ti condurrà in prigione, dove avrai modo di riflettere a lungo sui tuoi errori…”

L’indiano lo trascinò via, mentre quello si dibatteva nella sua stretta, continuando a vomitare minacce inutili: “Non riuscirete a tenermi rinchiuso per sempre… vedrete… mi libererò… e quando vi troverò… vi pentirete per questo maledetti! Maledetti!”

Quando Baron sparì dalla loro vista e con lui scomparve anche l’eco delle sue parole, Enoah si avvicinò a sua sorella, la abbracciò, carezzandole i lunghi capelli biondi: “Non avresti potuto prendere una decisione migliore, tesoro… sei davvero una figlia di Myoltecopang…”

Françoise ricambiò quell’abbraccio sincero… le due donne rimasero così a lungo, circondate dallo sguardo dei loro cari…

 

Ken e Ayab stavano proseguendo il loro duello, quando Romy vide una macchina della Black Shadow avvicinarsi pericolosamente a Ken. Non aveva possibilità di fare un sorpasso, ma continuava ad accelerare avvicinandosi all’Hayabusa da dietro. Dal cofano spuntò un rostro metallico. Avevano deciso di giocare sporco. Ken se lo aspettava, fece per manovrare ma la Splendent lo strinse. Rispose urtandola e li distanziò, ma ci riprovarono poco dopo. Romy spinse la Maestà Reale al massimo, si affiancò alla macchina rostrata e la allontanò con un urto. Romy la vide mettere in mostra due puntali seghettati calettati nel mozzo delle ruote ed agì prima che il suo avversario potesse muoversi. Si affiancò in modo da mettere i suoi cerchioni in corrispondenza con quelli dell’avversario, e l’attrito fece saltare i puntali. Uno rimase conficcato nel cerchione della Maestà Reale che si deformò leggermente, ma continuò a girare squarciando il pneumatico dell’ultimo sgherro di Ayab. Romy dovette fermarsi, le vibrazioni della ruota danneggiata non le permisero di continuare. Il suo avversario si ribaltò con violenza.

“Vai, Ken! Battilo tu! Siete tu e lui soli, adesso!”

“Romy, va tutto bene?!”

“Sto bene, Ken. Sono in una piazzola di emergenza! Mi sono solo dovuta fermare, nient’altro! Pensa solo a vincere, ora! Fallo per me! Vai, Falco!!”

Ken vide Ayab davanti a lui.

L’uscita del tunnel era prossima, e poco dopo vi era il traguardo.

Ayab azionò i reattori e si lanciò in una lunga parabolica.

Ken valutò un istante la struttura cilindrica della parabolica ed eseguì una manovra considerata possibile solo in teoria.

Accese il reattore V1 portandolo rapidamente al massimo, ma senza curvare. Si mantenne rettilineo puntando sulla Splendent ed eseguì un giro della morte che lo portò trenta metri davanti all’esterrefatto Ayab. Poi il falco mise il motore in folle eliminando ogni forma di freno motore, accelerando come un razzo a stadi. Ayab non poté compensare qual balzo.

Continuava a gridare istericamente che non era possibile,  mentre vedeva svanire tutte le sue ambizioni in un istante. Il suo già precario equilibrio mentale venne meno. Portò i reattori della Splendent al cento per cento, poi centodieci, centoventi, centotrenta per cento. Ignorò l’allarme acustico, la temperatura dei reattori saliva senza controllo mentre l’Hayabusa si faceva più vicina…

Poi la Splendent esplose, mentre Ken scorse per una frazione di secondo il balenìo della bandiera a scacchi, ed al contempo il lampo ed il tuono della fine di Ayab.

Il mondo delle corse era finalmente libero dal suo tiranno.

 

Ken lo comunicò a Sayonji.

“Che peccato!” fu il suo commento “Una così brava persona…”

 

Enoah e Nesia erano in piedi di fronte ai Cyborg.

“Amici miei, è giunto il momento di separarci. Se la Luce lo vorrà, ci rivedremo…”

Françoise era in lacrime.

“Ti prego, mia cara Françoise… non piangere… devi essere felice… non devi…” Le disse Enoah, poco prima di piangere a sua volta.

Abbracciò Françoise con forza.

“Come vorrei restare insieme a te, sorella mia! Quanto ti voglio bene…”

“Anche io…” le rispose Françoise con un filo di voce.

Anche Nesia era in lacrime.

“Françoise, io…” Non riuscì a dire altro, prima di gettarle le braccia al collo.

Françoise la ricambiò, carezzandole i capelli.

“Sii forte, piccola Helayma, mia piccola sorellina…”

Enoah si rivolse a Joe.

“Joe Shimamura, ti sono grato per il grande amore che nutri per lei… hai mantenuto la promessa. Senza di te, lo Spettro Nero avrebbe vinto… l’hai protetta senza mai pensare a te stesso… siamo felici di sapere che la amerai anche per noi”

Anche Nesia si avvicinò, e diede a Joe un bacio sulla guancia.

“Amando lei, tu ami anche me, Joe Shimamura… sono felice di sapere che nella mia seconda esistenza, sarò amata tanto. Restale… restaci sempre vicino”

Salutarono anche tutti gli altri cyborg, ringraziandoli, uno per uno.

“Veglieremo sempre su di voi. La Luce vi benedica!”

Furono le ultime parole di Enoah.

Le due principesse mossero la destra nel saluto rituale.

E scomparvero.

 

Epilogo

 

 

Il cerchio di luce e di allegria intorno al fuoco sulla spiaggia abbracciava tutta la squadra del Professor Gilmoure ed il Sayonji Racing Team. L’arte culinaria di Chang stava toccando una vetta insuperata, e gli accordi della chitarra di Yamato accompagnavano un coro di voci festose.

Sakura era seduta sulle ginocchia di Jet, persa negli occhi del suo amato. Jet le carezzava i capelli mentre parlavano del loro futuro. Sakura si era tolta un terribile peso dal cuore quando aveva riabbracciato Jet. Sapeva che forse non si sarebbero rivisti. Si era tolta il casco gettandolo via ed era corsa a gettargli le braccia al collo.

“Oh dio mio! Sei salvo, amore mio, che gioia! Come sono felice… non lasciarmi mai più sola, non…”

Tremava per l’emozione nell’abbraccio di Jet, che, ad occhi chiusi, gioiva di quel contatto casto e sensuale al contempo.

“Oh, Sakura” aveva pensato “così morbida, così calda, così bella…”

Romy era euforica. Continuava a dare bacetti a Ken, che si sforzava di darsi un contegno.

“Adesso basta, Romy!”

“Beh” rispose lei “Ultimamente, a causa di Tortica, ti ho coccolato poco e pensavo di rifarmi…”

“Se non fai la brava andiamo a dormire!” la rimbrottò Ken

“Ma sentilo!” replicò lei ridendo “Non penserai davvero di dormire, stanotte, eh?”

Ken abbassò lo sguardo, un poco imbarazzato.

Piunma era un po’ malinconico. Avrebbe voluto bere insieme a Morgan sulla spiaggia, l’avrebbe voluta vicino. Françoise lo intuì, gli toccò la spalla e gli sorrise. Piunma le aveva narrato l’accaduto, e Françoise si era mostrata inizialmente scettica, ma era rimasta senza parole dopo aver visto lo stiletto di Morgan. Il Professor Gilmoure lo aveva analizzato. Quella lama aveva quasi quattrocento anni, ed altrettanto antica era l’incisione al centro della croce dell’elsa: una “P” ed una “M” all’interno di un cuore.

Il Professor Gilmoure era insieme a loro. Inizialmente si era rifiutato: era tutta una “festa di giovani”, ma i “giovani” non vollero sentire ragioni.

“Sai” aveva detto l’anziano scienziato a Françoise “Io sono certo che le tue sorelle del passato veglieranno davvero su di noi,e che, ogni volta che scamperemo miracolosamente ad un pericolo, che un’insperata fortuna cui porterà gioia, che qualcosa si risolverà inaspettatamente a nostro favore, chissà, potrebbe essere opera loro…”

Bretagna stava sciorinando ad Hilda il suo repertorio di barzellette. Hilda non riusciva a smettere di ridere. Ormai era membro della squadra. Le avevano affidato il Dolphin. Per Albert vederla sorridere era la sua più grande gioia. Le aveva promesso felicità e si era rimproverato per tanti lunghi anni di non avergliela potuta donare. Aveva dato un nuovo scopo alla sua esistenza, ed in cambio riceveva amore dal suo angelo biondo.

Sayonji, che stava proponendo a Joe nuove gare, sorrise di nuovo a Françoise, che si era già raccomandata con Ken e gli altri di non mandarle altre rose, viste le reazioni di Joe.

Ma una ragazza, da lontano, triste e in disparte, osservava quella scena.

Françoise la vide e mise a fuoco il volto.

Era Amy. Françoise vide la tristezza sul volto di quella ragazza sempre allegra, e capì.

Lo disse a Sakura, che andò da suo fratello.

“Credo che una persona voglia parlarti, ma che le manchi il coraggio di farlo.”

“Quale?” chiese Sayonji.

“Indovina un po’!” replicò Sakura, indicandogliela “Eccola! Volevi tanto liberartene… Questo è il momento di farlo… Hilda, puoi invitarla ad unirsi a noi, per favore?”

“Sì, certo…”

Sayonji rimase interdetto.

Si era aspettato il solito battibecco con sua sorella, ed ora che lei cedeva le armi senza combattere, si rese conto di quanto quel trionfo fosse amaro e vuoto.

Poi guardò sua sorella abbracciata a Jet.

Infine Amy.

Amy, che taceva triste senza le sue solite frivolezze ed il suo sorriso intrigante… di cui Sayonji inspiegabilmente sentì la mancanza…

Quella ragazza era venuta a dirgli addio.

“Aspetti Hilda” disse Sayonji “Ci parlo io….”

Si alzò velocemente, incamminandosi verso Amy, sotto lo sguardo attonito dei presenti… quando fu davanti a lei, si arrestò, le prese la mano e la condusse verso il centro della festa…

La ragazza era rimasta a bocca aperta… iniziò a balbettare parole sconnesse: “Ma… ma… che succede?... che stai facendo?”

Sayonji non le rispose, si fermò al centro della festa, le circondò la vita con le braccia, attirandola a sé e disse: “Ehi qui ci vuole un po’ di musica che crei atmosfera! Yamato! Chiudi la bocca e inizia a suonare per favore…”

Yamato, preso alla sprovvista da quella scenetta, cercò di ritrovare la sua concentrazione melodica e intonò una dolce canzone; Sayonji iniziò a far volteggiare Amy, senza che lei opponesse la minima resistenza… Sakura intervenne stupita: “Ehi fratellone! Da quando in qua sai ballare così bene?”

“Taci sorella!”…

“Oh scusa tanto, come non detto… vieni Jet…” disse, trascinando il suo ragazzo sulla sabbia…

In breve tutte le coppie stavano ballando al chiaro di luna… era un istante così bello che nessuno dei presenti avrebbe voluto terminasse mai…

Amy, dopo qualche passo di danza senza fiatare, si fece coraggio e disse sottovoce: “Cosa significa tutto questo? E’ il tuo modo crudele di prendermi ancora in giro?”

Ma Sayonji le rispose scuotendo la testa: “No… è solo che… non so… ho come l’impressione che mi mancheresti troppo se decidessi di andartene…”

Lei gli sorrise e lui pensò che era la cosa più bella che avesse mai visto… “Ah-ehm…” bofonchiò, cercando di schiarirsi la voce “… quindi signorina… temo proprio che dovrò sopportarla per molto… moltissimo tempo”

Amy acquistò di nuovo tutto il suo esasperante fascino: “Non farai altro che il tuo dovere, mio caro…”

Era di nuovo felice… come lo erano tutte le persone intorno a loro… e come lo era un intero popolo ai confini del loro universo…

 

 

NOTA: Questa fic è stata scritta in collaborazione con COSTIGAN, a cui deve essere attribuito pienamente il merito della trama, io mi sono limitata a coadiuvarlo nella stesura ed a completare alcune parti. Pertanto la fanfic è da considerarsi scritta da due autori: Costigan e Michiredfox. Grazie.

 

 

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