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Autore: Aru_chan98    19/06/2015    0 recensioni
Per Aruxal, giovane ragazza di sedici anni, la prima uscita in una discoteca famosa avrebbe dovuto essere un'esperienza ordinaria, eppure lei non sa, quando mette i suoi primi passi in quel locale così vivo, che quella sarebbe stata una notte piena di eventi che non avrebbe dimenticato.
(dal testo)
“E se ci portassimo anche Aruxal ?” “Sei un genio Katy! Dobbiamo assolutamente invitarla” “Aru, vero che vieni con noi all’Éclaire sabato sera?”. La ragazza, che non stava ascoltando quello di cui le altre stavano parlando, annuì ma saltò sulla sedia dallo spavento quando le sue tre compagne, Katy, Angie e Vicky, strillarono di gioia. “Ferme, ferme! Cosa?” si affrettò a dire Aruxal, con delle tracce dello spavento precedente nei suoi occhi verde pistacchio. Chiuse il suo libro, si tolse gli occhiali da lettura e si avvicinò alle altre tre, curiosa di sapere che cosa avevano da strillare quelle tre. “Beh Aru, devi sapere che Lily ha ottenuto da suo fratello Vash dei biglietti d’ingresso gratuiti per l’Éclaire” “L’Éclaire?! Ma non è una delle discoteche più in voga del momento?!” esclamò incredula Aruxal, interrompendo Katy. “Esatto, per questo è un’occasione speciale!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Oh mio Dio, avete visto quanto è figo Arthur?” “Hai assolutamente ragione, è stupendo!”. Aruxal alzò a malapena gli occhi dal libro che stava leggendo: ormai erano giorni che le sue compagne di classe di classe non parlavano d’altro che del nuovo presidente del consiglio studentesco, di quanto fosse bello, maturo, gentile con le ragazze e serio nei suoi doveri. Aruxal si chiedeva chi fosse quel ragazzo, visto che il giorno in cui fu annunciata la sua elezione era a casa con la febbre, ma da come ne parlavano le sue compagne, doveva essere proprio un bravo ragazzo. Peccato che il cuore della ragazza fosse già stato rubato da qualcun altro: il suo nome era Matthew Williams. Aruxal lo aveva conosciuto durante il suo primo anno di elementari, ove i due frequentavano la stessa classe. I due avevano stretto in fretta una grande amicizia che fu interrotta l’Estate dell’anno seguente a causa del lavoro del padre della ragazza: durante quell’Estate il padre fu trasferito dalla parte opposta della città in cui viveva a causa del suo lavoro, così la ragazzina fu costretta a trasferirsi lontano dal suo migliore amico. Anni dopo, sua sorella maggiore fu abbastanza grande da andare a vivere da sola e, quando disse alla sorellina che si trasferiva dove abitavano da piccole, la ragazzina pregò la sorella e i genitori di lasciarla andare con lei, nella speranza di poterlo rivedere. All’inizio i suoi genitori non vollero lasciarla andare ma, dopo aver confidato alla sorella che voleva provare a rivedere il suo primo amore, la sorella, Vera, convinse i loro genitori a lasciarla andare, con la promessa che avrebbe badato a lei. Fu così che Aruxal riuscì ad iscriversi nel liceo dove sperava di rivedere Matthew. La speranza che aveva era davvero modesta, così fu davvero sorpresa ma contenta di rivederlo un giorno in cui camminava per i corridoi della scuola. Non era cambiato per niente, solo era diventato più bello agli occhi della ragazza: i suoi capelli biondo miele erano un po’ più lunghi e i suoi incantevoli occhi blu quasi violetto erano coperti da degli occhiali da vista. Avrebbe voluto andare a parlargli, ma il ragazzo era sempre circondato da altre persone oppure accompagnato da un altro ragazzo che gli assomigliava parecchio, così lei non aveva mai trovato la giusta occasione per parlargli. Si chiedeva spesso se lui si ricordasse ancora di lei, soprattutto quando lo vedeva per la scuola. “E se ci portassimo anche Aruxal ?” “Sei un genio Katy! Dobbiamo assolutamente invitarla” “Aru, vero che vieni con noi all’Éclaire sabato sera?”. La ragazza, che non stava ascoltando quello di cui le altre stavano parlando, annuì ma saltò sulla sedia dallo spavento quando le sue tre compagne, Katy, Angie e Vicky, strillarono di gioia. “Ferme, ferme! Cosa?” si affrettò a dire Aruxal, con delle tracce dello spavento precedente nei suoi occhi verde pistacchio. Chiuse il suo libro, si tolse gli occhiali da lettura e si avvicinò alle altre tre, curiosa di sapere che cosa avevano da strillare quelle tre. “Beh Aru, devi sapere che Lily ha ottenuto da suo fratello Vash dei biglietti d’ingresso gratuiti per l’Éclaire” “L’Éclaire?! Ma non è una delle discoteche più in voga del momento?!” esclamò incredula Aruxal, interrompendo Katy. “Esatto, per questo è un’occasione speciale! Noi tre, Lily, Vash, Elizaveta e Feliciano ci andiamo e vorremmo che venissi anche tu” finì Vicky. Aruxal non riusciva a credere alle sue orecchie: era stata invitata ad andare ad una delle discoteche più popolari! Parte del suo stupore proveniva anche dal fatto che ad invitarla fossero state le sue compagne di classe: non che il rapporto tra lei e gli altri fosse negativo, solo che non si era mai davvero impegnata per fare amicizia in quella classe. L’unica amicizia che aveva stretto era con Feliciano e in quei tre anni di liceo erano diventati migliori amici, anche se la ragazza continuava a preferire avere amici di altre classi o al di fuori delle mura scolastiche. Ci pensò su un attimo, ma per le sue compagne dovette sembrare troppo tempo perché Angie si affrettò ad aggiungere “Si dice in giro che dovrebbero esserci anche Arthur e suo cugino Alfred” nella speranza di convincerla più facilmente a dire di sì. Ad Aruxal quella notizia non faceva né caldo né freddo, ma decise di accettare perché sembrava un’idea divertente nonché un’ottima occasione per uscire a divertirsi una volta tanto. “Ok, va bene, mi avete convinta” disse, venendo quasi assordata dai gridolini del trio di ragazzine. La campanella suonò poco dopo, segnando la fine dell’intervallo e l’inizio dell’ora di matematica. Il piccolo trio continuò a parlottare per buona parte della lezione mentre Aruxal si perse nei suoi pensieri, incurante dei lamenti del suo compagno di banco Feliciano, che voleva tornare a casa al più presto per mangiare un bel piatto di pasta al ragù. Non sapeva bene che cosa aspettarsi, ma voleva sperare che sarebbe stata una bella serata. Quel pomeriggio ne parlò con la sorella e riuscì ad ottenere il permesso di andare, a patto che non si cacciasse nei guai. “Evviva, grazie mille sorellona” disse la ragazza, abbracciando Vera. Fu così che cominciarono due giorni carichi d’impazienza per la ragazza: il giorno seguente fu trascinata a fare shopping con le altre tre in cerca di vestiti e scarpe adatte per quell’occasione, finendo per passare l’intero pomeriggio passeggiando per il centro commerciale e tra i negozi; il giorno dopo ancora, faticò a concentrarsi sulle lezioni e Feliciano dovette prendere appunti anche per lei e sopportarla quando i due andarono in biblioteca a studiare. Mancava un solo giorno a Sabato, e la ragazza cominciava a sentirsi tesa: quella sarebbe stata la prima volta nei suoi 16 anni che andava in discoteca.


Finalmente la fatidica sera arrivò. Aruxal era tesa come una corda di violino ma grazie alla sorella Vera, era riuscita a prepararsi in tempo: indossava un paio di leggings neri con sopra degli shorts di jeans, una maglietta bianca senza maniche con scollo a v con una giacchetta marrone scurissimo, un paio di all star e si arricciò i capelli color cioccolata con delle piccole treccine sparse tra le sue lunghe ciocche di capelli. I suoi occhi verdi brillavano più del solito, grazie alla felicità e alla tensione che sentiva, ma anche l’eyeliner che aveva messo aiutava. Era davvero bellissima. “Buona fortuna, e non essere così nervosa sorellina” le disse Vera con un sorriso, quando Angie arrivò per prendere Aruxal. “Va bene, te lo prometto” le rispose, con un sorriso che nascondeva un po’ di tensione in sé. Dopodiché uscì dalla porta e salì in macchina mentre Feliciano ed Angie stavano chiacchierando. Si sedette in mezzo a loro e il fratello di Angie mise in moto la macchina, diretto verso la discoteca. Arrivarono lì quindici minuti dopo: Lily, Vash ed Elizaveta erano già lì, in attesa che arrivasse il resto della compagnia. Per ingannare il tempo cominciarono a parlare: Aruxal e Lily erano state buone amiche fin dal loro primo giorno di scuola, quando si erano conosciute durante l’annuncio delle classi (ma loro erano in classi differenti), mentre Feliciano aveva sempre trovato il fratello maggiore di Lily fin troppo spaventoso per i suoi gusti. Dopo pochi minuti arrivarono anche Katy e Vicky, così la compagnia fu pronta ad entrare nel locale. La musica era incredibilmente alta, così il gruppetto fu costretto ad urlare per comunicare. Aruxal si sentì intimidita dall’ammontare di gente che ballava, beveva o pomiciava lungo le pareti del locale. Ma la musica le piacque da morire, così cominciò a voler andare in pista per ballare. “Angie, vorrei andare a ballare. Tu e Lizzie venite con me? Non me la sento di andare sola: questa è la prima volta che vado in discoteca” disse Aruxal, o meglio urlò, ad Angie, che annuì. “Feli, io vado a ballare. Non cacciarti nei guai, va bene? Se hai bisogno cercami, così ti aiuto ok? A dopo” disse a Feliciano, prima di seguire Elizaveta, diretta verso la pista da ballo. “Capito! Tranquilla, lo farò” le rispose velocemente il ragazzo, prima di dirigersi in direzione del bancone del bar, dove una bella brunetta stava sorseggiando un cocktail con altre ragazze. Feliciano era un dongiovanni, ma non si era mai spinto oltre i baci con le ragazze che conquistava. Gli otto ragazzi avevano deciso di rincontrarsi al bar qualche ora dopo per decidere se tornare a casa o rimanere lì ancora per qualche ora. Aruxal si stava divertendo davvero tanto a ballare con le sue amiche: le piaceva da morire ballare ed Elizaveta non la smetteva di scherzare sui tipi che ci provavano con Angie. Ad un certo punto, un ragazzo dai capelli bianchi (tinti probabilmente) e un paio di occhiali da sole si avvicinò e cominciò a parlare con Elizaveta, che provò diverse volte a scaricarlo, ma alla fine il ragazzo riuscì a fare una chiacchierata amichevole con la ragazza e i due si allontanarono dalla pista. Angie lanciava loro un’occhiata ogni tanto, scherzando con Aruxal sulla probabilità che la loro amica avesse trovato un ragazzo. “Già, ma un ragazzo che non capisce che gli occhiali da sole in discoteca sono inutili” scherzò Aruxal. Ad un certo punto, verso mezzanotte e mezza, Katy le avvicinò e, passando un drink alla rossa accanto ad Aruxal, urlò “Angie, Aru, guardate là!” per poi indicare un punto tra il bar e le scale per il tetto: Alfred era lì, con un grande e splendente sorriso in faccia che si rifletteva dei suoi occhi celesti come il cielo, con un bicchiere di Manhattan in mano. “Oh, è solo Alfred. Ma dov’è Arthur? Non dovrebbe essere qui anche lui stasera?” chiese Angie, con un po’ di delusione. “E chi se ne frega! Alfred è qui, ed è da solo! Che grande occasione per parlare con lui! Dimenticati di Arthur per un secondo, lui non è l’unico ad essere figo” rispose Katy. “Oooooh, quindi ti piace Alfred, eh?” chiese Aruxal, ridendo a momenti quando la bionda arrossì come un pomodoro, dicendo che erano tutte bugie. Dopo aver sbollito un po’, Katy trascinò Angie per un polso dove stava Alfred, e Aruxal le segui. “Ciao” salutò il trio e il ragazzo rispose loro con un allegro “Hi there girls” accompagnato da un sorriso. “Piacere di conoscerti, il mio nome è Katy e queste sono le mie amiche, Angie e Aruxal” disse Katy, presentando anche le altre due ragazze. “Piacere mio. Io sono Alfred” rispose il biondo. Aruxal non capì come, ma fecero amicizia velocemente con il ragazzo, forse perché era molto amichevole. Ad un tratto il cellulare di Angie vibrò: il suo ex ragazzo l’aveva taggata in un post. “Ehy Kay, guarda che ha postato Lukas. Semplicemente ridicolo, guarda” disse Angie, strattonando la manica della maglietta di Katy. Le due cominciarono a scherzare sul ragazzo, così Aruxal rimase da sola con Alfred per alcuni minuti. “Allora… sei venuto qui tutto solo?” chiese la bruna, cercando di fare conversazione con lui. “Beh, non esattamente. In realtà sono venuto con mio fratello e mio cugino. Avevo davvero voglia di uscire visto che era passato un sacco di tempo dall’ultima volta ma non volevo uscire da solo. E tu? Non sembri molto affiatata con quelle altre due” “Oh no, hai ragione. Non sono molto in confidenza con loro, ma il mio migliore amico dovrebbe essere nei paraggi, a flirtare con qualche ragazza credo. Ci sono altre quattro persone con noi, ma anche con loro non sono molto in confidenza, siamo solo compagni di classe” “Hmmmm, ma allora perché sei venuta se non eri in confidenza con nessuno?” chiese Alfred dopo un po’. “Sono venuta per distrarmi da una faccenda” disse Aruxal, abbassando gli occhi verso l’ultima parte. “Che faccenda? Posso sapere?” chiese con curiosità ma gentilmente il biondo. Aruxal arrossì, ma rispose “Ogni tanto ho bisogno di distrarmi dal pensiero del ragazzo che amo”. “Il ragazzo che ami? Posso saperne di più?” chiese Alfred, sempre con curiosità. Aruxal arrossì ancora di più e rispose “Beh, eravamo ottimi amici fino alla fine della seconda elementare, ma ci siamo persi di vista perché mi sono dovuta trasferire, a causa del lavoro di mio padre, lontano da quella scuola. Ma l’ho rivisto di nuovo alle scuole superiori, solo che non ci ho mai parlato: essendo sempre circondato da tante persone, non ho mai trovato il coraggio di prenderlo da parte e chiedergli se si ricorda ancora di me. Il suo nome è Matthew Williams. Per caso lo conosci?”. Alfred sbattè gli occhi più volte e infine le disse, mezzo sorpreso e mezzo incredulo “Yeah, actually I know him. È mio fratello” “Cosa?!” esclamò la ragazza: quella notizia fu completamente inaspettata per lei. “Ah, non preoccuparti, non glielo dirò, promesso” si affrettò a dire Alfred, che non voleva far sentire a disagio la ragazza. “Grazie. Ehm, quindi… anche lui è qui? Ma non l’ho visto in giro” disse Aruxal, e il ragazzo puntò il braccio in direzione della parte opposta della sala, dicendo “È lì. Dì pure che ti ho mandato io se vuoi”. Aruxal sorrise e lo ringraziò, finendo per abbracciarlo nell’impeto della felicità e si diresse nel punto indicato prima dal biondo. Impiegò diversi minuti per trovarlo in quel mare di gente, ma alla fine ci riuscì: era appoggiato ad un muro e stava parlando con una ragazza alta quasi quanto lui, dai capelli biondi e mossi e dagli occhi blu come il mare. La ragazza si fermò, notando che i due sembravano divertirsi. La bionda non la smetteva di parlare e non staccava gli occhi da lui, mentre il ragazzo rideva spesso alle battute della sua amica e sembrava in imbarazzo, anche se Aruxal non riusciva a capire se era per la presenza della bionda o l’eccessiva vicinanza di quest’ultima. Ma in ogni caso non poteva importargliene molto in quel momento, perché sentì il proprio cuore spezzarsi e i suoi occhi riempirsi di lacrime: alla fine si era veramente dimenticato di lei. Fu così che cominciò a dirigersi verso il bar, alla ricerca di Feliciano, per raccontargli cos’era successo e per chiedergli di chiamare Angie e tornare a casa. Fece appena in tempo ad arrivare al bancone che qualcuno le afferrò il braccio, facendola girare per vedere chi era: un ragazzo con dei capelli biondi, sopracciglia enormi e degli occhi di un incredibile sfumatura di verde l’aveva afferrata per il braccio. “Come puoi vedere, sono venuto qui con la mia ragazza e stavamo per andarcene” disse ad un’altra ragazza, che sembrò molto delusa ma che tirò un’occhiataccia ad Aruxal. La ragazza stava per rispondere che in quella faccenda lei non centrava nulla, ma il ragazzo la trascinò fuori dal locale prima che lei potesse pronunciare una sola parola. Quando raggiunsero un posto silenzioso la lasciò andare. “Ma che diavolo! Perché mi hai trascinato fuori dal locale?” chiese con rabbia la ragazza: va bene che voleva andarsene, ma voleva almeno avvertire i suoi amici. Ma il ragazzo si scusò “Sono davvero spiacente love, ma non sapevo più che fare. Quella ragazza era fin troppo appiccicosa: mi ha seguito con gli occhi fin da quando mi ha visto e dopo essersi presentata non mi ha lasciato in pace un secondo, continuava a blaterare di un sacco di assurdità. Era davvero fastidiosa”.Aruxal sospirò, calmandosi: cose come questa potevano succedere a chiunque, no? “Va bene, in fondo non era così importante. Tanto stavo per chiedere al mio migliore amico di riportarmi a casa. Scusami per aver urlato, mi hai spaventata” disse la ragazza. “I’m sorry anyway. Ah, ma dove sono finite le mie buone maniere? Non mi sono ancora presentato. Sono Arthur” rispose gentilmente il ragazzo, tendendo una mano alla ragazza. Aruxal lo squadrò per qualche secondo: così lui era il famoso Arthur, il ragazzo che le sue compagne volevano incontrare così disperatamente. A quanto pare la fortuna le faceva strani scherzi quella sera. “Io sono Aruxal, Aru per gli amici. Piacere di conoscerti” rispose lei, stringendogli la mano. Lui fece un piccolo sorriso e le chiese se le andava di chiacchierare un po’ con lui finché i suoi amici non sarebbero venuti a prenderla. Lei annuì e cercarono un posto tranquillo dove sedersi. “Così… come mai sei qui stasera?” gli chiese, provando a rompere il ghiaccio. “Mio cugino Alfred mi ha trascinato qui. In realtà non avevo molta voglia di venire, non mi piacciono molto le discoteche. Mi sento sempre fuori posto, in più mi ubriaco piuttosto facilmente e le ragazze tendono ad essere fin troppo appiccicose. Non riesco a capirne bene il motivo, ma un sacco di ragazze sembrano attratte da me, anche se mio cugino Alfred è più bello di me” “Credo sia per i tuoi occhi: sono i più belli che io abbia mai visto” disse la ragazza, arrossendo un attimo dopo, rendendosi conto di cosa aveva appena detto. Arthur ridacchiò con imbarazzo “Forse hai ragione. Ehm, senti Arux-“ “Puoi chiamarmi Aru se vuoi” “Ok, Aru… come mai stavi piangendo prima?”. Aruxal spalancò gli occhi per la sorpresa: quindi lui si era accorto che prima era sul punto di piangere. Abbassò gli occhi, ma le parole non volevano uscire, e in fondo poteva davvero fidarsi di una persona che conosceva da pochi minuti? “Ma se non ti va di dirmelo non importa” disse il biondo, notando che la ragazza era a disagio. “Però…” e tirò fuori un fazzoletto bianco da una delle tasche dei suoi pantaloni “È un peccato che una bella ragazza pianga. C’mon, love, non piangere. Vedrai che nonostante tutto andrà tutto bene” e le asciugò gli occhi, che si erano nuovamente fatti lucidi per quell’atto di gentilezza. “Ne sei sicuro?” “Assolutamente si”. Lei gli sorrise calorosamente e abbracciandolo lo ringraziò: il suo povero cuore infranto aveva davvero bisogno di essere consolato, anche solo di poco. Lui ricambiò quell’abbraccio e sorrise, soddisfatto di essere riuscito a farla stare un po’ meglio. I due continuarono a chiacchierare finché il telefono di Aruxal non cominciò a squillare: era Feliciano, che si stava chiedendo, come gli altri della compagnia, che fine avesse fatto, soprattutto perché era tempo di andare. “Scusami Arthur, ma devo andare” gli disse, per poi cominciare a dirigersi verso l’entrata del club, dove i suoi amici la stavano aspettando. “Ah, Aruxal aspetta!” la fermò in fretta il ragazzo, trattenendola per il polso. “Potrei… potrei avere il tuo numero? Mi piacerebbe davvero parlare ancora con te” “Certo, piacerebbe molto anche a me” rispose la ragazza, sorridendo, e i due si scambiarono i rispettivi numeri. “Devo proprio andare adesso. E stato davvero un piacere conoscerti, a presto” disse Aruxal, per poi andare dai suoi amici. “Spero che il tempo passi il più velocemente possibile” sussurrò Arthur, mantenendo il suo sguardo smeraldino su di lei finché non uscì dal suo campo visivo. Non sapeva esattamente che cosa pensare, ma di una cosa era sicuro: il suo cuore stava battendo davvero forte e si sentiva il volto in fiamme.





Piccolo Angolo dell'Autrice:
Ed eccoci qua con una nuova storia. Sento spesso parlar male delle storie in cui è presente un OC tra i protagonisti, ma ho fatto del mio meglio per scrivere questo capitolo e m'impegnerò al massimo per scrivere i prossimi, quindi non siate severi per favore >.< Questa storia l'avevo scritta in inglese per un compito in classe e spero sia venuta bene. Il titolo è un omaggio ad High School Musical 3: la canzone in cui loro parlano del ballo di fine anno è stata la mia grande ispirazione (insieme ad una vera uscita in discoteca) per quanto riguarda la trama di questa storia, anche se può sembrare banale. Detto questo, grazie di aver letto :D
P.S. Se Iggy sembra un po' OOC non c'è da preoccuparsi: in questo capitolo è solo saltata fuori la sua vena da gentleman
   
 
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